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Su madri, figli, carceri e sciacalli

Il 18 settembre scorso una madre detenuta uccide i suoi due piccolissimi figli, rinchiusi insieme a lei nel femminile di Rebibbia.

Una storia terribile che diventa subito caso mediatico: insulsi telegiornali e quotidiani urlano allo scandalo, alla radio e televisione si susseguono esperti e opinionisti pronti a sciacallare su questa tragedia, per non parlare della ridicola indignazione da social: tutti a un tratto si accorgono che in carcere si muore.

In questo caso sono addirittura le istituzioni statali a intervenire e direttrice, vice e capo delle guardie del carcere di Rebibbia vengono rimossi dal loro incarico.

Peccato che dall’inizio dell’anno, se mentre scriviamo non se ne uccidono altri, siamo a 98 prigionieri morti nelle patrie galere, più della metà suicida.
Appare subito evidente l’ipocrisia di chi piange lacrime per l’inaccettabile  morte di due bambini e non ne spreca una goccia per le altre centinaia.
Chi lo sa? a chi interessa? a nessuno se non a pochi. Ma questa ultima morte è diversa, perché per la prima volta a morire sono stati 2 piccoli bimbi; un neonato di 4 mesi e il suo fratellino di neanche 2 anni. Ma non si capisce bene perché la morte di due bambini dovrebbe aver più valore della morte di una persona adulta. Inaccettabile l’una, inaccettabile l’altra.

Dal 2000 ad ora sono morte di carcere 2830 persone: quale che sia la causa  della loro morte, sono sempre,in maniera diretta o indiretta, assassinii perpetuati da parte dello stato.
I detenuti che muoiono lo fanno senza distinzione di età, genere, nazionalità e religione e in ogni struttura di detenzione. Perché quelle strutture,quelle 4 mura, quelle odiose sbarre, quelle istituzioni altrettanto odiose, quegli addetti ai lavori, non sono la soluzione, ma parte del problema.
Il carcere è ingiusto, non è riabilitante, è lo specchio di una società errata, già ormai nel baratro. Le persone che sono detenute sono per la maggior parte le reiette, le indomabili e dentro sono trattate nel peggiore dei modi.
Tra loro ci sono alcuni che affrontano il loro stato combattendo, non abbassando la testa, evadendo, rivoltandosi, tentando il tutto per tutto pur di sopravvivere.  Ma purtroppo c’è anche chi alla repressione non riesce a reagire e ne viene sopraffatto.
La soluzione per tanti, troppi, è quindi quella di cercare quella libertà tanto agognata anche se eterna.

Così succede che una mamma che al suo avvocato pochi giorni prima dichiara di essere depressa, che non ce la sta facendo, che quello non è il suo posto, che non è seguita a dovere, si trova ad affrontare i suoi mostri da sola e nell’estremo gesto di ridare almeno ai propri figli la libertà che gli spettava prende la decisione più sconvolgente ma probabilmente l’unica nella sua testa.

Un solo pensiero sovviene: Lei lì non doveva esserci! Loro lì non dovevano esserci! Nessuno lì deve esserci!

Per concludere diremmo basta con questa ridicola indignazione, lo si sapeva, lo si prevedeva, lo si poteva evitare! La gente che si indigna oggi è probabilmente la stessa che ha pianto lacrime di coccodrillo per Alan, il bambino naufrago riverso in spiaggia, ma che urla al blocco dei barconi e nella loro follia legalitaria urla al carcere come soluzione per qualsiasi cosa.
Il carcere non è la risposta a niente. Ingabbiare. Picchiare. Annientare l’individuo non è mai servito a niente, la società malata è già di per se la gabbia, distruggere nella testa di ognuno di noi quelle 4 mura e quelle sbarre è la soluzione!

