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Messico, rivolta in carcere: “Almeno 60 morti”.

Relatives of inmates gather outside the Topo Chico prison in the northern city of Monterrey in Mexico where according to local media at least 30 people died in a prison riot on February 11, 2016. Riot police and ambulances were deployed at the Topo Chico prison as smoke billowed from the facility. Broadcaster Televisa reported that 30 died while Milenio television spoke of 50 victims, with inmates and prison guards among them.   AFP PHOTO / JULIO CESAR AGUILAR / AFP / Julio Cesar Aguilar        (Photo credit should read JULIO CESAR AGUILAR/AFP/Getty Images) Alla vigilia della visita di Papa Francesco, una rivolta in carcere sconvolge il Messico. Un gruppo di detenuti ha appiccato un incendio per distrarre le guardie e favorire un tentativo di fuga e nella prigione di Topo Chico, a Monterrey, nello stato di Nuevo León, è stata carneficina. Il quotidiano Reforma on-line parla di “50 morti e 70 feriti”, Continue reading


Solidarietà con i compagni in sciopero della fame

untitled-2-00dbeTESTO DI NIKOS MAZIOTIS SULLO SCIOPERO DELLA FAME DELLA CCF
NESSUNO E’ LASCIATO SOLO DI FRONTE ALLA REPRESSIONE DELLO STATO
Prigionieri politici hanno dato inizio ad uno sciopero della fame ,nelle carceri greche, a partire dal 2 marzo 2015.Alcuni di loro, come me, hanno un contesto comune di richieste riguardo: l’abolizione delle legislazioni anti-terrorismo ,l’ abolizione sulla legge sugli incappucciati e delle prigioni di tipo C ed il rilascio per motivi di salute, del membro incarcerato della 17 Novembre Xavvas Xiros. Continue reading


BARCELLONA: AZIONE REPRESSIVA CONTRO IL MOVIMENTO LIBERTARIO

Da Radio Onda D’Urto

La polizia autonoma catalana sta eseguendo perquisizioni e arresti su ordine dell’ Audiencia Nacional a Barcellona.  Alle 5 di questa mattina sono inziate perquisizioni di diversi spazi sociali occupati di area libertaria: in particolare ‘Kasa de la Muntanya’ nel quartiere di Gràcia (già da tempo sotto controllo della polizia, come denunciato in passato), storica occupazione di Barcellona, insieme  agli atenei liberari Sant Andreu e Poble Sec.

Si tratta di una vasta operazione di polizia, denominata “pandora”, che coinvolge anche la capitale spagnola Madrid. Si basa su una non meglio specificata intenzione di “smantellare una rete terrorista anarchica” alla quale vengono attribuiti attacchi con esplosivi. Questo stando alla dichiarazione della polizia regionale.

Fino ad ora il bilancio è di 14 compagni e compagne arrestati, al quale si deve aggiungere un arresto fatto dalla Guardia Civil a Madrid.

Il primo collegamento con Barcellona con il nostro collaboratore Victor Serri, redattore del settimanale catalano “La Directa”. Ascolta o scarica

Il secondo collegamento realizzato con Victor Serri verso le 13. Ascolta o scarica

 

MASSIMA SOLIDARIETA’ AI COMPAx ARRESTATI


Lettera aperta sulla vicenda dei due collaboratori di giustizia

riceviamo e diffondiamo:

Lettera aperta a…

… CHI ABBIA ANCORA VOGLIA DI LEGGERE E ANDARE DAVVERO AL FONDO DELLA BRUTTA STORIA DI DUE COLLABORATORI DI GIUSTIZIA, un uomo e una donna, che hanno deciso da soli di autoassolversi e di ripresentarsi fra i compagni contando probabilmente su una loro assenza di memoria.
È naturale che i più vecchi fra noi, quelli che purtroppo hanno pagato e continuano a pagare le esternazioni infami che hanno riempito le aule dei tribunali negli anni Ottanta, abbiano ancora questa memoria, anche se con dignità non vanno in giro a sbandierarla. Continue reading


