Carcere di Pontedecimo, detenuto tenta 2 volte di impiccarsi. Uilpa: “In Liguria già 12 salvataggi in extremis”
Genova 11 luglio 2014
Pontedecimo. “Ancora una volta il tempestivo ed efficace intervento della Polizia Penitenziaria ha impedito che la già lunga scia di morti per suicidio in cella potesse a
llungarsi. Nella giornata di ieri, infatti, a Genova Pontedecimo un detenuto italiano è stato per ben due volte salvato in extremis dal soffocamento per impiccagione”.
Lo comunica Fabio Pagani, Segretario Regionale della Uilpa Penitenziari, che fornisce alcuni dettagli su quanto accaduto. “Un detenuto italiano, ha tentato di impiccarsi per ben due volte con una corda ricavata dai propri indumenti, legandola alle sbarre della finestra della cella. L’uomo è stato salvato dagli agenti mentre erano già evidenti i primi segni del soffocamento. A Pontedecimo sono presenti 151 detenuti (79 donne e 72 uomini) – Dal 1° gennaio ad oggi la Polizia Penitenziaria ha già salvato 12 detenuti da morte per suicidio, in Liguria.
Tentato suicidio al carcere dell’Arginone
Ferrara 10 luglio 2014
Martedì scorso due detenuti, uno di origine italiana, ristretto nel carcere di Ferrara, l’altro straniero, nel carcere di Modena – secondo quanto riportano Donato Capece, segretario generale del Sappe e Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto – hanno tentato il suicidio e sono stati tratti in salvo dal pronto intervento della polizia penitenziaria.
[…]
Proprio ieri una delegazione del Sappe ha visitato il carcere di Ferrara, dove ha potuto constatare una situazione comunque gestibile, dovuta anche al calo dei detenuti. I detenuti stanno calando a livello nazionale grazie ai provvedimenti legislativi di questi ultimi anni, come la detenzione domiciliare e l’applicazione del braccialetto elettronico e diminuiranno ancora a seguito della reintroduzione della distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere. Anche in Emilia Romagna la situazione è decisamente migliorata. Infatti, la popolazione detenuta e’ diminuita di circa 1000 unità, passando dai circa 4400 detenuti di qualche anno addietro ai circa 3400 di questi giorni.
“Tutto questo, però – continuano Capece e Durante – non elimina il problema dei tanti eventi critici che quotidianamente si verificano nelle carceri italiane e che solo grazie alla presenza della polizia penitenziaria, spesso, non arrivano a conseguenze drammatiche”.
Catania: detenuto tenta il suicidio in cella
Catania 9 luglio 2014
Un detenuto di 31 anni stamattina ha tentato di togliersi la vita impiccandosi con un lenzuolo nel carcere di Bicocca a Catania. E’ stato salvato dalla polizia penitenziaria e portato in ospedale. L’uomo aveva approfittato della momentanea assenza del suo compagno di cella.
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Ancora tensione nella Casa Circondariale di Biella.
Lunedì scorso nel carcere di via dei Tigli un altro agente della polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto. E’ il secondo episodio in pochi giorni.
L’episodio è avvenuto nella mattinata di ieri. L’uomo, che si trovava nella sua cella al terzo piano, nel reparto comuni, ha spaccato, senza nessun apparente motivo, un lavandino. E’ quindi stato accompagnato da un agente fuori dalla cella per essere trasferito in un’altra. Il detenuto, a questo punto, fuori di sè dalla rabbia, ha resistito aggredendo l’agente. Si tratta di un carcerato comunitario, un detenuto comune e non uno di quelli destinati all’alta sorveglianza.
Il poliziotto ha dovuto fare ricorso alle cure mediche presso l’ospedale “Degli Infermi” di Biella, dove gli è stato praticato un bendaggio alla mano ed è stato poi dimesso con sette giorni di prognosi salvo complicazioni.
Il carcerato, invece, che nell’aggressione non ha riportato alcuna conseguenza fisica, è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato.
