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Condizioni di vita inumane, peggio del carcere

cordatesaQuattordici visite agli undici Centri di permanenza italiani, un anno di testimonianze raccolte (da febbraio 2012 a febbraio 2013), un dossier di oltre 200 pagine. Alla fine del lavoro i Medici per i diritti umani hanno certificato “condizioni di vita inumane, peggiori di quelle delle carceri” offrendo svariati motivi in più al ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge, per andare avanti nella sua opera: “I Cie e i Cara vanno superati”. I Cie ospitano immigrati in attesa di identificazione o di espulsione. I Cara gli immigrati che hanno chiesto asilo.

I lavoro dei Medici per i diritti umani fa comprendere, innanzitutto, una questione prettamente economica: i Cie non sono in grado di garantire condizioni dignitose ai “trattenuti” perché lo Stato italiano ha fortemente disinvestito su queste strutture. Alcuni esempi. La prima gestione del Continue reading


Grecia, Pireo: Sciopero della fame degli immigrati detenuti nei commissariati di polizia

diffondiamo da contrainfo

Greece_jailGli arresti giornalieri e il trattamento brutale degli immigrati “irregolari” nel quadro del pogrom di massa della polizia greca con il nome di accoglienza “Xenios Zeus”, che include percosse, umiliazioni e torture nei furgoni della polizia, nei sotterranei delle stazioni di polizia e nei famigerati “centri di detenzione”, sono parte integrante del totalitarismo moderno che impone la povertà e il cannibalismo sociale, ordina la coscrizione civile dei scioperanti (vale a dire il ritorno forzato al lavoro), infligge la repressione nelle mobilitazioni di protesta, incursioni nelle occupazioni e attacchi alle imprese sociali auto-organizzate.

Ultimamente, decine di immigrati “privi di documenti” sono stati trasferiti e letteralmente accatastati nella stazione di polizia di Drapetsona a Pireo, rimanendo in carcere per mesi e mesi, dove subiscono condizioni spaventose, in mancanza di servizi igienico-sanitari, cibo nutriente e di aria aperta, e si confrontano con Il trattamento usuale brutale, misantropo e razzista degli agenti della polizia. Inoltre, la loro custodia temporanea viene prorogata ogni tre mesi senza alcuna giustificazione formale diversa da quella del “crimine” di non avere documenti di soggiorno.

Per questo motivo, i detenuti immigrati sono scesi in successivi scioperi della fame in quella stazione di polizia, per protestare contro le condizioni inimmaginabili di incarcerazione e le decisioni consecutive di proroga di tre mesi della loro custodia. Per esempio, 70 immigrati sono in sciopero della fame dal 14 Marzo 2013. Come risultato di questa protesta congiunta, gli scioperanti della fame sono stati dispersi con diversi trasferimenti ad altri dipartimenti di polizia dove i poliziotti, ancora una volta li trattano con insulti, vessazioni e minacce. Lo sciopero della fame è iniziato, in particolare, dopo la decisione inspiegabile per altri tre mesi di proroga della custodia cautelare nei confronti di due immigrati, che sono rinchiusi per 9 mesi già nelle celle di detenzione. Il caso di un rifugiato palestinese è indicativo dei maltrattamenti contro gli scioperanti della fame: Faraj Ahmed, che ha perso i sensi durante l’ottavo giorno di sciopero della fame (22/3), è stato trasferito in ospedale, perché la polizia gli ha dato shampoo dicendo che era sciroppo medicinale.

Noi ci abitueremo, né accetteremo le brutalità di questo mondo. Ci opponiamo al saccheggio, all’impoverimento, alla brutalità, al razzismo e alla repressione con la resistenza, l’auto-organizzazione e la solidarietà, con le lotte comuni dei resistenti nativi e gli immigrati contro il sistema dello sfruttamento, le esclusioni e la sottomissione. Giù le mani dagli oppressi e dai combattenti!

Spazio anarchico Resalto (Keratsini)


Rivolta Bari agosto 2011, comminati 34 anni di carcere

rivolta-immigrati-cara-bariSono 34 gli anni di carcere complessivi comminati a 14 immigrati ospiti del Cetro di accoglienza richiedenti asilo di Bari-Palese accusati di aver messo a ferro e fuoco la citta’ durante la rivolta del primo agosto 2011. Nel pomeriggio, il gup Giovanni Abbattista ha letto la sentenza di primo grado nei confronti degli extracomunitari che diedero vita alla dura protesta, assaltando un autobus dell’Amtab, occupando la tangenziale e una linea ferroviaria. Quel giorno circa cento poliziotti e carabinieri restarono feriti durante gli scontri.

