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Carcere – Ultime da Tolmezzo

Diffondiamo da informa-azione

aAssieme a parole di apprezzamento per il presidio del 30 marzo, dal carcere di Tolmezzo sono arrivate alcune informazioni da diffondere.
Apprendiamo che Massimo Russo, comandante della squadretta di picchiatori, è stato trasferito dal carcere di Tolmezzo (a quanto si dice, in quello di Udine).
Gira anche voce che il carcere di Tolmezzo – dove già esistono una sezione di 41 bis e una di Alta Sorveglianza – debba diventare una struttura adibita in toto all’Alta Sorveglianza, con trasferimenti previsti per luglio.
Se mettiamo insieme queste informazioni con i nuovi progetti di AS previsti in Sardegna e con altre sezioni speciali costruite in fretta e furia in altre carceri (come a Ferrara), appare evidente che il dominio si sta preparando ai possibili conflitti fuori e dentro le prigioni con le armi classiche dell’isolamento e della differenziazione.
Questi progetti, così come la presenza di compagni e compagne in carcere, devono diventare parte concreta delle lotte.
Aspettare passivamente, per i nemici del dominio, sarebbe una pessima idea.


Presidi anticarcerari

30_marzo


Carcere – Maurizio Alfieri trasferito a Terni, presidio a Saluzzo confermato

solidarity-gifdiffondiamo da informa-azione la notizia del trasferimento del prigioniero in lotta Maurizio Alfieri. Ricordiamo che Maurizio era stato recentemente trasferito a Saluzzo dal carcere di Tolmezzo, dove aveva contribuito all’auto-organizzazione dei prigionieri per segnalare e contrastare le brutalità di quella galera. Anche a Saluzzo, si è subito diffusa tra i prigionieri la volontà di rompere l’ordinarietà del carcere e Maurizio ha contribuito alla diffusione di un comunicato collettivo firmato da 245 prigionieri. Se credono che il suo trasferimento possa mettere a tacere le lotte dei prigionieri, sta a tutti e tutte noi contribuire a sventare i loro piani. Iniziamo col confermare il presidio anticarcerario che si terrà oggi pomeriggio a Saluzzo, in solidarietà con tutti i prigionieri.

Oggi 16 febbraio ci è arrivata la notizia che Maurizio Alfieri è stato trasferito al carcere di Terni.
Maurizio ci scrive che era da quattro giorni che non riceveva posta e questo l’aveva messo in allarme.
Poi il giorno del trasferimento (la lettera da Terni ha il timbro 102) è stato svegliato alle 4 del mattino da dieci agenti, i quali gli han detto di portarsi dietro solo due borse.
Dopo il viaggio in aereo in carcere a Terni si è accorto che gli mancava il pigiama, ciabatte e altre cose utili.
Nella sua cella non c’è il riscaldamento, gli mancano le coperte e al passaggio è costretto a camminare in uno spazio di 4 metri per 2 con la rete
metallica sopra la testa. La risposta di Maurizio è che tutto questo lo rende ancora più incazzato.

Sulla faccenda della “sventata” fuga dal carcere di Tolmezzo sono emerse delle novità dal Messaggero Veneto del 15 febbraio.
Il 12 febbraio il Tribunale del Riesame di Trieste ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 2 gennaio dal Gip di Tolmezzo nei confronti di Maurizio Alfieri e ha disposto la liberazione di Cosimo Damiano Alario, accusato di aver fatto arrivare droga e coltelli nella cella di Alfieri. L’annullamento delle custodie cautelari è motivato dal fatto che gli indizi fino ad ora emersi vanno approfonditi per capire se Maurizio è veramente o no coinvolto in questa storia.
La Procura di Tolmezzo, che per mesi ha coordinato l’indagine, ha già annunciato un ricorso in Cassazione.
Fino a due giorni prima sul Messaggero Veneto uscivano articoli sul tentativo di fuga da Tolmezzo tramite la partecipazione di
boss palermitani, mettendo ancora in luce la faccenda a favore dei ROS, scrivendo che dopo lunghe indagini gli “autori” della fuga erano
stati incastrati dall’agente sotto copertura dei Carabinieri.
La storia di Tolmezzo sta diventando una “fuffa”. Tutte le domande che ci eravamo posti fino ad’ora su questa storia stanno avendo risposta:
la montatura non regge. Le prove della “sventata” fuga sono diventate fumo.
Chi pensava di spezzare la solidarietà tra detenuti, tra dentro il carcere e fuori si è ritrovato con un pugno di aria, prova ne è la lettera
uscita qualche giorno fa dai detenuti di Saluzzo.

