Domenica 2 novembre la polizia palestinese, braccio repressivo dell’ANP (Autorità Nazionale Palestinese), è entrata nel villaggio di Assira Al Qabilja (vicino a Nablus) per arrestare il compagno Abdullah Abdul Halim, al momento assente in casa. I servi di Abu Mazen non hanno specificato il motivo della ricerca del compagno. Da quando Abdullah si è presentato all’ufficio della polizia speciale palestinese non è più tornato, è arrivata invece una telefonata a sua moglie che la informava che Abdullah era stato arrestato e rinchiuso nel carcere palestinese di Jneid (Nablus) senza poter ricevere visite. Il motivo del suo arresto è quello di aver scritto delle critiche contro Abu Mazen su facebook. Sono seguiti due giorni di udienze alla corte di Nablus che oggi stabilisce la liberazione del compagno il quale però, invece di essere rilasciato, viene nuovamente portato alla prigione di Jneid per ordine del sindaco di Nablus. Continue reading
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ABDULLAH E MUHAMMAD LIBERI SUBITO!!!
“Hannibal Lecter” ucciso da polizia gallese
Lo hanno trovato mentre mangiava il viso di una ragazza 22enne. Quindi gli hanno sparato un colpo da 50mila volt con il Taser, uccidendolo. È successo in un ostello per i senzatetto ad Argoed, 34 chilometri a nord di Cardiff, nel Galles del Sud, dove la polizia è intervenuta dopo la segnalazione del personale di sicurezza insospettito dai rumori che provenivano dalla stanza. Continue reading
“Il governo delle carceri”
L’Associazione Antigone ha organizzato, per il prossimo 11 novembre, un’assemblea pubblica per discutere con gli operatori penitenziari e della giustizia, i garanti dei detenuti, gli addetti ai lavoro, i parlamentari le proposte in campo sulla riforma dell’organizzazione penitenziaria, presentando le proprie.
Giustizia: la storia di Bellavista Caltagirone, arrestato e assolto dopo nove mesi di carcere
Assolto perché il fatto non sussiste. Francesco Caltagirone Bellavista è stato assolto insieme con altri nove imputati dal Tribunale di Torino dall’accusa di truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, intimidazione di soggetti istituzionali, l’accusa di associazione per delinquere era già stata archiviata dal gip torinese un anno fa: si è così clamorosamente sgonfiata l’indagine della Procura di Imperia che si era abbattuta come un ciclone sul porto ligure, sull’imprenditore romano e sul dominus politico Claudio Scajola. Continue reading
Muore in clinica a 24 anni, Biella in lutto per Giulia
Molti interrogativi che aspettano una risposta, ma intanto resta il cordoglio di una città e il dolore di una famiglia, anzi di più famiglie. La notizia della morte di Giulia Negrini, 24 anni, di Biella, avvenuta sabato alla clinica Villa Augusta di Bruino (Torino) dove era ricoverata per problemi psichiatrici, ieri è rimbalzata in ogni angolo di Biella. «Arresto cardiocircolatorio», recita il referto medico. Ora il suo corpo è all’obitorio dell’ospedale di Rivoli. Il medico legale avrebbe segnalato alla Procura l’opportunità di eseguire l’autopsia, soprattutto in considerazione della giovane età di Giulia e con l’obiettivo di fugare ogni dubbio su una morte che al momento non viene considerata sospetta, ma di certo fa nascere diverse domande. Continue reading
22 anni in carcere da innocente: “Voglio 56 milioni”
Sembra un film, una storia inventata. Non è così. Per 22 anni ha vissuto da ergastolano. Bollato come il mostro di Alcamo Marina. Giuseppe Gulotta è libero, ha raccontato le sue angosce in un libro e in tv. E adesso i suoi legali hanno chiesto 56 milioni di euro di risarcimento alla Corte d’appello di Reggio Calabria, formalizzando la richiesta che era stata annunciata dopo la scarcerazione, avvenuta nel 2012.
