Category Archives: Italia in cella
Processo ad Ancona: 19 imputati racket prostituzione.
– ANCONA – Centootto anni di reclusione e 138 mila euro di multa complessivi sono stati chiesti dalla procura distrettuale di Ancona nel processo ‘Casa Transilvania’ a carico di 19 imputati di origine romena, accusati a vario titolo di reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata a favorire e sfruttare la prostituzione di ragazze connazionali, violazione di domicilio e lesioni personali.
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ANCONA, 5 NOV – La Squadra Mobile di Ancona ha fermato 3 catanesi, due dei quali residenti in Vallesina, che sono in carcere su disposizione del gip. Sono ritenuti gli autori di una serie di rapine, ultima in ordine di tempo quella tentata ad una gioielleria di Torrette il 4 ottobre, sventata dalla polizia. Si tratta di Ettore Virgata, 46 anni, Giovanni Salvatore, di 54 anni, considerati i basisti, e di Roberto Arcidiacono, di 44 anni, pendolare dalla Sicilia per i colpi messi a segno anche a Jesi e Candia.
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Per il cibo di ogni detenuto si spendono 3,90 euro al giorno: una somma che deve garantire tre pasti quotidiani. L’alimentazione dei carcerati costerà 390 milioni in quattro anni. Ma gli appalti top secret non tengono conto della diminuzione dei reclusi. Ecco il dossier della Corte dei Conti.
Lo Stato spende al massimo tre euro e 90 centesimi al giorno per i pasti dei detenuti. Una cifra che non lascia spazio alle illusioni sul vitto che l’amministrazione garantisce ai reclusi nelle prigioni italiane. Eppure alla luce del numero si persone custodite nei penitenziari, l’importo complessivo diventa impressionante: nei quattro anni dal luglio 2013 allo stesso mese del 2017 il costo sarà di 390 milioni di euro.
A rivelarlo è la Corte dei Conti nel dossier appena reso noto sui contratti segretati. Sì, perché anche gli appalti per il cibo dei detenuti sono top secret e quindi seguono procedure diverse rispetto alle gare pubbliche. In realtà, grazie alla competizione al ribasso tra fornitori, il valore di quello che arriva nei piatti ogni giorno è addirittura inferiore: si va dai 3 euro e 77 centesimi del Piemonte ai 3,60 della Liguria ai 3,58 di Padova, il minimo assoluto.
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OLBIA, 4 NOV – Un vasto incendio è scoppiato nella tarda mattinata nei pressi di Tempio Pausania, avvicinandosi pericolosamente alle mura del carcere di Nuchis. Le operazioni di spegnimento del rogo sono rese difficili dal forte vento di che spinge velocemente le fiamme e dall’assenza di mezzi aerei in attesa dell’arrivo di un Canadair da Roma. Vigili del fuoco, forestali e Protezione civile sono impegnati nella messa in sicurezza del carcere. Le fiamme hanno anche lambito alcune aziende agricole.
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Giorni agitati nella struttura già turbata dai recenti suicidi
(m.pv.) Non sono giorni tranquilli per il carcere del Bassone. Dopo la notizia dei due morti suicidi nelle ultime settimane, ieri i detenuti hanno iniziato anche una classica forma di protesta, quella della “battitura” delle sbarre fatta con le gavette. Premessa d’obbligo, i due fatti drammatici di cui abbiamo parlato in apertura non sarebbero al centro del contendere, ma sarebbero stati solo la miccia – preannunciata da un incendio di coperte dello scorso fine settimana – per rivendicazioni sopite
da tempo.
Al centro della protesta ci sarebbero le telefonate a casa dei detenuti e la possibilità – in caso di bisogno – di mettersi in contatto con gli avvocati. Con l’arrivo della nuova direzione della struttura, stando alle rimostranze, su questi permessi ci sarebbe stato un giro di vite.
Giusto per fare un esempio, ad ogni detenuto sono concesse quattro telefonate al mese. In caso di padri con figli sotto i 10 anni, le maglie erano un po’ più larghe, previo parere favorevole della direzione.
