ROMA – Nei primi mesi del 2014 “è stato raggiunto un nuovo picco di suicidi nelle carceri italiane: il 40% di tutti i decessi in carcere è infatti rappresentato da suicidi”. Lo ha affermato il presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), Claudio Mencacci, sottolineando che nel 2013 la quota di suicidi era stata pari al 30%, contro il 40% del 2012 ed oltre il 40% del 2009. Continue reading
Tag Archives: contro il carcere
Trento – Invito all’assemblea su carcere, repressione e lotte dei detenuti al festival Slavina Punk HC
Carcere, repressione, lotte dei detenuti. Invito all’assemblea di sabato 27 luglio.
Abbiamo scelto di approfittare del sabato pomeriggio della due giorni benefit detenuti Slavina Punkhardcore per confrontarci con compagni e compagne che si muovono sul terreno delle lotte anticarcerarie, del contrasto alla repressione e della solidarietà ai detenuti. L’intenzione è quella di prenderci del tempo in cui discutere senza urgenze organizzative, con la volontà piuttosto di analizzare i punti di forza e le criticità delle mobilitazioni dell’ultimo periodo (la solidarietà con Continue reading
Francia: Quattro anni fa è morta Zoé
Diffondiamo da contrainfo
Quattro anni. Difficile sapere se quattro anni già o se solo appena quattro anni. Quattro anni e un lungo duello che non ha potuto iniziare fino a diversi anni dopo la sua morte, dopo che quellx a chi la giustizia stimò che dovevano essere punitx direttamente per l’incidente che ha ucciso Zoé finissero le pene di carcere che gli/le sono state assegnate, dopo che quellx che sono statx lasciatx fuori della prigioni hanno finito di essere ascoltatx, raccolte le impronte, fotografatx, registratx, intimiditx. In ogni caso, questa storia è finita. Dopo di chi pensa che vedere morire ad un’amica non è sufficiente, siano stati soddisfatti con il nostro dolore, siano stati saziati con la nostra tristezza e siano rimasti con la pancia piena e la testa alta, orgogliosi di aver riportato l’ordine e la giustizia. Questo ordine e questa giustizia che hanno tenuto ai/alle nostrx amici/che e i nostri amori, e che cerca di distruggerli, perchè sono tra le altre cose, di dove nascono i nostri desideri e le nostre possibilità di Continue reading
Fuori tutti/e dalle galere
Diffondiamo da Rete Evasioni
Ci sono momenti in cui arriva il sole, attraversa le sbarre, filtra dal vetro, attraversa la bottiglia che hai sul tavolo, si allunga in stralci sul tavolo, ti scalda un po’ l’orecchio.
Ci sono momenti in cui di notte guardi il soffitto, ascolti il silenzio, senti il rumore del vuoto del corridoio, ascolti il sibilo di una porta chiusa.
Ci sono momenti in cui ti siedi a fumare una sigaretta all’aperto e guardi il cielo e pensi che se credessi in Dio lo ringrazieresti di poter godere di tanta bellezza anche da qui.
Ci sono momenti in cui cammini per i corridoi e pensi che non ti usciranno più dai polmoni.
Ci sono momenti, tanti momenti, in cui il tuo corpo è fermo e la tua mente ti sta immaginando mentre distruggi tutto quello che ti capita tra le mani.
Ci sono momenti in cui pagheresti oro per una bella birra fresca.
Ci sono momenti in cui ti arriva, da non sai bene dove, un odore di terra, di foglie, di autunno e ti ricordi.
Ci sono momenti in cui il sole del cielo d’autunno ti fa ripensare alle montagne e al fiato dei tuoi cani.
Ci sono momenti in cui finalmente tutte le parole vuote scompaiono, tutte le maschere cadono.
Ci sono momenti in cui cadono tutte quelle degli altri senza che loro lo sappiano.
Ci sono momenti in cui ti accorgi che questo posto ti ha cambiato e altri in cui pensi di essere sempre la stessa; e ti scopri e ti riscopri.
Ci sono momenti in cui riconosci l’ora della giornata dal rumore che senti nei corridoi e ti accorgi che sta diventando normale.
Ci sono momenti in cui di notte ti svegli di soprassalto perché una luce ti spia il sonno.
Ci sono momenti in cui vedi una madre piangere perché non può fare la cosa più naturale su questa terra: stare con i suoi figli.
Ci sono momenti in cui piangi per il pianto di quella madre, per gli abbracci negati, per i rapporti mutilati, perché pensi che per tanto dolore nessuno pagherà mai.
Ci sono momenti in cui pensi che potresti guardare per ore il viso delle compagne che sono con te, perché sai che è solo per quegli occhi che non hai mai avuto paura di questo inferno.