Gulotta, adesso manovale, ha scontato ventidue anni di galera da innocente, perché per la “giustizia” era lui il responsabile della Strage di Alcamo. Tutto sbagliato. Continue reading
Boss chiede pizzo a compagno di cella
La moglie e la sorella di un boss di San Severo (Foggia), Giuseppe Iacobazzi, di 35 anni, detenuto nel carcere di Trani, sono state arrestate con l’accusa di estorsione: erano state incaricate di riscuotere una somma di 2.500 euro dalla figlia del compagno di cella del boss, un uomo di 60 anni che era stato minacciato di morte se non avesse pagato.
Gli accordi tra i due uomini e le rispettive famiglie per il pagamento, sono stati presi durante i colloqui settimanali in carcere. E’ stata la figlia del sessantenne a denunciare l’accaduto. Le due donne sono state arrestate dai carabinieri all’appuntamento fissato al casello autostradale di Molfetta per la consegna del denaro. Sono Daniela Seccia, di 33 anni, moglie del boss, e la sorella Natalina Iacobazzi, di 31. Anche loro hanno precedenti penali e sono sottoposte all’obbligo di firma.
La vittima dell’estorsione sta scontando una condanna per atti persecutori contro la moglie e ha piccoli precedenti.
La suocera dice no, e lui torna in cella
Il genero è detenuto, lei nega casa sua per i domiciliari
– AREZZO – La suocera non lo vuole in casa e lui torna in galera. E’ successo ad Arezzo, dove un uomo di 32 anni, tunisino, arrestato per questioni di droga, ha indicato l’abitazione della donna come luogo dove restare ai domiciliari. Quando i poliziotti l’hanno contattata, però, lei ha detto che non era assolutamente disponibile ad ospitarlo. A quel punto, agli agenti non è rimasto che riportarlo in carcere. Era stato il giudice, il giorno dopo l’arresto, a concedere all’uomo i domiciliari.
Terza evasione: giovane ora è in carcere
– IRSINA (MATERA) – Evaso anche dalla comunità di Irsina dove il giudice lo aveva destinato dopo essersi allontanato due volte in pochi giorni dagli arresti domiciliari, a Policoro, un giovane di 24 anni, di Potenza, è stato bloccato dai Carabinieri e trasferito nel carcere di Matera. Il giovane è stato trovato dai militari a circa un chilometro dalla comunità di Santa Maria d’Irsi, dove doveva rimanere in stato di arresti domiciliari. Ha ammesso di essere scappato ed è finito nel carcere di Matera.
‘Casa Transilvania’, 108 anni carcere
Processo ad Ancona: 19 imputati racket prostituzione.
– ANCONA – Centootto anni di reclusione e 138 mila euro di multa complessivi sono stati chiesti dalla procura distrettuale di Ancona nel processo ‘Casa Transilvania’ a carico di 19 imputati di origine romena, accusati a vario titolo di reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata a favorire e sfruttare la prostituzione di ragazze connazionali, violazione di domicilio e lesioni personali.
Un invito in piazza
Dopo la cena nella casa occupata di Corso Giulio Cesare 45, ancora un’iniziativa per tenere alta l’attenzione rispetto agli arresti del 3 giugno scorso e le misure repressive proposte dalla Procura per tenere alcuni compagni il più possibile lontani dalle strade.
Sabato 8 novembre alle ore 15:00
Appuntamento per tutti alla piazzetta di Corso Palermo angolo via Montanaro
Scarica, stampa e diffondi il volantino dell’iniziativa.
Pischiatria: quando la violenza diventa terapia – Incontro, dibattito e aperitivo benefit Rapa Viola
SABATO 8 NOVEMBRE
ORE 17:00
PSICHIATRIA: QUANDO LA VIOLENZA DIVENTA TERAPIA Continue reading
Torino – Sulla sentenza contro Marco “Boba” per i fatti del primo maggio 2014
Ma quanto vale la testa di uno sbirro?
