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Due iniziative a Milano convegno(21/4) e corteo (5/5)

Attacchiamo i padroni (prima gli italiani)

Guerra all’esterno e militarizzazione della società segnano sempre di
più il nostro presente. Per mantenere pacificate le “retrovie” mentre
governi e multinazionali si lanciano nel saccheggio dell’Africa come
prolungamento della loro concorrenza in Europa, i padroni soffiano sul
vento razzista della guerra fra poveri. Vento che alimenta la
proliferazione dei gruppi neofascisti, sempre più legittimati e
protetti.

Il governo italiano finanzia i campi di concentramento in Libia e le
milizie che li gestiscono, l’ENI e le altre imprese di bandiera
cercano di preservare e allargare i loro affari, ricorrendo a
qualunque signoria della guerra locale, jihadisti compresi. Intanto il
capitale locale, con l’individuazione di nuove sacche di gas, riapre
scenari con Paesi direttamente coinvolti nella guerra di Siria,
facendo presagire un ruolo ancor più incisivo della Turchia nel
contenimento dei profughi, nonché di Israele come cane da guardia del
Mediterraneo.
La manodopera di emigrati provenienti da terre depredate assicura un
esercito di lavoratori e lavoratrici sotto ricatto e terrore,
garantisce profitti a basso costo e rende possibile assoggettare anche
i proletari indigeni a condizioni di vita sempre più precarie.

Il razzismo di Stato afferma apertamente che per salvare la democrazia
bisogna rinchiudere i migranti a casa loro (eccezion fatta per quelli
da selezionare per il capitalismo nostrano).
Mentre la politica internazionale di rapina sversa anche qui i suoi
prodotti, dallo sfruttamento alle devastazioni ambientali (vedi TAP),
in Niger si allarga il conflitto sociale contro le missioni
occidentali.

È sempre più urgente confrontarci sul tempo che fa, rilanciare la
pratica della solidarietà internazionalista e schierarsi con le
ragioni di chi lotta contro il colonialismo italiano.

Per questo invitiamo tutte e tutti coloro che vogliono riaprire il
conflitto sociale fuori e contro ogni compatibilità istituzionale, a
due iniziative che si terranno a Milano.

21 aprile assemblea pubblica presso l’arci Corvetto, via oglio 21 ore 14

5 maggio corteo ore 15 davanti alla stazione centrale.

 


Torino – Sulla sentenza contro Marco “Boba” per i fatti del primo maggio 2014

antifa

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Appello per la costruzione e la partecipazione alla giornata di lotta del 25/5/2013 a Parma contro il carcere e il 41bis

diffondiamo da uniticontrolarepressione

cordatesaNel carcere di Parma sono rinchiusi oltre 600 prigionieri, la capienza regolamentare è di 350. Al suo interno vi sono, inoltre, una sezione per paraplegici, una sezione protetti, e una sezione di Alta Sicurezza articolata in AS1, AS3, 41bis. Oltre 50 detenuti sono in 41 bis, tra di essi il compagno Marco Mezzasalma, condannato a due ergastoli nei processi contro le Brigate Rosse – Partito Comunista Combattente.
L’art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario è Continue reading


Oggi niente polizia

Diffondiamo da Macerie

aUn’ottantina di persone, tra compagni e solidali, ha dato vita questa mattina ad un vivace corteo per le strade di Aurora e di Porta Palazzo. Non solo al grido di «Greg, Paolo e Marta liberi!», ma anche e soprattutto di «Basta polizia!»: già, perché se oggi come oggi un corteo non riusce certo a liberare tre persone dalla prigione, può riuscire invece a tenere lontana la polizia dal mercato più affollato – e militarizzato – della città. E così, alcuni agenti della Digos, inseguiti, se la sono dovuta dare a gambe; e pure qualche auto di pattuglia è stata costretta a ingranare la retromarcia precipitosamente, tra le risate dei passanti. Del solito pattuglione misto – alpini, vigili urbani e polizia – che setaccia tutti i giorni il mercato non si è vista neppure l’ombra dall’apparire in piazza del corteo in poi. E per finire pure la celere, arrivata in forze quando il corteo era oramai a metà del suo percorso, se ne è rimasta in disparte in via Milano – temendo probabilmente che la situazione divenisse ancora più incontrollabile. Fra tutti, la sorte peggiore è toccata ad un’auto del Continue reading