Solidarietà ai detenuti di Saluzzo
Libertà per Maurizio Alfieri
Liberi tutti Libere tutte!

Per scrivere a Maurizio Alfieri l’indirizzo è:

Maurizio Alfieri
Casa Circondariale Di Terni
Strada Delle Campore, 32 – 05100 Terni (TR)


Carcere – Comunicato di Maurizio Alfieri sul fango di Tolmezzo e sciopero della fame

da  informa-azione

Riceviamo e diffondiamo questo comunicato di Maurizio Alfieri sulle montature nei suoi confronti ad opera di repressione e pennivendoli di regime, ed una  in cui annuncia l’inizio di uno sciopero della fame contro la noncuranza del dirigente sanitario e l’impossibilità di avere accesso alle giuste cure.
Ricordiamo che il 16 febbraio si terrà a Saluzzo un presidio anticarcerario in solidarietà con Maurizio e tutti i prigionieri di Saluzzo.

maurizio alfieriComunicato di Maurizio Alfieri

Carissimi/e compagni/e,
desidero scrivervi questo comunicato per poter esprimere innanzitutto il mio eterno bene per tutti/e voi, che lottate con ideali e principi contro le ingiustizie di fascisti pronti a reprimere con violenze e abusi tutti coloro che portano la solidarietà nelle piazze, nelle fabbriche, nelle carceri e in tutti i luoghi comuni.
Oggi da una missiva di un mio caro fratello oltre che compagno ho appreso una notizia che mi ha fatto andare su tutte le furie…
Desidero esprimere al giornalista che ha scritto l’infame e indegno articolo pubblicato sul “Gazzettino” quello che penso di lui. Premetto che per la mia buona educazione voglio riservarmi dall’esprimere epiteti verso costui, servo del sistema di cattiva informazione per fuorviare da ciò che accade nel carcere di Tolmezzo.
Questo signore si è permesso di dire che io e Valerio abbiamo sfruttato (i miei cari/e compagni/e e fratelli anarchici) per i nostri scopi!!!
Lei signor giornalista è un codardo, un vile, le povere persone come Enzo Tortora sono morte per gentaglia come lei, che per scopi di lucro scrivevano articoli falsi, così come è abituato a fare lei, non sapendo il significato di dignità e onestà.
Lei sicuramente sarà amico della direttrice e del comandante del carcere di Tolmezzo, forse la retribuiranno! Magari il direttore della sua testata le ha promesso una promozione!!!
A parer mio lei è un vero sfruttatore, non noi. Gli sfruttatori sono la feccia dell’umanità, sono i magnaccia, coloro che delle donne vorrebbero fare merce di scambio, ed io per costoro (giornalisti e magnaccia) provo disgusto, schifo e ribrezzo.
Lei signor giornalista cerchi di preoccuparsi dei pestaggi e di tutto ciò che è accaduto dentro il carcere di Tolmezzo, ma sicuramente lei sarà lo stesso giornalista che alcuni mesi fa sul “Gazzettino” parlava di Tolmezzo come di un albergo a cinque stelle!!!
Si vada a leggere le tante denunce di molti detenuti che sono stati massacrati, lei è un colluso della direttrice, si vergogni per come svolge il suo lavoro e non dimentichi tutti/e i fratelli e sorelle che sono morti nelle vostre patrie galere, dove non sono mai emerse responsabilità di terzi, ma solo omissioni e archiviazioni frettolose. Oggi io voglio dedicare un pensiero a tutti/e i fratelli e sorelle che per colpa di qualche aguzzino sono stati strappati all’affetto dei loro cari (io non vi dimenticherò mai e vi porto tutti/e nel mio cuore). Signor giornalista, non si permetta mai più di insinuare infamie, perché questo fa parte solo del suo palmares.
Un abbraccio a tutti/e i compagni/e e grazie per la tanta corrispondenza che ricevo da tutti/e voi, perché allieta le mie giornate, mi scalda il cuore e mi rende libero senza mura e senza sbarre.
Un forte abbraccio, vi voglio bene.

Saluzzo, sezione di isolamento, 30/01/13

 

Maurizio (“a” cerchiata)   

P.S. Ricordatevi che rispondo a tutti/e.

Nota aggiunta da Maurizio

Esimo da ogni responsabilità qualsiasi compagno/a per i fatti di Tolmezzo. Come risulta da tutti gli atti non c’è stato nessun coinvolgimento di qualsiasi persona e compagni/e, per cui nessuno si può permettere come il giornalista di insinuare anche il minimo coinvolgimento dei presidi del 10/09/12 e del 24/11/12.
Desidero inoltre dire a costui o costoro che non devono insinuare nulla verso i presidi di solidarietà contro i pestaggi e gli abusi che avvenivano e avvengono a Tolmezzo.