CordaTesa


Bollettino Anticarcerario di CordaTesa – Giugno 2018

MORTI DI CARCERE

2 – NAPOLI – 55enne muore nel carcere di Secondigliano

4 – FROSINONE – 60enne muore in carcere

7 – LIVORNO – 58enne si toglie la vita nel carcere Le Sughere

12 – NAPOLI – 53enne muore di infarto nel carcere di Poggioreale

13 – MANTOVA – 29enne si uccide nella sua cella

16 – IVREA – 43enne si impicca nella sua cella

PRIGIONIER* IN LOTTA

2 – PIACENZA – Carcere delle Novate, nella sezione femminile aggredita un’agente

3 – BARI – In una settimana aggrediti 7 agenti in carcere

4 – ASCOLI – Minaccia 2 agenti con una lametta, ne ferisce uno

5 – FROSINONE – Telefonini nelle celle e due tentativi di suicidio nel carcere di Cassino

7 – TARANTO – Tenta di impiccarsi, l’unico agente in servizio lo ferma

8 – REGGIO EMILIA – Detenuto prende a pugni comandante di reparto

9 – FROSINONE – Prova a darsi fuoco in cella, gli agenti lo fermano e ne ferisce gravemente uno

10 – NAPOLI – Atti di autolesionismo da parte di 2 detenuti, trasferiti in ospedale

10 – MANTOVA – Detenuto cerca di impiccarsi in cella

11 – SCIACCA – Tenta il suicidio, tensione in carcere

13 – ARIANO IRPINO – Rivolta dei detenuti nel carcere, quattro agenti in ostaggio

14 – CASTELVETRANO – Detenuto aggredisce agente facendogli sbattere la testa contro il blindo

14 – TRAPANI – Detenuto manda in ospedale guardia per una TAC

15 – LIVORNO – Detenuti aggrediscono una guardia con una caffettiera, 7 punti di sutura in testa

15 – FOGGIA – Agente lo segnala, prigioniero si vendica e lo prende a pugni

15 – BARI – Agente penitenziario aggredito nel carcere di San Severo

15 – RAGUSA – Detenuto perde le staffe e sfascia l´infermeria del carcere

16 – AGRIGENTO – Agente preso a pugni mentre cerca di sedare un diverbio tra detenuti

16 – REGGIO EMILIA – Carcerato da fuoco alla cella e minaccia agenti con lametta

16 –TERAMO – Detenuto manda in ospedale tre agenti

16 – TORINO – Violenta lite tra detenuti a Torino. Un agente finisce all’ospedale

16 – VERONA – Vuole festeggiare la fine del Ramadan, negato il permesso aggredisce guardia

16 – BOLOGNA – Rissa in carcere minori, 4 agenti feriti

17 – PESARO – Detenuto assale due agenti con una lametta nascosta in bocca

18 – VELLETRI – Tentato suicidio di un giovane detenuto

18 – RIMINI – Detenuto si rifiuta di entrare in cella e aggredisce guardia

19 – VITERBO – Detenuto aggredisce e tiene in ostaggio due agenti nel carcere

19 – PERUGIA – Calci, pugni e morsi al collo a 3 guardie da parte di un detenuto

20 – SULMONA – Aggredito con olio bollente, agente della penitenziaria in ospedale

21 – BARI – Detenuto picchia due agenti in carcere alla fine dei colloqui

21 – TORINO – Lite tra detenuti nel carcere minorile: ferito un agente

21 – SANREMO – 3 coltelli rudimentali sequestrati ai detenuti

22 – PRATO – Prigioniero picchia agente dopo aver ingerito lametta,  in isolamento appicca il fuoco

23 – COSENZA – Detenuto sta andando ai colloqui incrocia e  si scaglia contro guardia

24 – CREMONA – Detenuto incendia la cella, tre guardie intossicate

24 – CAGLIARI – Nel carcere minorile di Quartuccio un detenuto aggredisce guardia

24 – MESSINA – Detenuta tenta di impiccarsi in cella

25 – AVERSA – Ispettore penitenziario aggredito da detenuto, portato in ospedale

25 – ROMA – Detenuto 41bis spacca setto nasale ad un suo carceriere

27 – PORDENONE – Prigioniero aggredisce 2 guardie

28 – PADOVA – Lametta in mano e aggredisce due poliziotti in carcere

29 – FOGGIA – Detenuto si scaglia contro agente e lo ferisce con lo sgabello

30 – LA SPEZIA – Detenuto a fine pena dà fuoco alla cella per evitare l’espulsione dall’Italia

EVASIONI

4 – SVIZZERA – Evade di prigione ma si ferisce gravemente

25 – VICENZA – Esce dal carcere per andare ai domiciliari ma fa perdere le sue tracce

26 – TORINO – Gli concedono il permesso premio: detenuto non torna in carcere

27 – ORVIETO – Detenuto in permesso premio evade dal carcere di via Roma

27 – TORINO – Altro permesso premio altra evasione

27 –BARI – Detenuto tenta la fuga ma all’ultimo muro rimane incastrato nel filo spinato

