Tag Archives: tentato suicidio

Catanzaro – Tentato suicidio detenuto al Carcere minorile

Un ragazzo di nazionalità marocchina ristretto nel carcere minorile di Catanzaro ha tentato di suicidarsi mercoledì 26 aprile intorno alle 13,30. Secondo quanto si apprende dal segretario regionale dell’Ugl Polizia penitenziaria, Walter Campagna, il giovane, dopo aver legato le lenzuola alle inferriate del bagno della sua cella, ha tentato di impiccarsi lasciandosi cadere dalla sedia su cui era salito. È stato l’intervento del personale di servizio a evitare il peggio. Il detenuto è Continue reading


Tenta di impiccarsi in carcere, soccorso detenuto 34enne

cremonaEnnesimo episodio che avrebbe potuto finire tragicamente al carcere di Cremona. Erano circa le 21.40 di sabato sera quando è stato lanciato l’allarme e chiamato il 118, perchè un detenuto di 34 anni aveva cercato di impiccarsi con una corda. Fortunatamente gli agenti si sono accorti subito di quanto accaduto e lo hanno soccorso. L’uomo è stato portato immediatamente in ospedale, dove verrà trattenuto alcuni giorni per controlli presso il reparto psichiatrico. Continue reading


Detenuto tenta suicidio a Trapani

images (25)L’intervento di un agente della polizia penitenziaria ha salvato la vita di un detenuto di 32 anni che la notte scorsa ha tentato il suicidio impiccandosi nel carcere di San Giuliano a Trapani. Lo rende noto Gioacchino Veneziano, segretario generale Uilpa Trapani e coordinatore regionale Uilpa Penitenziari. Il detenuto si trovava nella sezione Isolamento. Dopo essere stato soccorso e’ stato ricoverato nell’infermeria del carcere per valutare le sue condizioni fisiche. “Il mio plauso va all’agente che dimostrando grande professionalita’ ha impedito che accadesse il peggio”, afferma Veneziano.

Fonte


Carcere, detenuto si impicca alle sbarre: salvo

cordatesaSULMONA – Mentre Padova piange la morte per suicidio dell’Assistente capo di Polizia Penitenziaria, sparatosi nel suo garage a 47 anni e che fa salire a 123 i baschi blu che hanno voluto volontariamente, in poco più di 10 anni, farla finita, a Sulmona si sorride per il salvataggio in extremis, da parte dell’assistente capo di Polizia Penitenziaria A.D.S., di un detenuto che ha tentato il suicidio impiccandosi alle sbarre della finestra della sua cella con un laccio ricavato dall’elastico di uno dei suoi slip. Si tratta di G.M. di 33 anni, salvato ieri sera da un agente, A.D.S. Continue reading


Tenta due volte il suicidio, salvato

cordate

SASSARI. Prima si è stretto una striscia di tela intorno al collo, fino a diventare cianotico, poche ore dopo ha tentato di tagliarsi le vene ma è stato fermato in tempo. Un detenuto è stato salvato due volte dalla polizia penitenziaria dopo altrettanti gesti di autolesionismo che potevano sfociare in un dramma. L’episodio, verificatosi nei giorni scorsi nel carcere di Bancali, è stato reso noto ieri da Domenico Nicotra, segretario generale aggiunto del sindacato Osapp. Il detenuto è stato salvato dagli agenti di turno e attualmente è sorvegliato a vista per evitare che metta in atto nuovi gesti di autolesionismo. Nella sua nota, il sindacalista mette in rilievo la professionalità e la prontezza di riflessi degli agenti.

 

Fonte


Sventato tentativo di suicidio nel carcere di Brissogne

cordatesaAOSTA. La polizia penitenziaria ha sventato ieri sera un tentativo di suicidio da parte di un quarantenne egiziano detenuto in isolamento nel carcere di Brissogne. Secondo quanto riferito dal segretario generale dell’Osapp Leo Beneduci, l’uomo “ha tentato di impiccarsi con un rudimentale cappio ricavato da una striscia di lenzuolo che aveva legato alle sbarre della finestra della cella. E’ stato Continue reading


Detenuto bevve detersivo in carcere: condannato a pagare 45 mila euro

cordatesaCUNEO – Condannato a pagare 45 mila euro perchè minacciò gli agenti di polizia penitenziaria di togliersi la vita. Lo ha deciso stamattina il tribunale di Cuneo per A.N., detenuto, a giugno 2012, al carcere del Cerialdo.