Lettera di Dayvid “Ciga” x Corteo Teramo di domani

LETTERA DI DAYVID “CIGA” IN RISPOSTA ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
INDETTA A TERAMO SABATO 9 FEBBRAIO 2013

Ciao a tutt*, mi chiamo Dayvid Ceccarelli e sono attualmente detenuto presso il carcere di Alba (Cuneo).
La mia custodia cautelare e’ motivata da articoli del vecchio codice Rocco, arricchiti con leggi speciali del
1975, leggi create dal fascismo per reprimere e punire i dissidenti politici. “Grazie” a queste leggi rischio assieme
ad altri compagni da 8 a 20 anni di reclusione, ma nonostante cio’ non voglio smettere di usare l’unica arma che ho: la parola.
Non sono solito a discorsi retorici, preferisco agire piuttosto che parlare.
Scrivo queste righe nello stesso modo in cui ho sempre cercato di vivere la mia vita: sinceramente e con cuore.
Magari spesso, nella foga del momento e sopraffatto dalle emozioni, sbaglio, ma con le migliori intenzioni e
sicuramente con sincerita’.
Voglio farvi sapere quanto mi abbia fatto piacere apprendere che finalmente ci sara’ una manifestazione di solidarieta’ per
gli arrestati, i fermati e gli indagati accusati delle “violenze” accadute a Roma il 15 Ottobre 2011.
Non dico questo perche’ anche io sono fra questi (non so ancora quando saro’ processato assieme ad altri 25
compagni coimputati), ma lo dico perche’ sono felice del fatto che finalmente in Italia un’insieme di individui
scenderanno in piazza per chiedere a gran voce la liberta’ per i 6 compagni condannati a 6 anni di reclusione
per l’assalto al blindato e per gli altri 25 che sono, con diverse misure restrittive, in attesa di giudizio a causa delle
“violenze” di quel giorno e che la piazza non ha paura di chiedere la verita’.
Il 15 ottobre 2011 si dovrebbe ricordare solo per le nobili motivazioni che hanno fatto sì che le piazze di Roma si gremissero
di gente in quanto era la “giornata mondiale dell’indignazione”. Ma cosi’ non e’.
In ogni caso, finalmente, dei compagni diranno “basta” alla repressione in atto e chiederanno verita’.
Inoltre alle varie istituzioni vorrei domandare qual’e’ la vera violenza?” Non e’ forse violenza affamare una popolazione?
Distruggere il futuro di una generazione intera?Privare delle pensioni i pensionati?Sfruttare gli operai negando loro prima
la sicurezza del posto di lavoro, e poi togliendo uno dopo l’altro i diritti basilari che anni di lotte sindacali avevano conquistato?
Tutto questo e’ stato ottenuto con la complicita’ di tutti gli schieramenti politici, del sistema bancario italiano ed europeo,
dei sindacati confederati e nel silenzio assordante di quella parte di sinistra extraparlamentare che sembra avere come
unico scopo quello di conquistare una comodissima poltrona in parlamento.
In questi giorni stiamo assistendo al solito teatrino del tutti contro tutti, delle promesse e delle speranze per poter
appunto accaparrarsi un posto in parlamento per poi alla fine, nella migliore delle ipotesi, non cambiare nulla.
Io il 15 ottobre ero in piazza per una manifestazione pacifica assieme a migliaia e migliaia di persone per dire “basta”,
la popolazione italiana, europea e mondiale non ne puo’ piu’ di essere sempre l’unica a pagare per colpa delle
speculazioni internazionali. Perche’ il ceto medio e i poveri devono sempre essere sfruttati mentre gli sfruttatori sono
sempre piu’ ricchi e potenti? E’ ora di finirla! Noi la crisi non la paghiamo!! Questo volevamo dire durante la giornata
mondiale dell’indignazione! Ma questi discorsi per lo stato sono da reprimere immediatamente, prima che attecchiscano
e contagino altre persone.
Termino questa mia lettera ringraziando tutt* di scendere in piazza e sperando di potermi unire a voi al piu’ presto.