Ultimamente tuttavia questi via libera sarebbero stati ridotti, o quantomeno rallentati, così come le possibilità di chiamare gli avvocati. Da qui le proteste, che hanno trovato terreno fertile nei malumori per i due recenti suicidi. Una delegazione di detenuti ha chiesto un incontro con la direttrice e nel frattempo è iniziata – da ieri mattina – la “battitura” che si ripete due volte al giorno. Continue reading
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L’uomo, detenuto nel carcere “Lorusso e Cotugno”, ha di fronte a sé ancora 12 anni di reclusione: aveva già tagliato le sbarre della finestra e la grata al di sotto quando è stato scoperto. La denuncia del sindacato degli agenti Sappe: “Tensione crescente”.
Ha tentato di evadere, coi metodi di una volta, dal carcere “Lorusso e Cotugno” di Torino, alle Vallette, ma è stato scoperto dai poliziotti penitenziari. È accaduto questa mattina e a darne notizia è il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe: “Nella mattinata, presso la Casa circondariale di Torino – racconta Donato Capece, segretario generale del Sappe – al Padiglione della decima sezione a regime ordinario, un detenuto italiano con fine pena fissato al 2026 è stato sorpreso dal personale di polizia penitenziaria mentre con alcuni seghetti aveva tagliato le sbarre e la grata sottostante della finestra della propria cella”. Continue reading
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I CIE (centro identificazione ed espulsione) sono dei lager, lo diciamo da anni.
Nei CIE le persone sono rinchiuse per mesi in condizioni disumane, con la “colpa” di non possedere le carte giuste, senza sapere cosa sarà di loro.
I CIE sono parte della macchina dell’espulsioni, mangiano esseri umani, creano clandestini e li risputano nella società spingendoli ad accettare le peggiori condizioni di sfruttamento, minacciano e ricattano tutti gli immigrati, espellono chi è stato spremuto per anni ed ora non serve più.
I CIE fanno guadagnare tanti soldi ai padroni dei nuovi schiavi Continue reading
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Firenze – Un detenuto calabrese 56enne, condannato a 30 anni è morto ieri sera per infarto nel carcere toscano di Porto Azzurro , aveva un fine pena nel 2018. E’ deceduto dopo aver accusato alcuni malori e problemi di respirazione [..]”Nonostante i tempestivi interventi del personale di Polizia Penitenziaria, di quello medico e paramedico non c’è stato purtroppo nulla da fare”. “I dati diffusi recentemente dalla Società italiana di medicina e sanità penitenziaria ci dicono – sottolinea Capece -che il 60-80% dei detenuti è affetto da una patologia. Un detenuto su due soffre di una malattia infettiva, quasi uno su tre di un disturbo psichiatrico, circa il 25% è tossicodipendente. Solo 1 detenuto su 4 ha fatto il test per l’Hiv”. “Le stime sulla salute dei detenuti italiani elaborate dalla Simspe vedono in testa alla classifica delle patologie più diffuse le malattie infettive (48%); i disturbi psichiatrici (27%); la tossicodipendenza (25%); le malattie osteoarticolari (17%); le malattie cardiovascolari (16%); i problemi metabolici (11%); le patologie dermatologiche (10%). Per quanto riguarda le infezioni a maggiore prevalenza, il bacillo della tubercolosi colpisce il 22% dei detenuti, l’Hiv il 4%, l’epatite B (dormiente) il 33%, l’epatite C il 33% e la sifilide il 2,3%”
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Como, 2 novembre 2014 – Lo hanno trovato gli agenti di polizia penitenziaria nella sua cella, quando ormai per lui non c’era più niente da fare. Nel pomeriggio di venerdì, un detenuto del carcere Bassone, si è tolto la vita impiccandosi. Italiano, 28 anni, era stato arrestato una decina di giorni fa per sequestro di persona, assieme ad altre quattro persone. Dopo il suo arresto, era stato portato in osservazione, quattro celle presidiate da un agente, dove confluiscono i detenuti che hanno motivi di incompatibilità con gli altri. In questo caso, si trattava di esigenze giudiziarie, legate alle indagini ancora in corso, per le quali la Procura aveva disposto il divieto di contatto tra i vari indagati. Venerdì pomeriggio verso le 16, gli agenti lo hanno trovato esanime, impiccato con le lenzuola della sua branda. Non aveva avuto contatti con nessun altro, se non l’agente che, a intervalli ravvicinati, controllava le sue condizioni in cella. Ciononostante, è riuscito a realizzare il suo intento.