 Il reato è minaccia contro pubblico ufficiale. Era in una cella di isolamento per scontare una sanzione disciplinare. Chiese di avere degli indumenti minacciando che, se non glieli avessero Continue reading


Epatite C in carcere: Poliziotto raggiunto da schizzi di sangue infetto di un detenuto che si era ferito

cordatesaEpatite C in carcere “Lorusso e Cotugno” di Torino: agente a rischio contagio dopo che il sangue di un detenuto affetto dalla malattia lo ha colpito.

Un agente della Polizia Penitenziaria in servizio al carcere di Torino è stato investito da alcuni schizzi di sangue di un detenuto affetto da epatite C. L’uomo aveva tentato di impiccarsi ma, quando le forze dell’ordine glielo hanno impedito, si è colpito con una caffettiera, procurandosi alcune ferite.

L’agente che è stato raggiunto dal sangue infetto è stato portato Continue reading


Modena, tenta il suicidio in carcere

cordatesa Il noto imprenditore Giacomo Bizzini ha tentato il suicidio in carcere impiccandosi con un lenzuolo. E’ stato salvato dal tempestivo intervento di un agente di polizia penitenziaria in servizio al Sant’Anna di Modena. Lo riferisce la Gazzetta.

Bizzini deve scontare la pena comminatagli dal tribunale (6 anni e 6 mesi in appello, meno 3 di indulto) per bancarotta fraudolenta. Il fallimento, 13 anni fa, della sua Nadini beffò otre 200 creditori. Per soddisfarne le richieste il tribunale ha venduto all’asta la sua villa per 2 milioni di euro.

Fonte


Tentato suicidio nel carcere di Vibo Valentia

cordatesaTentato suicidio nel carcere di Vibo Valentia. Ancora non sono state rese note le generalità del detenuto che si è tolto la vita.

Proprio di recente il Sappe (sindacato autonomo polizia penitenziaria) aveva dennciato che il carcere di Vibo Valentia era, ormai al collasso. particolare, il sindacato aveva denunciato la grave carenza di organico del penitenziario vibonese e i pesanti carichi di lavoro ed il sovraffollamento di detenuti.

12:21 | L’uomo che ha provato a togliersi la vita è un Continue reading


Modena – Detenuto prova a impiccarsi

cordatesaHa provato a togliersi la vita impiccandosi all’interno del reparto transiti. Il gesto è stato commesso sabato pomeriggio nel carcere di Sant’Anna da un detenuto di nazionalità straniera. Lo rende noto Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, precisando che l’uomo ha usato un rudimentale cappio legato alle sbarre della finestra ed è stato salvato dal pronto intervento degli agenti che così “hanno evitato l’ennesima tragedia all’interno di un penitenziario italiano”.“

“Si tratta di uno dei circa 1100 tentativi di suicidio all’anno che vengono sventati dalla polizia penitenziaria – scrive Durante – Ricordiamo che negli ultimi 20 anni sono stati circa 17000 i detenuti salvati dalla polizia penitenziaria nelle carceri italiane, nonostante le forti carenze di personale. Infatti,  Continue reading


Detenuto si impicca in cella ma è salvato in extremis

cordatesaE’ successo nel carcere di Arezzo, la cui sezione femminile è stata aperta da qualche tempo ad alcuni collaboratori di giustizia arrivati da altri carceri. Dodici pentiti in tutto, ma guardati quasi a vista: per fortuna, almeno in questo caso.

Un detenuto di 46 anni, con una fine pena di circa dieci anni e originario di Salerno, probabile pentito per reati anche legati alla camorra, si è passato un cappio intorno al collo. Un agente è entrato nella cella quando era già cianotica e lo ha liberato dal cappio.

