Tag Archives: roma 15 ottobre

Francesco libero!

riceviamo e diffondiamo

cordatesaFrancesco Carrieri (uno dei prigionieri del 15/10) torna libero.
Non sappiamo ancora se e quali restrizioni avrà.
Yeah!


Roma 15 ottobre 2011 – Né spettatori né vittime

cordatesaIl 14 Novembre si terrà presso il tribunale di Roma, a Piazzale Clodio, la nuova udienza del processo del terzo troncone di indagini a carico di 18 persone accusate di “devastazione e saccheggio” e alcune di loro di tentato omicidio.

Un processo che da alcuni mesi sta mostrando la volontà politica e l’accanimento vendicativo con cui lo Stato e nel suo specifico la Procura della Repubblica di Roma Continue reading


Arrestato Niccolò, condannato Carlo, liberati Lollo e Paska

cordatesaNICCOLO

A meno di due settimane di distanza dagli ultimi mandati, un altro anarchico è stato arrestato a Torino. All’alba di martedì 29 ottobre la Digos si presenta nella casa dove un compagno, già sfuggito a giugno a un primo ordine di cattura con l’accusa diresistenza a pubblico ufficiale, era sottoposto all’obbligo di dimora notturno. Ancora una volta, si tratta di un inasprimento di una misura cautelare chiesto e ottenuto dal Pm Antonio Rinaudo, con il pretesto di una denuncia per furto in un supermercato di qualche giorno fa.

E già che ci siamo, vi segnaliamo un altro episodio di questi giorni. Alcuni dei banditi del 16 ottobre sono residenti in città, lavorano o studiano qui da anni e pertanto hanno fatto istanza per convertire il divieto di dimora in qualche altro obbligo che permettesse loro di starsene a casa propria. Dopo qualche giorno di riflessione, il giudice ha risposto… confermando la misura. Cosa vuole dire questo? Che una volta il discorso del Tribunale era: «voi ve ne state a Torino espressamente per compiere reati, per cui vi ordiniamo di tornarvene a casa vostra»; ora, invece, i giudici dicono: «siete pericolosi per l’ordine cittadino, per cui vi ordiniamo di andarvene da casa vostra». In uno slancio di giurisprudenza creativa, insomma, a Palazzo di Giustizia propongono una versione moderna dell’esilio interno, del confino politico.

Pezzo dopo pezzo, mandato dopo mandato, si compone il puzzle concepito da Questura e Procura di Torino, con il beneplacito del Tribunale: un insieme di tante piccole operazioni, con arresti “in differita”, misure “a fisarmonica”, alchimie e acrobazie giudiziarie, per levare di mezzo poco a poco il maggior numero possibile di sovversivi  dalle strade di Torino. Senza bisogno di inchieste rumorose, peraltro sempre pronte nei cassetti; e senza bisogno di leggi speciali: le leggi esistenti bastano e avanzano, come si suol dire, basta applicarle… un po’ come cazzo pare a loro.

Ma ritorneremo su questo puzzle molto presto. Nell’attesa, vi invitiamo a scrivere lettere e telegrammi a

Niccolò Blasi
c/o Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”
via Aglietta 35
10149 Torino

CARLO

Giovedì 10 ottobre la Corte di Appello ha confermato la condanna a 5 anni a Carlo, compagno di San Miniato.
L’accusa è di aver incendiato un blindato negli scontri a Roma dello scorso 15 Ottobre 2011.
Carlo era stato riconosciuto grazie ad una foto pubblicata sull’edizione online de Il Giornale. Nello scatto, seconda la Procura e la Corte d’Appello, lancia un liquido sulla camionetta dei Carabinieri in fiamme.
Carlo venne arrestato il 28 ottobre del 2011 in provincia di Pisa e il potente liquido infiammabile di cui tanto si parlò in quei giorni non era altro che whisky e cola. Carlo è stato accusato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e devastazione, per aver contribuito “ad alimentare l’incendio” del blindato. Una condanna pesante che si aggiunge alle altre già avvenute per resistenza aggravata nei confronti dei primi arrestati e delle prime arrestate per i fatti del 15 Ottobre.

