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Nuovo incendio all’Opg Agenti intossicati

cordatesaEmpoli, 4 giugno 2013 – Nuovo incendio all’interno dell’Opg di Montelupo e anche questa volta, come circa un mese fa, le fiamme sono state provocate da un ospite della struttura che ha dato fuoco al materasso e ad altri oggetti con l’accendino che gli era stato permesso di tenere con sé.

Gli agenti della polizia penitenziara  in servizio all’interno della struttura sono intervenuti prontamente richiamati dall’odore del fumo e subito hanno spento il rogo. Le fiamme non hanno provocato danni, ma hanno comunque costretto all’evacuazone di un reparto. Alcuni agenti sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche per l’intossicazione.

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Firenze: entro marzo chiude l’Opg di Montelupo… ma la villa medicea diventerà un carcere

carcereI cento pazienti saranno smistati in piccole strutture ancora da trovare, anche se la scadenza del 31 marzo si avvicina. Il conto alla rovescia è di quelli che tolgono il fiato: entro il 31 marzo l’Opg di Montelupo Fiorentino, l’ospedale psichiatrico giudiziario, dovrà chiudere e trovare una sistemazione adeguata per i suoi detenuti pazienti. Trentacinque sono quelli toscani, gli altri torneranno nelle regioni di appartenenza: Liguria, Sardegna, Umbria.

Sono circa cento gli attuali pazienti dell’Opg: il 30% degli ospiti di Montelupo hanno reati di omicidio alle spalle, gli altri lesioni, maltrattamenti, rapine. Sono tutti uomini e tutti hanno bisogno di trovare strutture attrezzate per curarli. Domani al ministero si terrà una riunione con gli assessori regionali per fare il punto sulla situazione. “Stiamo pensando di creare piccoli centri per venti pazienti al massimo – spiega il dottor Franco Scarpa, psichiatra che è stato per anni direttore dell’Opg e che adesso è responsabile di una unità operativa della Asl 11 – i luoghi distribuiti nelle varie aree vaste, saranno strutture sanitarie in grado di seguire meglio i pazienti con problematiche anche gravi”. Fra le location accreditate c’è una struttura a San Miniato nell’empolese. Altre strade invece sono ancora da esplorare. Fra i pazienti che dovranno rientrare in Toscana an – che una donna attualmente ospite a Castiglione delle Stiviere. La struttura di Montelupo, antica (era una villa medicea), è inadatta a curare quel genere di pazienti, ma non resterà abbandonata. “Noi ci auguriamo non torni ad essere un carcere” spiega il sindaco Rosanna Mori.

“Avevamo sollevato da tempo il problema della inadeguatezza di quella struttura, adesso ci auguriamo che la villa medicea venga destinata ad usi diversi”. Un augurio che probabilmente non è destinato ad andare in porto dal momento che il provveditore della Toscana all’amministrazione carceraria, Carmelo Cantone spiega: “Il progetto è di sostituire l’Opg con una struttura di reclusione per detenuti con lunghe condanne, ma con un basso livello di pericolosità”.

Cantone spiega anche che nell’area dell’Opg si è creata una interessante interazione fra carcere e associazioni di volontariato che non va dispersa perché è in qualche modo un patrimonio di esperienza e collaborazione che può essere applicato anche a realtà diverse e che aiuta chi è detenuto a relazionarsi con il mondo esterno. C’è anche un’altra possibilità: l’ospedale psichiatrico giudiziario ha diversi padiglioni (in tempi non lontani ha ospitato anche 180 detenuti – pazienti), in uno, ancora da individuare, verrebbe realizzato un centro di osservazione psichiatrica con al massimo una capienza di dieci letti.

Si tratta ospitare detenuti per esempio che hanno dato segni di squilibrio mentale e che da un istituto carcerario classico potrebbero avere bisogno di un’assistenza diversa, più di carattere sanitario. Ma l’urgenza in questo momento è quella di individuare sul territorio toscano due o tre luoghi in cui creare le nuove strutture per l’assistenza e cura di chi è ancora “prigioniero” dell’Opg. Il tempo ormai è poco, il 31 marzo è dietro l’angolo.

Fonte: La repubblica


Toscana: chiudono carceri di Empoli e Grosseto, l’Opg di Montelupo per ora resta in funzione

chiuso-per-fallimentoL’Opg doveva chiudere a giorni. Era stato stabilito dal ministro il mese di marzo per chiudere quella che lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva definito una vergogna. Invece è stato tutto rimandato. Ma ieri è partito un altro tentativo.