Sul posto subito il 118 con un’ambulanza della Misericordia arrivata Continue reading


A Ivrea detenuto tenta di impiccarsi, salvo

cordatesa(Adnkronos) – “Poco prima delle 16 nel carcere di Ivrea (Torino) un detenuto italiano di 29 anni, con fine pena fine nel 2016 per concorso in estorsione aggravata e ricettazione, ha tentato di impiccarsi con uno straccio da pavimento legato alle grate del bagno della sua cella che per fortuna si e’ rotto. Un agente di vigilanza se ne e’ accorto e lo ha subito soccorso”. A darne notizia e’ Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, organizzazione sindacale autonoma di Polizia penitenziari.

Beneduci fa appello al neo guardasigili, Anna Maria Cancellieri “affinche’ metta mano con urgenza alle condizioni di sovraffollamento delle carceri e soprattutto alle drammatiche condizioni lavorative della polizia penitenziaria”. E questa mattina agenti di polizia penitenziaria appartenenti a Osapp Sinappe e Cisl hanno tenuto un sit in davanti al carcere di Ivrea per contestare l’attuale organizzazione del lavoro all’interno del carcere.


Modena, tentato suicidio in carcere

tumblr_m90h2aYg3U1rtc91oo1_500Ha provato a impiccarsi utilizzando un cappio rudimentale. Questo il gesto estremo tentato nella notte tra lunedì e martedì da un detenuto di origine straniera nel carcere Sant’Anna di Modena.Lo ha raccontato Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sindacato della polizia penitenziaria Sappe.

Dopo la mezzanotte, quando il personale della polizia penitenziaria aveva già fatto il giro di controllo, l’uomo, di circa 40 anni, dopo aver legato il cappio alle sbarre della finestra è salito su uno sgabello e si è lasciato cadere nel vuoto. Ma il rumore dello sgabello ha svegliato il compagno di cella che ha lanciato l’allarme. È intervenuto il personale di polizia penitenziaria che lo ha salvato. La notizia arriva dopo Continue reading


Catanzaro: minore cerca di uccidersi in carcere

images (9)CATANZARO / Un altro caso di tentato suicidio in carcere. Un giovane detenuto italiano, rinchiuso nell’istituto penale per minori di Catanzaro, ha tentato di togliersi la vita impiccandosi. Il ragazzo ha utilizzato un lenzuolo nel tentativo di compiere il gesto disperato.

Il personale della Polizia Penitenziaria in servizio e’ prontamente intervenuto scongiurandone la morte.

“Dopo quello della casa circondariale di Castrovillari avvenuto nei giorni scorsi – affermano in una nota Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario nazionale, che hanno reso noto l’episodio9 – questo dell’Istituto Penale per Minori di Catanzaro e’ il Continue reading


A Sollicciano venerdì di passione: una rissa tra detenuti e un tentativo di impiccagione

estintore-logo-vettoriale_34-51861Giornata rovente ed impegnativa ieri a Sollicciano (Firenze) con una rissa tra detenuti e un tentativo di impiccagione.

Grazie alla professionalità del personale di Polizia Penitenziaria si è evitato il peggio e si è salvata un’ulteriore vita umana che avrebbe aumentato il numero dei morti nelle carceri.

Tutto ciò, accade a 48 ore dal consiglio comunale indetto per il 15 Aprile nel Salone De’ Dugento, alla presenza del Garante dei detenuti On. Franco Corleone, che esporrà la relazione annuale 2012 in Palazzo Vecchio Piazza Signoria a Firenze ove la UIL PA Penitenziari sarà presente.

Le carceri Toscane sono al collasso e nessuno lo denuncia! Organici del Continue reading


Teramo – suicidio detenuto sventato

corda tiroTERAMO – Un suicidio è stato sventato questa mattina nel carcere di Castrogno, a Teramo.

Un uomo, M.B. di 63 anni ha tentato di togliersi la vita impiccandosi, ma è stato fermato prima che riuscisse nel suo intento.