Vi ricordate il 1° maggio di lotta di quest’anno a Torino? La giornata era cominciata con le cariche in Piazza Vittorio finalizzate a garantire l’agibilità politica al PD in un clima di “pace sociale”, in cui anche solo la verbale contestazione non è consentita. E così volarono le manganellate, ma anche le sedie dei dehors. Successivamente, in Via Roma, per impedire allo spezzone sociale di raggiungere piazza san Carlo, dove, di nuovo, politici e sindacalisti dovevano poter fare i loro comizi in una piazza suddita e silente, la polizia si schierava e caricava pesantemente il corteo; rimase a terra una giovane manifestante, che venne trascinata via dalla Digos;
Arrestato Poliziotto penitenziario di Aosta per traffico di droga: era monitorato da tempo
Sorpreso con circa 60 grammi di cocaina, David Grosso, di 40 anni, di Aosta, agente di Polizia Penitenziaria al carcere di Brissogne (Aosta) è stato arrestato nel capoluogo valdostano dalla Squadra mobile della Questura di Aosta. L’arresto è avvenuto nell’ambito di un’indagine, condotta in collaborazione con la Polizia Penitenziaria, scaturita da una segnalazione di traffici illeciti di droga e schede telefoniche tra i detenuti della casa circondariale. Continue reading
MESSICO: COMUNICATO DI MARIO GONZALES SULLA SUA SCARCERAZIONE
Ai popoli del mondo
Ai mezzi di informazione indipendenti
A tuttx i e le diseredatx e a quellx privatx della libertà
Ieri notte sono stato scarcerato grazie alla sempre rispettabile e molto apprezzata solidarietà che ha fatto tremare il dispotismo e fatto in modo che poco a poco si potesse raggiungere la libertà, anche se ci manca assaporarla nella sua pienezza totale; questo momento dipende solo dalla costruzione del benessere nel nostro presente e dalla lotta congiunta del popolo verso questa libertà a cui tanto ambiamo. Continue reading
Tre arresti nell’Anconetano
ANCONA, 5 NOV – La Squadra Mobile di Ancona ha fermato 3 catanesi, due dei quali residenti in Vallesina, che sono in carcere su disposizione del gip. Sono ritenuti gli autori di una serie di rapine, ultima in ordine di tempo quella tentata ad una gioielleria di Torrette il 4 ottobre, sventata dalla polizia. Si tratta di Ettore Virgata, 46 anni, Giovanni Salvatore, di 54 anni, considerati i basisti, e di Roberto Arcidiacono, di 44 anni, pendolare dalla Sicilia per i colpi messi a segno anche a Jesi e Candia.
Giustizia: il gran business del vitto in carcere
Per il cibo di ogni detenuto si spendono 3,90 euro al giorno: una somma che deve garantire tre pasti quotidiani. L’alimentazione dei carcerati costerà 390 milioni in quattro anni. Ma gli appalti top secret non tengono conto della diminuzione dei reclusi. Ecco il dossier della Corte dei Conti.
Lo Stato spende al massimo tre euro e 90 centesimi al giorno per i pasti dei detenuti. Una cifra che non lascia spazio alle illusioni sul vitto che l’amministrazione garantisce ai reclusi nelle prigioni italiane. Eppure alla luce del numero si persone custodite nei penitenziari, l’importo complessivo diventa impressionante: nei quattro anni dal luglio 2013 allo stesso mese del 2017 il costo sarà di 390 milioni di euro.
A rivelarlo è la Corte dei Conti nel dossier appena reso noto sui contratti segretati. Sì, perché anche gli appalti per il cibo dei detenuti sono top secret e quindi seguono procedure diverse rispetto alle gare pubbliche. In realtà, grazie alla competizione al ribasso tra fornitori, il valore di quello che arriva nei piatti ogni giorno è addirittura inferiore: si va dai 3 euro e 77 centesimi del Piemonte ai 3,60 della Liguria ai 3,58 di Padova, il minimo assoluto.