Nè l’agente, nè il detenuto sono le stesse persone coinvolte nell’altro caso di aggressione avvenuto la settimana passata. Anche in quel caso un agente era stato aggredito da un detenuto comune ed era dovuto ricorrere alle cure mediche presso l’ospedale. Su entrambi gli episodi dal carcere non sono ancora giunte comunicazioni ufficiali.
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GIOVEDÌ 10 LUGLIO 2014
ore 19.31
Serata benefit NO MUOS e presentazione del campeggio 2014.
Il campeggio si terrà dal 6 al 12 di Agosto a Niscemi.
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Canada, evasione in elicottero: caccia a tre detenuti pericolosi .Sarebbero comparsi davanti ai giudici tra pochi giorni. L’elicottero è atterrato accanto alla prigione e li ha portati via in pochi minuti sotto gli occhi delle guardie. E’ la seconda volta che accade in un anno. Nel 2013, due detenuti erano evasi issandosi a bordo dell’elicottero su una scala di corda. Il pilota era stato costretto a volare sotto la minaccia delle armi.
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Sabato 7 giugno circa 130 prigionieri politici palestinesi saranno in sciopero della fame da 45 giorni, per protestare contro la Detenzione Amministrativa, che è una procedura che permette all’esercito israeliano di trattenere i prigionieri indefinitamente, su informazioni segrete, senza formulare accuse a loro carico, senza fornire prove agli avvocati e senza processo (1) Continue reading
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Scriviamo ai compagni e alle compagne in carcere:
Daniele Altoè C.C. Piazza Don Soria, 37 – 15121 Alessandria
Andrea Ventrella C.C. Via Port’Aurea, 57 – 48121 Ravenna
Paolo Milan C.C. Brissogne, Loc. Les Iles, 14 – 11020 Aosta
Toshiyuki Hosokawa C.C. Brissogne, Loc. Les Iles, 14 – 11020 Aosta
Giuseppe De Salvatore C.C. Via dei Tigli 14 – 13900 Biella
Francesco Di Berardo C.C. Via Roncata 75 – 12100 Cuneo
Nicolò Angelino C.C. via Maria Adelaide Aglietta 35 – 10151 Torino
Marianna Valenti – C.C. via del Rollone 19 – 13100 Vercelli
Fabio Milan – C.C. via del Rollone 19 – 13100 Vercelli
Michele Garau – Strada Quarto inferiore 266 – Loc. Quarto Inferiore – 14030
Nicco, Chiara, Claudio, prigionieri No Tav raggiunti da nuove misure
cautelari, rimangono nelle galere in cui erano precedentemente detenuti:
Claudio Alberto C.C. Via Arginone 327 – 44122 Ferrara
Niccolò Blasi C.C. Via Casale San Michele 50 – 15100 Alessandria
Chiara Zenobi C.C. Via Bartolo Longo 92 – 00156 Roma
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Ancora emergenza all’interno della casa circondariale di contrada Pendente a Ragusa. Dopo i suicidi sventati grazie all’intervento degli agenti di polizia pentinziaria, adesso si profila un’emergenza sanitaria. Giovedì, infatti, sono stati segnalati due casi di scabbia. I detenuti sono stati prontamente isolati e messi in quarantena. Si tratta di due cittadini stranieri che lamentavano prurito e, dopo gli accertamenti sanitari, sono risultati affetti da scabbia.
Si tratta di un’infezione contagiosa della pelle che si verifica tra gli esseri umani. È causata da un parassita molto piccolo e di solito non direttamente visibile che si inocula sotto la pelle del soggetto colpito, provocando un intenso prurito allergico.