Sul posto sono giunti gli uomini del 118 che hanno portato l’uomo al Pronto Soccorso dell’ospedale in codice uno, con traumi lievi.

A due mesi fa risale l’ultimo tentato suicidio nello stesso carcere, ma lo spacciatore che aveva tentato di impiccarsi è stato salvato da una guardia.

Fonte


Carcere: in dodici ore una tentata evasione e un tentato suicidio

dscf2277_midChe la situazione nelle carceri pugliesi e nazionali stia diventando sempre più preoccupante lo stanno a dimostrare i fatti che si susseguono in maniera impressionante e che svelano un malessere che ormai non è più possibile arginare, se non grazie all’eroico sacrificio della Polizia Penitenziaria lasciata sola dall’Amministrazione penitenziaria prima, e dalla politica poi, a fronteggiare una situazione sempre più drammatica.
Il primo episodio è accaduto verso le ore 14 circa di ieri 6 Marzo durante l’ora d’aria un detenuto straniero di circa 30 anni circa in attesa di giudizio per molestie, ha scavalcato il muro di recinzione dei passeggi per tentare di evadere dal carcere.
Resosi conto di quanto stava accadendo gli agenti di servizio al controllo dei passeggi sono prontamente intervenuti con una scala e sono andati a fermare il detenuto che resosi conto di essere stato scoperto non ha opposto resistenza.
L’atro episodio è accaduto esattamente a dodici ore di distanza verso le ore 2 di questa notte quando, grazie al pronto intervento dell’agente addetto al controllo della sezione è stato evitato un suicidio di un detenuto italiano di circa 40 anni condannato a cinque anni di reclusione per reato vari, il quale aveva tentato di impiccarsi con una corda ricavata da un lenzuolo alla finestra della stanza.
Il SAPPE , sindacato autonomo polizia penitenziaria da tempo sta denunciando, tra l’indifferenza dei vertici del DAP che continuano a giocare alla “vigilanza dinamica” oppure studiano patti di responsabilità con i detenuti dimenticando che il carcere non è un convento di suore di clarisse, che la situazione non è più sopportabile ed è pronta ad esplodere con effetti deflagranti per tutti se non si pongono i dovuti rimedi.
A Foggia per esempio circa 680 detenuti per appena 380 posti disponibili ed una carenza di almeno 50 poliziotti penitenziari, la situazione è preoccupante e si continua a chiedere ai lavoratori della Polizia Penitenziaria che percepiscono stipendi da fame, sacrifici sempre più gravi , mentre nelle ovattate stanze ministeriali dirigenti pagati decine di migliaia di euro pensano a tutt’altro.
Come si diceva prima se la situazione non è esplosa è grazie al coraggio ed all’abnegazione dei poliziotti penitenziari che ultimante proprio a Foggia come in altre carceri, sono stati fatti oggetti di aggressione con gravi ripercussioni sull’incolumità personale.
A questi eroi nascosti che fanno un lavoro oscuro e pericolosissimo il SAPPE esprime il proprio ringraziamento considerato che sono figli ripudiati da un amministrazione penitenziaria ingrata, pronta a punire per il minimo errore ma che si dimentica del sacrificio e della professionalità di migliaia di lavoratori che dovrebbe ringraziare e premiare ogni giorno, per quello che fanno a tutela della legalità e delle istituzioni.

Fonte


Detenuto tenta il suicidio ingerendo delle pile

suicidioE’ in gravi condizioni il detenuto che, nella tarda serata di ieri 28 febbraio, intorno alle 23,15, ha tentato il suicidio nel carcere di Mammagialla.

Si tratterebbe di un tunisino sulla trentina che, secondo quando si apprende, avrebbe inizialmente ingerito pile per poi procurarsi un profondo taglio all’avambraccio e infine avrebbe provato a impiccarsi.

Subito intervenuti gli agenti della polizia penitenziaria che hanno scongiurato il peggio.