Venerdì 7 novembre presidio a Lucca di fronte al Tribunale,
via Galli Tassi 61, dalle ore 08.30 alle ore 12.30
Denunciare sentenze vergognosamente scandalose è un dovere, prima ancora che un diritto.
Tre anni fa, 7 novembre 2011, Riccardo Antonini, ferroviere di Rfi, è stato licenziato “per essersi posto in evidente conflitto di interesse con la società“. Il motivo vero è l’impegno a fianco dei familiari nella straordinaria mobilitazione iniziata dopo la strage ferroviaria del 29 giugno 2009. L’accusa di aver partecipato all’incidente probatorio gratuitamente per familiari e sindatato è un ridicolo pretesto. L’accusa di aver offeso Moretti, Ad delle ferrovie, alla Festa del Pd a Genova il 9 settembre 2011, è un bieco pretesto. Così non è stato per i giudici del lavoro, sigg. Luigi Nannipieri di Lucca , Giovanni Bronzini, Gaetano Schiavone e Simonetta Liscio di Firenze.
Infatti …
Il 4 giugno 2013, il giudice Nannipieri di Lucca conferma il licenziamento.
Il 17 luglio 2014, la Corte d’Appello di Firenze, presidente Bronzini, respinge, senza motivazione, il ricorso per “inammissibilità”, servendosi dell’art. 348 bis del Codice di procedura civile. Continue reading
Incendio minaccia carcere di Tempio Forte vento alimenta rogo, attesa per arrivo Canadair
OLBIA, 4 NOV – Un vasto incendio è scoppiato nella tarda mattinata nei pressi di Tempio Pausania, avvicinandosi pericolosamente alle mura del carcere di Nuchis. Le operazioni di spegnimento del rogo sono rese difficili dal forte vento di che spinge velocemente le fiamme e dall’assenza di mezzi aerei in attesa dell’arrivo di un Canadair da Roma. Vigili del fuoco, forestali e Protezione civile sono impegnati nella messa in sicurezza del carcere. Le fiamme hanno anche lambito alcune aziende agricole.
“Battitura” e proteste al Bassone per il taglio delle telefonate a casa
Giorni agitati nella struttura già turbata dai recenti suicidi
(m.pv.) Non sono giorni tranquilli per il carcere del Bassone. Dopo la notizia dei due morti suicidi nelle ultime settimane, ieri i detenuti hanno iniziato anche una classica forma di protesta, quella della “battitura” delle sbarre fatta con le gavette. Premessa d’obbligo, i due fatti drammatici di cui abbiamo parlato in apertura non sarebbero al centro del contendere, ma sarebbero stati solo la miccia – preannunciata da un incendio di coperte dello scorso fine settimana – per rivendicazioni sopite
da tempo.
Al centro della protesta ci sarebbero le telefonate a casa dei detenuti e la possibilità – in caso di bisogno – di mettersi in contatto con gli avvocati. Con l’arrivo della nuova direzione della struttura, stando alle rimostranze, su questi permessi ci sarebbe stato un giro di vite.
Giusto per fare un esempio, ad ogni detenuto sono concesse quattro telefonate al mese. In caso di padri con figli sotto i 10 anni, le maglie erano un po’ più larghe, previo parere favorevole della direzione.
