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Cile: Lettera di Marcelo Villarroel

Diffondiamo da contrainfo

cordatesa“E le frontiere esistono solo per chi le rispetta…”

Tramite questa lettera voglio salutare con tutto l’affetto ribelle di un prigioniero che si rifiuta di vivere secondo le regole del gran dio capitale, rinchiuso nel carcere capitalista dello stato cileno a causa di vari sotterfugi della legalità borghese che mi tiene adesso come ostaggio della democrazia, del suo stato e del suo dominio. Ad oggi, dopo 3 anni ed 8 mesi dalla nostra espulsione dall’Argentina, la nostra situazione giuridica Continue reading


Gabriel Pombo da Silva nuovamente trasferito

cordatesaApprendiamo che il prigioniero anarchico Gabriel Pombo Da Silva e’ stato nuovamente trasferito a Villena (Alicante).
L’indirizzo per scrivergli torna ad essere:

Gabriel Pombo Da Silva
Centro Penitenciario Alicante II Ctra N-330  Km 66, 03400
Villena (Alicante) España


Rovereto – Arrestato un compagno

images1Ieri pomeriggio il nostro amico e compagno Enrico (Rasta) è stato arrestato a Calliano (Rovereto) per un residuo di pena di quattro mesi per il furto di gasolio avvenuto dentro un cantiere dell’Anas a Gravere in Valsusa il 29 agosto 2011.
In serata è stato portato al carcere di Spini di Gardolo a Trento.

Libertà per Enrico
Libertà per tutti

Per scrivergli:

Enrico Ferrari
Via Beccaria 13,
loc. Spini di Gardolo
38014 (Trento)

Anarchici ed anarchiche di Trento e Rovereto


Prigionieri – Aggiornamenti su Gabriel Pombo Da Silva

diffondiamo da informa-azione

 

chi-sono-gli-anarchici-e1358771655104Martedì, 16 di Aprile, Gabriel è passato davanti all’Audiencia Nacional. Non ha dichiarato niente riguardo ai fatti di cui è accusato in Italia, rifiutando così di uniformarsi a false categorie quali innocenza o colpevolezza. Così che si è trattato solo della convalida del Mandato di arresto europeo spiccato contro di lui. Gli argomenti presentati dalla difesa sono stati accolti dal Tribunale e pare che l’Euro-mandato non può essere eseguito al momento. Per ora non sono stati fissati i termini della prossima udienza.
Il compagno continua ad essere fermo e forte. Da parte nostra continueremo attenti alla prossima sporca giocata dei diversi Stati che, con le loro leggi, con le loro gurerre e la distruzioine generalizzata non hanno remore nel seminare terrore per aumentare il controllo su ogni aspetto della vita e trarre profitto da ogni cosa.
Con rabbia e ribellione! Per l’anarchia!


Prigionieri – Lettera di Greg dal carcere di Torino

diffondiamo da informa-azione questa lettera di Greg dal carcere delle Vallette di Torino:

anarchy-liberationCiao a tutti e a tutte, amici e amiche, compagni e compagne.
Innanzitutto un occhiolino a chi pensa a me. Non è perchè sono nei guai che finora non ho potuto mandarvi delle mie notizie. Comunque come diceva uno dei due latitanti foggiani: per mandare una lettera bisogna avere qualcosa da dire. Quindi andiamo.
Sono messo bene in cella con Paolo. Quando la digos mi ha arrestato a due passi dall’Asilo occupato, ho provato a sfuggire dalle loro mani. Appena svegliato e mal organizzato con gli amici perchè non eravamo compatti, non ce l’ho fatta. Cazzo se correvano questi cinque merdosi digossini! Dopo un passaggio all’ospedale, più per rompergli le palle che per le piccole ferite che avevo, quindi costringendoli a portarmi di qua e di là , piuttosto che tornare in strada a fare il loro lavoro infame, mi hanno portato Continue reading


Aachen[Germania]:Il carcere, la stampa tedesca e la nostalgia di aver perso Gabriel

diffondiamo da  RadioAzione

libertad_pombo_da_silvaA fine gennaio 2013 il compagno Gabriel Pombo da Silva, dopo anni di carcere tedesco, viene trasferito in Spagna sotto regime F.I.E.S.

Ma ad Aachen non lo hanno dimenticato, e una notizia di qualche giorno fa, da parte della stampa tedesca, parla di una scoperta all’interno della cella che segregava Gabriel.