Per chiudere l’Opg e cercare di risolvere altre situazioni giunte ormai al punto di emergenza. Questo nuovo tentativo si chiama patto per la riforma del sistema carcerario in Toscana e per fare fronte alle vari emergenze come quella del sovraffollamento.

È quanto stipulato in questi giorni dal provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria della Toscana Carmelo Cantone e dal garante dei detenuti della Toscana Alessandro Margara, insieme ai garanti di Firenze, di Livorno, Pisa, Pistoia, San Gimignano e della provincia di Massa Carrara. Il documento, si spiega, nasce da una scommessa di fondo: realizzare in Toscana un’alleanza fra tutte le parti in causa per tutelare i diritti dei detenuti, migliorare le loro condizioni di vita all’interno delle carceri e potenziare i percorsi di trattamento e reinserimento. L’obiettivo, come si spiega in un comunicato della Regione, è quello di dar vita a un’esperienza pilota a livello italiano.

Tra gli impegni previsti, un monitoraggio con le Asl per rendere effettivo il passaggio della sanità penitenziaria al sistema sanitario nazionale, la promozione di percorsi di inserimento esterno. E appunto si prevede poi la chiusura effettiva dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino, la nascita di case per le semilibertà in vari comuni toscani, case per madri detenute con figli, il potenziamento dei programmi per tossicodipendenti con affidamenti terapeutici e detenzioni domiciliari in caso di pene sotto i 18 mesi, e l’incremento dell’offerta culturale, formativa, lavorativa e sportiva all’interno del carcere.

“Migliorare poi le condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari – conclude la Regione – rappresenta una priorità assoluta. Le parti si sono infine impegnate ad ampliare le possibilità di lavoro all’interno, a migliorare le aree destinate all’incontro con i familiari, soprattutto se minori, e a incrementare le misure alternative alla detenzione”. In ogni caso, però, a Montelupo la realtà è che da dicembre è stato eseguito un altro sequestro, quello del reparto Pesa.

Chiude il carcere di Empoli, ma solo dopo la dismissione dell’Opg di Montelupo

Il carcere di Empoli chiude. E la Villa dell’Ambrogiana a Montelupo prenderà il suo posto, non appena andrà in archivio l’esperienza dell’Ospedale psichiatrico giudiziario. Il disegno è contenuto nella circolare del 29 gennaio scorso, firmata dal Capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria “a conclusione degli incontri tenuti con i provveditori in cui sono stati discussi i progetti da loro presentati per la creazione/revisione dei circuiti penitenziari regionali”. Allegato alla circolare c’è la descrizione dei circuiti con l’indicazione della destinazione di ogni istituto, dove si legge che “è prevista la soppressione del carcere di Empoli, ma solo quando sarà disponibile Montelupo Fiorentino”. Questo significa che la casa circondariale del Pozzale, che al momento ospita una ventina di detenute, chiuderà definitivamente i battenti. E la Villa montelupina ospiterà il carcere. Nessun riferimento però alla tempistica dell’operazione.

chiusoL’Opg doveva chiudere entro il mese di marzo, ma proprio in questi giorni è stato sottoscritto un patto tra il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria e il garante dei detenuti della Toscana Alessandro Margara che prevede anche la chiusura dell’Ospedale psichiatrico giudiziario (dove gli internati sono un centinaio), oggetto del sequestro di un reparto anche nello scorso mese di dicembre per carenze strutturali e sanitarie. Il Ministero ha sbloccato i fondi (173 milioni) affidando alle Regioni il ricollocamento dei pazienti. Ma sui tempi non c’è certezza.

Il carcere di Grosseto chiuderà: al suo posto abitazioni di lusso?

Il carcere di Grosseto è destinato a chiudere i battenti, al suo posto potrebbero spuntare appartamenti di pregio. È del 29 gennaio scorso la circolare del ministero di Giustizia che indica l’addio alla prigione nel capoluogo. Lì, tra le righe del documento che getta le basi di una riorganizzazione dei complessi penitenziari, la struttura di via Saffi figura, ma ancora per poco. È così che, dopo anni di chiacchiere, la “questione carcere” si avvia a conclusione nel modo più traumatico. L’addio alla casa di detenzione, ritenuta da chiunque fuori norma e inadeguata all’uso, l’avevano promesso in tanti. E in tanti – almeno sui giornali – si erano impegnati a rimettere le cose a posto. Il rischio ora è di chiudere il penitenziario senza l’alternativa di una prospettiva concreta sul territorio. C’è poi l’interrogativo sul futuro dello storico palazzo fronte mura: cosa diventerà? “Penso – dice il sindaco Bonifazi – che il palazzo possa essere valorizzato con edilizia privata di pregio. Siamo pronti a discuterne”.

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