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Ancora un rinvio. Il primo aprile 2014 non sarà la data in cui si metterà la parola fine agli ospedali psichiatrici giudiziari. Le Regioni negli ultimi mesi hanno consegnato i piani di riconversione, ma la loro realizzazione prevede tempi che oscillano dai 6 mesi per la Basilicata ai quasi 3 anni per Lombardia e Abruzzo.
Così «si prospetta la necessità che il governo proponga al Parlamento una proroga Continue reading
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Seconda aggressione in pochi giorni ai danni di un agente della Polizia Penitenziaria all’interno dell’Opg di Barcellona. Dopo l’episodio del 26 settembre scorso, quando un poliziotto in servizio è stato ricoverato con diversi traumi alla testa ed al corpo, analoga sorte è toccata oggi pomeriggio ad un collega, che è stato ferito alla mano, nel tentativo di sedare un’accesa discussione tra internati. L’uomo è stato Continue reading
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Si è ucciso impiccandosi con delle lenzuola alla grata della sua cella nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Napoli. E per farlo ha creato una situazione di caos nel reparto convincendo gli altri internati ad incendiare alcune suppellettili: quattro agenti di polizia penitenziaria e due infermieri sono rimasti intossicati. É accaduto la scorsa notte.
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7,3 milioni di euro per costruire a Reggio Emilia una “Residenza sanitaria che accolga le persone con misure di sicurezza” (Rems), struttura unica in Italia. Andrebbe a sostituire l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (Opg) presente in città, uno dei sei esistenti in Italia. Il primo parere positivo del ministero della Salute incassato dalla Ausl di Reggio Emilia in commissione, in fase istruttoria, sblocca il finanziamento di 9.984.338 euro. Somma a cui verranno ad aggiungersi 525.491 euro stanziati dalla Regione dell’Emilia Romagna. Oltre le Continue reading
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Un detenuto quarantenne si è suicidato nell’Opg di Aversa. Si chiamava Gilberto Midilli, originario di Roma. È stato ritrovato morto in cella il 28 luglio scorso, alle ore 21.00.
“La notizia dell’ennesimo detenuto suicida, domenica sera nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa conferma una volta di più come queste morti siano sempre – oltre che una tragedia personale e familiare – una sconfitta per lo Stato. Il detenuto italiano M.G., 40 anni di Roma, colpevole del reato di rapina ed in attea di essere inviato in Comunità, si è impiccato alla Continue reading
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(Adnkronos) – Un agente della polizia penitenziaria e’ stato aggredito da un internato ristretto nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia. L’agente, riferisce il Sappe, Sindacato autonomo di polizia Penitenziaria, ha riportato una forte contusione alla mano e al volto e ha dovuto fare ricorso alle cure in ospedale, con una prognosi di cinque giorni.
“Ricordiamo che la situazione nelle strutture degli Continue reading
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Empoli, 4 giugno 2013 – Nuovo incendio all’interno dell’Opg di Montelupo e anche questa volta, come circa un mese fa, le fiamme sono state provocate da un ospite della struttura che ha dato fuoco al materasso e ad altri oggetti con l’accendino che gli era stato permesso di tenere con sé.
Gli agenti della polizia penitenziara in servizio all’interno della struttura sono intervenuti prontamente richiamati dall’odore del fumo e subito hanno spento il rogo. Le fiamme non hanno provocato danni, ma hanno comunque costretto all’evacuazone di un reparto. Alcuni agenti sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche per l’intossicazione.
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Mercoledì, nell’ospedale psichiatrico di Reggio, un internato di circa 50 anni è stato trovato morto dal personale medico. Lo spiega in una nota Giovanni Battista Durante, del Sappe. L’uomo, Marco Cavara, era originario di Verona e sarebbe morto per arresto cardio-circolatorio. «Com’è noto gli ospedali psichiatrici giudiziari dovrebbero essere dismessi e gli internati, secondo un principio di territorialità, dovrebbero essere gestiti dalle Ausl competenti – spiega – In Emilia-Romagna, già dal 2010, è stato firmato un protocollo d’intesa tra amministrazione penitenziaria e Regione, per la dismissione dell’ospedale psichiatrico giudiziario e la costruzione di una nuova struttura che dovrebbe ospitare gli internati dell’Emilia-Romagna».
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Firenze, 28 apr. – (Adnkronos) – L’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino (Firenze) e’ stato evacuato all’alba a causa di un incendio divampato in una cella che sarebbe stato appiccato da un detenuto dando fuoco al materasso.