Doverosi saluti,
Maurizio Alfieri

bacioLettera di Maurizio sullo sciopero della fame

Saluzzo 4 febbraio 2013

Carissimi/e compagni/e,
mi preme scrivervi quanto mi accade per rendere partecipi tutti/e coloro che vorranno sapere come siamo costretti a vivere e quanto dobbiamo sopportare a Saluzzo. Vi premetto che ho problemi alle ginocchia, dovute a usura delle cartilagini, con segni di meniscopatia, frammenti di cartilagini e una ciste di Baker che mi bloccano l’articolazione. Tutte queste patologie le ho combattute con la forza di buona volontà, correndo “piano” ogni mattina per 1 ora, nonostante mi trattengano in isolamento; qui a Saluzzo è impossibile correre. Aspettavo da giorni dopo aver sollevato il problema, l’ortopedico mi ha prescritto la “cyclette” il 13/01/2013 e di camminare spesso; così stamattina, dopo aver visto che a nessuno interessava del mio stato di salute, ho iniziato lo sciopero della fame. Mentre il dottore di turno misurava tutti i parametri e mi faceva pesare entrò un dottore,   e ho saputo solo in un secondo momento che si trattava del dirigente sanitario. Dopo che il dottore di turno gli ha illustrato la mia situazione, questo fantomatico dirigente sanitario mi guarda e mi dice: “guardi per me lei può correre in cella”!!!
In un primo momento pensavo ad una battuta infelice, solo che appena mi  sono reso conto che dopo aver detto questo è uscito e stava per andarsene, sono corso fuori e gli ho chiesto se stava scherzando; appena mi ha risposto di no gli ho detto che lui aveva sbagliato lavoro… avrei voluto apostrofarlo, solo che erano presenti alcune donne, così mi sono trattenuto, non sapendo chi era costui. Però adesso avendo saputo che è il responsabile dell’Area Sanitaria, mi chiedo come possa svolgere una mansione così delicata!!! Neanche un veterinario avrebbe risposto in questa maniera, ma evidentemente è la sua indole strafottente. A me, come a tutti/e i detenuti e le detenute deve essere garantito il diritto alla salute.
Costui non può arrogarsi il diritto di contraddire una patologia accertata, addirittura senza neanche visionare la mia cartella clinica! Contravvenendo ad un luminare come l’ortopedico!
Qui a Saluzzo  siamo capitati in cattive mani, escludendo gli altri dottori e dottoresse che svolgono il loro lavoro con la massima attenzione, nonostante tutti loro abbiano dato disponibilità a farmi iniziare una fisioterapia, questo fantomatico dirigente sanitario ha stabilito che io posso correre in cella!!!
Questo signore avrebbe bisogno di una visita psichiatrica ed andrebbe esonerato dal suo impiego perché non è idoneo a svolgere la mansione di  responsabile sanitario, dato che nessun dottore si sognerebbe di dare una simile risposta.
Adesso resto in attesa che la direzione mi risponda se qui viene garantito il diritto alla salute… e nel contempo auguro un buon appetito a tutti e tutte e inizio il digiuno forzato grazie a persone come questo signor dirigente…

Un abbraccio a tutti e tutte i compagni e le compagne
Con ogni bene

Maurizio

P.S. Vi aggiornerò di tutti gli sviluppi di questa faccenda

Per scrivergli:
MAURIZIO ALFIERI
VIA REGIONE BRONTA N. 19/BIS
12037 SALUZZO (CUNEO)

 


Tolmezzo – L’incredibile avventura degli elicotteROS

Riceviamo e diffondiamo

helyNaufragata la pista sulla trattativa Stato-Mafia, finalmente i ROS scoprono i veri alleati dei clan: gli anarchici! Scoop imperdibile per la stampa locale: dopo al-Quaeda e le BR, quali saranno i prossimi alleati di questi sovversivi? I satanisti? Gli extraterrestri? I testimoni di Geova?
Una storia incredibile quella pubblicata nei giorni scorsi dai media locali, che riporta di fatto l’attenzione sul maledetto carcere di Tolmezzo, anche se cercando di screditare chi solidarizzava con i prigionieri in lotta e non riportando i reali problemi del sistema carcerario italiano.

Uno strano destino quello del capoluogo carnico e la sua prigione, storie di droga e di “mele marce” non fanno più notizia: dentro le sue mura vi sono stati rinchiusi diversi ragazzi che vendevano o detenevano stupefacenti, arrestati proprio dal comandante dei carabinieri Demetrio Condello che poi è stato scoperto essere chi gestiva tutto il traffico della zona!

