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Disordini per lo sgombero 2009 del Boccaccio, giovane condannato

Riportiamo l’articolo dei fatti del 2009, dove i servi dei padroni hanno attaccato con la solita violenza chiudendo in un’angolo i compagni e aggredendo quello che adesso vogliono far passare per l’aggressore! Rompendogli la testa! Mai un passo indietro!

scimmionaturalmente Solidali e vicini a Scimmio!

Secondo l’accusa aggredì un poliziotto durante una manifestazione

MONZA, 14 Febbraio 2013 – Sei mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna e 2000 euro di risarcimento alla parte civile.
E’ la condanna inflitta dal Tribunale di Monza per resistenza e violenza a pubblico ufficiale a uno dei giovani che il 20 luglio del 2009 aveva partecipato alla manifestazione di protesta di un gruppo di anarchici contro lo sgombero del Centro sociale Boccaccio dall’ex cinema Apollo in via Lecco a Monza. Ad essere aggredito era stato un assistente capo della Polizia di Stato, che aveva subìto delle lesioni e si è costituito parte civile al processo per ottenere un risarcimento dei danni.

Davanti al giudice ieri è stato chiamato a testimoniare il vicequestore Francesco Scalise, dirigente del Commissariato di polizia di Monza allora come ancora adesso. “Il Questore di Milano aveva disposto lo sgombero dall’ex cinema Apollo degli occupanti del Centro sociale Boccaccio e di altri anarchici – ha ricordato Francesco Scalise – Avevo 60 uomini tra il personale della Digos e del Commissariato di polizia di Stato di Monza. Abbiamo sempre cercato di evitare lo scontro con i manifestanti, ma ad un certo punto però una quarantina di loro si sono messi in corteo non autorizzato. Ho mandato una trentina di poliziotti a seguirli sapendo che i manifestanti si sarebbero diretti in Comune per esprimere il loro disappunto. Non ho assistito personalmente all’aggressione contestata, ma so che si è arrivati all’identificazione dell’imputato dai fotogrammi del filmato delle telecamere del Comune”.
Il pm ha chiesto per l’imputato la condanna a 6 mesi di reclusione, confermata poi dal giudice, mentre la difesa dell’imputato sosteneva che non vi era prova che l’aggressore del poliziotto fosse proprio lui.

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Conversazioni di comuni cittadini sul carcere

Carcere, pena, condanna, rieducazione, sovraffollamento…l’immaginario comune diffuso relativo alla realtà carceraria, alle sue condizioni e implicazioni sociali si sviluppa spesso a partire dalla percezione di una distanza profonda dall’oggetto in questione. Ciascuno di noi si sente in grado di esprimere un’opinione, ma difficilmente conosciamo davvero problematiche nascoste e recluse lontano dagli occhi e dalle orecchie della cittadinanza.