Ultimamente tuttavia questi via libera sarebbero stati ridotti, o quantomeno rallentati, così come le possibilità di chiamare gli avvocati. Da qui le proteste, che hanno trovato terreno fertile nei malumori per i due recenti suicidi. Una delegazione di detenuti ha chiesto un incontro con la direttrice e nel frattempo è iniziata – da ieri mattina – la “battitura” che si ripete due volte al giorno. Continue reading
Repubblica Democratica del Congo, niente tv a detenuti perché non imitino Burkina
L’iniziativa scatena una mezza rivolta in un carcere di Kinshasa (ASCA) – Roma, 3 nov 2014 – Niente televisione per paura che i detenuti imitino cio’ che e’ appena successo in Burkina Faso, dove la rivoluzione ha costretto alle dimissioni del Presidente. E’ successo in un carcere di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, dove alcuni agenti hanno confiscato le tv nelle celle per impedire che i carcerati seguissero le notizie provenienti dal Burkina Faso. La vicenda e’ stata riferita all’AFP da un detenuto, che ha raccontato come i funzionari della prigione abbiano incontrato una feroce resistenza quando hanno cercato di fare altrettanto nei bracci del carcere dove erano rinchiusi i detenuti piu’ pericolosi e i condannati a morte. Continue reading
Seghetto e olio di gomito: sventata evasione “vecchio stile” a Torino
L’uomo, detenuto nel carcere “Lorusso e Cotugno”, ha di fronte a sé ancora 12 anni di reclusione: aveva già tagliato le sbarre della finestra e la grata al di sotto quando è stato scoperto. La denuncia del sindacato degli agenti Sappe: “Tensione crescente”.
Ha tentato di evadere, coi metodi di una volta, dal carcere “Lorusso e Cotugno” di Torino, alle Vallette, ma è stato scoperto dai poliziotti penitenziari. È accaduto questa mattina e a darne notizia è il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe: “Nella mattinata, presso la Casa circondariale di Torino – racconta Donato Capece, segretario generale del Sappe – al Padiglione della decima sezione a regime ordinario, un detenuto italiano con fine pena fissato al 2026 è stato sorpreso dal personale di polizia penitenziaria mentre con alcuni seghetti aveva tagliato le sbarre e la grata sottostante della finestra della propria cella”. Continue reading
Sabato 8 novembre presidio al CIE di Ponte Galeria
I CIE (centro identificazione ed espulsione) sono dei lager, lo diciamo da anni.
Nei CIE le persone sono rinchiuse per mesi in condizioni disumane, con la “colpa” di non possedere le carte giuste, senza sapere cosa sarà di loro.
I CIE sono parte della macchina dell’espulsioni, mangiano esseri umani, creano clandestini e li risputano nella società spingendoli ad accettare le peggiori condizioni di sfruttamento, minacciano e ricattano tutti gli immigrati, espellono chi è stato spremuto per anni ed ora non serve più.
I CIE fanno guadagnare tanti soldi ai padroni dei nuovi schiavi Continue reading
Direttrice del carcere di Monza minacciata di morte: proiettili e lettere dalla ’’ndrangheta
L’episodio è stato reso noto dalla Procura di Milano, che ha confermato che durante le indagini sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia sono emerse minacce alla direttrice del carcere di Monza, che ha ricevuto una busta con tre proiettili e minacce di morte da alcuni degli indagati. La Commissione Carceri aveva visitato l’istituto penitenziario di Monza nel giugno scorso nel corso di una serie di sopralluoghi alle strutture di tutta la Lombardia finalizzata a verificarne stato e condizioni.
Morto di carcere: detenuto muore in cella
Firenze – Un detenuto calabrese 56enne, condannato a 30 anni è morto ieri sera per infarto nel carcere toscano di Porto Azzurro , aveva un fine pena nel 2018. E’ deceduto dopo aver accusato alcuni malori e problemi di respirazione [..]”Nonostante i tempestivi interventi del personale di Polizia Penitenziaria, di quello medico e paramedico non c’è stato purtroppo nulla da fare”. “I dati diffusi recentemente dalla Società italiana di medicina e sanità penitenziaria ci dicono – sottolinea Capece -che il 60-80% dei detenuti è affetto da una patologia. Un detenuto su due soffre di una malattia infettiva, quasi uno su tre di un disturbo psichiatrico, circa il 25% è tossicodipendente. Solo 1 detenuto su 4 ha fatto il test per l’Hiv”. “Le stime sulla salute dei detenuti italiani elaborate dalla Simspe vedono in testa alla classifica delle patologie più diffuse le malattie infettive (48%); i disturbi psichiatrici (27%); la tossicodipendenza (25%); le malattie osteoarticolari (17%); le malattie cardiovascolari (16%); i problemi metabolici (11%); le patologie dermatologiche (10%). Per quanto riguarda le infezioni a maggiore prevalenza, il bacillo della tubercolosi colpisce il 22% dei detenuti, l’Hiv il 4%, l’epatite B (dormiente) il 33%, l’epatite C il 33% e la sifilide il 2,3%”
Era una manifestazione, non uno sciopero:sindacalista condannato
Astensione alla Traconf nel 2013: 5 giorni di arresto e 1.300 euro di multa a un esponente del SiCobas. La difesa: primo caso di condanna per aver proclamato uno sciopero
Quella manifestazione non era autorizzata, secondo il giudice, e così il sindacalista è stato condannato a 5 giorni di arresto e 1.358 euro di multa. Unica soddisfazione: la pena non verrà menzionata nel certificato penale.