Questi fatti,e i ripetuti presidi di solidali con i detenuti, ci fanno pensare che qualcuno ha cercato di rifarsi la faccia costruendo ad arte una maxi operazione, con tanto di sventata evasione in elicottero del cosiddetto “Boss” che, guarda caso, è proprio quello che per primo aveva denunciato i pestaggi e le minacce che venivano perpetuate regolarmente all’interno del carcere di Tolmezzo contro i prigionieri!  Anarchici e No Tav in tutto questo, “sono stati usati” secondo i giornali, colpevoli (diciamo noi) di aver portato fuori dalle mura le proteste dei detenuti con presidi e volantinaggi. Il nesso tra gli elicotteri e gli anarchici non è chiaro, ma tutto fa brodo!

Invece, si pubblicano poche informazioni sul carcere quando bisogna portare il punto di vista di chi vi è rinchiuso: la prigione è una delle regioni nascoste del nostro sistema sociale, uno dei buchi neri della nostra vita. La prigione è lo specchio deformato ma rivelatore della società, moltiplica tutti i vincoli ideologici dell’ambiente esterno: rispetto assoluto per la gerarchia, coercizione e obbedienza coatta, sfruttamento e alienazione del lavoro, ricatto sulla ricompensa, ricatto sulla punizione, molteplice repressione della sessualità.

Non appena si cerca di rompere il muro dell’omertà e della rimozione denunciando pubblicamente le angherie, le ingiustizie, le violenze perpetrate ai danni dei prigionieri e le perversioni intrinseche al sistema carcerario, scattano meccanismi di mistificazione della realtà, di criminalizzazione e di repressione. Se la realtà trapela, il potere politico, giudiziario e poliziesco deve negarla e contorcerla per i suoi fini. Se i prigionieri alzano la testa e fanno sentire la loro voce, se i solidali fuori dalle mura fanno loro da cassa di risonanza, il potere fa di tutto per rendere la vita impossibile ai primi e per denigrare e/o intimidire i secondi.

Questo emerge dalla vicenda che riguarda il carcere di Tolmezzo e che colpisce drammaticamente nella loro esistenza Maurizio Alfieri e gli altri prigionieri a cui va la nostra solidarietà.
Sbirri magistrati e giornalisti, sono capaci di architettare una montatura tanto ridicola quanto megalomane pur di cercare di riportare tutto nei ranghi, pur di cercare di mettere tutto a tacere, pur di cercare di preservare il loro potere di vita e di morte sui detenuti e sulla società.
Noi vogliamo sapere, e ci proponiamo di divulgare nelle piazze dei paesi e delle città che cos’è la prigione: chi ci va; come e perché ci si entra; quale è la vita dei/delle prigionieri/e; come sono gli edifici, il cibo, l’igiene, il lavoro; come funziona il regolamento interno, come funziona il controllo medico, perché un uomo  settantenne, diabetico, con una gamba amputata, debba rimanere in galera e morirci, come è successo a Udine qualche giorno fa.
Noi intendiamo spezzare il doppio isolamento in cui si trovano rinchiusi i/le detenuti/e; vogliamo che possano comunicare tra loro, parlarsi da prigione a prigione, da cella a cella.

Noi non torniamo indietro. Non saranno certo queste campagne mediatiche a farci desistere dal lottare contro il carcere e il suo mondo. Qui come altrove le iniziative anticarcerarie si moltiplicano e sempre più prigionieri trovano il coraggio di denunciare ciò che succede all’interno delle prigioni. L’8 e il 9 Febbraio saremo di nuovo in piazza a Udine per rompere il silenzio, forti della consapevolezza che a chi sta a cuore la libertà, non si fa certo scoraggiare dalle infamie di poliziotti e pennivendoli vari. Per noi i BOSS sono quelli seduti in parlamento, nei consigli di amministrazione delle banche come l’MPS, delle industrie assassine come l’ ILVA o delle lobby del cemento come la CMC. Tutta gente che, guarda caso in prigione non ci andrà mai… Non saranno certo giudici e magistrati (specie quelli che entrano in politica) a cambiare questo stato di cose, sta a noi con le nostre voci e i nostri corpi far sì che in questo muro di silenzio e paura si crei finalmente una breccia per farla finita con le carceri e i loro orrori

Coordinamento contro il carcere e la repressione


Carcerati tentano una super fuga..sto cazzo!

questo e’ quello che scrivono i pennivendoli

I carabinieri hanno bloccato il tentativo di evasione progettato da due pericolosi malviventi detenuti a Tolmezzo

Ian BrittonUna fuga di quelle degne del migliore film d’azione con tanto di elicottero che atterra nel cortile del penitenziario. Fosse andato in porto, il tentativo di evadere diMaurzio Alfieri di 49 anni, detenuto per associazione a delinquere (fa parte di una gang milanese specializzata in rapine) e Valerio Salvatore Crivello di 39 anni, detenuto per vari reati, avrebbe  suscitato sicuramente un acceso dibattito sulla sicurezza del carcere di Tolmezzo, considerato tra i più efficienti del Nord. I due e i loro numerosi complici, però, non avevano fatto i conti con la determinazione della Polizia penitenziaria e con la capacità dei carabinieri del Raggruppamento operativo speciale e territoriali, di fare bene il loro mestiere.