Hong Kong, sgomberato il movimento dell’ombrello

images (29)A Hong Kong, la polizia ha sgomberato buona parte dell’accampamento occupato a Mong Kok dai manifestanti che chiedono maggiore democrazia e ha fermato almeno 116 persone per i disordini scoppiati dopo la rimozione delle barricate nel quartiere. Tra di loro, anche due leader delle sigle studentesche che hanno animato il movimento di disobbedienza civile di Occupy Central, Lester Shum e Joshua Wong, prelevati oggi dalla polizia Continue reading


Solidarietà 

Riceviamo e diffondiamo:

Loro lo chiamano “piano sgomberi” per ripristinare legalità e sicurezza.
I nemici sono gli occupanti e le occupanti, gli stranieri, i compagni  e le compagne dei quartieri.
La mancata assegnazione di alloggi dipende dalla presenza di  “occupanti e immigrati”, dicono loro, per alimentare la guerra tra i  “poveri”, per spostare la conflittualità sociale tra la gente e come  sempre creare nemici bersaglio e spostare attenzione mediatica e  responsabilità individuali.
Milano ha dimostrato invece in questi giorni che questa logica non  passa più, rispedendo al mittente il tentativo di scatenare la guerra  tra “poveri” e dimostrando che la guerra vera è contro chi specula e  sfrutta.

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Oggi è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

00-devid1Anche quest’anno, in occasione del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’Associazione Centro Antiviolenza Onlus di Parma rende pubblici i dati che la riguardano e presenta le iniziative che la coinvolgeranno.
Al 31 ottobre 2014, sono 225 le donne accolte al Centro Antiviolenza, di cui 210 hanno subito violenza, Continue reading


BENEFIT CORDATESA al BLOB di arcore

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Eternit, la Cassazione annulla la condanna: reati prescritti

 

Eternit 01Non ci sono colpevoli per le morti d’amianto

Alle dieci di sera, quando arriva la sentenza, non sappiamo che questo: tutto è stato prescritto, e le migliaia di morti provocate dall’eternit di Casale è come se non fossero mai esistite […]

Annullata senza rinvio per intervenuta prescrizione del reato di disastro ambientale la sentenza della Corte d’appello di Torino sulla strage dell’Eternit. La Suprema Corte dopo appena due ore di camera di consiglio ha accolto la richiesta del procuratore generale, Francesco Iacoviello. Al di là del linguaggio processuale, il senso è chiaro: non c’è nessun colpevole, Continue reading


Contorno da brivido

Uccide il vicino di casa, lo fa a pezzi e lo cucina

1147746_511678515594273_198983657_oI pubblici ministeri non chiederanno la pena di morte, ma Angela Stoldt con molta probabilità potrebbe passare il resto della sua vita in carcere.

Ha ucciso il suo vicino di casa, lo ha fatto a pezzi e quel che rimaneva lo ha bollito e infilato nel forno. Continue reading


Vallanzasca: 10 mesi di carcere per furto

05addd19329e5966e38351781bcef4c1_169_lRenato Vallanzasca, noto protagonista della mala milanese, è stato condannato a 10 mesi dal tribunale di Milano con l’accusa di tentata rapina impropria per aver rubato due paia di mutande e altri oggetti di scarso valore in un supermercato lo scorso giugno. Con questa condanna rischia di non ottenere più benefici durante la detenzione. Il giudice ha inflitto a Vallanzasca una pena più alta di quella chiesta dal pm di Milano Angelo Renna, che aveva chiesto otto mesi di reclusione. Vallanzasca è stato condannato anche a 300 euro di multa. Continue reading


Due giorni contro il carcere e presidio sotto Piazza Lanza

2gg contro il carcere

 

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BENEFIT CORDATESA in Casa Brancaleone

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Giustizia: siamo il Paese europeo che spende di più per la repressione

repressione_03L’80 per cento dei soldi destinati al migranti serve per punire e controllare, solo il 20 per cento per l’accoglienza. Il battere sulla grancassa del “né di destra né di sinistra”, oggi tanto di moda, e molto caro a Grillo, è iniziato con le politiche sulla “sicurezza”. Da quasi un decennio, ormai, che ce lo sentiamo ripetere con martellante insistenza da leader politici e opinionisti. Oggi, l’idea di sicurezza è divenuta capace di generare consenso vasto e acritico per il solo fatto di essere nominata, E allora, la favola della “sicurezza né di destra né di sinistra” diventa soprattutto per il Pd, ma anche per altre sedicenti forze politiche di “sinistra”, la giustificazione per l’adozione di una politica compiutamente di destra.