In poche parole, nella ex cella di Gabriel sarebbe stata trovata una buca ben camuffata dove, sempre secondo la stampa tedesca e la direzione del carcere di Aachen, il compagno avrebbe tenuto nascosto documenti ed altro materiale. La stessa stampa infierisce con un titolo “Buco in cella…anarchico, hai dimenticato i tuoi strumenti in cella?“, alludendo al ritrovamento nella buca di seghe, lettere ed altri oggetti.

I giornalisti si rivelano sempre di più il braccio armato, anche se di sola penna, della magistratura mondiale. Dove la magistratura tace, parlano loro. In Italia non molti giorni fa era accaduta la medesima cosa nei confronti dei due compagni ALfredo Cospito e NIcola Gai. Ricordiamo che gli esami sui caschi erano risultati negativi per i R.I.S., mentre per la stampa affermava l’opposto.

Giornalisti, una volta che vi piace tanto indagare…occhio alla penna!


Cile: Accendere la miccia della sovversione, Marcelo Villarroel.

diffondiamo da contrainfo Lettera del compagno Marcelo Villarroel per l’attività “Sono anticarcerario” realizzata il 14/12 all’occupazione La Mákina, Santiago.

Colpo_di_cannone_Pasque_VeronesiAccendere la miccia della sovversione. Attizzare il fuoco insorgente della guerra sociale, giù le mura delle prigioni:

La prigione è il destino circostanziale o potenziale di ogni persona che prenda il controllo della sua vita, avanzando sul cammino dell’emancipazione, controcorrente rispetto a una normalità capitalista che impone la routine del cittadino, costringendo al lavoro salariato, agli studi per convalidare un sistema borghese di educazione e mantenerti sotto i parametri dell’ordine giuridico, che ci impone il capitale.

La prigione è un luogo che ti offre la democrazia, come uno spazio che cristallizza la sottomissione normalizzatrice.

Là finiscono, cominciano e passano tutti e tutte quelli/e che, in un modo o in un altro, non si sottomettono e trasgrediscono la pace sociale dei ricchi.

Colui/colei che commette dei crimini, che protesta, che attacca, che cospira, quelli/e che per le diverse scelte o decisioni non rispettano l’ordine giuridico, si trovano di fronte alla mano repressiva di tutto un sistema di repressione, controllo e punizione.

Ho ripetuto mille volte: in tutte le prigioni del mondo più del 90% delle persone rinchiuse provengono dalla classe sfruttata. Siamo oppressi e ribelli, diveniamo inevitabilmente sovversivi, quando decidiamo di smettere di andare avanti nella vita come degli schiavi.

Se sei nato povero, tu sei condannato in Cile, con un destino in una delle 91 prigioni del paese. Di luoghi controllati, che hanno per scopo lo sterminio, dove i moduli, pavimenti e gallerie altamente assassini lavorano ogni giorno con la morte contro l’indolenza sociale che ignora, demonizza e naturalizza il quotidiano, e che considera normale la punizione sui prigionieri.

La prigione è anche considerata al giorno d’oggi come un’azienda produttrice di servizi, in cui i prigionieri sono visti come gli utenti soggetti al paradosso proprio di una società malata, che assume che è il cammino da seguire per quelli che non rispettano la sua legge.

É importante capire che nessuno è libero in una società che è la dittatura della merce, la democrazia del capitale, società di classi in cui appena ribellatici potremmo demolire fino all’ultimo pezzo di cemento di ogni centro di sterminio costruito fino ad oggi.

Allo stesso modo non vi è alcuna lotta anticarceraria senza conoscenza specifica delle loro quotidiane situazioni di tensione, senza comunicare con i prigionieri in lotta, questo è il motivo per cui è una sfida costante per rompere l’isolamento, rompere le spesse mura del confinamento, e comprendere che è essenziale per rafforzare i legami in tutti i campi, ma ancora di più con i prigionieri sovversivi in guerra contro tutto ciò che è esistente. Questo viene fatto con la paura e l’indifferenza; la solidarietà impegnata è un’esigenza individuale e collettiva per demolire questa posizione conveniente e auto-soddisfacente di credere che la nostra lotta è temporale e non un’opzione di vita fiera come quella che molti di noi oggi assumono dopo molto tempo in totale armonia con le nostre azioni.

Moltiplicare tutti i tipi di atti, fatti, azioni e iniziative è una necessità di lottare contro stato-prigione-capitale , che è quella che ci fa avanzare, senza alcuna limitazione.

Insistere all’infinito nella ricerca della nostra libertà è dare degnamente e senza timore colpi fino all’ultimo pezzo di cemento della nostra società putrida… che il vento non porta queste parole, che si trasformano in fatti…

Apri gli occhi: è il momento di combattere!
Contro stato- prigione- capitale: guerra sociale!
Finché ci sarà miseria ci sarà ribellione!