27 – BOLZANO – Evade dal carcere per una regolazione di conti

NOTIZIE INFAMI

8 – SARDEGNA – Piano segreto: trasformare il carcere di Iglesias nella Guantanamo dei jihadisti

11 – BERGAMO – Corruzione e tentata truffa in carcere. Sei arresti, c’è anche l’ex direttore

15 – ITALIA – Denuncia del Garante: “Negli hotspot violati i diritti fondamentali dei migranti”

15 – LECCE – Giudice arrestata per concussione, interrogatorio in carcere

17 – MONZA – Carcere, a Milano e Monza nasce lo Sportello del Garante

21 – VENEZIA – Sesso con le detenute e molestie nel carcere della Giudecca, condannato medico

RESTO DEL MONDO

5 – TURCHIA – Vignettista turco in carcere perchè “insulta” Erdogan

11 – PALESTINA – 56 donne palestinesi detenute nelle prigioni di Damon e Hasharon

14 – SVIZZERA – Domanda di asilo respinta: una migrante si suicida in carcere

14 – RUSSIA – Prigioni “tirate a lucido” per ospitare gli hooligans

19 – ISRAELE – Proposta di carcere per chi filma i soldati

20 – UNGHERIA – Passa la legge: carcere per chi aiuta i migranti

22 – USA – Carcere in Virginia, giovani immigrati picchiati e costretti a ogni tipo di umiliazione

29 – URUGUAY – Rivolta in carcere a Montevideo, due guardie in ostaggio

AL DI FUOR

29 – BOLOGNA – Vandali davanti al carcere della Dozza: danneggiata l’auto di una agent

23 – ALTAMURA – 25enne muore in ospedale psichiatrico impiccandosi


Bollettino Anticarcerario di CordaTesa – Maggio 2018

Morti di carcere

1 – NAPOLI – Detenuto 44enne muore nel carcere di Poggioreale

6 – PERUGIA – Detenuta 42enne trovata morta in cella nel carcere di Capanne

17 –PESCARA – Detenuto 41enne si suicida nel carcere SanDonato

22 – VITERBO – Detenuto 36enne si impicca in cella di isolamento al Mammagialla

23 – NAPOLI – Detenuto 30enne muore nel carcere di Secondigliano

25 – VERONA – Detenuto si toglie la vita nel carcere di Montorio

Prigionieri in lotta

2 – SIRACUSA – Carcere di Cavadonna, detenuto aggredisce un agente di Polizia

4 – SANREMO – Detenuto da in escandescenza per mal di denti e parte la protesta dei detenuti

4 – GENOVA – Carcere di Marassi, i detenuti appiccano un incendio nella cella

7 – CASERTA – Agente pestato nel carcere di Carinola

7 – CIVITAVECCHIA – Una detenuta ha aggredito una assistente di polizia penitenziaria

9 – ARIENZO – Detenuto tenta di impiccarsi in cella

9 – SULMONA – Tentato suicidio di un detenuto nel carcere

10 – ACIREALE – Incendio in cella al carcere minorile, un intossicato

11 – SASSARI – Prigioniero prende a bastonate 2 agenti

12 – BENEVENTO – Detenuto devasta una cella e ferisce un agente

14 – TORINO – Detenuto in permesso di lavoro per fare il barista torna in carcere ubriaco

18 – AVELLINO – 2 aggressioni a guardie nel carcere di Bellizzi

19 – GENOVA – Vari episodi di rivolta, incendio, autolesionismo e bombolette lanciate al Marassi

20 –MATERA – Agente aggredito da 2 detenuti

20 – MANTOVA – Detenuto aggredisce 3 agenti

21 – ROMA – Tensione nel carcere di Rebibbia, feriti poliziotti

25 – GENOVA – Detenuto devasta la cella d’isolamento dopo aver scatenato una guerriglia

27 – SALERNO – Rissa tra detenuti, ferito un agente della Polizia Penitenziaria

29 – FIRENZE – Detenuto colpisce agente penitenziario con uno sgabello

30 – GENOVA – Detenuto da fuoco alla sua cella nel carcere di Pontedecimo

30 – BOLOGNA – Un giovane ha dato fuoco ai materassi di una cella del carcere minorile del Pratello

31 – SALERNO –  Rissa in carcere: feriti due agenti penitenziari

31 – PESARO – Detenuta schiaccia nel blindo il dito di una agente di polizia penitenziaria