Fonte
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Torino, 3 giu. (La Presse) – Sono 39 le misure cautelari eseguite nei confronti di altrettanti anarchici, di cui diciassette arresti (undici in carcere e sei ai domiciliari) e altre dodici misure cautelari tra obblighi, divieti di dimora e obblighi di presentazione alla pg, quelle eseguite oggi a Torino e in molte province italiane dopo la chiusura di una maxi inchiesta della Digos di Torino coordinata dai pm Emanuela Pedrotta e Antonio Rinaudo. Sono 111 gli indagati e 39 gli episodi di reati contestati, commessi dal settembre 2012 al gennaio 2014. Dal danneggiamento alla violenza a pubblico ufficiale, dal sequestro di persona all’invasione di edifici. Continue reading
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Tornata a casa dal carcere dopo che era stata arrestata per scippo ai danni di una 70enne non ce l’aveva fatta a resistere e, dopo aver tentato l’evasione dai domiciliari, ha pensato bene anche di tagliare il braccialetto elettronico che consente alle Forze dell’ordine di rintracciarla. Continue reading
Commenti disabilitati su Verona : agli arresti domiciliari taglia braccialetto elettronico e scappa | tags: taglia il braccialetto elettronico e scappa | posted in Contro carcere, CIE e OPG, Dentro le mura, Fuggiaschi, Italia in cella, Tutti
Ad 8 mesi dall’arresto di Gianluca e Adriano, anarchici dei Castelli Romani, era prevista per la giornata di ieri, 26 Maggio, la prima udienza del processo in cui sono imputati e che li vede accusati di associazione con finalità di terrorismo, oltre che di incendio, furto aggravato in concorso, deturpamento ed imbrattamento di cose altrui. Continue reading
Commenti disabilitati su Rinviata al 4 Luglio la prima udienza per Gianluca ed Adriano | tags: Gianluca e Adriano liberi!, liber* tutt*, no al processo in videoconferenza, udienza rinviata al 4 luglio | posted in Comunicati, critiche e riflessioni, Contro carcere, CIE e OPG, Dentro le mura, Italia in cella, Presidi, cortei, saluti e iniziative, Tutti

Vincenzo Sapia, 29 anni, è morto oggi nel corso di una colluttazione con due carabinieri intervenuti per calmarlo dopo che aveva dato in escandescenze. Il fatto è accaduto nella frazione Mirto di Crosia, nel cosentino. Secondo i primi rilievi del medico legale, il decesso potrebbe essere stato causato da un infarto. Il pm della Procura di Castrovillari sta sentendo le persone che hanno assistito al fatto e disporrà l’autopsia per stabilire le cause della morte. Stando ad una prima ricostruzione, l’uomo, che in passato avrebbe sofferto di disturbi psichici, stamani ha sfondato il portoncino di un edificio situato davanti all’ufficio postale di Mirto Crosia dicendo che stava cercando un cane smarrito.Alcuni passanti, vedendo la scena, hanno chiamato i carabinieri. Quando i due militari sono giunti sul posto, hanno trovato Sapia, descritto come un uomo di corporatura molto robusta, fermo davanti all’ufficio postale, apparentemente tranquillo, ed hanno iniziato a parlarci. Improvvisamente l’uomo, secondo le testimonianze raccolte da pm e carabinieri, si è denudato rimanendo in mutande. Quindi ha aggredito un carabiniere, mettendogli le mani al collo e colpendolo. Anche l’altro militare è intervenuto. Ne è nata una colluttazione durante la quale Sapia si è accasciato a terra. Sul posto sono subito intervenuti i medici del 118, che hanno anche usato un defibrillatore, ma per l’uomo non c’è stato niente da fare. Il pm di turno alla Procura della Repubblica di Castrovillari sta già sentendo i testimoni del fatto e nelle prossime ore disporrà l’autopsia sul corpo di Sapia.
A Mirto Crosia si sono recati il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza Giuseppe Brancati, il comandante del reparto operativo Vincenzo Franzese ed altri ufficiali. L’Arma mantiene un riserbo assoluto sulla vicenda, ma dal Comando provinciale di Cosenza trapela la volontà di massima trasparenza su quanto accaduto e l’assoluta fiducia nell’ autorità giudiziaria che coordina le indagini.