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Giornata molto delicata al carcere Sant’Anna di Modena
Una situazione di violenta protesta ha riguardato la sezione detentiva all’interno del Carcere Sant’Anna di Modena. Alcuni detenuti sono rimasti feriti ma senza conseguenze gravi.
La situazione si è verificata a causa delle condizioni ambientali che si registrano all’interno del carcere.
Secondo le informazioni diffuse, sembrerebbe che un detenuto abbia chiesto di parlare con la direttrice del carcere e al secco rifiuto ricevuto abbia risposto cospargendosi il corpo di olio e minacciando di darsi fuoco. Un altro si è invece cucito la bocca e si è procurato delle lesioni con una lametta. All’arrivo del Comandante di reparto, accompagnato da un gruppo di agenti della Penitenziaria, i detenuti hanno inscenato una dura protesta, cominciando a sbattere gli sgabelli contro le inferriate e il detenuto con la lametta si è lanciato contro il comandante, cercando di colpirlo con la stessa lametta. A frapporsi tra l’aggressore e il comandante è stato proprio un altro carcerato, rimasto poi lievemente ferito dalla lametta […]
“Il sappe dichiara che il problema è la troppa libertà concessa ai detenuti, che consisterebbe nell’ apertura delle celle. Ma di fatto sappiamo bene cosa accenda le rivolte: condizioni carcerarie e soprusi perpetrati dagli sceriffi delle galere.”
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“Non è concepibile che si entri in un carcere sotto la tutela dello Stato e se ne esca morti per overdose”. E’ quanto afferma in una nota il direttivo della Camera penale di Firenze in merito al decesso, per sospetta overdose, di una giovane donna detenuta nel carcere fiorentino di Sollicciano, una morte che “suscita sentimenti di tristezza e di indignazione”. “Piccole riforme e provvedimenti tampone – prosegue la nota dei penalisti fiorentini – evidentemente non consentono di risolvere il problema della invivibilità delle carceri italiane. Amnistia e indulto non sono certo una soluzione strutturale. Bisogna garantire anche in carcere il diritto alla salute che è prima di tutto tutela della persona, privata della libertà personale, da parte dello Stato.”
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Ancora tensione nella Casa Circondariale di Biella.
Lunedì scorso nel carcere di via dei Tigli un altro agente della polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto. E’ il secondo episodio in pochi giorni.
L’episodio è avvenuto nella mattinata di ieri. L’uomo, che si trovava nella sua cella al terzo piano, nel reparto comuni, ha spaccato, senza nessun apparente motivo, un lavandino. E’ quindi stato accompagnato da un agente fuori dalla cella per essere trasferito in un’altra. Il detenuto, a questo punto, fuori di sè dalla rabbia, ha resistito aggredendo l’agente. Si tratta di un carcerato comunitario, un detenuto comune e non uno di quelli destinati all’alta sorveglianza.
Il poliziotto ha dovuto fare ricorso alle cure mediche presso l’ospedale “Degli Infermi” di Biella, dove gli è stato praticato un bendaggio alla mano ed è stato poi dimesso con sette giorni di prognosi salvo complicazioni.
Il carcerato, invece, che nell’aggressione non ha riportato alcuna conseguenza fisica, è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato.
Nè l’agente, nè il detenuto sono le stesse persone coinvolte nell’altro caso di aggressione avvenuto la settimana passata. Anche in quel caso un agente era stato aggredito da un detenuto comune ed era dovuto ricorrere alle cure mediche presso l’ospedale. Su entrambi gli episodi dal carcere non sono ancora giunte comunicazioni ufficiali.