LOLLO

(ANSA) – MILANO, 29 OTT – Il gip di Milano Alessandra Simion ha disposto la scarcerazione di Lorenzo Minani, uno dei due studenti dell’Università Statale arrestati lo scorso 4 settembre con l’accusa di aver pestato a sangue un altro studente nella notte tra il 14 e il 15 febbraio scorso nel corso di una festa durante un’occupazione. Il giudice ha concesso al giovane gli arresti domiciliari. Una decina di giorni fa era tornato in libertà, con l’obbligo di firma, l’altro arrestato, Simone Di Renzo.

PASKA

Revocato l’obbligo di dimora a Paska, imprigionato per i fatti dell’ex-cuem a Milano

LIBER* TUTT*


Lettera di Dayvid dai domiciliari

diffondiamo da informa-azione questa lettera di Dayvid, compagno ai domiciliari imputato nel il processo per i fatti del 15 ottobre 2011 a Roma:

cordatesaCari compagne e compagni,

non sapete con quale gioia io scriva questa lettera! Il sapere delle tre giornate di lotta indette per sostenere noi imputati del 15 ottobre 2011 mi riempie il cuore di speranza.

Per anni ci siamo ripetuti lo slogan: ” la solidarieta’ e’ un arma”; rischiavamo a Continue reading


Prigionieri 15 Ottobre – Francesco trasferito a Roma

cordatesaApprendiamo che da lunedì 14 ottobre 2013, dopo essere passato per le galere di Savona e San Remo, Francesco Carrieri è stato trasferito a Roma.

Per scrivergli:

Francesco Carrieri
c/o C.C. Rebibbia
via Raffaele Majetti, 70
00156 Roma

La solidarietà è una arma, usiamola!!!


Prigionieri 15 Ottobre – Francesco trasferito nel carcere di San Remo

++ INDIGNATI: ROMA; ASSALTATO MEZZO FORZE ORDINE ++Apprendiamo che Francesco, dopo la convalida della custodia cautelare in carcere, è stato trasferito dalla Casa Circondariale di Savona a quella di Sanremo.

Ecco il nuovo indirizzo per scrivergli:

FRANCESCO CARRIERI
CASA CIRCONDARIALE DI SANREMO
STR. ARMEA, 144
18038 SANREMO (IM)


Prigionieri 15 Ottobre – Aggiornamenti e lettera di Francesco dal carcere di Savona

diffondiamo da informa-azione

cordatesaCiao a tutti,
Sono ormai cinque giorni che mi trovo nel carcere Sant’Agostino di Savona.
Sinceramente sono ancora sconcertato e stupito di trovarmi in questa situazione, non sono di certo il tipo che si fida della sbirraglia o che ripone fiducia nello Stato e nella sua giustizia, ma resta il fatto che non mi aspettavo un colpo basso del Continue reading


Nuovo trasferimento per Davide Rosci

teramoantifaTeramo. “Questa mattina il compagno Davide Rosci è stato trasferito dal carcere di Teramo ad altra destinazione per ora sconosciuta. Dal carcere non hanno risposto alle richieste di informazioni dell’avvocato”. Lo ha annunciato il consigliere di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo che da tempo si batte in difesa del giovane teramano.

“Riprende Continue reading


Repressione 15 Ottobre – Francesco nuovamente in carcere a Savona

Diffondiamo da informa-azione

scritte anarchicheApprendiamo che Francesco, compagno arrestato per la rivolta del 15 ottobre 2011 a Roma, è stato nuovamente tradotto in carcere dagli arresti domiciliari con l’accusa di avere violato gli obblighi imposti dalla misura cautelare a cui era sottoposto. Subito una ventina di solidali si sono recati sotto il carcere di Savona per portare solidarietà al compagno.

Indirizzo per scrivere al compagno:

FRANCESCO CARRIERI
CASA CIRCONDARIALE DI SAVONA
PIAZZA MONTICELLO 4 –  17100 SAVONA  Continue reading


Lettera di Fra, arrestato per Roma 15 ottobre

cordatesaCiao a tutti,

Sono Francesco mi trovo agli arresti domiciliari da ormai 9 mesi per i fatti accaduti a Roma il 15 ottobre 2011,durante le più o meno lunghe giornate trascorse tra le mura di casa ho potuto fare molti ragionamenti sulla repressione e comprendere maggiormente quanto sia importante la solidarietà e  quanto basti poco per attuarla.