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”La situazione resta allarmante nelle nostre carceri. Quello di oggi a Bari è l’ennesimo suicidio di un detenuto in un carcere italiano. L’uomo, 29 anni, si è impiccato in cella. Alla luce degli accadimenti che stanno attraversando le dinamiche penitenziarie in questo ultimo periodo occorre rivedere il sistema dell’esecuzione penale il prima possibile, altro che vigilanza dinamica nelle galere” Lo sottolinea il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, per voce del segretario generale Donato Capece. Continue reading
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La giovane sudanese
, 27 anni, cristiana, è stata condannata a morte nel suo paese con l’accusa di aver rinnegato la religione musulmana in favore di quella cristiana. All’epoca della carcerazione era già incinta, e la bambina è venuta alla luce nel carcere di Khartoum. Per Meriam si tratta del secondo figlio, infatti la donna è già mamma di un altro bambino, Martin, di 22 mesi, che si trova in prigione con lei dal giorno dell’arresto, avvenuto il 17 febbraio. Continue reading
Commenti disabilitati su Sudan: Condannata a morte perchè cristiana, partorisce in carcere | tags: condanna di morte posticipata di due anni per diritto all'allattamento del figlio, condanna in sudan, condannata a morte perchè non musulmana, condannata alla pena di morte perchè di fede cristiana, partorisce in carcere | posted in Assassinii di stato, Contro carcere, CIE e OPG, Dentro le mura, Mondo in cella, Presidi, cortei, saluti e iniziative, Tutti
Un suicidio portato a termine e uno tentato. È il drammatico bilancio della giornata di ieri il carcere di Ancona “Montacuto”. Lo riferisce l’Osservatorio permanente per le morti in carcere, formato da Radicali Italiani, dalle associazioni ‘Il Detenuto Ignoto’, ‘Antigone’ e ‘A Buon Diritto’, dalle redazioni ‘Radiocarcere’ e ‘Ristretti Orizzonti’. Dall’inizio dell’anno, 15 detenuti si sono tolti la vita. Continue reading
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Ennesimo decesso in un carcere italiano, ennesima dimostrazione che di carcere si muore troppo spesso in Italia.
Daniele Sparti, di 32 anni, è morto nel carcere di Giarre in provincia di Catania lo scorso 25 aprile, ma la notizia è stata divulgata solo oggi. Lo riporta una nota stampa dell’agenzia Adnkronos che riprende un comunicato dell’Osservatorio permanente sulle morti in carcere, che ha ufficialmente reso noto la tragica vicenda.
Daniele era malato da tempo e veniva quotidianamente sottoposto a ossigenoterapia. L’ossigeno che lo aiutava a respirare, però, secondo le prime ricostruzioni si sarebbe esaurito nella nottata senza che nessuno se ne accorgesse. Daniele sarebbe, quindi, morto da solo, in una cella, con un macchinario a cui era semplicemente finito l’ossigeno all’interno. L’hanno trovato senza vita solo la mattina successiva. La salma è stata, quindi, trasportata presso l’obitorio dell’Ospedale Garibaldi di Catania. Intanto, la Procura competente ha già avviato un’inchiesta, per ora senza indagati, per capire come si sono svolti realmente i fatti e se la morte di Daniele può essere attribuita a qualcuno.
Quello che fa davvero rabbrividire è pensare che dopo otto anni di carcere scontanti, Daniele sarebbe divenuto nuovamente un uomo libero fra soli cinque giorni, solo cinque. Invece, il suo nome e la sua storia si aggiungono a quelle di tanti altri detenuti che hanno trovato la morte nelle carceri italiane. Secondo l’Osservatorio permanente sulle morti in carcere, dall’inizio del 2014 si contano 45 morti, tra cui 12 suicidi, con dati relativi al 26 aprile, cioè di soli due giorni fa. Nel 2013, invece, 153 morti e 49 suicidi e l’anno precedente il 2012 andò ancora peggio, con ben 60 suicidi per un totale di 154 decessi avvenuti in tutte le carceri del territorio italiano.