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Scriviamo ai compagni e alle compagne in carcere:
Daniele Altoè C.C. Piazza Don Soria, 37 – 15121 Alessandria
Andrea Ventrella C.C. Via Port’Aurea, 57 – 48121 Ravenna
Paolo Milan C.C. Brissogne, Loc. Les Iles, 14 – 11020 Aosta
Toshiyuki Hosokawa C.C. Brissogne, Loc. Les Iles, 14 – 11020 Aosta
Giuseppe De Salvatore C.C. Via dei Tigli 14 – 13900 Biella
Francesco Di Berardo C.C. Via Roncata 75 – 12100 Cuneo
Nicolò Angelino C.C. via Maria Adelaide Aglietta 35 – 10151 Torino
Marianna Valenti – C.C. via del Rollone 19 – 13100 Vercelli
Fabio Milan – C.C. via del Rollone 19 – 13100 Vercelli
Michele Garau – Strada Quarto inferiore 266 – Loc. Quarto Inferiore – 14030
Nicco, Chiara, Claudio, prigionieri No Tav raggiunti da nuove misure
cautelari, rimangono nelle galere in cui erano precedentemente detenuti:
Claudio Alberto C.C. Via Arginone 327 – 44122 Ferrara
Niccolò Blasi C.C. Via Casale San Michele 50 – 15100 Alessandria
Chiara Zenobi C.C. Via Bartolo Longo 92 – 00156 Roma
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Ancora emergenza all’interno della casa circondariale di contrada Pendente a Ragusa. Dopo i suicidi sventati grazie all’intervento degli agenti di polizia pentinziaria, adesso si profila un’emergenza sanitaria. Giovedì, infatti, sono stati segnalati due casi di scabbia. I detenuti sono stati prontamente isolati e messi in quarantena. Si tratta di due cittadini stranieri che lamentavano prurito e, dopo gli accertamenti sanitari, sono risultati affetti da scabbia.
Si tratta di un’infezione contagiosa della pelle che si verifica tra gli esseri umani. È causata da un parassita molto piccolo e di solito non direttamente visibile che si inocula sotto la pelle del soggetto colpito, provocando un intenso prurito allergico.
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Torino, 3 giu. (La Presse) – Sono 39 le misure cautelari eseguite nei confronti di altrettanti anarchici, di cui diciassette arresti (undici in carcere e sei ai domiciliari) e altre dodici misure cautelari tra obblighi, divieti di dimora e obblighi di presentazione alla pg, quelle eseguite oggi a Torino e in molte province italiane dopo la chiusura di una maxi inchiesta della Digos di Torino coordinata dai pm Emanuela Pedrotta e Antonio Rinaudo. Sono 111 gli indagati e 39 gli episodi di reati contestati, commessi dal settembre 2012 al gennaio 2014. Dal danneggiamento alla violenza a pubblico ufficiale, dal sequestro di persona all’invasione di edifici. Continue reading
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Tornata a casa dal carcere dopo che era stata arrestata per scippo ai danni di una 70enne non ce l’aveva fatta a resistere e, dopo aver tentato l’evasione dai domiciliari, ha pensato bene anche di tagliare il braccialetto elettronico che consente alle Forze dell’ordine di rintracciarla. Continue reading
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Ad 8 mesi dall’arresto di Gianluca e Adriano, anarchici dei Castelli Romani, era prevista per la giornata di ieri, 26 Maggio, la prima udienza del processo in cui sono imputati e che li vede accusati di associazione con finalità di terrorismo, oltre che di incendio, furto aggravato in concorso, deturpamento ed imbrattamento di cose altrui. Continue reading
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”La situazione resta allarmante nelle nostre carceri. Quello di oggi a Bari è l’ennesimo suicidio di un detenuto in un carcere italiano. L’uomo, 29 anni, si è impiccato in cella. Alla luce degli accadimenti che stanno attraversando le dinamiche penitenziarie in questo ultimo periodo occorre rivedere il sistema dell’esecuzione penale il prima possibile, altro che vigilanza dinamica nelle galere” Lo sottolinea il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, per voce del segretario generale Donato Capece. Continue reading
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Un suicidio portato a termine e uno tentato. È il drammatico bilancio della giornata di ieri il carcere di Ancona “Montacuto”. Lo riferisce l’Osservatorio permanente per le morti in carcere, formato da Radicali Italiani, dalle associazioni ‘Il Detenuto Ignoto’, ‘Antigone’ e ‘A Buon Diritto’, dalle redazioni ‘Radiocarcere’ e ‘Ristretti Orizzonti’. Dall’inizio dell’anno, 15 detenuti si sono tolti la vita. Continue reading
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Ennesimo decesso in un carcere italiano, ennesima dimostrazione che di carcere si muore troppo spesso in Italia.