Dayvid “Ciga”

Per chi avesse voglia di scrivergli:

Dayvid Ceccarelli
c/o Casa Circondariale
via vivaro n 14
12051 Alba (CN)

E’ importante fargli sentire la nostra salidarietà!

teramo


Lettera di Dayvid – il suo contributo alla freeXpression

Il 22 dicembre scorso il corteo determinato e colorato della freeXpression [against repression] – manifestazione contro la repressione per le zone autonome e autogestite, ha attraversato le vie di Milano da piazza Cairoli al carcere di San Vittore. Fra gli organizzatori e i partecipanti tanti sono compagni ed amici di Dayvid. Nella lettera che segue Ciga ha voluto ringraziare e dare il suo contributo alla mobilitazione:

ciga1Alba 30-12-2012

Ciao a tutte e tutti,
inizialmente vorrei augurarvi buon Anno e soprattutto ringraziare tutti coloro che si sono recati il 22 Dicembre sotto il carcere di san Vittore o che con altri mezzi hanno solidarizzato con la mia causa chiedendo la mia scarcerazione e di tutti coloro che sono nella mia situazione.
E’ da ieri che scrivo e riscrivo cercando le parole giuste per esternarvi quello che ho dentro ma non ci riesco, non sono purtroppo mai stato un oratore e men che meno uno scrittore, quindi ho deciso di applicare alla scrittura quello che ho sempre fatto sulle azioni della mia vita: farlo di getto e scrivere quello che mi passa per la testa, magari non è sofisticata e spesso è sbagliato ma di sicuro è sincero.
Chiedo per questo scusa in anticipo per qualunque strafalcione o cagata scriverò in seguito.
Per iniziare vorrei ripetermi abbracciando tutti coloro che hanno appoggiato la mia causa; la mia più grande paura nel momento del mio arresto era che riuscissero nel loro scopo principale: scoraggiare qualunque opposizione non convenzionale convinta al sistema.
Ma grazie agli organizzatori e a tutta la gente che si è recata in piazza o ha dato il suo appoggio in altri modi, questo, che ripeto era il loro primo obiettivo, è stato scongiurato.
Della gente è scesa in piazza per dire che non basta arrestare un dissidente, malmenare dei giovani che non hanno colpa se non quella di essersi recati ad un rave, per zittire la loro voglia di libertà, di opporsi a questo sistema.