Evasioni

6 – LODI – Clamorosa fuga dal carcere: detenuto fugge dal cortile passeggi

7 – RIMINI – Detenuto bloccato mentre provava a calarsi dal tetto del carcere

11 – BOLOGNA – Giovane detenuto evade dal carcere minorile del Pratello

15 – REGGIO CALABRIA – Non rientra in carcere e consuma 4 rapine in 32 giorni

19 – MILANO – Prigioniero evade dal carcere “modello” di Bollate

19 – PRATO – Detenuto tenta evasione scavalcando 2 muri

23 –MILANO – Detenuto evade dal carcere fingendo il suicidio

31 – GENOVA – Tentativo di evasione scavalcando i muri del Marassi

31 – BENEVENTO – Scappa dal carcere minorile dopo la partita di calcetto: arrestato

Notizie infami

1 – FORLI’ – Carcere, apertura del nuovo padiglione femminile

13 – VERONA – I secondini si candidano nei paesini, il carcere di Montorio si svuota di agenti

16 – MONZA – Firmato l’accordo per avvicinare il carcere alle imprese

22 – MILANO – Per la Consulta è giusto il carcere per i writers

24 – AVELLINO – Ad Ariano Irpino, troppi agenti candidati, carcere in tilt

25 – GENOVA – Uno scudo elettromagnetico per schermare i cellulari nel carcere di Marassi

26 – REGGIO EMILIA – Prelievi del Dna su 247 detenuti al carcere della Pulce

27 – CASERTA – Indagati 5 agenti della penitenziaria, pacchi sospetti e regali ai mafiosi

28 – FIRENZE – Nel carcere di Sollicciano 6 detenuti su 10 sono malati

29 – SASSARI – L’ex carcere di San Sebastiano verrà convertito in polo giudiziario

30 – VELLETRI – Nel 2009 pestano detenuto, 2 agenti prima assolti ora condannati

Resto del mondo

10 – INDONESIA – 5 agenti di polizia e un detenuto sono morti durante una rivolta in prigione

16 – LIBANO – L’organizzatore del Gay Pride di Beirut è stato arrestato

16 – PALESTINA – 500 palestinesi arrestati dal governo israeliano a causa di post pubblicati su FB

16 – FRANCIA – Detenuto evade beffando le guardie, lettera alla direttrice: «Ora sono libero»

17 – SVIZZERA – Tripla evasione dal carcere di Favra, segano le sbarre  e si calano fuori

19 – VENEZUELA – Sanguinosa rivolta in carcere a Iribarren, 11 morti

21 – ARABIA SAUDITA – In carcere donne che si battevano per il diritto di guidare

24 – LIBIA –  Fuga di massa da un carcere libico. I trafficanti sparano sulla folla, 20 feriti

24 – SPAGNA – Il rapper spagnolo Valtonyc in fuga pur di farsi carcerare per una canzone

25 – TURCHIA –  In carcere per un disegno. Ora la pittrice curda Zehra Dogan, dipinge col sangue

 


1° Bollettino anticarcerario di CordaTesa Marzo 2018

Morti di carcere

18 – REGGIO CALABRIA – 30 anni muore nel carcere di Arghillà

12 – FOGGIA – 57 anni muore in infermeria

5 – RAVENNA – 51 anni si impicca in cella

Prigionieri in lotta

30 – FOGGIA – Detenuto aggredisce agente e gli stacca la falange della mano

30 – SPOLETO – Detenuto aggredisce secondino

29 – LECCO – 5 secondini feriti da un detenuto

23 – VENEZIA – Guardia in ospedale per aggressione

22 – TORINO – Agente penitenziario aggredito alle Vallette

20 – PESCARA – Agenti aggrediti e feriti

18 – GENOVA – Detenuto tenta il suicidio nel carcere di Pontedecino

16 – TREVISO – Carcere minorile, appiccato il fuoco da un prigioniero

13 – BENEVENTO – Tenta il suicidio, viene salvato e sfascia la cella

12 – TORINO – 4 agenti picchiati da un detenuto

12 – GENOVA – Detenuta tenta il suicidio nel carcere di Pontedecimo

12 – AVELLINO – Un detenuto devasta due celle e infermeria

10 – ARIANO IRPINO – Secondino ferito da un detenuto

4 – ROMA – 2 aggressioni a secondini in poche ore a Regina Coeli

3 – SIENA – Detenuto aggredisce con uno sgabello la guardia nel carcere di San Gimignano