La notizia della morte di Daniele è stata commentata duramente da Donato Capece, Segretario Generale del Sappe, il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, che in un commento all’Adnkronos ha dichiarato che “E’ grave constatare come ancora una volta un detenuto infermo sia stato lasciato morire in carcere, quando poteva essere messo ai domiciliari. Sparti, infatti era malato da tempo e fra cinque giorni avrebbe lasciato il carcere. Il detenuto – continua Capece – è stato rivenuto in fin di vita dal controllo degli agenti penitenziari, tra le 6 e le 6.30 del 25 aprile scorso. Contestiamo la vigilanza dinamica che non consente il controllo dei detenuti. Torniamo a chiedere le dimissioni del vertice del Dap, fallimentari nella gestione dell’emergenza penitenziaria”.
La notizia della morte di Daniele arriva in un momento davvero critico per la situazione delle carceri italiane, che da anni fanno i conti con un sovraffollamento cronico, strutture inadeguate, mancanza di diritti e torture celate. Tra un mese, infatti, scadrà l’ultimatum imposto all’Italia dalla Corte Europea per i diritti dell’uomo riguardo le disumane condizioni delle carceri italiane. Nel maggio del 2013, infatti, la Corte ha condannato l’Italia a risolvere entro un anno (maggio 2014) il problema del sovraffollamento carcerario, sentenza poi ribadita ancora una volta quando, l’8 gennaio scorso, è stata rigettato il ricorso presentato dal governo italiano.
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ROMA – Nei primi mesi del 2014 “è stato raggiunto un nuovo picco di suicidi nelle carceri italiane: il 40% di tutti i decessi in carcere è infatti rappresentato da suicidi”. Lo ha affermato il presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), Claudio Mencacci, sottolineando che nel 2013 la quota di suicidi era stata pari al 30%, contro il 40% del 2012 ed oltre il 40% del 2009. Continue reading
Commenti disabilitati su Psichiatri, 2014 picco suicidi in carcere, 40% decessi | tags: 2014 picco di suicidi in carcere, 40% decessi, chiusura degli opg, contro il carcere | posted in Assassinii di stato, Contro carcere, CIE e OPG, Dentro le mura, Italia in cella
otto camionette dei carabinieri al presidio dei lavoratori della dielle, cassina de pecchi. via galileo galilei.
chi può vada.
qua i fatti
Cassina, presidio degli operai Dielle a rischio tafferugli con i carabinieri. Poi la tregua
Cassina de’ Pecchi, 24 maggio 2014 – Dielle Srl, il presidio continua e la tensione s’impenna alle due di pomeriggio. Lunghi minuti di faccia a faccia silenzioso fra i 64 dipendenti da quattro giorni asserragliati ai cancelli e un centinaio di carabinieri in tenuta antisommossa. Ma niente, fortunatamente, e almeno per ora, è accaduto. I lavoratori immobili come statue, così gli uomini in divisa. Dietro di loro due camion cui è stato consentito, dopo un rapidissimo accordo provvisorio di «distensione», di entrare in azienda da un ingresso laterale, per consentire almeno un vago proseguimento delle lavorazioni. Il presidio però continua. E di trattativa, ancora, non si parla.
Si è temuto il peggio ieri intorno alle due, quando le forze dell’ordine sono intervenute in forze al presidio di via Galilei per sovrintendere al passaggio dei due camion. Da parte dei lavoratori nessuna intenzione di abbandonare il cancello che presidiano dall’inizio della settimana. Poi, con lo spettro degli scontri già incombente sul pomeriggio, una sorta di accordo. Ok al passaggio dei due camion, fatti entrare da un cancello secondario. I lavoratori sono rimasti seduti e in silenzio mentre le forze dell’ordine con scudi ed elmetti rimanevano in piedi davanti a loro. Pochi istanti, sembrati ore. Poi il sollievo. I blindati con gli uomini del battaglione sono tornati alla base, un paio di ragazzi del presidio, seduti a terra, vinti dalla tensione, non sono riusciti a trattenere il pianto.
