Tag Archives: antirepressione

La Storia non si scrive nei Tribunali, ma nelle piazze, nelle strade, nelle lotte

cordatesa15 mila denunciati per le lotte sociali dal G8 di Genova ad oggi. Negli ultimi anni solo a Roma per il Diritto all’abitare 276 persone sono state denunciate per occupazione, danneggiamento, resistenza, violenza, blocco stradale. Per iniziative di lotta contro il Carovita, più di 150 manifestanti denunciati e processati tra Roma e Napoli, per rapina aggravata, estorsione, eversione dell’ordine democratico, poi dopo dieci anni tutti assolti, ma tant’è, nel mentre. Per le Lotte studentesche degli ultimi anni solo a Roma più di 315 studenti denunciati per occupazione, Continue reading


Presidi anticarcerari

30_marzo


OLGa – Opuscolo Gennaio 2013

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CALENDARIO 2013 BENEFIT PRIGIONIER* (Lab. Anarchico LA*ZONA)

CALENDARIO 2013 BENEFIT PRIGIONIER*

COPERTINAIIIQuesto progetto nasce come un benefit per i/le compagn* colpiti dalla

repressione e rinchiusi nei lager di stato.

PER RICEVERNE DELLE COPIE, PER PRENOTAZIONI O INFO scrivere a:

la.zona@canaglie.org

la.zona@live.it

LABORATORIO ANARCHICO LA*ZONA

via bonomelli, 9 BG (bergamo)

X più immagini neroveleno


Presidio carcere a Cremona 22/12/12


Corteo contro la repressione

Il corteo finirà sotto il carcere di S.Vittore
Il 27 ottobre a Cusago un rave party viene duramente represso con un
violento attacco della celere. Il bilancio dell’operazione riporta una
ragazza in coma per diversi giorni, un cane ucciso e decine di ragazz*
feriti, diversi dei quali gravi. Nel sostanziale silenzio dei media, che
si sono limitati a riportare il comunicato della questura, si è
realizzato uno degli atti di polizia più violenti e insensati degli
ultimi anni. L’operazione evidenzia chiare responsabilità da parte della
Questura di Milano con l’avallo del DPA (Dipartimento delle Politiche
Antidroga), responsabile di una dura politica repressiva e
proibizionista. Le violenze di quel giorno, giustificate con motivazioni
ipocrite sulla tutela della salute dei partecipanti, hanno avuto il
chiaro intento di criminalizzare e reprimere un’esperienza libera ed
auto-organizzata.

L’attacco si inquadra in un contesto più ampio di crescita delle azioni
repressive, dalle quali si evince chiaramente quale sia la risposta
messa in campo dalle istituzioni nella gestione del diffuso clima di
conflitto sociale che stiamo respirando in Italia, come in tante altre
parti di Europa. In questi mesi si assiste ad un inquietante aumento
delle azioni violente da parte delle forze dell’ordine, con cariche a
freddo contro persone, siano queste studenti, lavoratori o appartenenti
a qualsiasi altro soggetto sociale politicamente attivo, “colpevoli” di
manifestare dissenso per le politiche governative o per la difesa dei
propri diritti, sgomberi di spazi sociali e di case occupate,
perquisizioni, arresti e disparate misure restrittive a carico di
attivisti, nel corso di operazioni repressive studiate a tavolino per
delegittimare i movimenti di lotta.

Non possiamo accettare questa deriva violenta e autoritaria, in cui lo
Stato usa il proprio braccio armato, le forze dell’ordine, ma sempre più
spesso anche l’esercito, come in Valsusa, in difesa degli interessi di
un sistema economico che ha dimostrato da tempo la propria
inadeguatezza.

E’ in questo scenario che quanto accaduto a Cusago non può restare
senza risposta: tutt* ci sentiamo chiamati in causa per difendere spazi
di libertà, temporanei o stabili, nei quali continuare a coltivare la
nostra opposizione al sistema vigente, attraverso lo sviluppo di
pratiche controculturali vecchie e nuove, pratiche con cui affermiamo la
nostra alterità rispetto alla mercificazione dell’esistenza che
contraddistingue il modello sociale in cui stiamo vivendo.