Ci sono momenti in cui pensi al dolore di chi viene a trovarti; alle loro facce che, tutte le volte che se ne vanno, sbigottite, dicono “la stiamo lasciando qui”.
Ci sono momenti in cui il sangue si gela al pensiero della libertà perché pensi che non potrai portare fuori con te le tue compagne.
Ci sono momenti, tanti momenti, in cui una risata irrompe come un tuono, come una cascata da un dirupo e si dipana fresca sulla pelle, sul viso, nella testa.
Ci sono momenti in cui vedi tornare il sorriso sul volto di una compagna e pensi di non voler altro dalla giornata.
Ci sono momenti in cui ti arriva la voce che qualcuno è uscito o evaso e le sbarre si incrinano e il sorriso è beffardo.
Ci sono momenti, tanti, costanti, ripetuti in cui pensi ad un cumulo di macerie, a chiavi spezzate, a divise bruciate e senti la freschezza dei piedi nudi sull’erba e il respiro è profondo.
Prigionieri – Saluto sotto il carcere di Alessandria
diffondiamo da informa-azione
Giovedì 14 febbraio intorno alle 16, una ventina di compagni hanno improvvisato un saluto sotto il carcere di Alessandria per esprimere la nostra solidarietà a due nostri compagni, Sergio ed Alfredo, in sciopero della fame da diversi giorni per l’impossibilità di avere i colloqui con le loro compagne. In diversi interventi è stato poi ricordato come nel carcere di Alessandria esista una sezione di AS2 in cui sono rinchiusi solo compagni anarchici, una separazione evidentemente voluta dalle autorità per indebolire preventivamente la nascita e lo sviluppo di conflitti, in un momento in cui l’insofferenza per le condizioni di prigionia sempre più dure rischia di far esplodere la rabbia un po’ ovunque. Sono poi stati salutati alcuni prigionieri comuni da poco trasferiti lì per motivi punitivi e si è infine ricordato del comunicato fatto uscire dai prigionieri di Saluzzo in cui oltre ad avvertire del possibile inizio di una protesta si esprimeva solidarietà ai prigionieri rinchusi nell’AS2 di Alessandria.
Solidarietà a tutti i prigionieri in lotta
Solidarietà a Sergio ed Alfredo in sciopero della fame
Due giorni tattoo a Lecco
Sabato 23 febbraio
Ore 12: si pranza!
Dalle 14 inizio tatuaggi
Alle 18 facciamo due chiacchiere:
molteplicità delle pratiche di lotta, evoluzione delle tecniche repressive, solidarietà e paura…iniziamo a parlarne!
A seguire cena, musica e gozzoviglie
Domenica 24 febbraio
Dalle 10 tatuaggi
Ore 12 pranzo
A seguire si continuerà a tatuare
17.30 facciamo due chiacchiere
La solidarietà attiva ai compagni non può non inserirsi in una lotta contro il carcere e le sue logiche. Come e perché, quindi, combattere le galere quotidianamente?
A seguire cena
Tutti i soldi raccolti andranno a sostenere concretamente Alfredo e Nicola, due compagni detenuti nel carcere di Alessandria, accusati di aver compiuto l’attacco armato nei confronti di Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare.
A loro va la nostra piena solidarietà
La due giorni si svolgerà al centro di documentazione anarchico l’arrotino, in via primo maggio 24c a Lecco (rione malavedo).
Per info, prenotazione tatuaggi e info: larrotino@inventati.org 3384878547
Presidio anticarcerario al carcere Bassone di Como
Sabato 16 febbraio 2013 presidio al carcere Bassone di Como
Dalle 9 alle 12 musica, interventi e microfono aperto per portare solidarietà a tutti i detenuti, a tutte le detenute ed alle loro lotte di libertà
[Saluzzo] Presidio anitcarcerario in solidarietà con Maurizio Alfieri e tutti i prigionieri
IN SOLIDARIETA’
CON MAURZIO ALFIERI E TUTTI I PRIGIONIERI
DEL CARCERE DI SALUZZO
Esiste una galera dentro la galera: sono le sezioni di isolamento, che i ragionieri dei supplizi utilizzano per cercare di sottomettere e annichilire chi non si piega alla disciplina imposta dal regime carcerario. L’isolamento nel carcere di Saluzzo è una tortura che impiega strumenti che vanno dalla privazione di contatto umano, al “passeggio” in piccoli cortili di cemento, uno per cella, senza relazioni, senza orizzonti e senza luce. I prigionieri raccontano che molti di loro non hanno ricevuto nessun tipo di sanzione disciplinare, e che la direzione motiva la loro presenza in questa condizione afflittiva con la scusa del sovraffollamento. Dal 18 dicembre, nella sezione di isolamento del carcere di Saluzzo è rinchiuso Maurizio Alfieri, un prigioniero che da anni ha il coraggio di segnalare all’esterno le brutalità delle galere e la violenza dei secondini, battendosi in prima persona o organizzandosi con i suoi compagni di prigionia, diffondendo negli ultimi mesi, dal carcere di Tolmezzo, storie di teste spaccate e detenuti legati, colpiti con getti d’idrante e pestati a sangue.