Tensione che resta comunque alta. Il presidio resta convocato, e da parte dell’azienda, a ieri pomeriggio, nessuna risposta sulle questioni poste dai Cobas a tutela di lavoratori storici. Ricordiamole: si chiedono un cambio di inquadramento contrattuale che garantisca maggiormente i lavoratori; misure per una maggiore sicurezza in lavorazioni a rischio (l’azienda lavora materiali plastici: due anni fa qui avvenne un infortunio mortale, ricordato ieri con un minuto di silenzio); buste paga più pesanti, regole chiare sui turni e le indennità.
«Il nostro obiettivo è la trattativa, queste persone non vogliono altro — così i sindacalisti dei Cobas — . Sinora non abbiamo avuto alcun segnale». Nessuna dichiarazione dai titolari della Dielle, che opera a Cassina in via Galilei dal 1981, e gestisce i contatti con la cooperativa appaltratrice di cui i lavoratori, in buona parte stranieri, sono dipendenti. Il presidio e lo sciopero sono iniziative «al culmine di troppi anni in cui siamo stati sfruttati e pagati una miseria». L’occupazione dei cancelli prosegue ininterrottamente da tre giorni. Ieri, quando in via Galilei sono arrivate le forze dell’ordine a decine, un tam tam ha richiamato sul posto amici e sostenitori dei lavoratori in lotta.
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AGENTE PENITENZIARIO. È accaduto intorno alle 14.40 in via Rossini a Taggì di Sopra. La vittima, un agente di Polizia Penitenziaria, padre di tre figli, è morto sul colpo dopo essersi sparato nel garage della propria abitazione un colpo di arma da fuoco da sotto il mento. A dare l’allarme chiamando i carabinieri è stato il vicino di casa. Dai primi accertamenti sul posto da parte dei militari dell’arma non sono stati rinvenuti biglietti lasciati dall’agente per spiegare le motivazioni del gesto estremo.
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Almeno 5 detenuti sono morti durante una rivolta scoppiata in un carcere dello Stato brasiliano di Bahia. Secondo la polizia, i cinque sono stati uccisi da altri reclusi durante la rivolta, sedata dall’intervento delle squadre speciali. I tumulti sarebbero scoppiati dopo che un agente penitenziario ha sparato alla gamba di un detenuto che voleva impedire agli agenti di ispezionare la sua cella.
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Pensacola (Florida, Usa) – Una esplosione per una presunta fuga di gas si è verificata in un carcere della Florida, a Pensacola, causando la morte di due persone e il ferimento di 100-150 persone tra detenuti e guardie. La portavoce del penitenziario di Escambia County, Kathleen Castro, ha riferito che lo scoppio ha fatto crollare parte dell’edificio, in cui al momento erano rinchiusi 600 detenuti. All’origine dell’esplosione potrebbe esserci l’allagamento della struttura, causato dalle pesanti piogge che nei due giorni scorsi hanno colpito la zona.
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Commenti disabilitati su Usa, esplosione di gas in carcere Florida: 2 morti, oltre 100 feriti | tags: 100 feriti, carcere in florida, due morti, esplosione in carcere, presunta fuga di gas | posted in Contro carcere, CIE e OPG, Dentro le mura, Mondo in cella, Tutti
Gli attivisti di Greenpeace, a bordo della Rainbow Warrior III e con l’ausilio dei gommoni, hanno tentato di bloccare l’attracco nel porto della petroliera di Gazprom contenente il primo carico di petrolio artico. In stato di arresto il capitano Pete Willcox.
Un’azione spettacolare: un gruppo di attivisti a bordo di un gommone è riuscito a scrivere sullo “No Arctic Oil”, mentre altri cercavano di impedire l’ormeggio della nave russa nelle banchine del porto di Rotterdam.Al timone della Rainbow il capitano Pete Willcox, posto oggi in stato di arresto dalla polizia olandese al termine dell’azione. Willcox è uno degli Arctic 30 incarcerati in Russia per ben 2 mesi per aver cercato di difendere l’Artico. Il resto dell’equipaggio è approdato a Rotterdam dopo l’intervento della polizia antisommossa a bordo della Rainbow, ed è libero.