Sono stati allertati i sanitari del 118 che hanno trasferito il trentenne a Belcolle dove è ricoverato in gravissime condizioni.

Fonte


Detenuto tenta il suicidio nell’Agrigentino

manoIn Italia i detenuti si tolgono la vita 9 volte di più rispetto al resto della popolazione. La media italiana è di un suicidio ogni 20mila abitanti. Nelle prigioni come dimostrato da “l’Espresso” c’è un suicidio ogni 924 reclusi. Questo dato dimostra ‘l’ invivibilità’ del nostro sistema penitenziario e delle pessime condizioni in cui i carcerati sono costretti a vivere.

Oggi un detenuto extracomunitario ha tentato di impiccarsi in cella, ma il tempestivo intervento di un assistente capo di Polizia penitenziaria ha evitato il peggio.

Il triste episodio si è verificato nella Casa circondariale di Sciacca,in provincia di Agrigento. Lo ha riferito in una nota la segreteria regionale Osapp congratulandosi con il personale del carcere saccense.

La situazione, però, può essere cambiata: formando gli agenti, lavorando in rete con le Asl, migliorando le condizioni di vita tra le sbarre e combattendo il sovraffollamento. Tutte queste soluzioni possono aiutare a non far esplodere questa bomba a orologeria che è già stata azionata.

Fonte


Svizzera: detenuti appiccano incendio in carcere Bois-Mermet

Due detenuti nel carcere di Bois-Mermet, a Losanna, sono stati tratti in salvo giovedì sera dopo aver appiccato il fuoco alla loro cella. I due giovani avrebbero tentato di suicidarsi.

fiammaEntrambi ventenni, i prigionieri hanno appiccato il fuoco a diversi oggetti verso le 22, dopo aver fumato una sigaretta insieme, riferisce oggi la polizia. Intervenuto rapidamente, il personale penitenziario ha trovato uno dei detenuti privo di sensi, mentre il secondo lamentava dolori e difficoltà respiratorie.

Secondo la polizia, i due giovani – un brasiliano e uno svizzero – avrebbero voluto togliersi la vita. Una lettera in questo senso è stata rinvenuta nella tasca del detenuto privo di sensi, mentre il secondo ne ha consegnato una identica ai soccorritori.

Nel marzo 2010 il detenuto Skander Vogt era deceduto in condizioni analoghe a Bochuz (VD). In seguito alla sua morte, il Cantone ha varato diverse misure, fra le quali la revoca della responsabile del Servizio penitenziario vodese.

Fonte


Tenta il suicidio in carcere, salvato

corda tesaLucca – Passano i giorni, proseguono le grida di allarma ma anziché migliorare la situazione del carcere San Giorgio continua a peggiorare. La casa circondariale torna, così, al centro della cronaca proprio all’indomani della richiesta avanzata dal Sappe all’Amministrazione Penitenziaria di adottare ogni necessaria iniziativa per riportare all’interno del carcere condizioni minime di vivibilità per i detenuti ed idonee garanzie di sicurezza per i poliziotti che ci lavorano.

Nella giornata di giovedì, la polizia penitenziaria ha, infatti, con il suo tempestivo intervento, salvato la vita ad un detenuto italiano, condannato per rapina, con fine pena 2016, che ha tentato il suicidio in cella impiccandosi alle sbarre della finestra con il lenzuolo. L’uomo è stato accompagnato al reparto infermeria del carcere ma, sottolinea il sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, se questo decesso è stato sventato è ancora una volta solo grazie alla professionalità, alle capacità ed all’attenzione del Personale di Polizia Penitenziaria che, in tutte le carceri italiane, nel 2011 e 2012 ha sventato oltre 2.000 tentativi di suicidio di detenuti e impedito che più di 10mila atti di autolesionismo posti in essere da altrettanti ristretti potessero degenerare ed ulteriori avere gravi conseguenze. Gesti che, ha affermato Donato Capece, segretario generale del SAPPE, devono essere messi in evidenza. A tal proposito il sindacato chiederà all’Amministrazione penitenziaria di Roma una adeguata ricompensa (lode o encomio) al Personale di Polizia che è intervenuto per salvare la vita a questo detenuto italiano.