Daniele Sparti, di 32 anni, è morto nel carcere di Giarre in provincia di Catania lo scorso 25 aprile, ma la notizia è stata divulgata solo oggi. Lo riporta una nota stampa dell’agenzia Adnkronos che riprende un comunicato dell’Osservatorio permanente sulle morti in carcere, che ha ufficialmente reso noto la tragica vicenda.
Daniele era malato da tempo e veniva quotidianamente sottoposto a ossigenoterapia. L’ossigeno che lo aiutava a respirare, però, secondo le prime ricostruzioni si sarebbe esaurito nella nottata senza che nessuno se ne accorgesse. Daniele sarebbe, quindi, morto da solo, in una cella, con un macchinario a cui era semplicemente finito l’ossigeno all’interno. L’hanno trovato senza vita solo la mattina successiva. La salma è stata, quindi, trasportata presso l’obitorio dell’Ospedale Garibaldi di Catania. Intanto, la Procura competente ha già avviato un’inchiesta, per ora senza indagati, per capire come si sono svolti realmente i fatti e se la morte di Daniele può essere attribuita a qualcuno.
Quello che fa davvero rabbrividire è pensare che dopo otto anni di carcere scontanti, Daniele sarebbe divenuto nuovamente un uomo libero fra soli cinque giorni, solo cinque. Invece, il suo nome e la sua storia si aggiungono a quelle di tanti altri detenuti che hanno trovato la morte nelle carceri italiane. Secondo l’Osservatorio permanente sulle morti in carcere, dall’inizio del 2014 si contano 45 morti, tra cui 12 suicidi, con dati relativi al 26 aprile, cioè di soli due giorni fa. Nel 2013, invece, 153 morti e 49 suicidi e l’anno precedente il 2012 andò ancora peggio, con ben 60 suicidi per un totale di 154 decessi avvenuti in tutte le carceri del territorio italiano.
La notizia della morte di Daniele è stata commentata duramente da Donato Capece, Segretario Generale del Sappe, il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, che in un commento all’Adnkronos ha dichiarato che “E’ grave constatare come ancora una volta un detenuto infermo sia stato lasciato morire in carcere, quando poteva essere messo ai domiciliari. Sparti, infatti era malato da tempo e fra cinque giorni avrebbe lasciato il carcere. Il detenuto – continua Capece – è stato rivenuto in fin di vita dal controllo degli agenti penitenziari, tra le 6 e le 6.30 del 25 aprile scorso. Contestiamo la vigilanza dinamica che non consente il controllo dei detenuti. Torniamo a chiedere le dimissioni del vertice del Dap, fallimentari nella gestione dell’emergenza penitenziaria”.
La notizia della morte di Daniele arriva in un momento davvero critico per la situazione delle carceri italiane, che da anni fanno i conti con un sovraffollamento cronico, strutture inadeguate, mancanza di diritti e torture celate. Tra un mese, infatti, scadrà l’ultimatum imposto all’Italia dalla Corte Europea per i diritti dell’uomo riguardo le disumane condizioni delle carceri italiane. Nel maggio del 2013, infatti, la Corte ha condannato l’Italia a risolvere entro un anno (maggio 2014) il problema del sovraffollamento carcerario, sentenza poi ribadita ancora una volta quando, l’8 gennaio scorso, è stata rigettato il ricorso presentato dal governo italiano.