I dettagli dell’operazione “Escape” che ha sventato il tentativo sono stati illustrati ogginel corso della conferenza stampa alla quale erano presenti il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Roberto Del Piano, il procuratore capo di TolmezzoGiancarlo Bonocore, il comandante del  Ros di Udine capitano Gabriele Passarotto, il commissario Raffaele Barbieri, comandante della Polizia penitenziaria della casa circondariale di Tolmezzo e il capitano Mauro Bonometti, comandante della compagnia carabinieri di Tolmezzo.

La rete è stata tirata dagli investigatori ieri, quando ormai erano chiari modalità e organizzazione del tentativo, ma i carabinieri al caso lavoravano da tempo, dall’agosto del 2012, quando emergono segnale sul fatto  che uno degli agenti ha rapporti poco chiari con alcuni detenuti.

La guardia carceraria corrotta, M.E. di Tolmezzo, è stata subito trasferita ad altro istituto con una scusa, per essere sostituita da un carabiniere infiltrato dei Ros che si è finto un agente di polizia penitenziaria pronto a fare “favori”. In due date, il quattro ottobre e il 17 dicembre, Romolo Alfieri, fratello di uno dei detenuti, ha consegnato all’esterno di un locale, poco distante dal casello autostradale di Amaro, quattro coltelli a serramanico e circa un etto di hashish: “Un piccolo tesoro da utilizzare all’interno del carcere – come ha spiegato Bonocore – per tessere alleanze con altri detenuti e consolidare i rapporti ottenendo preziosa collaborazione in vista della fuga”.

Il piano era di noleggiare un elicottero spacciandosi per ricercatori e, una volta partiti dall’eliporto di Tolmezzo, distante in linea d’aria tre chilometri e mezzo, dirottarlo costringendo il pilota ad atterrare verosimilmente dentro uno dei cortili della casa circondariale. “Il messaggio è molto chiaro – ha sottolineato il commissario Barbieri: le mele marce nella Polizia penitenziaria non hanno futuro e chi si sporca le mani non ha futuro”.

L’operazione è riuscita molto bene ed è la dimostrazione di cosa si possa ottenere quando le varie forze di polizia collaborano. Emerge tuttavia il malcelato disappunto del Procuratore per il parziale accoglimento delle richieste di custodia cautelare in carcere, concesse dal Gip solo per Alfieri già detenuto,  trasferito  a Saluzzo, e per uno degli altri dodici indagati, Cosimo Damiano Alario, che ha fornito la droga, ufficialmente operaio ma ritenuto molto vicino agli ambienti della n’drangheta , mentre per altri due, fra i quali Romolo Alfieri, pure arrestato in flagranza di reato, è stato disposto l’obbligo di dimora.

Desta un certo sconcerto il fatto che Maurizio Alfieri sia diventato una sorta di icona dei movimenti di protesta dopo aver fomentato in carcere varie azioni di protesta, diventando così una sorta di paladino dei diritti dei carcerati, mentre invece si tratta semplicemente di un criminale.

Fonte> ilfriuli.it

Riceviamo e diffondiamo

provocazione--vacanza-proGRAVE PROVOCAZIONE NEI CONFRONTI DI MAURIZIO ALFIERI

Ritorsioni e rappresaglie nei confronti di Maurizio Alfieridal 18 dicembre nella sezione di isolamento del carcere di Saluzzo, continuano da tempo. Ma ora hanno raggiunto un livello tale per cui è davvero fondamentale che la solidarietà nei suoi confronti diventi quel “giubbotto antiproiettile” a cui Maurizio la paragona spesso nelle sue lettere.
Ecco i fatti relativi all’ultimo periodo di carcerazione a Tolmezzo.