Il giudice ha condannato tutti gli imputati a pene comprese tra i due e i tre anni e dieci mesi. Per nove di loro ha anche ordinato l’espulsione immediata dallo Stato italiano. Gli immigrati sono stati, inoltre, condannati a risarcire la Ferrotramviaria Spa-Ferrovie del nord barese per i danni subiti durante la protesta.

Fonte Adnkronos


Dentro al Cie di Bologna tra freddo e sporcizia

CIE-BoCarta igienica che scarseggia, centellinata. Ragazze e donne costrette a pietire gli assorbenti. Porte divelte e vetri rotti non sostituiti. Una lavatrice sola, di seconda mano, per tutti. Una struttura logora e insana, come è stato ripetutamente denunciato dalle garanti dei detenuti, dall’onorevole Pd Sandra Zampa, da associazioni e Ausl e, di recente, anche dal sindaco Virginio Merola. Il cambio di gestione al Cie, l’ex caserma di via Mattei in cui vengono rinchiusi gli stranieri non regolari da identificare e espellere, si sta facendo sentire.
Il consorzio siracusano l’Oasi si è aggiudicato l’appalto al massimo ribasso bandito da Viminale e Prefettura, accettando un rimborso quotidiano pro-capire di 28,5 euro, contro i quasi 70 del passato. Con una media di 50-55 presenze – lo hanno calcolato operatori e patronati – le entrate non bastano nemmeno a coprire le buste paga. La Prefettura è stata costretta ad anticipare i contanti per saldare gli stipendi di dicembre.
Non ci sono attività ricreative. sebbene siano previste dal capitolato, così come la fornitura di biancheria e abiti, i corsi di italiano, la prevenzione dei conflitti. A breve verrà ridotto l’orario del medico interno. Da quello che si vede, girando per le stanze, si risparmia su tutto.
La stuttura, con una capienza complessiva di 95 posti, ha un’ala del maschile inagibile, distrutta durante le azioni di rivolta. Ma anche negli spazi utilizzati, 53 letti occupati a ieri, la situazione è pesante.
Nella struttura, in una coabitazione forzata, si mescolano le persone e le storie più disparate, in una promiscuità che pesa e che non fa distinzioni.  I trattenuti, chiamati “ospiti”, denunciano condizioni di vita insopportabili e non umane

Fonte


Nuova rivolta e fuga in massa al Cie di Gradisca

Sette maghrebini evadono utilizzando delle chiavi: ricercati. Al via un’indagine. Metà dei 70 immigrati chiusi nel centro hanno preso parte all’azione. Bottiglie piene di sabbia e sassi contro le forze dell’ordine

Nuova rivolta e fuga al Cie di Gradisca. Sette ospiti di nazionalità maghrebina sono riusciti a fuggire dopo aver aperto con le chiavi tre porte e scavalcato la rete di recinzione nella parte posteriore del centro immigrati. I sette sono fuggiti nella campagna approfittando dell’oscurità. Alla rivolta hanno partecipato trentacinque immigrati, la metà delle persone attualmente detenute all’interno della struttura. Gli immigrati hanno utilizzato contro le forze dell’ordine e gli operatori delle bottiglie piene di sassi e sabbia e hanno svuotato contro di loro alcuni estintori.

Attualmente la situazione è sotto controllo, resta alto l’allarme tra le forze dell’ordine incaricate di vigilare sul perimetro esterno della struttura. Sarà probabilmente avviata un’indagine sulle modalità della fuga: il fatto che i sette immigrati fossero in possesso di alcune chiavi rende infatti necessario scoprire come siano riusciti ad appropriarsene.

Fonte: ilpiccolo.gelocal.it

Capodanno di tensione al Cie: nuovo attacco dei centri sociali

Approfittando del disordine dei botti di fine anno, i centri sociali hanno manifestato davanti al Cie, con lancio di bombe carta e petardi. In corso Brunelleschi finisce un mese di proteste

Forse hanno cercato di replicare quanto accaduto l’anno scorso, ma senza riuscirci una seconda volta. Gli anarchici hanno deciso di organizzare, nella notte di capodanno, un nuovo blitz al Cie di corso Brunelleschi. Nel capodanno 2012 una ventina di immigrati avevano tentato la fuga, e qualcuno era anche riuscito a far perdere le proprie tracce; scena a sua volta replica della “fuga di Natale”, quando 35 nordafricani avevano tentato di scavalcare il muro di cinta.