Ma il carcere non tollera che la coltre di censura che nasconde la sua vera natura venga infranta e Maurizio, per la sua lotta, ha dovuto subire diverse rappresaglie. L’ultima è un’accusa nei suoi confronti di stare pianificando una fuga in elicottero. Non si potrebbe certo biasimare chi cerchi di evadere dall’apparato carcerario italiano, che ogni anno ammazza più di 160 persone tra abbandono sanitario, abusi di psicofarmaci, pestaggi e suicidi; ma Maurizio ci segnala una manovra pianificata per incastrarlo. Nei suoi confronti, la direttrice del carcere di Tolmezzo e i ROS, hanno organizzato una montatura tesa a motivarne il trasferimento, a fargli scontare più galera, orchestrata per cercare di mettere in secondo piano le atrocità da lui segnalate e intaccare la solidarietà che dall’esterno si è venuta a creare in suo supporto. Sta ai nemici di ogni gabbia e di ogni galera impedirglielo.
CONTRO IL CARCERE E L’ISOLAMENTO!
IN SOLIDARIETA’ CON TUTTI I PRIGIONIERI DEL CARCERE DI SALUZZO!
IN SOLIDARIETA’ CON MAURIZIO ALFIERI!
PRESIDIO SABATO 16 FEBBRAIO 2013
ORE 16 DAVANTI AL CARCERE DI SALUZZO
LORO DECIDONO
Loro decidono a che ora dovete mangiare e cosa dovete mangiare. Loro decidono a che ora dovete andare a letto, come dovete dormire, la testa rivolta verso lo spioncino e mai sotto il lenzuolo. Altrimenti tirano colpi sulla porta. Loro decidono a che ora dovete alzarvi. Loro decidono in quale momento dovete fare l'aria. Il luogo, la gabbia che chiamano “passeggiata”. Loro decidono a chi dovete scrivere, quello che dovete scrivere, il tempo di inoltro postale. Loro decidono chi può vedervi ai colloqui, chi non ha il diritto di farvi visita. Loro decidono che non dovete più avere una sessualità. Loro decidono ciò che dovete leggere e ciò che non dovete leggere. Loro decidono che il dentista può strappavi i denti, non curarli. Loro decidono che possono somministrarvi dei neurolettici e spegnervi il cervello se non avete più la forza di sputare il il veleno. Loro decidono che noi non dobbiamo più avere rapporti umani... Roger Knobelspeiss, QHS
Figlio di zingari sedentarizzati, Roger Knobelspeiss è nato in Normandia nel 1947. Vive un'infanzia fatta di piccoli furti, con il fratello Jean, che verrà ucciso da un commerciante a cui stava rubando l'autoradio. Nel 1972 è condannato a quindici anni di prigione per una rapina che ha sempre negato di aver commesso. In prigione conosce Jacques Mesrine. Graziato dal presidente della Repubblica Mitterrand nel 1981, è di nuovo arrestato e fatto prigioniero nel 1983, per una rapina che nega nuovamente di aver commesso e per la quale verrà assolto nel gennaio 1986. Nell'aprile 1987 è arrestato in flagranza di reato nel corso di una rapina alla Banca Popolare di Thuir nei Pirenei Orientali. Condannato il 17 aprile dello stesso anno a sette anni di prigione dalla corte d'assise di Rouen per una sparatoria (Fusillade de la rue aux Saulniers) con dei poliziotti, viene trovato a Saint-Pierre-les-Elbeuf nella notte tra il 23 e il 24 settembre 1982, è condannato di nuovo, il 27 ottobre 1989, a nove anni di isolamento dalla corte d'assise di Perpignan per la rapina di Thuir. Viene liberato nell'agosto 1990 grazie a una riduzione di pena. Ha passato 26 anni dietro le sbarre. Ribelle di sempre, era un uomo sempre arrabbiato. Negli anni 70 è stato al centro della lotta contro l'Alta Sicurezza. Il suo primo libro, QHS, testimonianza spietata sul regime di isolamento, rivela in lui un grande talento di scrittore.