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ROMA – Nei primi mesi del 2014 “è stato raggiunto un nuovo picco di suicidi nelle carceri italiane: il 40% di tutti i decessi in carcere è infatti rappresentato da suicidi”. Lo ha affermato il presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), Claudio Mencacci, sottolineando che nel 2013 la quota di suicidi era stata pari al 30%, contro il 40% del 2012 ed oltre il 40% del 2009. Continue reading
Commenti disabilitati su Psichiatri, 2014 picco suicidi in carcere, 40% decessi | tags: 2014 picco di suicidi in carcere, 40% decessi, chiusura degli opg, contro il carcere | posted in Assassinii di stato, Contro carcere, CIE e OPG, Dentro le mura, Italia in cella
Filippo De Cristofaro, l’uomo che sta scontando l’ergastolo per l’omicidio di Annarita Curina, la skipper pesarese, è evaso dal carcere livornese di Porto Azzurro. La donna era stata ammazzata nel 1988 e De Cristofaro aveva agito con la complicità dell’amante olandese Diana Beyer, 17enne, al fine di rubare il catamarano della vittima.Il detenuto, che si trovava in permesso premio dal quale doveva rientrare il 21 aprile alle 10, era già scappato da un altro carcere, quello di Opera, nel Milanese, nel 2007. Continue reading
Commenti disabilitati su Fuggito dal carcere di Livorno : Ricercato De Cristoforo | tags: Carcere di porto azzurro, condannato per omicidio nel 1988, Fuggito dal carcere di Livorno, fuggito già nel 2007 da Opera, ricercato filippo de cristoforo | posted in Contro carcere, CIE e OPG, Fuggiaschi, Italia in cella, Tutti
Teramo – E’ stato colpito con violenza alla testa e ora è ricoverato in stato di coma. Un detenuto casertano di 27 anni è stato aggredito nel carcere teramano di Castrogno. Non si esclude che il ferimento possa essere avvenuto nel corso di una rissa con altri detenuti.A prestargli soccorso il personale di sorveglianza che ha immediatamente chiamato il 118. Il 27enne si trova ora nell’ospedale di Teramo. I sanitari lo stanno sottoponendo a una Tac per verificare le sue condizioni.
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Stava acquistando un biglietto del treno quando è stato fermato e la sua latitanza si è interrotta per sempre. Lui un tunisino di 30anni, evaso da Pescara dopo un permesso premio per uscire dal carcere, ha sulle spalle molti precedenti per droga e un cumulo di condanne che lo hanno inchiodato in carcere. Lo spacciatore fuggitivo è stato notato subito dagli uomini della Squadra Mobile che lo hanno portato in caserma prima che potesse fuggire in Liguria. Continue reading
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E’ morto in carcere, dove si trovava recluso al regime del 41bis, Giovanni Pollari, capo mandamento della mafia di Cianciana, condannato all’ ergastolo per associazione mafiosa ed omicidi e coinvolto anche nel sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino.
Pollari aveva 65 anni ed è morto per cause naturali. Finì in carcere la prima in occasione dell’operazione antimafia denominata “Castello”, che pose fine a un lungo elenco di estorsioni e omicidi nella zona compresa tra Alessandria della Rocca, Bivona, Cianciana e Santo Stefano Quisquina, finalizzati ad assicurarsi il controllo dei subappalti e delle forniture relativi alla costruzione dell’adduttore della diga “Castello”, per l’irrigazione dei terreni situati nella valle dei fiumi Verdura, Magazzolo e Platani. Altri interessi, in relazione ai quali sono sorti fortissimi contrasti, riguardano la realizzazione di opere di metanizzazione relative ai Comuni di Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana e Santo Stefano Quisquina.
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AMNISTIA E INDULTO 2014 – Una pronuncia sui provvedimenti di clemenza generale è attesa per il 15 maggio 2014: la presentazione del testo unificato in materia di amnistia e indulto verrà redatto dalla senatrice Nadia Ginetti (Pd) e dal senatore Ciro Falanga (Fi) in qualità di relatori dei quattro ddl per amnistia e indulto presentati dai senatori Manconi, Compagna, Barani e Buemi più altri cofirmatari. Continue reading
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