Anche solo due righe su un foglietto da parte di un amico o di uno sconosciuto o un saluto dal vicolo sotto casa riempiono il cuore e danno la forza di andare avanti e resistere, per questo voglio Continue reading


A testa alta! Per la solidarietà agli/alle imputati/e della giornata del 15 Ottobre.

cordatesa Il 4 Aprile scorso sono stati rinviati a giudizio 18 persone accusate del reato di devastazione e saccheggio in seguito ai fatti avvenuti durante la manifestazione del 15 Ottobre. Tre di loro sono accusate anche di tentato omicidio.
In ordine di tempo, queste persone sono solo le ultime ad essere sottoposte a processo per i fatti accaduti durante quella giornata:
Prima di loro molti giovani ragazzi/e si sono visti infliggere pene pesantissime e sproporzionate rispetto i fatti contestati per resistenza a pubblico ufficiale, mentre per i militanti di Azione Antifascista Teramo l’accusa di devastazione e saccheggio ha già portato in sede di giudizio a condanne a 6 anni con rito abbreviato, oltre al dover pagare 60000 euro di risarcimento danni.
Quando la ribellione rompe gli argini del dissenso Continue reading


Concerto benefit contro repressione 15 ottobre 2011

baraonda_benefit teramoSEGRATE – CSA BARAONDA
4 MAGGIO 2013 DALLE 22, CONCERTO BENEFIT PER I 5 COMPAGNI CONDANNATI IN PRIMO GRADO PER DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO PER GLI SCONTRI DI ROMA 15 OTTOBRE 2011 CON :

LINEA – COMBAT ROCK MILANO

DIRTY HARRY – HC PUNK MILANO


Cena benefit a Milano per Marina e dibattito su devastazione e saccheggio

malfmarinawebMERCOLEDI’ 24 APRILE:

DALLE ORE 20 IN POI

CENA BENEFIT A SEGUIRE DIBATTITO SU DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO

CIRCOLO DEI MALFATTORI
TORRICELLI 19

METRO 2 FERMATA ROMOLO;
LINEA 90/91 VIALE LIGURIA;

PER INFO MALFATTORI.NOBLOGS.ORG


Lettera di Davide Rosci del 2\4

cincazziamodavvero

Car* compagn* e fratelli carcerati,

Ho ricevuto l’opuscolo n. 77 dove veniva pubblicata la mia lettera dal carcere di Teramo. Da allora ad oggi (parliamo di poco più di un mese) me ne hanno fatte di tutti i colori. Per chi vive la nostra situazione potrebbe essere qualcosa di strano, ma penso che per molti, così come anche per me, è assurdo questo trattamento.

Il mio è stato un arresto politico che mirava a zittirmi e creare terra bruciata intorno a me, volevano farmi capire che mettersi contro questa società ingiusta comportava un prezzo alto da pagare e che combattere il sistema borghese non poteva avvenire così come stavamo facendo noi.

Infatti nella mia piccola Teramo si era creato un movimento non solo attivo, ma anche forte numericamente e determinato. Vedevano in noi un pericolo e hanno così utilizzato le loro armi per annientarci. Prima ci hanno accusato di essere un’associazione a delinquere e poi incriminati per i fatti di Roma. La macchina dello stato ha fatto il meglio di sé e lo ha fatto perché aveva paura di chi non era disposto ad abbassare la testa. Io ho deciso di affrontarli a viso aperto e quando hanno capito che dal carcere di Teramo non ero cambiato, mi hanno trasferito prima a Rieti, dove mi hanno messo solo in cella e trattenuto la corrispondenza e poi, non contenti, mi hanno portato nel carcere di Viterbo (carcere duro) e messo per 4 giorni in isolamento in una cella senza riscaldamento dove non avevo coperte e ho dormito con il giubbotto ad una temperatura intorno ai 4/5°. Sia a Rieti che a Viterbo non mi hanno motivato il trasferimento, di fatto agivano come nei peggiori anni della dittatura fascista. Solo quando sono venuti i consiglieri del PRC del Lazio, guarda caso, mi hanno portato in sezione 1/2 ora prima che venissero davanti alla mia cella.