È vietato parlare della concretezza, ma bisogna creare e agire sulla percezione della realtà. Si ingigantiscono i fatti, i dati, gli strilli, e la percezione della realtà si modifica. Un bisogno quotidiano di creare “allarme”. E accanto al tema “sicurezza” compaiono i “nemici pubblici” che Continue reading


Giustizia: caso Lonzi “Mio figlio morto per cause naturali? Lo Stato mente”

DecessoManifestazione davanti alla camera per ricordare il caso di Marcello Lonzi, il ragazzo livornese morto nel 2003 a trent’anni nel carcere “Le Sughere”: come Stefano Cucchi. “Quando un figlio sano viene affidato allo Stato e ti viene restituito con otto costole rotte, due buchi in testa, un polso fratturato e ti dicono che è morto per cause naturali, non è possibile accettare e farsene una ragione”. Queste le parole di Maria Ciuffi, madre di Marcello Lonzi, il ragazzo livornese morto nel 2003 a trent’anni nel carcere “Le Sughere” di Livorno. Un sit-in a piazza di Montecitorio organizzato dalla madre di Lonzi e Continue reading


Caso Magherini; il pm chiede il processo per 4 carabinieri e tre volontari del 118

g8pestaggiIl quarantenne è morto nella notte fra il 2 e il 3 marzo, a Firenze, mentre veniva arrestato Uno dei militari è accusato anche di percosse. La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro carabinieri e i tre soccorritori del 118 accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, il quarantenne deceduto nella notte fra il 2 e il 3 marzo, a Firenze, mentre veniva arrestato. Uno dei militari deve rispondere anche di percosse: un video girato dai passanti lo mostra mentre colpisce con qualche calcio Magherini, quando già era a terra immobilizzato. I familiari di Magherini sono convinti che non finirà come la vicenda di Stefano Cucchi, con le assoluzioni degli imputati. “Ciò che differenzia quella vicenda da quella di Riccardo – ha spiegato il fratello, Andrea – è che a mio fratello è successo tutto in una strada, con testimoni alle finestre”.  Continue reading


Detenuto incendia cella nell’ Opg di Montelupo

Un paziente dell’ospedale psichiatrico appicca un incendio. Temprestivo l’intervento delle guardie

psichiatria“Un internato italiano detenuto nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino in evidente stato di agitazione psico-motoria ha dato fuoco, sabato notte, alla sua cella. Poteva essere una tragedia, sventata dal tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari in servizio, uno dei quali è rimasto intossicato”. Lo rende noto Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Continue reading


Chiudere le carceri femminili, parliamone.

 

 

 

Se ne parla negli Stati Uniti e anche nel Regno Unito: “dovremmo smetterla di vedere le prigionicrumbcome una parte inevitabile della vita”scrive il Washington Post.  Suona come un’idea radicale: smettere di incarcerare le donne, e chiudere tutte le carceri femminili. Ma nel Regno Unito c’è un crescente movimento, sostenuto dalla Camera dei Lord, che vuole ottenere proprio questo.
L’argomento in realtà è abbastanza semplice: tanto per cominciare, ci sono molte meno donne in carcere rispetto agli uomini – le donne rappresentano solo il 7 per cento della popolazione carceraria. Significa che queste donne sono sproporzionatamente svantaggiate da un sistema progettato per gli uomini. Ma potrebbero essere eliminate le carceri femminili negli Stati Uniti, dove il tasso di incarcerazione femminile è cresciuto del 646 per cento negli ultimi 30 anni?  Continue reading


Croce nera anarchica. Napoli.