Fonte


Modena: sventato tentativo suicidio di un detenuto di circa 30 anni

1

La notte scorsa, nel carcere di Modena, “un detenuto magrebino di circa 30 anni ha tentato il suicidio, impiccandosi all’interno della cella in cui era detenuto. Solo l’attenzione e la prontezza dell’agente in servizio nella sezione detentiva ha reso vano il tentativo dell’uomo”.
Ne dà notizia Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe.

“È sempre e solo grazie alla professionalità della polizia penitenziaria che vengono evitati e controllati, all’interno delle carceri, i tanti eventi critici, compresi i tentativi di suicidio che sono circa mille ogni anno. Negli ultimi 20 anni – ricorda – la polizia penitenziaria ha salvato la vita a circa 17.000 detenuti che hanno tentato il suicidio”. A Modena, attualmente, ci sono circa 350 detenuti, “ma il numero è destinato a salire ed a raggiungere i 600 circa, a seguito dell’imminente apertura del nuovo padiglione detentivo che dovrebbe ospitare i detenuti con pene fino a 5 anni di reclusione”.

Fonte: Adnkronos, 31 gennaio 2013


Malato e trattenuto in un CIE dal 2011. Il caso di M.

soloM., giovane migrante, è rinchiuso in un CIE dal 2011, è affetto da una grave forma di depressione e da una settimana rifiuta cibo, acqua e farmaci. Contrariamente a quanto recentemente annunciato dal Ministro Cancellieri (“limiteremo la durata massima per il tempo di riconoscimento a 12 mesi” audizione presso la Commissione Diritti Umani del Senato, 27 novembre 2012), M. è in stato di detenzione amministrativa da quasi quattordici mesi, prima presso il CIE di Gradisca d’Isonzo, poi nel centro di identificazione ed espulsione di Trapani e infine di nuovo a Gradisca. M. ha già compiuto un grave atto di autolesionismo e dal suo ultimo ingresso nel CIE friulano, a maggio del 2012, ha perso 10 chili di peso. Medici per i Diritti umani (MEDU), che segue il caso da diverse settimane, ritiene le condizioni psico-fisiche di M. incompatibili con il trattenimento all’interno del CIE e chiede che il paziente sia urgentemente rilasciato dalla struttura in modo da poter accedere alle adeguate cure specialistiche.

E’ M. stesso a rendere pubblica la sua drammatica storia. Arriva per la prima volta in Italia, a Lampedusa, nell’ottobre del 2010. Nel dicembre del 2011 viene internato nel CIE di Gradisca, poi successivamente è trasferito a Trapani e poi ancora riportato al centro di identificazione ed espulsione di Gradisca senza che si possa procedere al suo rimpatrio. Ai primi di dicembre, dopo che il Giudice di pace decreta l’ennesima proroga di due mesi del suo trattenimento, M. viene trasferito d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Gorizia dopo aver ingerito numerosi farmaci e innumerevoli monete. Gli viene praticata la lavanda gastrica e successivamente viene ricondotto al CIE. Il giorno seguente viene sottoposto presso lo stesso nosocomio a visita psichiatrica con diagnosi di reazione da stress ambientale, calo ponderale importante in sindrome depressiva reattiva. Lo psichiatra, nel prescrivere la terapia farmacologica per l’insonnia e l’ansia, ritiene “assolutamente urgente” velocizzare il più possibile l’uscita dal CIE ritenendo che la situazione ambientale possa peggiorare ulteriormente il quadro. Nonostante ciò il trattenimento nel CIE prosegue. Alla fine di dicembre una nuova visita psichiatrica riscontra un peggioramento del quadro (“grave sindrome depressiva con importante dimagrimento”), specificando che “la situazione psico-patologica è sicuramente reattiva al trattenimento nel CIE”.