Evasioni

27 – SOLLICCIANO – Due detenuti cercano di evadere dalla finestra della cella

25 – ALGHERO – Detenuto evade durante permesso premio

20 – BRESCIA – 2 evasi in un mese nel carcere di Verziano

13 – IVREA – Evade dal carcere per i suoi 30 anni

Notizie infami

29 – PORDENONE – Al via la costruzione del nuovo carcere

28 – SALERNO –  Secondino ruba soldi ai detenuti

26 – SPOLETO – Decathlon riqualifica la palestra del carcere

21 – MONZA – Secondini in “sciopero della fame”

Resto del mondo

31 – USA – Fugge dall’auto della polizia nel parcheggio del carcere

29 – VENEZUELA  – 68 morti in un incendio in carcere dopo la sommossa

28 – VENEZUELA – Mega evasione da carcere municipale ad Aragua

7 – SPAGNA – Militante E.T.A. trovato morto in carcere a Cadice


Afghanistan, In aumento le donne in carcere per “reati morali”

cordatesaKabul – Il numero delle donne detenute in Afghanistan per “reati morali”, come la fuga dai mariti violenti, è aumentato consistentemente. Lo ha denunciato Human Rights Watch, mettendo in forse la tesi che la condizione femminile nel Paese sia migliorata.
Il gruppo per la tutela dei diritti umani ha riferito che i dati del ministero degli Interni dimostrano che il numero delle donne e delle ragazze condannate per crimini morali nel Paese funestato dalla guerra è aumentato del 50 per cento nell’arco di diciotto mesi, passando da quattrocento a seicento. Secondo il rapporto di Human Rights Watch, la maggior parte delle seicento donne detenute in carcere sono vittime di aggressioni sessuali e violenze familiare, scappate dai loro aguzzini. “Quattro anni dopo l’adozione della legge sulla Continue reading

Mamme in cella

cordatesa12 maggio Festa della Mamma. Non solo mamme super impegnate, mamme stressate che cercano di
conciliare lavoro e famiglia, ma anche mamme che vivono situazioni ben più pesanti. Esistono detenute
che crescono i propri figli dietro le sbarre, in una realtà, quella italiana, in cui la situazione carceraria è
“maschiocentrica”, e il 95% della popolazioni delle carceri è costituita da uomini, e alle donne viene
dedicata meno attenzione.
Il 90% delle donne detenute però è madre di uno o più figli Continue reading


Rovigo – Trasloco delle detenute

woman-prison-1La sezione femminile del carcere di via Verdi a Rovigo è stata chiusa. Nei giorni scorsi le 23 detenute a Rovigo sono state trasferite negli istituti di Venezia, Verona e Trento perché a Rovigo le agenti donna sono insufficienti per garantirne la custodia.

Ad annunciarlo è Livio Ferrari, garante dei diritti delle persone private della libertà personale che spiega: “La sezione femminile sarebbe stata chiusa una volta messo in funzione il nuovo carcere di Rovigo perché la nuova struttura è destinata solo a detenuti maschi”.

In via Verdi, le agenti di custodia erano rimaste quattro: “Poche Continue reading


“Noi, donne dietro le sbarre senza un futuro davanti”

Le detenute del carcere della Dozza si raccontano. “Ho fatto il corso da parrucchiera, ma non ho la preparazione adatta. Chi mi assumerebbe fuori?”. Un’altra: “Non trova lavoro mio figlio, figuratevi io, quando dirò che sono stata in galera mi scarteranno”

life_inside_women_prison_56Le sedie vuote. La paura ad esporsi scritta in faccia. Le parole che faticano a uscire. Prove tecniche di dialogo, alla sezione femminile del carcere della Dozza. La presidente del consiglio comunale e la presidente della commissione delle elette, Simona Lembi e Mariaraffaella Ferri, hanno voluto includere una vista all’isolato padiglione di via del Gomito nel programma di iniziative legate all’8 marzo. Un confronto con le cittadine “invisibili” di questo mondo a parte. Il tentativo di capire bisogni e necessità.

Sono 55, in questi giorni, le ragazze e le donne dietro le sbarre. Una sola può uscire a lavorare. Una è in semidetenzione, deve cioè passare in istituto almeno dieci ore al giorno.Ventisette stanno scontando pene definitive. Ventisei sono in attesa di giudizio. Ma ad aspettare le ospiti nella sala comune del piano terra sono appena in undici, una rappresentanza scelta con criteri che sfuggono, forse solo l’arbitrio della sovrintendente che la manda a prendere in cella.