Il giudice Gianandrea Bussi hacondannato Roberto Luzzi, sindacalista Sì Cobas perché lo ha ritenuto colpevole di aver manifestato davanti alla Traconf, nel settembre dello scorso anno, durante uno sciopero. Il pm Arturo Iacovacci e gli avvocati difensori Gianmarco Lupi ed Eugenio Losco (quest’ultimo del Foro di Milano) ne avevano chiesto l’assoluzione. Lo sciopero, avevano argomentato, è diverso dalla manifestazione secondo la quale è necessaria una autorizzazione della questura, in base al Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
«Sono allibito – ha affermato il sindacalista fuori dall’aula – anche perché lo stesso pm aveva chiesto l’assoluzione. Questa sentenza tende ad aderire all’impostazione della questura che vuole far passare lo sciopero come una manifestazione». Stupito anche l’avvocato Losco: «Credo che questa sia il primo caso di condanna di un sindacalista per aver proclamato uno sciopero». Comunque, Losco e Lupi hanno annunciato di attendere le motivazioni della sentenza e di proporre appello.
Déclaration de Georges Ibrahim Abdallah
Speciale su Georges
Déclaration de Georges Ibrahim Abdallah lue le 24 octobre aux meetings organisés par Coup Pour Coup 31 à Toulouse et par leCollectif 69 de soutien à la libération de Georges Abdallah à Lyon.
Cher«e»s camarades, Cher«e»s ami«e»s,
Vous savoir réunis ce soir m’apporte beaucoup de force et me réchauffe le cœur et surtout me conforte dans la conviction que c’est toujours ensemble dans la diversité de l’expression solidaire que l’on peut faire avancer la mobilisation en assumant toujours plus le terrain de la lutte anticapitaliste anti-impérialiste.
Comme vous voyez Camarades, par delà les barbelés et les miradors qui nous séparent physiquement, nous voici ce soir toujours ensemble, résolument débout face à cette nouvelle année de captivité, la 31e année.
Certes des années, de très longues années derrière ces abominables murs, ce n’est pas vraiment la joie, c’est humainement presque insupportable ; il n’en demeure pas moins camarades, grâce à la solidité de votre engagement, c’est toujours ici la même émotion et surtout la même détermination en écho à votre mobilisation solidaire.
Morto di carcere: detenuto di 39 anni si è impiccato con una calzamaglia
Ne dà notizia il segretario generale della Uil penitenziari, Eugenio Sarno, ricordando che si tratta del diciottesimo suicidio avvenuto quest’anno in un penitenziario italiano.
L’uomo si è impiccato con una calzamaglia, nella propria cella del reparto transito della casa circondariale di Benevento, dove si trovano – ricorda Donato Capace, segretario del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria – “quasi 400 detenuti a fronte dei circa 240 posti letto regolamentari”. Per il segretario della Uil penitenziari, Eugenio Sarno, “la macabra conta dei suicidi, purtroppo ed inevitabilmente, è destinata ad aumentare. E’ chiaro che le soluzioni tampone ed estemporanee adottate dal Dap nulla risolvono, Continue reading