Marcelo Villarroel Sepúlveda
Prigioniero libertario
14 Dicembre 2012
Modulo 2 -. H norte. CAS-STGO Cile.

fonte


Lettera di Dayvid – il suo contributo alla freeXpression

Il 22 dicembre scorso il corteo determinato e colorato della freeXpression [against repression] – manifestazione contro la repressione per le zone autonome e autogestite, ha attraversato le vie di Milano da piazza Cairoli al carcere di San Vittore. Fra gli organizzatori e i partecipanti tanti sono compagni ed amici di Dayvid. Nella lettera che segue Ciga ha voluto ringraziare e dare il suo contributo alla mobilitazione:

ciga1Alba 30-12-2012

Ciao a tutte e tutti,
inizialmente vorrei augurarvi buon Anno e soprattutto ringraziare tutti coloro che si sono recati il 22 Dicembre sotto il carcere di san Vittore o che con altri mezzi hanno solidarizzato con la mia causa chiedendo la mia scarcerazione e di tutti coloro che sono nella mia situazione.
E’ da ieri che scrivo e riscrivo cercando le parole giuste per esternarvi quello che ho dentro ma non ci riesco, non sono purtroppo mai stato un oratore e men che meno uno scrittore, quindi ho deciso di applicare alla scrittura quello che ho sempre fatto sulle azioni della mia vita: farlo di getto e scrivere quello che mi passa per la testa, magari non è sofisticata e spesso è sbagliato ma di sicuro è sincero.
Chiedo per questo scusa in anticipo per qualunque strafalcione o cagata scriverò in seguito.
Per iniziare vorrei ripetermi abbracciando tutti coloro che hanno appoggiato la mia causa; la mia più grande paura nel momento del mio arresto era che riuscissero nel loro scopo principale: scoraggiare qualunque opposizione non convenzionale convinta al sistema.
Ma grazie agli organizzatori e a tutta la gente che si è recata in piazza o ha dato il suo appoggio in altri modi, questo, che ripeto era il loro primo obiettivo, è stato scongiurato.
Della gente è scesa in piazza per dire che non basta arrestare un dissidente, malmenare dei giovani che non hanno colpa se non quella di essersi recati ad un rave, per zittire la loro voglia di libertà, di opporsi a questo sistema.

La storia popolare italiana e straniera è piena di paladini della giustizia che si sono palesemente ribellati alle leggi, incarnando la volontà popolare di riscatto sociale di fronte a quell’ordine costituito che è da sempre debole e in combutta con i forti e forte con i deboli. Questi erano banditi, fuorilegge, briganti (per es. Musolino, Fra Diavolo o, il più famoso, Robin Hood). Questi fuorilegge incarnano in qualche modo una prima forma di rivolta sociale appoggiata dalle vecchie società tribali, nascondendosi in foreste, paludi, montagne in quelle zone liberate dove il potere non poteva raggiungerli. Purtroppo queste zone libere oggi non esistono più e il sistema globale ha i suoi sistemi ben noti per difendersi: armare o disarmare a piacimento, instaurare e distruggere dittature e governi, imporre i propri modelli culturali eliminando ogni dissenso a colpi di embargo o guerra preventiva per impedire la nascita di zone dove si può dimostrare che vivere in maniera diversa è possibile.
Queste zone liberate oggi giorno sono e devono essere i rom, le case occupate, i vari circoli o biblioteche libertarie, le comuni zone dimenticate dal capitalismo e lasciate a morire. Il nostro compito è principalmente, secondo me, quello di difenderle.
Loro sanno che la gente ha fame di giustizia, oramai sempre più gente sa di essere in un sistema marcio, ma non riesce a vederne un’alternativa. La gente “come noi” dimostra che è possibile non essere silenziosa “che sta” subisce il sistema, ma che è possibile incitare se stessi e gli altri ad esserci dentro ai problemi, a viverli, a cercare di risolverli. La paura dello Stato in questo momento è appunto che sempre più gente lo capisca.
La sicurezza di quello che dico è scritta nera su bianco dal giudice sulla motivazione della mia custodia cautelare; ne riporto le parole esatte: “il pericolo di reiterazione è pertanto insito nella connotazione ideologica della decisione condivisa da parte degli indagati di forme violente di protesta sociale”
In questa parte di motivazione il giudice esprime tutta la volontà dello Stato di reprimere tutti coloro che dicono no attivamente a questo sistema.
Ci sono sempre stati due modi di guardare ai problemi della società (tralasciando ovviamente quello di guardare e passare oltre): uno è avere uno sguardo, magari anche attento, ma lontano intriso di quella solidarietà ipocrita dall’alto della propria classe sociale. L’altra possibilità è di condividere quel problema assumendo quei drammi e quelle sofferenze come propri in un piano di parità e di condivisione fosse anche solo emotiva. Personalmente nel mio piccolo ho cercato sempre di applicare la seconda scelta, fà parte del mio essere anarchico. Non è stata l’ideologia anarchica a trovarmi ma sono io che ho trovato lei dentro di me come penso sia dentro ad ogni essere umano degno di questo nome.
Ed è proprio la mia coscienza che, come l’ideologia libertaria mi impone di essere sempre da parte degli oppressi, degli sfruttati, e degli ultimi, mi obbliga a difenderli contro tutti gli sfruttatori.
Affamare una popolazione, privare un’intera popolazione del proprio futuro, impedire a un popolo di fare ciò che vuole con la propria testa, impedire ai lavoratori di vivere e affermarsi con il proprio lavoro come in questo momento l’italia guidata dall’europa stà facendo o opporsi con forza a tutto questo.
La mia coscienza mi obbliga di dover difendere quelle popolazioni che hanno avuto il coraggio di dire no allo stato, che chiedono di fare solo quello che vogliono loro nella terra dove sono nati, cresciuti e ora vivono. Mi obbliga a difendere lavoratori e sfruttati e a difendere giovani prima del loro futuro.
Per questo sono e sarò sempre un NO TAV, una persona che è dalla parte degli studenti e dei lavoratori. Sarò sempre in piazza contro tutte le ingiustizie che questo sistema ha creato; pure ora che sono costretto qua, con il pensiero e con l’anima sono sempre in piazza con loro.