È un modo di fare squallido, penoso oltre che vile. Fanno gli angeli quando sanno di avere le spalle al muro e poi come dei lupi ti sbranano quando chiudono i cancelli. Io non mi son perso d’animo, e da subito ho informato fuori di quanto accadeva. Ho capito che l’unica arma che abbiamo è quella della controinformazione. Ho affidato comunicati ai miei cari e fuori molti si sono indignati.

Non contenti di quanto mi avevano già fatto, mi hanno messo in cella con un macedone con l’AIDS. Io non ho nulla contro chi purtroppo ha contratto questa malattia, ma porca puttana neanche me lo hanno detto, lo sono venuto a sapere da terzi e poi ho avuto conferma da lui. Dico, almeno informatevi in caso di ferimenti…

Io non so più che si vogliono inventare, ma non cadrò alle loro provocazioni e anche se a volte la testa viaggia e pensa a male, io resterò lucido.

So di non essere solo e che fuori i compagn* si stanno muovendo per sputtanare il loro modo di agire e forte del loro sostegno io lotto fino alla fine.

Come noi sono stati molti i compagni e le compagne che hanno pagato con la galera le proprie idee e dalla loro resistenza dobbiamo prendere esempio. La storia ci ha insegnato che chi si metteva contro veniva perseguitato e che le loro idee di libertà e giustizia sociale erano giuste.

Dobbiamo essere fiduciosi e spingere chi è fuori a continuare la battaglia, dobbiamo fargli sentire la nostra voglia di non mollare ed essere tenaci. Raccontiamo quello che subiamo e quello che vediamo, se stiamo in silenzio facciamo il loro gioco.

La situazione carceraria è la vergogna dell’Italia in terra ma a conoscerla siamo solo noi e i nostri cari, sono convinto che se solo qualcuno entrasse e vedesse questo scempio le chiuderebbero tutte. Qui dentro non ci sono regole ed è l’unico posto in Italia dove vige una situazione senza alcun controllo.

Proviamo a cambiare lo stato di cose chiedendo a chi è fuori di essere la nostra voce. Ci vogliono 10-100-1000 Ampi Orizzonti. Spezziamo le catene, liberiamo la mente. Un abbraccìo! Davide (falce martello stella)

Viterbo, 2 aprile 2013 [ndr: data timbro]

Davide Rosci, strada San Salvatore, 14b – 01100 Viterbo


Repressione 15 ottobre – Appello per giornata di mobilitazione in solidarietà con imputati e arrestati

diffondiamo da informa-azione

a1107913524Il 4 aprile si terrà a Roma la prima udienza per  25 persone accusate di devastazione e saccheggio e resistenza per la giornata di rivolta del 15 ottobre a Roma. Altre 16 persone hanno già ricevuto in primo grado condanne dai 2 ai 9 anni.
In tutto 6 persone si trovano ai domiciliari, due in carcere e una decina sono sottoposti all’obbligo di firma.
Dopo la rivolta di Genova 2001 è fin troppo chiaro l’utilizzo del reato di devastazione e saccheggio come monito teso a scoraggiare il ripetersi di rivolte popolari ed a smorzare il desiderio di esternare in maniera efficace il proprio dissenso, com’è chiaro l’intento dello stato di tener divisi gli imputati, di processarli separatamente al fine di isolarli e “annientarli”, come è capitato per i primi ad essere giudicati e condannati.
Non ci può più essere l’illusione di poter chiedere, interagire, cambiare qualcosa stando seduti ai tavoli della democrazia o sperando nella giustizia.
E’ fondamentale non lasciare soli i condannati e gli accusati per il 15 ottobre 2011: che nessuno in galera o tra le mura di una casa trasformata in prigione si senta solo; che mai gli venga il dubbio che forse non ne valeva la pena. Affinchè la gioia di una città illuminata dalle fiamme della rivolta non si spenga mai; affinchè il coraggio di abbandonarsi alla passione dei propri desideri e della propria rabbia non diventi mai un rimorso.
E’ fondamentale ribadire che chiunque abbia partecipato alla rivolta del 15 ottobre a Roma ha fatto bene ad esserci.
Che da più città possibili si alzi un grido di rabbia in solidarietà ai prigionieri e agli inquisiti!
Ne va della libertà di tutti noi! Non lasciamoli soli!


