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Su Nadia Lioce e il 41bis

Nadia Lioce a processo perché protestava per i libri e i quaderni sottratti

Il 41 bis contro il diritto di leggere e scrivere, per protesta la prigioniera politica batte sul blindo con una bottiglietta di plastica. Denunciata dal Reparto operativo mobile della penitenziaria per disturbo della quiete interna al carcere. Ora c’è da augurarsi che questo processo faccia rumore davvero!

Può sembrar strano ma anche da una cella d’isolamento del 41 bis è possibile fare molto rumore. È quanto sostengono i responsabili del Reparto operativo mobile della sezione 41 bis del carcere di l’Aquila in una denuncia presentata contro Nadia Lioce e da cui sono scaturite le accuse di «disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone e oltraggio a pubblico ufficiale». Il processo davanti tribunale capoluogo abruzzese entrerà nel vivo il prossimo 24 novembre. Rinchiusa in regime di 41 bis ormai dal lontano 2005, dopo la condanna all’ergastolo ostativo per gli attentati mortali del 1999 e del 2002 contro i consulenti governativi Massimo D’Antona e Marco Biagi, rivendicati da un piccolo gruppo che aveva ripreso una vecchia sigla brigatista, le Brpcc, Nadia Lioce ha assistito nel tempo ad una progressiva restrizione del regime detentivo a cui è sottoposta, in particolare per quanto attiene alla possibilità di aver con sé fogli, quaderni, libri e riviste. Continue reading


Carceri, il Consiglio d’Europa boccia il 41 bis e denuncia il preoccupante sovraffollamento (ancora…)

cordatesaStrasburgo bacchetta l’Italia sulla condizione dei nostri detenuti. Il rapporto del Cpt, dopo l’ultima visita, fotografa una situazione “preoccupante” anche per maltrattamenti e scarsa igiene in cella

Rivedere il regime di detenzione regolato dall’articolo 41-bis. Il Comitato per la Prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa chiede all’Italia di modificare il regime di carcere duro, allentando le misure più severe. Nel rapporto pubblicato oggi dopo la visita condotta dal Comitato nel maggio del 2012 nelle carceri italiane, si spiega che l’Italia dovrebbe garantire ai detenuti in 41-bis “un più ampio ventaglio di attività significative” e “almeno quattro ore al giorno fuori dalle loro celle assieme ad altri detenuti”.

Ai detenuti in regime di carcere duro, inoltre, “va garantito il diritto di accumulare i diritti alle visite che non sono stati utilizzati” e “vanno autorizzate telefonate più frequenti, indipendentemente se nello stesso mese sono state ricevute visite”.

In ogni caso, e “a scanso di dubbi”, il Comitato riconosce che “per combattere efficacemente il problema della criminalità organizzata in casi singoli devono essere previste misure speciali di detenzione e di sicurezza”.

Serio sovraffollamento, maltrattamenti, uso eccessivo della forza da parte delle forze di polizia, scarsa igiene. Questa la fotografia delle carceri italiane scattata dal Comitato nell’ultima visita. Nel rapporto il Comitato esprime “preoccupazione per il sovraffollamento persistente delle prigioni italiane”.

Nel carcere di Vicenza la delegazione del Cpt ha ricevuto numerose accuse di maltrattamenti fisici, come calci e pugni. Inoltre “un serio sovraffollamento è stata una delle ragioni di preoccupazione in tutti gli istituti visitati. Per esempio nel carcere di Bari la delegazione ha trovato 11 detenuti in una cella di 20 metri quadrati.

Le condizioni materiali, scrive nel rapporto la corte di Strasburgo, “erano per molti aspetti adeguati negli istituti visitati, con l’eccezione dell’Ucciardone di Palermo, dove gran parte delle celle erano in cattivo stato di conservazione e il livello di igiene lasciava molto a desiderare”. Le strutture sanitarie sono di “buon livello nelle strutture visitate, ma rimane problematica la garanzia della riservatezza delle visite mediche dei detenuti e dei dati medici”.

La delegazione, inoltre, ha ricevuto una serie di denunce di maltrattamenti fisici da parte di polizia e carabinieri, in particolare nella zona di Milano e soprattutto su cittadini stranieri. Per quanto riguarda la detenzione di cittadini stranieri sulla base della legge sull’immigrazione, il Cpt ha ricevuto alcune denunce sull’uso eccessivo della forza da parte di carabinieri e agenti di polizia durante le operazioni di ricerca nel Cie di Bologna.

Fonte


Appello per la costruzione e la partecipazione alla giornata di lotta del 25/5/2013 a Parma contro il carcere e il 41bis

diffondiamo da uniticontrolarepressione

cordatesaNel carcere di Parma sono rinchiusi oltre 600 prigionieri, la capienza regolamentare è di 350. Al suo interno vi sono, inoltre, una sezione per paraplegici, una sezione protetti, e una sezione di Alta Sicurezza articolata in AS1, AS3, 41bis. Oltre 50 detenuti sono in 41 bis, tra di essi il compagno Marco Mezzasalma, condannato a due ergastoli nei processi contro le Brigate Rosse – Partito Comunista Combattente.
L’art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario è Continue reading


Pranzo di solidarietà con gli arrestati e proiezione NO AL 41BIS a Monza

copertina-no-41-bis

PRANZO E VIDEO

 

Domenica 12 maggio siete tutti invitati al FOA BOCCACCIO a Monza

 

Via Rosmini,11

 

ORE 13.00 PRANZO DI SOLIDARIETA’ per l’Associazione parenti e amici degli arrestati il 12 febbraio 2007

 

per i compagni in carcere

 

Come al solito ottimo menù

 

A seguire, ore 16.00

 

PROIEZIONE DEL VIDEO “NO AL 41 bis! Non c’è lotta al capitalismo senza lotta contro il carcere; non c’è lotta contro il carcere senza lotta contro il 41 bis”

 

Video autoprodotto dall’Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione”

 

In preparazione della partecipazione al CORTEO NAZIONALE che si terrà a Parma il 25 maggio ore 14.00 Piazzale Vittorio Emanule

 

contro carcere, differenziazione, 41bis e isolamento per la solidarietà di classe a sostegno delle lotta di tutti i prigionieri

 

il tutto con la collaborazione del collettivo Cordatesa