Vi chiedo scusa per le varie divagazioni ma a stare qua si diventa logorroici.
Vi abbraccio forte e vi ringrazio di cuore di tutto quello che avete fatto e che state facendo per me.

Se qualcuno volesse scrivermi vi lascio il mio indirizzo e lo ringrazio in anticipo, in galera una lettera vuol dire tanto:
CECCARELLI DAYVID
C.C. ALBA
VIA VIVARO 14
12051 ALBA (CN)

CIAO A TUTTI DAYVID


Vogliamo Dayvid “CIGA” Libero Subito!

cigaCi sono compagni che per le loro idee rischiano di proprio,sacrificando in primis la loro liberta’, 
unica cosa realmente loro e realmente importante.
Dayvid non mette bombe.
Dayvid non stava organizzando nessun atto ecclatante, magari a spese altrui.
Dayvid e’ solo una persona che critica il sistema apertamente e attivamente, magari a volte
con troppa foga, ma sempre con coscienza e sempre forte della convinzione che un altro mondo
sia possibile.
Dayvid non ha santi in paradiso e tantomeno in parlamento.
Dayvid e’ un cane sciolto.
Dayvid e’ anarchico.
Per tutti questi motivi Dayvid e’ in carcere.
Il 28 ottobre 2012, senza palesarsi, degli agenti della digos lo traggono in arresto a casa sua,
dicendogli che devono notificargli qualcosa. Viene invece incarcerato immediatamente a S.Vittore.
Le circostanze che hanno condotto al suo arresto non sono del tutto chiare, e vengono
chiarite solo in parte qualche settimana dopo.La sua VERA colpa e’ essere un attivista NO TAV
e anarchico. Insomma, uno scomodo.
Seguendo schemi che ben conosciamo, un mese dopo dal suo arresto Dayvid viene trasferito
al carcere di Alba- Cuneo, pratica che vorrebbe farlo sentire ulteriormente solo e abbandonato.
Cosi’ invece non sara’, piu’ lo porterete lontano e piu’ i suoi amici urleranno forte.
Non dimentichiamoci di Dayvid e di tutti quelli nelle sue stesse condizioni.
Non lasciamoli soli,
Dayvid potresti essere tu!
CIGA LIBERO!!!