Riteniamo quindi indispensabile riportare all’attenzione collettiva
temi fondanti come autogestione e autoproduzione; riaffermiamo con forza
la legittimità delle pratiche di riappropriazione di spazi, tempi e
saperi. Rivendichiamo l’attualità dell’occupazione come atto in grado di
ridare vita, temporaneamente o in maniera stabile, a zone autonome e
liberate. Sfruttando gli sprechi e l’abbandono ci sottraiamo alle
logiche del potere e del profitto, creiamo spazi pubblici di socialità
in grado di autoregolarsi, sperimentiamo nuove modalità di relazione tra
le persone.

Su questi presupposti si è costruito un percorso di confronto, aperto
ed eterogeneo, tra soggetti di tutta Italia che in veste differente
hanno a cuore la creazione di nuovi ragionamenti e pratiche comuni:
tribe, spazi sociali, singole persone hanno popolato assemblee pubbliche
durante le quali si è sancita la necessità di dare una prima forte
risposta di piazza a tutte queste esigenze latenti, dando forma anche a
interconnessioni tra differenti percorsi politici e sociali.

Il 22 dicembre manifesteremo per rivendicare le nostre azioni e
denunciare questo clima di tensione attraverso una presenza consapevole
nelle strade e nelle piazze, in grado di spezzare il meccanismo
recriminatorio che ci circonda e portare la nostra voce e il nostro
pensiero. Il corteo si concluderà con un presidio davanti al carcere di
San Vittore, luogo simbolico e spina nel cuore del tessuto urbano
milanese, per portare la nostra solidarietà a tutti coloro che subiscono
l’oppressione dello stato e far sentire la nostra presenza attraverso la
musica.

Concentramento h 14.30 – Piazzale Cairoli
Per info o adesioni: reclaimthestreets2k12@inventati.org


Carceri, ieri superata la soglia 66.000 detenuti, per 45.572 letti

ROMA – Come era facilmente prevedibile, alle 17 di ieri i detenuti nelle carceri italiane hanno nuovamente superato la quota 66mila (66.065 presenze, per l’esattezza, per 45.572 posti-letto). Ed è altrettanto prevedibile che entro pochi mesi, i dati del sovraffollamento penitenziario assumeranno di nuovo rilevanza e pericolosità.

RivoltaL’appello della polizia penitenziaria. E’ in sintesi la nuova lettera che l’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp 2)  ha trasmesso ai responsabili dei gruppi parlamentari di Camera e Senato. “Le cifre di un incremento di 350 detenuti in soli tre giorni – scrive il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci – questa volta hanno riguardato principalmente la Sardegna (+84), la Sicilia (+54), la Toscana (+44), la Campania (41), il Lazio (+26) e il Piemonte (+24), ovvero regioni che già da tempo hanno superato i posti-letto disponibili e che adesso si apprestano a superare anche la capienza cosiddetta tollerabile, come già avviene per Friuli, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Valle d’Aosta e Veneto, mentre del tutto insostenibile diventa anche la penuria di personale di polizia penitenziaria”.

Carenze nell’organico: “I detenuti gestiranno le carceri?”.
Infatti – si legge ancora nella lettera – “rispetto alle 7mila unità che mancano all’organico del Corpo, mai integrato dal 1992 (quando i detenuti erano meno di 40mila), in Piemonte ci sono 850 poliziotti penitenziari in meno, 700 ne mancano nel Lazio e in Toscana, 650 in Sicilia e 350 in Campania: con la spending review che blocca l’80% delle assunzioni, già da quest’anno e per i prossimi tre anni, ci aspettiamo persino carceri autogestiti dagli stessi detenuti”

Da Repubblica 25/08/2012