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12 novembre, Napoli.
Presentazione del progetto editoriale Crocenera Anarchica: presentazione del n°1 e del blog

Tratto dall’editoriale del nuovo numero di Croce Nera Anarchica:

“(…)Non abbiamo piccoli orti da difendere, Continue reading


“Hannibal Lecter” ucciso da polizia gallese

images (6)Lo hanno trovato mentre mangiava il viso di una ragazza 22enne. Quindi gli hanno sparato un colpo da 50mila volt con il Taser, uccidendolo. È successo in un ostello per i senzatetto ad Argoed, 34 chilometri a nord di Cardiff, nel Galles del Sud, dove la polizia è intervenuta dopo la segnalazione del personale di sicurezza insospettito dai rumori che provenivano dalla stanza.  Continue reading


Muore in clinica a 24 anni, Biella in lutto per Giulia

psichiatria1Molti interrogativi che aspettano una risposta, ma intanto resta il cordoglio di una città e il dolore di una famiglia, anzi di più famiglie. La notizia della morte di Giulia Negrini, 24 anni, di Biella, avvenuta sabato alla clinica Villa Augusta di Bruino (Torino) dove era ricoverata per problemi psichiatrici, ieri è rimbalzata in ogni angolo di Biella. «Arresto cardiocircolatorio», recita il referto medico. Ora il suo corpo è all’obitorio dell’ospedale di Rivoli. Il medico legale avrebbe segnalato alla Procura l’opportunità di eseguire l’autopsia, soprattutto in considerazione della giovane età di Giulia e con l’obiettivo di fugare ogni dubbio su una morte che al momento non viene considerata sospetta, ma di certo fa nascere diverse domande.  Continue reading


Morto di carcere: detenuto di 39 anni si è impiccato con una calzamaglia

ggNe dà notizia il segretario generale della Uil penitenziari, Eugenio Sarno, ricordando che si tratta del diciottesimo suicidio avvenuto quest’anno in un penitenziario italiano.

L’uomo si è impiccato con una calzamaglia, nella propria cella del reparto transito della casa circondariale di Benevento, dove si trovano – ricorda Donato Capace, segretario del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria – “quasi 400 detenuti a fronte dei circa 240 posti letto regolamentari”. Per il segretario della Uil penitenziari, Eugenio Sarno, “la macabra conta dei suicidi, purtroppo ed inevitabilmente, è destinata ad aumentare. E’ chiaro che le soluzioni tampone ed estemporanee adottate dal Dap nulla risolvono, Continue reading


Iran, un anno di carcere a ragazza che voleva vedere il volley maschile

oppressioneGhoncheh Ghavami, 25 anni, ha origini anglo-iraniane. L’avvocato: “Un anno di reclusione per giovane britannico-iraniana”. Si muove Londra.

ROMA – E’ stata condannata ad un anno di reclusione Ghoncheh Ghavami,  la giovane britannica di origine iraniana sotto processo in Iran per aver cercato di assistere a una partita di pallavolo maschile a giugno. Lo riferisce un tweet di Al Arabiya. E’ stata riconosciuta colpevole di “aver fatto propaganda contro il sistema di governo”, riferisce l’avvocato della ragazza, Mahmoud Alizadeh Tabatabaei. La 25enne era stata arrestata il 20 giugno e rinchiusa nella prigione di Evin a Teheran per aver chiesto, assieme ad altre attiviste, di assistere all’incontro di World League Iran-Italia malgrado il divieto imposto dalla rigida morale islamico-sciita. Ghoncheh era stata rilasciata su cauzione e poi arrestata di nuovo. In carcere aveva anche iniziato uno sciopero della fame e il Foreign office aveva espresso preoccupazione per il suo caso.

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“Hanno morto questi ragazzi”… e sono impuniti

 images11L’elenco dei pestaggi di Stato è lungo. Il conto di chi ha pagato è misero da Aldrovandi a Bianzino, da Uva a Magherini: le battaglie dei familiari.

Federico Aldrovandi, Riccardo Rasman, Aldo Bianzino, Giuseppe Uva, Stefano Cucchi, Michele Ferrulli, Dino Budroni, Riccardo Magherini. Quando la mente prova a ricordare i nomi di tutti gli uomini morti mentre si trovavano nelle mani dello Stato, ce n’è sempre qualcuno che sfugge, e non certo per dolo. La lista è troppo lunga.