La libertà non cade dal cielo

diffondiamo da Rete evasioni

15-ottobre-225Il 15 Ottobre 2011, come a Genova nel 2001, eravamo 300.000 a gridare per le strade di Roma la nostra rabbia contro le politiche di austerità, un grido che voleva risvegliare le coscienze di una Italia ancora assopita di fronte alla crisi economica provocata dalle grandi lobby del capitalismo globale e fatta pagare in maniera pesantissima,per intero, alle classi subalterne. Questo mentre in tutta Europa e nei Paesi arabi si sviluppavano mobilitazioni e rivoluzioni.

Una manifestazione che non poteva essere incastonata nelle logiche del corteo – parata  più affini alla rappresentanza politica sindacale. Le tante iniziative prodotte sin dalla partenza del corteo, infatti, hanno voluto segnalare simboli e responsabili della crisi, indicando nella riappropriazione diretta l’unica possibilità di porre le nostre vite “contro e  fuori” dalle politiche di saccheggio ed austerità che stiamo subendo.

Come tutti e tutte sappiamo, non si è fatto attendere l’intervento dei tutori dell’ordine, che hanno tentato di stroncare sul nascere la combattività di una manifestazione e di un possibile movimento attraverso una gestione di piazza letteralmente criminale, con caroselli di blindati lanciati a tutta velocità, utilizzo di lacrimogeni e idranti, cariche che hanno tentato di sgomberare piazza San Giovanni.
La resistenza della piazza, però,  è stata forte, partecipata e determinata, nutrita da una rabbia covata nella quotidianità per le condizioni di ingiustizia, sfruttamento, saccheggio dei territori che ci vengono consegnate ed imposte. Una resistenza ed una rabbia che rivendichiamo non solo come giuste, ma anche come necessarie  allo sviluppo di un processo di trasformazione radicale dell’esistente che ci porti a liberare le nostre vite dallo sfruttamento e dalle gabbie del capitalismo.
In quella giornata e nei mesi successivi si sono susseguiti arresti e processi, con condanne pesantissime. Oggi è arrivata a chiusura l’indagine che coinvolge 25 compagne e compagni accusati del reato di devastazione e saccheggio. Un nuovo processo sta così per cominciare. Si, perché ancora una volta proprio come a Genova 2001 lo Stato e i suoi magistrati hanno “tirato fuori dal cilindro” questo reato per affibbiare condanne pesantissime,un monito a chiunque pensi e provi a mettere il proprio corpo e le propria esistenza in gioco, partecipando a un processo di conflitto e di cambiamento. Una drammatica beffa visto che quel giorno, come altre mille e mille volte eravamo scesi in piazza proprio contro chi devasta e saccheggia quotidianamente le nostre vite!
Al di là della narrazione e delle valutazioni su quella giornata e delle sue conseguenze legali, sentiamo con forza la necessità di aprire, dentro ed oltre i recinti delle realtà di movimento, un confronto ed una discussione che non eluda il tema della repressione, ma che ci porti al contrario collettivamente a farcene carico e ad affrontarlo. L’utilizzo della fattispecie di reato di“devastazione e saccheggio” viene sempre più di frequente utilizzata per colpire ogni forma di espressione di rabbia e conflittualità. Le lotte sociali sono ridotte così a mero problema di ordine pubblico, additate come fatto delinquenziale.
Su questa base, vorremmo iniziare un ragionamento concreto, partendo da un confronto tra chi agisce le lotte sociali qui a Roma, città grande, difficile, complessa, ricca di storia, di esperienze e pratiche concrete dell’alternativa allo stato di cose presenti. Un confronto che sia in grado di superare i disperati ed isolati urli contro la repressione, che abbia la capacità di costruire un filo rosso che a partire della rivendicazione di una “libertà di movimento e di conflitto” riesca, quindi, a proiettarsi ben oltre la miseria del presente.