Sono ancora in meno a parlare, confrontandosi per la prima volta anche con la neodirettrice, Claudia Clementi (l’intervista). E solo due accettando di dire il loro nome, altro “particolare” che lascia intuire debolezze, il timore di essere riconosciute, giudicate, ritenute non affidabili. Vivian no, non ha paura.Racconta della sua doppia condanna, di donna e di madre, e segnala che cosa secondo lei non va nell’assistenza sanitaria di base. “Ho un bambino di sette anni. Non l’ho potuto vedere per quasi quattro, fino a quando non sono uscita in permesso. E’ a carico dei miei genitori. I volontari Avoc ci danno un supporto morale, ma il supporto materiale dove è? Se fuori non c’è aiuto, per noi che cosa rimane?”. E, ancora, raccogliendo dalla direttrice la promessa di una verifica della situazione: “Una sera stavo male, le patologie vascolari tra noi detenute sono diffuse. Ho chiesto del medico di guardia. Lui pensava che volessi le gocce per dormire, richiesta frequente in carcere. Non era così. Non è venuto. Ha fatto una diagnosi telefonica”.


Altro problema: l’adeguatezza e la spendibilità, all’esterno, dei corsi di formazione professionale organizzati all’interno. “Sono qua dentro da cinque anni. Sento parlare di I-phone e I-pad, ma non so cosa siano… Ci vorrebbero corsi di informatica, adeguati ai tempo. Io ho seguito quello per parrucchiera, praticamente solo taglio, visto che non si è potuto usare quasi mai nemmeno il phon. Ma chi mi assumerebbe fuori? Nessuno, credo. Non ho la preparazione adatta, lo capisco da me”.

Il fuori, il dopo, l’impossibilità di pensarsi in positivo. Un’altra detenuta madre, lei restia a dire il proprio nome, non la prende alla lontana: “Esci e vai a sbattere con il sedere per terra. I portoni ti si chiudono davanti. Io ho un figlio di 25 anni, in un’altra città. Non trova lui impiego, figuriamoci se lo troverò io. Appena sentono che sono stata in galera, scappano. Lui, me lo scrive, dice di sentirsi uno zingaro, Io, impotente, mi sento una madre piccola”. Dentro, per le donne, le opportunità sono ridotte al minimo. A parte i lavori domestici di cucina, pulizie, distribuzione vitto – a rotazione, le ore retribuite via via tagliate – resta solo la sartoria “Gomito a gomito”, tre socie della cooperativa che crede nel laboratorio e nelle detenute piegate sulle macchine per cucire.

“E’ brutta da dire, ma quando esci se non hai una famiglia che fai? La barbona? E che significato ha il percoso che hai seguito in carcere, se il reinserimento è una ruota della fortuna?” Il futuro moltiplica le incognite. Il budget per i corsi, al maschile e al femminile, è stato ulteriormente ridotto. Per finanziare il progetto Acero – collocamento in comunità e avviamento all’impiego – sono state abolite le borse lavoro. Per finanziare la leggi Smuraglia, gli incentivi agli imprenditori che assumono dentro gli istituti, i fondi sono stati sottratti al denaro a disposizione per pagare i lavoranti e le lavoranti.

Fonte


Carceri: linea moda disegnata da detenute

230361_detenute modelle genova pontedecimo(ANSA) – TORINO, 17 MAR – Bracciali in stoffa con piccoli volti di donne serigrafati, borsoni militari, borse ricamate a mezzo punto di colori accesi, chiuse e aperte, pochette ed espadrillas cucite artigianalmente: sono alcuni degli accessori moda della nuova collezione Fumne 2013-2014 creata, per il terzo anno dalla donne detenute del carcere Le Vallette di Torino.

Una collezione accurata dai toni sorprendenti, con stoffe raffinate recuperate dalla detenute con mesi di lavoro e realizzata grazie al progetto ‘La casa di Pinocchio’ che dal 2008 organizza laboratori creativi per detenute di eta’ tra i 25 e 55 anni. Alcuni pezzi sono stati presentati al Macef di Milano e a Parigi e sono stati venduti in Giappone, oltre che in alcuni dei negozi piu’ in di Torino e altre citta’. Si tratta di progetti di design esclusivi ai quali hanno collaborato stilisti noti come il piu’ grande naso italiano Laura Tonatto.