La struttura, che ospita 150 persone, e’ stata evacuata e sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Empoli che hanno spento il rogo nel giro di quattro ore, impegnati dalle 5 alle 9 di stamane. Tre agenti di polizia penitenziaria sono rimasti intossicati dal fumo sprigionatosi nell’opg.
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Sarebbero 38 in base ai dati preliminari i morti in una clinica neuropsichiatrica fuori Mosca. L’incendio si è generato mentre tutti dormivano. Nella clinica si trovavano 41 persone. Un’infermiera è riuscita a portare in salvo due pazienti, da sola. Per ora i vigili del fuoco hanno trovato 12 corpi. Le autorità inquirenti hanno aperto un procedimento penale ai sensi dell’articolo «violazione della sicurezza antincendio». L’edificio – di legno – si trovava nel villaggio Ramenye Dmitrov. Il rogo si è verificato intorno alle 00.20 italiane.
Iil bilancio definitivo è stato confermato dopo il recupero dei corpi e il riscontro con le liste dei pazienti e del personale medico. Dalle fiamme che hanno avvolto la clinica numero 14, villaggio di Ramenski, a Nord della capitale russa, sono riusciti a fuggire solo un’infermiera e due internati. Sulle cause dell’incendio circolano Continue reading
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È stato portato all’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino un 67enne arrestato lo scorso sabato, 20 aprile, dai carabinieri di Montevarchi, in esecuzione di una misura di sicurezza emessa dal Tribunale di Genova.
L’8 marzo scorso l’uomo, italiano e residente nel Valdarno Aretino, all’interno di un bar di Montevarchi, aveva minacciato con un coltello da cucina gli avventori del locale, tra cui un magistrato della sezione distaccata della città. In quel contesto l’uomo era stato bloccato dal barista, che gli aveva tolto il coltello dalle mani. I carabinieri di Montevarchi lo avevano denunciato per minaccia e porto abusivo di coltello.
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Castiglione, le campionature degli alimenti e delle attrezzature sono già state mandate a Brescia Settanta ospiti colpiti da malesseri dopo la cena. L’autopsia sulla vittima non ha fatto chiarezza
Settanta. Un quarto degli ospiti dell’Opg. È questo il numero dei detenuti che si sono sentiti male dopo la cena di martedì alla mensa dell’ospedale psichiatrico di Castiglione. Tra questi c’era Christian Ubiali, trentunenne bergamasco morto al Poma tre ore dopo il ricovero. L’autopsia, disposta dalla Procura di Mantova, non avrebbe fatto definitiva chiarezza sul decesso, avvenuto, sembrava, dopo una diagnosi di occlusione intestinale. Il magistrato si limita a confermare che saranno necessari «ulteriori accertamenti».
Sotto accusa, per ora, c’è proprio la cena consumata martedì sera alla mensa dell’Opg, in seguito a cui settanta ospiti hanno accusato malori e dissenteria. Di questi dodici hanno manifestato sintomi più seri. Il più grave di tutti era Ubiali, trasportato d’urgenza al pronto soccorso del Poma, con la diagnosi di occlusione intestinale provocata da un probabile volvolo.
Tutti avrebbero mangiato del pesce che, a questo punto, forse era avariato.
È questo il sospetto della Procura che ha già disposto accertamenti. È stata eseguita una campionatura che attraverso l’Asl è stata inviata al laboratorio di sanità pubblica di Brescia per le analisi tossicologiche. Sono stati eseguiti prelievi sia sulle scorte di pesce che sono rimaste nei frigoriferi sia nelle cucine in particolare sulle attrezzature che sono state utilizzate per preparare la cena di martedì. Le indagini epidemiologiche dovranno identificare le eventuali fonti inquinanti o rintracciare la presenza di tossine. Un attacco batterico che potrebbe essere stato letale per Christian Ubiali, già debilitato per problemi passati di tossicodipendenza.
La Tac, a cui era stato subito sottoposto mercoledì a mezzogiorno al Poma, non aveva confermato la diagnosi dell’occlusione. Ubiali però continuava a lamentarsi dei dolori violentissimi che partivano dallo stomaco.
Per questo era stato disposto il trasferimento nel reparto di chirurgia. In attesa di essere spostato era stato sistemato su una barella. Ad un certo punto era diventato tachicardico e un’infermiera lo aveva accompagnato fuori per permettergli di accendere una sigaretta.
Al rientro, prima che i medici della chirurgia fossero riusciti a prenderlo in consegna per portarlo in reparto, aveva smesso di vivere, tre ore dopo il ricovero.