E’ in atto, infatti, un ampio processo di criminalizzazione sociale e di controllo sociale preventivo che colpisce chiunque non si piega alle leggi del mercato, marcando in forme diverse la propria alterità e/o incompatibilità. Pensiamo, ad esempio, a quei particolari laboratori della repressione che si sperimentano negli stadi, sui migranti, sul precariato delle periferie.
Non solo, va posta la giusta attenzione al tentativo di interdizione delle lotte sociali attraverso l’uso di dispositivi di controllo e repressione, il bavaglio mediatico imposto alle opposizioni, il controllo poliziesco sugli attivisti, l’uso della legislazione speciale antiterrorismo. Tasselli che, se considerati nel contesto politico e sociale nel quale si ascrivono,  contribuiscono a delineare uno scenario  a dir poco preoccupante ed allarmante, una vera e propria svolta autoritaria e liberticida degli apparati dello stato.
La proposta che lanciamo è quella di confrontarsi e  ragionare insieme attorno a questi temi per costruire una campagna politica comune: perché se è vero che la migliore risposta alla repressione la si dà continuando a portare avanti e a sviluppare i propri percorsi di lotta giorno dopo giorno; è altrettanto vero che, per dare spazio allo sviluppo dei conflitti stessi, è necessario denunciare con forza che problemi sociali come la casa, il lavoro, la scuola, non possano essere trattati come questioni di ordine pubblico. Che si criminalizzano studenti, lavoratori, sfrattati, disoccupati che legittimamente protestano contro i tagli a scuola, sanità, la riforma pensionistica, lo smantellamento dei residui di welfare, la precarietà delle condizioni di vita e di lavoro, le privatizzazioni, i licenziamenti, la devastazione dei territori in nome del profitto.
Questo, come abbiamo detto, in una fase in cui le condizioni di vita di larghe fasce di popolazione sono letteralmente in caduta libera,rappresenta un segnale chiaro e preoccupante rispetto al presente ed al futuro che la governance capitalistica vorrebbe cucirci addosso. Appare necessario e urgente, di contro, trasformare l’ingovernabilità e la rabbia crescente, indicare la direzione di marcia collettiva verso un’altra idea di società, verso una nuova utopia possibile da immaginare e conquistare insieme.
Lanciamo già da ora un presidio per il 4 aprile prossimo, di fronte al Tribunale di Roma, per sostenere i compagni e compagni che vedranno iniziare il processo contro di loro e proponiamo un’assemblea pubblica per il 12 aprile prossimo che, a partire dalla ineludibile solidarietà e complicità con gli/le compagni/e sotto processo, abbia la volontà di iniziare a tessere un ragionamento collettivo ed un percorso comune.
Inoltre in solidarietà con le/i compagne/i di Teramo ed in particolar modo con Davide Rosci, attualmente detenuto nel carcere di Viterbo, invitiamo tutte e tutti a partecipare al presidio sotto al Tribunale di Roma l’11 aprile, giorno in cui si esprimerà il Tribunale del riesame.
Libere Tutte – Liberi Tutti
 
 
Compagni e Compagne di Roma

Repressione 15 Ottobre – Davide Rosci trasferito a Viterbo e altri aggiornamenti

potere-repressione_fondo-magazineDavide è stato nuovamente trasferito, dal carcere di Rieti a quello di Viterbo. In realtà a Rieti è stato in isolamento solo i primi giorni, probabilmente perchè in sezione nuovi giunti.
L’11 Aprile avrà un’udienza al tribunale di Roma per tentata evasione dai domiciliari.

Altri imputati per il 15 ottobre, avranno invece l’udienza preliminare a Roma il giorno 4 aprile, e ci sarà probabilmente un presidio davanti al tribunale. Tra questi anche l’udienza per Mauro accusato di tentato omicidio (carabiniere della camionetta).

Si è invece capito che Massimiliano, il sesto condannato di Roma, oltre ai 5 teramani, è un fascio. Sempre troppo tardi, però è importante diffondere la notizia.

per scrivere e dare solidarietà a Davide:

DAVIDE ROSCI
Casa circondariale di VITERBO
Strada Santissimo Salvatore, 14/b
01100 –   VITERBO