Il primo di gennaio M. comincia a rifiutare acqua, farmaci e cibo. In otto giorni perde sette chili. Il tre gennaio compie un ulteriore atto di autolesionismo riportando una ferita superficiale al gomito sinistro. Viene chiamato il 118 ma il paziente rifiuta il trasporto in ospedale. Una relazione dello psicologo del CIE sottolinea le buone condizioni generali di salute di M. all’ingresso nel CIE e un atteggiamento collaborativo e positivo del paziente nei confronti degli operatori del centro e degli altri migranti. La relazione prosegue evidenziando un progressivo peggioramento dello stato psico-fisico nel corso del tempo e la graduale comparsa di una sintomatologia ansioso-depressiva con conseguente e significativo calo ponderale. Lo psicologo riscontra inoltre la compatibilità dei sintomi di M. con i criteri propri del disturbo depressivo maggiore. Il giorno otto gennaio, i sanitari del centro, certificandone lo “stato cachettico” e l’evidente condizione di disidratazione, inviano nuovamente il paziente al pronto soccorso per accertamenti.

Dopo nove giorni dall’inizio del digiuno, la direzione sanitaria del centro annota che “l’ospite ha ripreso ad alimentarsi e a reidratarsi per cui tenendo presente la compatibilità dei parametri vitali e soprattutto la volontà di riprendere a mangiare e bere, si ritiene attualmente compatibile dal punto di vista organico il suo trattenimento presso il CIE Gradisca salvo ulteriori ripensamenti autolesionistici”. Il 12 gennaio M. è nuovamente ricondotto ai servizi psichiatrici territoriali dove un’ulteriore consulenza specialistica conferma il quadro di grave sindrome depressiva reattiva e chiede, per la terza volta, l’urgente rilascio dal CIE. Il paziente rifiuta di assumere la terapia psichiatrica prescrittagli. Il 22 gennaio il paziente comincia di nuovo a rifiutare alimenti e bevande andando incontro ad un nuovo calo ponderale. M. chiede di poter essere visitato da un medico di MEDU di sua fiducia. Il colloquio viene concesso ma, da regolamento, per soli venti minuti, attraverso una barriera di plexiglass e in presenza di due agenti di pubblica sicurezza. Al momento dell’incontro, il medico riscontra lo stato di notevole sofferenza del paziente e, dopo aver a lungo interloquito con gli agenti, ottiene unicamente un breve tempo supplementare per il colloquio.

Il provvedimento di detenzione amministrativa in un CIE, che secondo la normativa europea e la legge italiana dovrebbe essere finalizzato esclusivamente ad effettuare il rimpatrio del cittadino straniero, appare essere stato protratto in questo caso oltre ogni ragionevolezza, ledendo gravemente valori fondamentali come la salute e la dignità umana.

Come riscontrato da un suo team in una recente visita (ottobre 2012), Medici per i Diritti Umani ritiene le condizioni di vita all’interno del CIE di Gradisca, estremamente afflittive e del tutto inadeguate a garantire i fondamentali diritti della persona e pertanto non compatibili con il trattenimento di un paziente sofferente come M. MEDU richiede pertanto che M. sia urgentemente rilasciato in modo tale da evitare ulteriori e imprevedibili aggravamenti e da potergli assicurare le adeguate cure specialistiche.

a cura di medici per i diritti umani, Roma, 30 gennaio 2013


Bologna, suicidio sfiorato al carcere Pratello

napoli-fantasma-impiccato

BOLOGNA, 26 GENNAIO – Ieri mattina a Bologna, all’interno del carcere minorile Pratello, un giovane detenuto straniero di 19 anni ha tentato il suicidio tramite impiccagione. Si trovava in cella da solo.

Gli agenti della polizia penitenziaria, accorgendosi in tempo dell’accaduto, sono riusciti a salvare la vita al ragazzo, che ora è ricoverato all’ospedale Maggiore per controlli e accertamenti.

Elogio di Maurizio Serra, sindacalista della Cgil: “Una vita è stata salvata. Il personale di polpenitenziaria ha dimostrato di essere pronto ed efficiente”.