”Un progetto che va bene e che da’ molta soddisfazione alle donne coinvolte – hanno spiegato le organizzatrici – ma che ha bisogno d’aiuto per andare avanti e per avere una diffusione che ne permetta il mantenimento. Tra i lavori fatti, anche uno, molto partecipato, sull’immagine della Madonna, analizzata come figura religiosa e come donna. ”Un progetto, quest’ultimo – e’ stato ancora spiegato – che ha dato molta serenita’ e occasione di approfondimento alle detenute coinvolte”.


Aumentano il numero delle donne in carcere, il dato da un Rapporto dell’UE

Un Rapporto dell’Unione europea denuncia che le donne nelle carceri stanno aumentando più degli uomini.  Lo “Sportello dei Diritti” impegnato a tutelare le detenute.

jail-girlSempre più donne si danno al crimine. Non è solo una percezione di come cambia in peius la società ma è un fenomeno studiato che purtroppo cresce giorno dopo giorno e impone di rivedere il sistema carcerario già inadeguato ai numeri che è costretto a sopportare.

Se è vero, infatti, che si è arrivati ad una parità formale nei diritti e l’uguaglianza è stata raggiunta in molti settori della vita quotidiana, è anche vero che le donne si avvicinano agli uomini anche in quelli negativi.

Le statistiche parlano chiaro: dal 2011, l’aumento del numero di donne che sono detenute a livello globale è aumentato di decine di volte più velocemente di quello degli uomini, secondo i dati nazionali così come è aumentato il livello della gravità dei reati che hanno commesso.

Mentre il numero di autori di reati di sesso maschile sono rimasti stabili sostanzialmente stabili negli ultimi dieci anni, i dati più recenti dimostrano un aumento del 15 per cento per il “gentil sesso”. Ciò quasi a denotare che anche l’aggressività nelle donne è aumentata costantemente negli ultimi 10 anni.

I ricercatori sono d’accordo, sostenendo che il comportamento violento da parte delle donne è in aumento e non mostra segni di rallentamento.

Anche un rapporto delle Nazioni Unite rivela che il tasso di crescita del numero di donne che entrano in carcere è superiore a quello degli uomini. Ciò nonostante la ridotta percentuale del 4,9% sulla totalità dei detenuti rappresentata dal gentil sesso.

A dire il vero, in relazione alle 100mila donne che sarebbero detenute attualmente nelle carceri europee, il rapporto cambia da paese a paese. Solo per fare gli esempi estremi, si passa da Malta dove le detenute sono appena una decina, alla Spagna dove arrivano al numero di 5.000 rappresentando l’8,8% del totale della popolazione carceraria.

L’Italia, invece, si pone in linea con la media europea con una percentuale di detenute pari a circa il 4,7% del totale, che è anche, più o meno lo stesso dato che viene confermato anche su scala mondiale dalle Nazioni Unite.

A livello mondiale le cose quindi non cambiano con le donne che comunque costituiscono una porzione molto piccola della popolazione carceraria, che varia generalmente dal 2 al 9%. Solo 12 sistemi penitenziari superano questa soglia nel resto del pianeta, mentre una statistica del Regional Office of Europe ha individuato nell’Azerbaijan la quota meno elevata (1,5%).

Ciò non vuol dire che il fenomeno sia sotto controllo. Ed, infatti, la tendenza di cui parlavamo conferma una crescita dappertutto. Per tornare all’Europa basta verificare come in Inghilterra e in Galles il numero delle donne che per varie ragioni sono finite in istituti di detenzione è aumentato negli ultimi dieci anni della sorprendente percentuale del 200%, a fronte di una crescita del numero degli uomini pari al 50%.

L’Unione Europea, ha anche precisato che la maggior parte delle donne detenute scontano pene brevi, legate al possesso di stupefacenti. A ciò consegue un permanente ricambio della popolazione carceraria che ovviamente aggrava la già complessa situazione dei sistemi penitenziari. Altro problema rilevato dall’UE riguarda il fatto che il numero di detenute in attesa di giudizio è equivalente se non addirittura superiore a quelle che scontano una pena definitiva.  Ciò comporta ulteriori questioni circa la gestione perché le donne in attesa di giudizio hanno opportunità ridotte di accedere ai programmi lavorativi, di mantenere contatti con le famiglie e anche con gli altri detenuti.