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Filippo De Cristofaro, l’uomo che sta scontando l’ergastolo per l’omicidio di Annarita Curina, la skipper pesarese, è evaso dal carcere livornese di Porto Azzurro. La donna era stata ammazzata nel 1988 e De Cristofaro aveva agito con la complicità dell’amante olandese Diana Beyer, 17enne, al fine di rubare il catamarano della vittima.Il detenuto, che si trovava in permesso premio dal quale doveva rientrare il 21 aprile alle 10, era già scappato da un altro carcere, quello di Opera, nel Milanese, nel 2007. Continue reading
Commenti disabilitati su Fuggito dal carcere di Livorno : Ricercato De Cristoforo | tags: Carcere di porto azzurro, condannato per omicidio nel 1988, Fuggito dal carcere di Livorno, fuggito già nel 2007 da Opera, ricercato filippo de cristoforo | posted in Contro carcere, CIE e OPG, Fuggiaschi, Italia in cella, Tutti
Teramo – E’ stato colpito con violenza alla testa e ora è ricoverato in stato di coma. Un detenuto casertano di 27 anni è stato aggredito nel carcere teramano di Castrogno. Non si esclude che il ferimento possa essere avvenuto nel corso di una rissa con altri detenuti.A prestargli soccorso il personale di sorveglianza che ha immediatamente chiamato il 118. Il 27enne si trova ora nell’ospedale di Teramo. I sanitari lo stanno sottoponendo a una Tac per verificare le sue condizioni.
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Commenti disabilitati su Teramo – Aggredito in carcere giovane detenuto casertano, è in coma | tags: carcere di teramo, detenuto aggredito, detenuto in coma | posted in Contro carcere, CIE e OPG, Dentro le mura, Italia in cella, Tutti
Stava acquistando un biglietto del treno quando è stato fermato e la sua latitanza si è interrotta per sempre. Lui un tunisino di 30anni, evaso da Pescara dopo un permesso premio per uscire dal carcere, ha sulle spalle molti precedenti per droga e un cumulo di condanne che lo hanno inchiodato in carcere. Lo spacciatore fuggitivo è stato notato subito dagli uomini della Squadra Mobile che lo hanno portato in caserma prima che potesse fuggire in Liguria. Continue reading
Commenti disabilitati su Gli danno un permesso-premio per uscire dal carcere,fugge. | tags: detenuto per spaccio, evaso dal carcere di pescara, farchichi abdesattar, gli danno permesso premio e lui fugge | posted in Contro carcere, CIE e OPG, Fuggiaschi, Italia in cella, Tutti
E’ morto in carcere, dove si trovava recluso al regime del 41bis, Giovanni Pollari, capo mandamento della mafia di Cianciana, condannato all’ ergastolo per associazione mafiosa ed omicidi e coinvolto anche nel sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino.
Pollari aveva 65 anni ed è morto per cause naturali. Finì in carcere la prima in occasione dell’operazione antimafia denominata “Castello”, che pose fine a un lungo elenco di estorsioni e omicidi nella zona compresa tra Alessandria della Rocca, Bivona, Cianciana e Santo Stefano Quisquina, finalizzati ad assicurarsi il controllo dei subappalti e delle forniture relativi alla costruzione dell’adduttore della diga “Castello”, per l’irrigazione dei terreni situati nella valle dei fiumi Verdura, Magazzolo e Platani. Altri interessi, in relazione ai quali sono sorti fortissimi contrasti, riguardano la realizzazione di opere di metanizzazione relative ai Comuni di Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana e Santo Stefano Quisquina.
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Commenti disabilitati su Cianciana, è morto in carcere il boss Giovanni Pollari | tags: capo mafia di cianciana, condannato all'ergastolo, morto boss giovanni pollari, morto per cause naturali | posted in Contro carcere, CIE e OPG, Dentro le mura, Italia in cella, Tutti