Poco prima che Maurizio venisse trasferito, una guardia (dedita a traffici di alcol e fumo con i detenuti) aveva chiesto a un familiare di Maurizio di portare due coltelli e un po’ di fumo nel tale posto alla tale ora per farli entrare in carcere. Il familiare, con molta ingenuità, porta quanto chiesto ma assieme alla guardia trova un… carabiniere in borghese. Dopo il colloquio in carcere, il familiare viene arrestato e, durante l’interrogatorio, il giudice gli parla di un fantomatico piano da parte di Maurizio per evadere con un elicottero assieme ad un altro detenuto. Dopo tre giorni di carcere, al familiare vengono concessi gli arresti domiciliari.

Maurizio, che ha subito scritto al giudice per scagionare il familiare, ammette solo di aver fatto entrare e usato un po’ di fumo (su proposta, da lui ingenuamente accolta, della guardia) e precisa di aver rifiutato le insistenti richieste da parte di quest’ultima (doppiamente infame) di far entrare della cocaina.

Aggiungiamo questo all’episodio di un altro coltello “scoperto” nella cella di Maurizio – e segnalato da un delatore in cambio di qualche “privilegio” – il giorno del suo trasferimento a Saluzzo, e a recenti interessamenti del ROS dei carabinieri nei confronti suoi e di un altro detenuto: il quadro appare tutt’altro che casuale. Chi c’è dietro questa operazione sporca? La direttrice del carcere di Tolmezzo? Il ROS? Qualche Ministero?

Chiunque sia, è evidente il progetto di applicare a Maurizio il 14 bis, che in passato ha già subìto per ben tre volte, o qualcosa di peggio.

Chiunque sia, sappia che Maurizio non è solo.

Ai compagni, alle donne e agli uomini di cuore e di coraggio dimostrarlo nei fatti.

P.S. Anche nel raccontare questa grave provocazione, Maurizio non perde occasione per ringraziare i compagni che hanno organizzato le recenti iniziative solidali a Roma e a Tolmezzo e per salutare quelli rinchiusi in AS2 ad Alessandria.

AGGIORNAMENTO – A quanto pare la macchinazione segnalata da Maurizio si è repentinamente tradotta in un’operazione repressiva guidata dai ROS. In attesa di raccogliere maggiori informazioni e testimonianze, riportiamo quanto diffuso dalle veline di regime sull’ANSA:

TRIESTE, 23 GEN – I carabinieri del Ros stanno eseguendo 4 provvedimenti cautelari, emessi su richiesta della procura della repubblica di Tolmezzo,per tentata evasione, corruzione, traffico di droga e armi. L’operazione, che comprende anche 12 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati in stato di liberta’, in Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte, ha sventato un progetto di evasione spettacolare con uso anche di un elicottero dal carcere di Tolmezzo e un traffico di hashish ed armi.

Solidarieta’ e stima per Maurizio!