Originario di Osio di Sotto, un paese del Bergamasco, Ubiali aveva una doppia diagnosi di tossicodipendenza e problemi psichici che aveva convinto i giudici che l’internamento in un ospedale psichiatrico giudiziario fosse la soluzione migliore per lui dopo aver escluso la possibilità di un percorso riabilitativo in famiglia.
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I cento pazienti saranno smistati in piccole strutture ancora da trovare, anche se la scadenza del 31 marzo si avvicina. Il conto alla rovescia è di quelli che tolgono il fiato: entro il 31 marzo l’Opg di Montelupo Fiorentino, l’ospedale psichiatrico giudiziario, dovrà chiudere e trovare una sistemazione adeguata per i suoi detenuti pazienti. Trentacinque sono quelli toscani, gli altri torneranno nelle regioni di appartenenza: Liguria, Sardegna, Umbria.
Sono circa cento gli attuali pazienti dell’Opg: il 30% degli ospiti di Montelupo hanno reati di omicidio alle spalle, gli altri lesioni, maltrattamenti, rapine. Sono tutti uomini e tutti hanno bisogno di trovare strutture attrezzate per curarli. Domani al ministero si terrà una riunione con gli assessori regionali per fare il punto sulla situazione. “Stiamo pensando di creare piccoli centri per venti pazienti al massimo – spiega il dottor Franco Scarpa, psichiatra che è stato per anni direttore dell’Opg e che adesso è responsabile di una unità operativa della Asl 11 – i luoghi distribuiti nelle varie aree vaste, saranno strutture sanitarie in grado di seguire meglio i pazienti con problematiche anche gravi”. Fra le location accreditate c’è una struttura a San Miniato nell’empolese. Altre strade invece sono ancora da esplorare. Fra i pazienti che dovranno rientrare in Toscana an – che una donna attualmente ospite a Castiglione delle Stiviere. La struttura di Montelupo, antica (era una villa medicea), è inadatta a curare quel genere di pazienti, ma non resterà abbandonata. “Noi ci auguriamo non torni ad essere un carcere” spiega il sindaco Rosanna Mori.
“Avevamo sollevato da tempo il problema della inadeguatezza di quella struttura, adesso ci auguriamo che la villa medicea venga destinata ad usi diversi”. Un augurio che probabilmente non è destinato ad andare in porto dal momento che il provveditore della Toscana all’amministrazione carceraria, Carmelo Cantone spiega: “Il progetto è di sostituire l’Opg con una struttura di reclusione per detenuti con lunghe condanne, ma con un basso livello di pericolosità”.
Cantone spiega anche che nell’area dell’Opg si è creata una interessante interazione fra carcere e associazioni di volontariato che non va dispersa perché è in qualche modo un patrimonio di esperienza e collaborazione che può essere applicato anche a realtà diverse e che aiuta chi è detenuto a relazionarsi con il mondo esterno. C’è anche un’altra possibilità: l’ospedale psichiatrico giudiziario ha diversi padiglioni (in tempi non lontani ha ospitato anche 180 detenuti – pazienti), in uno, ancora da individuare, verrebbe realizzato un centro di osservazione psichiatrica con al massimo una capienza di dieci letti.
Si tratta ospitare detenuti per esempio che hanno dato segni di squilibrio mentale e che da un istituto carcerario classico potrebbero avere bisogno di un’assistenza diversa, più di carattere sanitario. Ma l’urgenza in questo momento è quella di individuare sul territorio toscano due o tre luoghi in cui creare le nuove strutture per l’assistenza e cura di chi è ancora “prigioniero” dell’Opg. Il tempo ormai è poco, il 31 marzo è dietro l’angolo.
Fonte: La repubblica
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Un detenuto italiano di 48 anni ha tentato il suicidio oggi alle Novate. Solo grazie al pronto intervento di un agente della polizia penitenziaria è stato evitato il peggio.
Un detenuto italiano di 48 anni ha tentato il suicidio nel carcere di Piacenza. Lo ha reso noto il sindacato di polizia penitenziaria Sappe, spiegando che l’uomo, approfittando dell’assenza del compagno di cella che si trovava nella saletta della socialità, insieme agli altri compagni di detenzione, dopo aver fatto un rudimentale cappio con dei lacci che ha legato all’armadietto del bagno ci ha infilato la testa e si è lanciato in avanti. Solo grazie al pronto intervento di un agente della polizia penitenziaria, in servizio nella sezione detentiva, è stato evitato il peggio. L’uomo era rientrato a Piacenza dopo aver trascorso 40 giorni all’ospedale psichiatrico. (Ansa)
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