Ispirandosi forse a questi fatti di cronaca, e contando sulla confusione nelle strade per i botti di capodanno, gli anarchici hanno manifestato ancora una volta davanti al centro per l’identificazione e l’espulsione dei clandestini. Bombe carta, petardi, fuochi d’artificio e scritte sui muri del Cie sono stati i passatempi della nottata. Immediato, dunque, l’intervento di numerose volanti della polizia in corso Brunelleschi.

All’interno del centro, gli immigrati hanno protestato animatamente, costringendo l’intervento della sorveglianza, che ha utilizzato gli estintori. In ogni caso, questa volta, niente fughe: i danni materiali più evidenti sono le scritte rimaste sui muri del Cie.

Dicembre si conclude, dunque, facendo tornare il Cie sulle pagine di cronaca. Il mese era iniziato con il tentativo, da parte degli anarco-insurrezionalisti, di introdurre nel centro dei seghetti, opportunamente nascosti in alcune banane. Tentativo smascherato dal metal detector, e concluso con la denuncia di Fabio M., 34 anni. Altri casi, più recenti: il 14 del mese alcuni immigrati avevano dato fuoco ad alcuni materassi. incendi anche nel pomeriggio del 28 dicembre, quando alcuni ospiti del settore maschile hanno appiccato le fiamme ad altri materassi. Nella nottata tra il 27 e il 28, invece, dopo molto disordine nel centro, con urla e schiamazzi avvertiti distintamente dai residenti, un immigrato si era arrampicato sopra il tetto di una casetta, discendendo poco dopo.

Fonte: torinotoday.it

 

 


Immigrati tentano la fuga la notte di capodanno

Ennesima rivolta al Cie di Bologna, anche durante l’ultima notte dell’anno: quattro nordafricani, ospiti della struttura di via Mattei, hanno tentato la fuga, ma la loro azione e’ stata bloccata dalla polizia. In due sono stati fermati quando avevano ormai scavalcato le recinzioni. E’ successo verso l’una e la calma e’ stata riportata verso le 2.30. C’e’ stato anche un lancio di oggetti verso le forze dell’ordine.


Rivolta al Cie nella notte di Natale

MODENA – Materassi gettati nel cortile interni e ore di tensione per gli ospiti della struttura ingannati da alcuni messaggi che annunciavano la liberazione per il giorno di Natale

Una rivolta al Cie di Modena dalla dinamica inusuale per lo meno per quel che riguarda “l’innesco”: nella giornata di ieri, alcune palline da tennis sono state lanciate da mani ignote dentro la struttura di via La Marmora e al loro interno erano presenti bigliettini recanti la dicitura “Liberi tutti” un numero di telefono. Sta di fatto che il messaggio giunto agli ospiti era quello di un’imminente liberazione, di un’apertura dei cancelli prevista per il giorno di Natale. Peccato però che la notizia fosse privo di ogni fondamento. La cosa ha quindi provocato malumore generale e la rabbia delle persone rinchiuse nel Cie è esplosa con una rivolta: decine di ospiti hanno gettato nel cortile interno del centro e hanno iniziato a inveire contro il personale e le forze dell’ordine presenti sul posto. Tre ospiti, colti dalla disperazione, hanno addirittura tentato il suicidio impiccandosi. La situazione, se così si può dire, è rientrata nei binari della normalità a notte fonda. Non sono stati registrati danni né feriti a personale e forze dell’ordine.

“C’è un forte clima di stress e disagio, sia per gli ospiti che per il personale che lavora in quella struttura”, ha raccontato Cécile Kyengé, portavoce nazionale Rete Primo Marzo e consigliere provinciale Pd. “La situazione è intollerabile e peggiora nei periodi di festa, momento in cui si sente maggiormente la lontananza dai propri cari”. Assieme a Paola Manzini, Cécile Kyenge stamattina presto si è recata in via La Marmora, dopo essere stata informata ieri sera dell’accaduto da parte degli attivisti Medici per i Diritti Umani: “Per denunciare le difficoltà del Cie – ha aggiunto la portavoce della Rete Primo Marzo – gli ospiti della struttura di Modena hanno iniziato un nuovo sciopero della fame. Per quanto riguarda le persone che hanno tentato il suicidio, gli operatori sono riusciti a intervenire in tempo per soccorrerli e a condurle in infermeria”. Anche Desi Bruno è stata subito informata della rivolta: nei prossimi giorni, la garante regionale dei detenuti giungerà a Modena per un sopralluogo e verificare le condizioni degli ospiti.

Fonte: Modenatoday.it