E quelli che conosciamo, forse, non sono neanche tutti, perché se li conosciamo è solo per il merito, la tenacia e il coraggio delle loro famiglie, eroiche nel mostrare cosa lo Stato ha fatto ai loro cari e contemporaneamente nel mettersi contro quello stesso Stato. Ci vuole fegato nel sapere che si sta andando verso il massacro e che tutta quella battaglia di giustizia si risolverà in un nulla di fatto. Già, perché è qdownloadmorte diuesto quello che viene da pensare. Perché di fronte a quella lista così lunga di morti ammazzati, il conto di chi ha pagato si tiene in una mano. Come un pugno di mosche.

Il primo fu “Aldro”, e non perché fu il primo a morire, il 25 settembre 2005 a Ferrara, ma perché fu il primo a guadagnarsi le pagine dei giornali, dopo una battaglia instancabile di sua mamma Patrizia. Aldro aveva 18 anni quando incontrò la polizia: Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri non si accontentarono di mettergli le manette. Tre anni e sei mesi di reclusione per eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi”, sentenzia la Cassazione nel 2012. Tutti beneficiari dell’indulto, tre di loro rientrati in servizio a gennaio 2014.

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Detenuti in rivolta

carcere apertoGiornata molto delicata al carcere Sant’Anna di Modena

Una situazione di violenta protesta ha riguardato la sezione detentiva all’interno del Carcere Sant’Anna di Modena. Alcuni detenuti sono rimasti feriti ma senza conseguenze gravi.
La situazione si è verificata a causa delle condizioni ambientali che si registrano all’interno del carcere.
Secondo le informazioni diffuse, sembrerebbe che un detenuto abbia chiesto di parlare con la direttrice del carcere e al secco rifiuto ricevuto abbia risposto cospargendosi il corpo di olio e minacciando di darsi fuoco. Un altro si è invece cucito la bocca e si è procurato delle lesioni con una lametta. All’arrivo del Comandante di reparto, accompagnato da un gruppo di agenti della Penitenziaria, i detenuti hanno inscenato una dura protesta, cominciando a sbattere gli sgabelli contro le inferriate e il detenuto con la lametta si è lanciato contro il comandante, cercando di colpirlo con la stessa lametta. A frapporsi tra l’aggressore e il comandante è stato proprio un altro carcerato, rimasto poi lievemente ferito dalla lametta […]

“Il sappe dichiara che  il problema è la troppa libertà concessa ai detenuti,  che consisterebbe nell’ apertura delle celle. Ma di fatto sappiamo bene cosa accenda le rivolte: condizioni carcerarie e soprusi perpetrati dagli sceriffi delle galere.”

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Si chiamava Remi

FRANCE-ENVIRONMENT-AGRICULTURE-ENERGY-WATER-INVESTIGATIONUno studente di Tolosa colpito a morte da una granata assordante durante una notte di assedio al cantiere per la diga di Sivens.
La polizia francese le chiama armi non letali. Ma fanno male. Tanti sono stati feriti, Remi invece è morto. Un omicidio di Stato.
Aveva 21 anni. Non lo conoscevamo, ma era uno di noi. Uno dei tanti che hanno scelto di mettersi di mezzo, di lottare contro l’imposizione di un’opera inutile e costosa. Contro la distruzione di una zona umida, per un’agricoltura misurata sulla qualità, non sul peso, per una vita libera dalla feroce logica del profitto.
La piccola dimensione, l’autogestione dei territori e delle proprie vite, un’idea di relazioni sociali che rifiuta il profitto e sceglie la solidarietà, un’utopia concreta per tanti, in ogni dove, uniti al di là delle frontiere che separano gli uomini e le donne ma non le merci.
Leggendo i racconti di chi era in quei boschi, la mente è corsa ai nostri boschi, alle nostre valli, alla nostra lotta.
Giovedì 30 ottobre
ore 18 presidio al consolato francese di Torino in via Roma 366 – quasi all’angolo con piazza Carlo Felice
Ci sara’ anche il Movimento No Tav al presidio davanti al consolato francese di Torino per chiedere verita’ e giustizia per Remi.
Alla stessa ora è previsto un presidio anche al consolato francese di Milano in via della Moscova 12.