Maurizio Alfieri trasferito a Saluzzo

Maurizio Alfieri viene nuovamente trasferito da un carcere all’altro e il motivo è sempre lo stesso: è un prigioniero che non si piega ai ricatti e alla brutalità delle guardie e della direzione, è un prigioniero che ha sempre cercato di organizzarsi con i propri compagni, dentro e fuori le mura della galera, per segnalare e contrastare la violenza e la vigliaccheria degli aguzzini. Dopo mesi di resistenza, in cui la solidarietà verso i prigionieri di Tolmezzo ha travalicato di molto i confini del Friuli, fino a raggiungere con un presidio il Ministero della Giustizia in quel di Roma, la direzione del carcere ha cercato con questa mossa di disinnescarne il potenziale conflittuale.
Non solo un trasferimento da carcere a carcere, ma da sezione di isolamento a sezione di isolamento, con destinazione Saluzzo; carcere attorno al quale si era creato, fino alla scarcerazione del prigioniero No Tav Giorgio Rossetto lì detenuto, un coordinamento (NoISOL) contro le condizioni di segregazione dei prigionieri di quella sezione. Invitiamo tutti i nemici e le nemiche di ogni gabbia a scrivere a Maurizio e a sostenerne la resistenza anche a Saluzzo, continuando a
tenere sempre alta l’attenzione sul brutale carcere Tolmezzo, affinché si moltiplichino le occasioni di lotta dentro e fuori le galere.

giudiceRiceviamo e diffondiamo:

MAURIZIO ALFIERI TRASFERITO NEL CARCERE DI SALUZZO (CUNEO)

Apprendiamo che il 18 dicembre Maurizio Alfieri è stato trasferito dalla sezione di isolamento del carcere di Tolmezzo alla sezione di isolamento del carcere di Saluzzo. Chiamato al mattino in matricola e accompagnato da 6 o 7 guardie aveva capito subito che c’era qualcosa di strano. Dopo qualche ora di sosta in una celletta vuota, Maurizio viene portato in una saletta dove trova tutti i suoi vestiti buttati a terra e dove viene fatto spogliare e perquisire, mentre il comandante insulta i compagni che avevano partecipato al presidio di solidarietà perché avevano fatto il suo nome al microfono. Dopo un po’ il comandante Raffaele Barbieri arriva con un coltello di ghisa nero lungo circa 30 centimetri e accusa Maurizio, sulla base di una dichiarazione scritta di un delatore, di averlo nascosto nella sua cella. Maurizio risponde che a trovarlo è stato chi lo ha nascosto e che la dichiarazione dell’infame (una doppia merda, visto che nei suoi confronti Maurizio è sempre stato generoso e solidale!) è stata concordata con la promessa di un lavoro e della salita in sezione. Dopo di che Maurizio viene trasferito senza nemmeno poter raccogliere vestiti, fornello, cibo, radio, buste, francobolli ecc. Nel cellulare ci sono sette guardie e un fuoristrada con altre quattro lo segue. Gli dicono che la destinazione è Trani, ma alle ore 24,00 si ritrova a Saluzzo, in isolamento. Qui Maurizio ha potuto contare sulla solidarietà degli altri detenuti, che si ricordano del compagno NO TAV che era stato lì e del presidio di solidarietà che si era svolto all’esterno.
Maurizio si trova ora con dieci sanzioni disciplinari di 15 giorni di isolamento ciascuna, espressione della rappresaglia e delle ritorsioni nei suoi confronti da parte della direzione del carcere di Tolmezzo per tutte le denunce e le lotte da lui fatte. Tra l’altro, sia detto tra parentesi, una guardia che denuncia un prigioniero non dovrebbe poi “prestare servizio” nella stessa sezione del detenuto, mentre Maurizio ha accumulato fino a 6 denunce (per 90 giorni di isolamento) da parte di due guardie, rimaste sempre allo stesso posto. Che la direzione del carcere di Saluzzo decida o meno di farsi complice delle ritorsioni decise a Tolmezzo dipenderà, come sempre, anche dalla solidarietà che si svilupperà all’esterno. Maurizio, quanto a lui, non abbasserà certo la testa.
Maurizio ci informa anche che poco prima di essere trasferito stava raccogliendo delle firme in solidarietà con i compagni in AS2 ad Alessandria. Ringrazia poi uno ad uno, una ad una, tutti quelli e tutte quelle che gli hanno scritto.“Sono riuscito a portarmi la posta e ci tenevo ad abbracciarvi tutti/e al mio cuore compagni/e per dirvi che il vostro calore e la vostra vicinanza non mi fanno mai sentire solo. Vi voglio bene e vi abbraccio fraternamente, Maurizio”.
Maurizio ha espresso il desiderio di ricevere libri e pubblicazioni sull’anarchismo.

Per scrivergli:
MAURIZIO ALFIERI
VIA REGIONE BRONTA N. 19/BIS
12037 SALUZZO (CUNEO)

Fonte: informa-azione.info