Carcere – Resoconto del capodanno sotto il carcere di Tolmezzo

liberi tutti1Come una buona vecchia tradizione vuole, alcuni di noi hanno trascorso la notte di Capodanno sotto un carcere.
Quest’anno il carcere non poteva che essere quello di Tolmezzo. Anche se a poche settimane dalla fine dell’anno, intorno al 20 dicembre, Maurizio Alfieri è stato trasferito a Saluzzo (CN), abbiamo deciso di mantenere l’appuntamento a Tolmezzo perché lì rimangono le decine di detenuti che ci scrivono e con i quali vorremmo allacciare rapporti per poterli supportare nella lotta.
Di sicuro l’allontanamento di Maurizio è un tentativo di affievolire il percorso intrapreso a Tolmezzo, un carcere in cui è nata una conflittualità condivisa da più detenuti e che non deve  tornare ad essere la tomba dove prevaricazioni di ogni tipo vengono perpetrate nel silenzio e nella connivenza di tutti gli “organi preposti”.
Questa volta, considerando i vari presidi sotto le mura per la notte di Capodanno- Bergamo, Cosenza, Como, Monza, Roma, Torino e altri- possiamo dirci contenti di come sia andata l’iniziativa: eravamo una cinquantina di persone; da dentro c’è stata una buona risposta ed è stato possibile comunicare con i detenuti delle celle più in alto – in particolare durante un intervento in cui si è nominato Massimo Russo, aguzzino particolarmente distintosi per le minacce, i pestaggi, i dispetti , i detenuti hanno fatto sentire bene cosa pensano di questa merda di uomo; abbiamo salutato in modo particolare chi ci ha scritto invitandoli a farlo ancora.
E’ stato un saluto caloroso per ricordare che siamo solidali con i detenuti in lotta, un saluto la notte di capodanno per dire che non ci dimentichiamo dei detenuti di Tolmezzo.
A tal proposito però pensiamo che questo carcere avrebbe avuto ed ha bisogno di iniziative più incisive. Ben vengano ad esempio le iniziative come quella organizzata a Roma davanti al DAP. Auspichiamo che non siano iniziative isolate. Detto questo non possiamo non chiederci quale trattamento avrebbe ricevuto Maurizio se il presidio organizzato per lo scorso 24 novembre avesse visto la partecipazione richiesta da una situazione come quella di Tolmezzo in quel momento: dalla aggressione contro Mohamed commissionata dal comandante ed effettuata da un detenuto, ai 115 giorni di isolamento a Maurizio a cui sono seguiti altri 45.
Il presidio era stato pubblicizzato con largo anticipo e con l’attenzione a non sovrapporsi alle altre iniziative di solidarietà che erano state organizzate per Maurizio, per Nicola e Alfredo, per Alessio… era stata rimarcata più volte la necessità di una iniziativa grossa e determinata che facesse capire alla direttrice, al comandante e scagnozzi che non potevano più permettersi le continue angherie, vere e proprie pratiche di tortura.
La solidarietà arrivata da tanti compagni e da tante persone che si occupano di carcere ai detenuti di Tolmezzo, le informazioni circolate in rete su informa-azione, su Radio Black Out di Torino, Radio Onda Rossa di Roma, le iniziative fatte a Trento e Rovereto hanno sicuramente influito sull’andazzo in carcere, tant’è che non ci sono pestaggi da un po’. Alcuni detenuti ci hanno scritto che in altri tempi  Maurizio sarebbe stato massacrato.
Ma le rappresaglie della direttrice e del comandante non sono finite, si sono fatte più subdole: il già citato ferimento di Mohamed, i mesi di isolamento a Maurizio e l’ultimo trasferimento di Maurizio a Saluzzo passando da …Trani! Maurizio ha subito 18 ore di viaggio con i secondini che continuavano a provocarlo, che l’hanno trasferito attirandolo fuori dalla cella con l’inganno, portandolo via senza lasciargli il tempo di recuperare le sue cose, tra cui l’abbigliamento pesante, e facendogli credere che l’avrebbero lasciato a Trani, dove lui non voleva assolutamente rimanere avendo i suoi fratelli più cari a Milano.
E ora che Maurizio è stato trasferito, tra l’altro proprio vicino Cuneo, pensiamo sia importante tenere alta l’attenzione su ciò che accade tra quelle mura, supportare maggiormente le iniziative che verranno costruite a Udine e dintorni e portare a casa il messaggio che i detenuti di Tolmezzo hanno lanciato con la loro determinazione, con l’iniziativa di solidarietà agli anarchici rinchiusi ad Alessandria: dentro nessuno, solo macerie!

Anarchici di Trento e Rovereto


Maurizio Alfieri trasferito a Saluzzo

Maurizio Alfieri viene nuovamente trasferito da un carcere all’altro e il motivo è sempre lo stesso: è un prigioniero che non si piega ai ricatti e alla brutalità delle guardie e della direzione, è un prigioniero che ha sempre cercato di organizzarsi con i propri compagni, dentro e fuori le mura della galera, per segnalare e contrastare la violenza e la vigliaccheria degli aguzzini. Dopo mesi di resistenza, in cui la solidarietà verso i prigionieri di Tolmezzo ha travalicato di molto i confini del Friuli, fino a raggiungere con un presidio il Ministero della Giustizia in quel di Roma, la direzione del carcere ha cercato con questa mossa di disinnescarne il potenziale conflittuale.
Non solo un trasferimento da carcere a carcere, ma da sezione di isolamento a sezione di isolamento, con destinazione Saluzzo; carcere attorno al quale si era creato, fino alla scarcerazione del prigioniero No Tav Giorgio Rossetto lì detenuto, un coordinamento (NoISOL) contro le condizioni di segregazione dei prigionieri di quella sezione. Invitiamo tutti i nemici e le nemiche di ogni gabbia a scrivere a Maurizio e a sostenerne la resistenza anche a Saluzzo, continuando a
tenere sempre alta l’attenzione sul brutale carcere Tolmezzo, affinché si moltiplichino le occasioni di lotta dentro e fuori le galere.

giudiceRiceviamo e diffondiamo:

MAURIZIO ALFIERI TRASFERITO NEL CARCERE DI SALUZZO (CUNEO)