Tante, tantissime sono anche madri. Le statistiche conosciute in Europa sono sconvolgenti se si pensa che ci sono circa 10.000 bambini al di sotto dei due anni che hanno una madre in carcere. Mentre sono centinaia di migliaia i bambini di età superiore ed i ragazzi fino alla maggiore età che devono fare i conti con una mamma detenuta.

In tal senso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2003 ha approvato una risoluzione che invita “governi, autorità internazionali, istituzioni a tutela dei diritti umani e organizzazioni non-governative a impegnarsi per aumentare l’attenzione verso lo stato detentivo delle donne, compresi i figli di donne in prigione, in modo da identificare i problemi principali e impegnarsi a risolverli”.

Questo perché lo sviluppo psicosociale dei figli corre pericoli di gran lunga maggiori quando è la madre a finire in carcere piuttosto che il padre. Uno studio inglese del 2008 ha rilevato che quando le madri sono detenute, nell’80% dei casi i padri non si prendono cura dei loro figli. Anche alla luce di tali dati, ormai quasi tutti gli stati europei consentono alle madri di tenere con sé i figli piccoli  scontano la loro pena. Permangono anche in tal caso divergenze fra le varie normative nazionali che  passano da un limite minimo di zero a uno massimo di sei anni per la permanenza dei bambini negli istituti. Solo in Norvegia non è consentito ammettere bambini nelle carceri mentre la media nel resto d’Europa è di tre anni.

Un altro dato che dovrebbe far riflettere è quello dell’età delle detenute. Negli ultimi anni, infatti, è possibile evidenziare una costante crescita delle ragazze che finiscono negli istituti correzionali per minori. Un esempio lampante in tal senso sono gli Stati Uniti, dove le giovani rappresentano ormai il 25% della popolazione dei riformatori.

Questi dati in prospettiva dovrebbe far preoccupare ancora di più.

Le donne più anziane, ossia quelle che superano i 50 anni di età sono una categoria che richiede trattamenti particolari in ragione a problemi legati principalmente alla salute.

Molte, sono peraltro le straniere che costituiscono a livello europeo oltre il 30% delle donne rinchiuse negli istituti. La maggior parte hanno commesso crimini che riguardano la droga oltre a quelle detenute per ragioni concernenti il loro status illegale nel paese dove vivono.

Purtroppo, le detenute hanno molti più problemi di salute rispetto agli uomini. Molte di loro in genere arrivano in carcere in condizioni già complicate legate alla vita in povertà, all’uso di droghe, alla violenza familiare, a violenze sessuali e gravidanze giovanili. Nello specifico, le donne dipendenti da sostanze stupefacenti mostrano in proporzione maggiore degli uomini problemi come tubercolosi, epatite, anemia, ipertensione, diabete e obesità.Anche le malattie mentali sono molto diffuse negli istituti penitenziari femminili, e riguardano l’80% delle detenute. I due terzi, ad esempio, mostrano disordini legati a stress post-traumatico.

Ma sono tante le problematiche connesse alla detenzione delle donne ed all’aumento del fenomeno che per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, richiedono una revisione profonda dei sistemi carcerari a partire da quello nostrano che serva non solo per porre un limite a quella che appare come una vera e propria emergenza ma anche per gestire un problema in crescita ed adeguarsi a necessarie esigenze di civiltà, umanità e tutela dei diritti.

Se è vero, infatti, che di fronte a tale grave situazione le istituzioni europee hanno dato input a politiche per arginare il fenomeno e migliorare le condizioni delle donne in carcere è altrettanto vero che il processo di adeguamento dell’Italia procede a rilento.

Tra gli obiettivi fissati dall’UE ed ancora non del tutto realizzati nel nostro Paese vi è da segnalare in primo luogo la richiesta di ricorrere il più possibile alle misure alternative, soprattutto per le donne incinte e per quelle che hanno figli piccoli. In secondo, di assicurare un servizio sanitario efficiente e capace di rispondere ad ogni tipo di esigenza. Ed in ultimo di considerare come primario l’interesse del bambino quando questo è coinvolto nella detenzione della madre.

In quest’ottica, come “Sportello dei Diritti”, siamo impegnati a tutelare tutte le donne a partire dalle madri ed i loro bambini che subiscono trattamenti degradanti e non corrispondenti ai dettami delle linee guida europee all’interno delle carceri italiane.

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