Fonte


Piacenza, tentato suicidio in carcere

Un detenuto italiano di 48 anni ha tentato il suicidio oggi alle Novate. Solo grazie al pronto intervento di un agente della polizia penitenziaria è stato evitato il peggio.

opg3Un detenuto italiano di 48 anni ha tentato il suicidio nel carcere di Piacenza. Lo ha reso noto il sindacato di polizia penitenziaria Sappe, spiegando che l’uomo, approfittando dell’assenza del compagno di cella che si trovava nella saletta della socialità, insieme agli altri compagni di detenzione, dopo aver fatto un rudimentale cappio con dei lacci che ha legato all’armadietto del bagno ci ha infilato la testa e si è lanciato in avanti. Solo grazie al pronto intervento di un agente della polizia penitenziaria, in servizio nella sezione detentiva, è stato evitato il peggio. L’uomo era rientrato a Piacenza dopo aver trascorso 40 giorni all’ospedale psichiatrico. (Ansa)

 


Tentato suicidio nel carcere di Torino

a14/01/2013 – Uno dei marocchini condannati a 17 anni per l’omicidio del pensionato torinese Sabino Lore’, ha tentato il suicidio impiccandosi con dei lacci a una finestra del carcere delle Vallette. L’uomo, 38 anni, e’ stato salvato dalla polizia penitenziaria e trasportato in ospedale. ”Gli agenti – dice Leo Beneduci, segretario generale del sindacato autonomo Osapp – hanno operato con professionalita’ nonostante la grave carenza di organico”.

Fonte: ANSA


Carceri: detenuto tenta il suicidio a Reggio Calabria

Un detenuto di 50 anni ha tentato il suicidio impiccandosi alle grate della finestra del carcere. È accaduto ieri pomeriggio, nel penitenziario di Reggio Calabria A dare notizia stamane dell’episodio sono Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario nazionale. L’uomo, di nazionalità italiana, era solo in cella ed era rientrato da poco dalla comunità terapeutica esterna ed era in carcere per reati legati alla droga ed altro. “Solo grazie al pronto intervento dell’agente della polizia penitenziaria in servizio nella sezione detentiva – comunica il Sappe -è stato evitato il peggio.


Monza: detenuto tenta il suicidio, un agente lo salva in extremis

È stato un attimo, pochi istanti per evitare il peggio. Mostrando una gran dose di prontezza e sangue freddo un agente del carcere di Monza domenica ha impedito che un detenuto si togliesse la vita impiccandosi alle grate della cella. Erano le 11 quando l’agente di Polizia penitenziaria ha riaccompagnato in cella due detenuti. Lì ad aspettarli ci sarebbe dovuto essere un giovane italiano di trent’anni.
Jail--bars3L’uomo, approfittando dell’assenza dei compagni di cella che stavano rientrando dopo l’ora d’aria in cortile, ha preso la cintura dell’accappatoio e ha deciso di porre fine nella maniera più tragica al suo disagio. Si è legato la corda intorno al collo e si è appeso alle grate in ferro della finestra. Solo un caso ha evitato che il gesto dell’uomo si compisse. Appena entrati in cella sia l’agente di Polizia sia i due detenuti hanno immediatamente soccorso l’uomo liberandolo dal cappio.
È subito intervenuto il medico per visitare il detenuto che però non ha per niente apprezzato l’iniziativa di salvataggio. Ora il giovane si trova in una cella del reparto di isolamento priva di alcun oggetto che potrebbe nuocergli, come da prassi, in attesa che si chiariscano i motivi del suo gesto. “Questi episodi alla luce di un sovraffollamento in continuo incremento avvengono di frequente su tutto il territorio nazionale, passando in genere sotto silenzio fino a quando non si registra un decesso”, ha commentato Giuseppe Bolena, segretario provinciale dell’Organizzazione sindacale autonoma della Polizia penitenziaria. Per il collega che ha saputo con il suo intervento salvare la vita al detenuto è già stata fatta richiesta di un riconoscimento ufficiale da parte della direzione.

Da Il Cittadino Monza e Brianza

13 settembre 2012