 


Un’ennesima vittima dello stato morta di carcere.

il carcere uccide“Non è concepibile che si entri in un carcere sotto la tutela dello Stato e se ne esca morti per overdose”. E’ quanto afferma in una nota il direttivo della Camera penale di Firenze in merito al decesso, per sospetta overdose, di una giovane donna detenuta nel carcere fiorentino di Sollicciano, una morte che “suscita sentimenti di tristezza e di indignazione”. “Piccole riforme e provvedimenti tampone – prosegue la nota dei penalisti fiorentini – evidentemente non consentono di risolvere il problema della invivibilità delle carceri italiane. Amnistia e indulto non sono certo una soluzione strutturale. Bisogna garantire anche in carcere il diritto alla salute che è prima di tutto tutela della persona, privata della libertà personale, da parte dello Stato.”

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“Manodopera a basso costo”: detenuti armati di pennello per ripulire le strade dai graffiti

prigionieri spaccasassiRimini, 29 ottobre 2014 – L’hanno già fatto all’Idroscalo a Milano e a Bologna. E ora anche palazzo Garampi ‘arruola’ i detenuti per ripulire Rimini da scritte vandaliche e graffiti sui muri della città. Già entro la fine dell’anno un primo piccolo gruppo di carcerati dei ‘Casetti’ saranno utilizzati per togliere i graffiti per le strade e le piazze di Rimini, grazie all’accordo che è stato raggiunto tra l’amministrazione e la direzione del carcere. […]

Ci si era posti con il carcere la questione di come far passare il tempo ai detenuti: così l’idea: «Diamo a loro un compito utile, e per il quale  il Comune doveva sempre rivolgersi a una ditta esterna. Potevamo far svolgere loro altri lavori, magari l’affissione di manifesti, ma abbiamo pensato di affidare ai detenuti mansioni che non vengono svolte da nessuno all’interno del Comune». […]

Ma quali saranno i carcerati impiegati nell’intervento di pulizia?

Ci sarà un’equipe interna al carcere, composta dagli ispettori di polizia penitenziaria, a decidere quali saranno i detenuti coinvolti, in base a: reati commessi, comportamento e allo stato del loro procedimento. Si partirà con un gruppo di 5 o 6 persone, […]  con possibile aumento di manodopera a basso costo e differenziazioni tra detenuti.

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Pesaro, detenuto incendia la cella Paura e diversi agenti intossicati.

carcere fiammePESARO – Il detenuto straniero che nei giorni scorsi aveva aggredito un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Villa Fastiggi a Pesaro ha dato fuoco alla cella, bruciando tutto quello che c’era: materasso, cuscino, tavolo e armadietto. Donato Capece: “la situazione, a Pesaro e nelle carceri italiane, resta grave.”

l’Italia risulta di fatto inadempiente rispetto alla sentenza Torreggiani della Corte europea per i diritti dell’uomo, il rinvio al giugno 2015 per un’ulteriore valutazione sull’attuazione delle misure decise dal governo per affrontare il problema del sovraffollamento segna il fallimento delle politiche penitenziarie adottate dal Dap, Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria».

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Etiopia: persecuzione senza fine; arresti arbitrari, tempi infiniti di detenzione, sparizioni forzate, torture e uccisioni.

torture2Dal 2014, almeno 5000 oromo sono finiti in carcere perché sospettati di opporsi al governo o di incitare altre persone a esprimere il loro dissenso: manifestanti pacifici, studenti, esponenti politici, attivisti per i diritti culturali, contadini, uomini d’affari, insegnanti, funzionari dell’amministrazione statale, cantanti. A volte, vengono arrestati anche i familiari: per mero reato associativo di parentela o al posto della persona ricercata.

In molti casi, gli arrestati trascorrono mesi se non anni in attesa del processo in centri di detenzione non ufficiali all’interno delle basi militari, dove vengono ripetutamente torturati, senza poter chiedere assistenza ai familiari o agli avvocati.

Decine di oromo sarebbero stati vittime di esecuzioni extragiudiziarie.

Secondo il governo, la maggior parte delle persone arrestate sarebbero simpatizzanti del fronte di liberazione oromo, il gruppo secessionista attivo nella regione. Tuttavia, precisa il rapporto di Amnesty International, queste accuse restano indimostrate, dato che molti detenuti non vengono mai processati. Il “terrorismo” pare dunque un mero pretesto per ridurre al silenzio le voci critiche e giustificare la repressione.  Continue reading