La storia popolare italiana e straniera è piena di paladini della giustizia che si sono palesemente ribellati alle leggi, incarnando la volontà popolare di riscatto sociale di fronte a quell’ordine costituito che è da sempre debole e in combutta con i forti e forte con i deboli. Questi erano banditi, fuorilegge, briganti (per es. Musolino, Fra Diavolo o, il più famoso, Robin Hood). Questi fuorilegge incarnano in qualche modo una prima forma di rivolta sociale appoggiata dalle vecchie società tribali, nascondendosi in foreste, paludi, montagne in quelle zone liberate dove il potere non poteva raggiungerli. Purtroppo queste zone libere oggi non esistono più e il sistema globale ha i suoi sistemi ben noti per difendersi: armare o disarmare a piacimento, instaurare e distruggere dittature e governi, imporre i propri modelli culturali eliminando ogni dissenso a colpi di embargo o guerra preventiva per impedire la nascita di zone dove si può dimostrare che vivere in maniera diversa è possibile.
Queste zone liberate oggi giorno sono e devono essere i rom, le case occupate, i vari circoli o biblioteche libertarie, le comuni zone dimenticate dal capitalismo e lasciate a morire. Il nostro compito è principalmente, secondo me, quello di difenderle.
Loro sanno che la gente ha fame di giustizia, oramai sempre più gente sa di essere in un sistema marcio, ma non riesce a vederne un’alternativa. La gente “come noi” dimostra che è possibile non essere silenziosa “che sta” subisce il sistema, ma che è possibile incitare se stessi e gli altri ad esserci dentro ai problemi, a viverli, a cercare di risolverli. La paura dello Stato in questo momento è appunto che sempre più gente lo capisca.
La sicurezza di quello che dico è scritta nera su bianco dal giudice sulla motivazione della mia custodia cautelare; ne riporto le parole esatte: “il pericolo di reiterazione è pertanto insito nella connotazione ideologica della decisione condivisa da parte degli indagati di forme violente di protesta sociale”
In questa parte di motivazione il giudice esprime tutta la volontà dello Stato di reprimere tutti coloro che dicono no attivamente a questo sistema.
Ci sono sempre stati due modi di guardare ai problemi della società (tralasciando ovviamente quello di guardare e passare oltre): uno è avere uno sguardo, magari anche attento, ma lontano intriso di quella solidarietà ipocrita dall’alto della propria classe sociale. L’altra possibilità è di condividere quel problema assumendo quei drammi e quelle sofferenze come propri in un piano di parità e di condivisione fosse anche solo emotiva. Personalmente nel mio piccolo ho cercato sempre di applicare la seconda scelta, fà parte del mio essere anarchico. Non è stata l’ideologia anarchica a trovarmi ma sono io che ho trovato lei dentro di me come penso sia dentro ad ogni essere umano degno di questo nome.
Ed è proprio la mia coscienza che, come l’ideologia libertaria mi impone di essere sempre da parte degli oppressi, degli sfruttati, e degli ultimi, mi obbliga a difenderli contro tutti gli sfruttatori.
Affamare una popolazione, privare un’intera popolazione del proprio futuro, impedire a un popolo di fare ciò che vuole con la propria testa, impedire ai lavoratori di vivere e affermarsi con il proprio lavoro come in questo momento l’italia guidata dall’europa stà facendo o opporsi con forza a tutto questo.
La mia coscienza mi obbliga di dover difendere quelle popolazioni che hanno avuto il coraggio di dire no allo stato, che chiedono di fare solo quello che vogliono loro nella terra dove sono nati, cresciuti e ora vivono. Mi obbliga a difendere lavoratori e sfruttati e a difendere giovani prima del loro futuro.
Per questo sono e sarò sempre un NO TAV, una persona che è dalla parte degli studenti e dei lavoratori. Sarò sempre in piazza contro tutte le ingiustizie che questo sistema ha creato; pure ora che sono costretto qua, con il pensiero e con l’anima sono sempre in piazza con loro.

Vi chiedo scusa per le varie divagazioni ma a stare qua si diventa logorroici.
Vi abbraccio forte e vi ringrazio di cuore di tutto quello che avete fatto e che state facendo per me.

Se qualcuno volesse scrivermi vi lascio il mio indirizzo e lo ringrazio in anticipo, in galera una lettera vuol dire tanto:
CECCARELLI DAYVID
C.C. ALBA
VIA VIVARO 14
12051 ALBA (CN)

