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Ultimo viene il corvo: Voci di Madri

Un destino di troppi, quello degli uccisi in carcere dalle criminali
condotte di poliziotti e magistrati, medici, psichiatri e altri dottori.
A questa desolante moltitudine di mortificati prodotta fatalmente,
secondo prassi ben sperimentate, con puntualità statistica, si allude
sempre isolando i “casi”, contrassegnati da un nome di persona che,
per dirla col poeta, «ora è un cencio di sangue e il suo nome».

Quanto al come e al dove, vi si allude con altri nomi di santi – San
Vittore, San Quirico –  come se le carceri fossero  luoghi sacri e non
immondi carnai nei quali la morte è di casa.

Alessandro e Francesco sono morti in carcere, a Milano, a Monza. Qui
ascoltiamo le voci delle loro madri, che hanno scelto di non tacere e di
raccontare le loro storie fatte di dolore, ma anche di solidarietà e
lotta.

http://www.radiocane.info/ultimo-viene-il-corvo-voci-di-madri/


Intervista di Aversión al blog anarchico incarcerato Culmine

diffondiamo da informa-azione

cordatesaTratto da “Aversión”–publicación anarquista, n°8, Maggio 2013 – tradotto in italiano da contrainfo

Intervista al blog incarcerato “Culmine”

1.-AVERSIÓN: Negli ultimi anni. Per ragioni che rifuggono da quest’analisi e che hanno a che vedere più che altro con l’indirizzo che sta prendendo il sistema, ma che evidentemente colpiscono la nostra maniera di relazionarci, ci sono nati blog e siti web che hanno rimpiazzato il compito che fino ad ora veniva svolto dalle nostre pubblicazioni. Come credete che ciò influenzi le lotte e la loro percezione? Continue reading


Contro la repressione dei detenuti, un molisano al vertice: “Esistiamo perché lo Stato è assente”

cordatesaLa repressione sociale è un tema delicato, attuale e di vitale importanza in un contesto di crisi come lo è quello odierno. Un tema sul quale vigila, in Italia, l’Osservatorio sulla Repressione, fondato nel 2007 da Haidi Giuliani, Francesco Caruso e Italo Di Sabato. Quest’ultimo, già assessore e consigliere regionale, è oggi il Responsabile nazionale.

Di Sabato, quando nasce l’Osservatorio Nazionale sulla Repressione?
«Nel 2007 insieme con Haidi Giuliani (la mamma di Carlo, il giovane ucciso durante il vertice del G8 a Genova, ndr) e Francesco Caruso abbiamo fondato l’osservatorio sulla repressione, promuovendo un sito/blogwww.osservatoriorepressione.org. Dal 2011 l’osservatorio è diventato una Continue reading


Intervista a CordaTesa su RadioBlackOut riguardo l’opuscolo autoprodotto

Un’intervista con un compagno che ha collaborato alla realizzazione di un opuscolo di inchiesta sul carcere di Monza e l’economia che vive e prospera su di esso.

girotondoUn breve estratto dall’introduzione:

“In questo opuscolo viene analizzata l’economia carceraria intesa come insieme di attività economiche legate a doppio filo al carcere, sia che siano basate sul lavoro dei detenuti sia che siano quelle legate al mantenimento quotidiano della struttura e delle persone recluse al suo interno. L’oggetto della nostra ricerca è il carcere di Monza, il carcere della città in cui viviamo. […] Scopriamo così che questo particolare ramo del business nasconde delle storie marce e intrise di tutte i vizi propri degli appalti e più in generale dell’amministrazione pubblica del nostro paese, particolari ben lontani dalla favola del buon samaritano che si dedica ai più deboli.

Sgravi fiscali, regimi di quasi monopolio, possibilità di uno sfruttamento massimo, speculazioni. E’ questo il rovescio della medaglia della propaganda dei fautori delle politiche sociali e delle attività alternative dietro le mura”.

Ascolta l’intervista con Simone, del csoa Boccaccio di Monza:

RadioBlackOut

Per richiedere copie dell’opuscolo scrivete a questo indirizzo:
cordatesa@autistici.org

 


I CIE sono dei Lager dei nostri giorni

Corrispondenza con un compagno recluso nel CIE di Bari e li’ deportato dopo le rivolte al CIE di Ponte Galeria a Roma


Conversazioni di comuni cittadini sul carcere

Carcere, pena, condanna, rieducazione, sovraffollamento…l’immaginario comune diffuso relativo alla realtà carceraria, alle sue condizioni e implicazioni sociali si sviluppa spesso a partire dalla percezione di una distanza profonda dall’oggetto in questione. Ciascuno di noi si sente in grado di esprimere un’opinione, ma difficilmente conosciamo davvero problematiche nascoste e recluse lontano dagli occhi e dalle orecchie della cittadinanza.