Apprendiamo che il 18 dicembre Maurizio Alfieri è stato trasferito dalla sezione di isolamento del carcere di Tolmezzo alla sezione di isolamento del carcere di Saluzzo. Chiamato al mattino in matricola e accompagnato da 6 o 7 guardie aveva capito subito che c’era qualcosa di strano. Dopo qualche ora di sosta in una celletta vuota, Maurizio viene portato in una saletta dove trova tutti i suoi vestiti buttati a terra e dove viene fatto spogliare e perquisire, mentre il comandante insulta i compagni che avevano partecipato al presidio di solidarietà perché avevano fatto il suo nome al microfono. Dopo un po’ il comandante Raffaele Barbieri arriva con un coltello di ghisa nero lungo circa 30 centimetri e accusa Maurizio, sulla base di una dichiarazione scritta di un delatore, di averlo nascosto nella sua cella. Maurizio risponde che a trovarlo è stato chi lo ha nascosto e che la dichiarazione dell’infame (una doppia merda, visto che nei suoi confronti Maurizio è sempre stato generoso e solidale!) è stata concordata con la promessa di un lavoro e della salita in sezione. Dopo di che Maurizio viene trasferito senza nemmeno poter raccogliere vestiti, fornello, cibo, radio, buste, francobolli ecc. Nel cellulare ci sono sette guardie e un fuoristrada con altre quattro lo segue. Gli dicono che la destinazione è Trani, ma alle ore 24,00 si ritrova a Saluzzo, in isolamento. Qui Maurizio ha potuto contare sulla solidarietà degli altri detenuti, che si ricordano del compagno NO TAV che era stato lì e del presidio di solidarietà che si era svolto all’esterno.
Maurizio si trova ora con dieci sanzioni disciplinari di 15 giorni di isolamento ciascuna, espressione della rappresaglia e delle ritorsioni nei suoi confronti da parte della direzione del carcere di Tolmezzo per tutte le denunce e le lotte da lui fatte. Tra l’altro, sia detto tra parentesi, una guardia che denuncia un prigioniero non dovrebbe poi “prestare servizio” nella stessa sezione del detenuto, mentre Maurizio ha accumulato fino a 6 denunce (per 90 giorni di isolamento) da parte di due guardie, rimaste sempre allo stesso posto. Che la direzione del carcere di Saluzzo decida o meno di farsi complice delle ritorsioni decise a Tolmezzo dipenderà, come sempre, anche dalla solidarietà che si svilupperà all’esterno. Maurizio, quanto a lui, non abbasserà certo la testa.
Maurizio ci informa anche che poco prima di essere trasferito stava raccogliendo delle firme in solidarietà con i compagni in AS2 ad Alessandria. Ringrazia poi uno ad uno, una ad una, tutti quelli e tutte quelle che gli hanno scritto.“Sono riuscito a portarmi la posta e ci tenevo ad abbracciarvi tutti/e al mio cuore compagni/e per dirvi che il vostro calore e la vostra vicinanza non mi fanno mai sentire solo. Vi voglio bene e vi abbraccio fraternamente, Maurizio”.
Maurizio ha espresso il desiderio di ricevere libri e pubblicazioni sull’anarchismo.

Per scrivergli:
MAURIZIO ALFIERI
VIA REGIONE BRONTA N. 19/BIS
12037 SALUZZO (CUNEO)

Fonte: informa-azione.info


Presidio di capodanno a Tolmezzo

Già nei presidi dell’ 8 settembre e del 24 novembre scorsi, portando fuori dalle mura carcerarie le voci dei detenuti, abbiamo denunciato i pestaggi delle “squadrette speciali”, l’isolamento punitivo, le minacce fisiche e psicologiche, le pessime condizioni igienico-sanitarie, il vitto scarso e immangiabile, lo sfruttamento del lavoro, l’insabbiamento delle denunce inviate dai detenuti alla procura di Udine e al magistrato di sorveglianza,

Le azioni di rappresaglia della direzione verso chi non piega la testa e ha deciso di rompere il muro dell’omertà, non riescono a fermare la protesta collettiva dei prigionieri, che valica le mura dell’inferno tolmezzino, a cui fanno eco le azioni dei/delle solidali fuori dalle carceri.
Percorsi di vita che si intrecciano: iniziative anticarcerarie di fronte alle mura di Tolmezzo; uno sciopero del vitto in solidarietà con Maurizio Alfieri, un prigioniero che per il suo coraggio e determinazione nella denuncia degli abusi è tenuto in regime di isolamento e nonostante ciò trova la forza, assieme ad altri detenuti, per appoggiare la lotta dei compagni anarchici detenuti ad Alessandria nella sezione AS2 contro le finestre a bocca di lupo; un presidio solidale a Roma davanti al ministero di grazia e giustizia;…

Per dare forza a questi percorsi di liberazione nella notte di capodanno saremo ancora a Tolmezzo.
Saremo presenti con le nostre voci ed i nostri corpi per dire ai prigionieri che non sono soli e che la loro lotta è la nostra lotta.
Alla direzione del carcere diciamo che il silenzio è rotto e che il tempo dell’impunità è finito.