CIAO A TUTTI DAYVID


Repressione dopo corteo anticarcerario a Cuneo

Il 14 luglio durante una manifestazione contro la repressione subita dal movimento no tav presso il carcere di Cuneo in solidarietà al nostro compagno Mao e a tutti gli arrestati No Tav, quello che era nato come presidio si è trasformato presto in un corteo partecipato e determinato che ha deciso di percorrere la strada che conduce dal carcere alla stazione ferroviaria.
Verso la fine del percorso una macchina ha tentato di spezzare il corteo e nel farlo investiva alcuni compagni. Con un assurdo ribaltamento dei fatti a distanza di più di sei mesi, oggi 16 gennaio 2013, quattro provvedimenti di custodia cautelare hanno raggiunto alcuni compagni presenti, accusandoli di “concorso anomalo in rapina”. E’ questa una delle strategie più usate dalle questure negli ultimi tempi per reprimere il dissenso: dal g8 di Genova alla Valsusa passando per i fatti del 15 ottobre: colpire nel mucchio inventandosi reati inesistenti e basati sull’utilizzo indiscriminato del dispositivo del concorso.
Questa formula permette allo stato di colpire con misure repressive chi partecipa alle lotte indipendentemente da qualunque (presunta) responsabilità individuale ma soltanto sulla base della loro identità e del loro agire politico.
Due degli arrestati sono compagni dei nostri collettivi e per questo motivo ci sentiamo colpiti in prima persona.
Esprimiamo pieno appoggio e calorosa solidarietà a entrambi i nostri compagni colpiti, in particolare al nostro compagno Peppino ristretto agli arresti domiciliari con l’odioso divieto di comunicare con l’esterno. Questa restrizione mette in luce lo scopo dell’ operazione repressiva:privare il movimento monzese di alcuni dei suoi membri più attivi e presenti nelle lotte che quotidianamente porta avanti sul territorio. Vediamo inoltre in questa operazione l’ennesimo tentativo di colpire, criminalizzare e mettere a tacere una delle voci di dissenso più radicale degli ultimi anni come quella No Tav.
Tutto ciò ovviamente non fermerà le nostre manifestazioni di solidarietà a lui e a tutti gli altri inquisiti.

PEPPINO LIBERO TUTTI LIBERI. A Sarà Düra! Dalle valle alla città la lotta non si arresta!

Contro il carcere e la società che lo crea
FOA Boccaccio 003 & CordaTesa

boccaccio.noblogs.org
cordatesa.noblogs.org

notav

 


#U12 a Bilbao: 115mila in piazza per i prigionieri politici

Anche quest’anno le strade di Bilbao sono tornate a riempirsi in occasione della storica manifestazione di solidarietà e appoggio ai prigionieri e alle prigioniere politiche basche.

autonomiahorizLa data scelta per la mobilitazione di quest’anno era quella di ieri pomeriggio: nonostante la pioggia battente 115mila persone hanno risposto all’appello della manifestazione, segnando una partecipazione ancor più grande di quella registrata l’anno scorso (che era stata di circa 110mila). Convocato con le parole d’ordine di «Derechos humanos. Solución. Paz. Euskal presoak Euskal Herrira» (Diritti umani. Soluzione. Pace. Prigionieri politici Baschi in terra basca), le stesse che campeggiavano sullo striscione di apertura, l’enorme corteo si è mosso intorno alle 17.45; con incedere lento ma determinato per via del congestionamento causato dalla partecipazione massiccia e diramandosi anche nelle strade adiacenti a quelle del percorso previsto, la testa della manifestazione ha infine raggiunto il municipio di Bilbao nel tardo pomeriggio, mentre la coda si muoveva ancora dalla partenza.

Lo spettacolo che si presentava ieri era quello di una vera e propria marea, composta da attivisti baschi ma anche da quelli giunti per l’occasione a migliaia da tante altre parti (tra queste Spagna, Francia, Irlanda, Kurdistan, Italia), dai parenti dei prigionieri, da giovani e anziani, da tutti coloro che hanno deciso di unirsi all’appuntamento di ieri per chiedere il ritorno a casa dei più di 600 prigionieri politici dispersi nelle carceri spagnole ed europee.

In testa alla manifestazione c’erano i familiari dei prigionieri, affiancati dai pullmini con cui regolarmente affrontano viaggi lunghissimi per poter raggiungere i luoghi di detenzione dei prigionieri e su cui erano appesi cartelli col numero di chilometri che li distanzia dalle brevi visite ai propri parenti in carcere.

Ma al loro grido si è unito quelli di tutti quanti credono che la questione dei prigionieri politici, troppo a lungo rimasta inascoltata e deliberatamente ignorata tanto dai governi spagnoli quanto da quelli francesi, rimanga un nodo centrale e che l’impegno concreto a favore della loro liberazione non sia più rinviabile.

L’enorme partecipazione che ieri, come ogni anno, ha caratterizzato la storica manifestazione non fa che confermare l’urgenza della questione e il corteo si è chiuso con l’augurio che questo sia l’anno di cambiamenti decisivi in proposito.

Guarda il video della giornata di mobilitazione da Naiz.ino

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