Ha tentato di uccidersi nella sua cella del carcere Pagliarelli di Palermo un detenuto nigeriano di 31 anni: l’uomo e’ stato salvato dal tempestivo intervento di un agente di polizia penitenziaria. E’ avvenuto intorno alle 6.15 quando il migrante che ha provato a farla finita impiccandosi con delle lenzuola. Il poliziotto di servizio, che doveva controllare due Sezioni detentive, lo ha fermato. “Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della polizia penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, piu’ di 21mila tentati suicidi ed impedito che quasi 168mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”, sottolinea Donato Capece, segretario generale del Sappe. Il dato Continue reading
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Palermo, suicidio al carcere Pagliarelli Silenzio dagli uffici: «indagini in corso»
Il carcere ha fatto un’altra vittima. Questa volta per Natale. E’ questo il regalo che attende la famiglia dell’uomo rinchiuso al carcere Pagliarelli, che ieri (26 dicembre 2014) ha commesso il brutale gesto. Dagli uffici della casa circondariale di Palermo nessuna informazione al momento è stata fornita. «Ci sono ancora indagini in corso». Sono le uniche parole che riescono a trapelare.
Secondo le prime testimonianze raccolte, l’uomo che si è tolto la vita si chiama Massimiliano Alessandri e aveva 44 anni e 2 figli. Si sarebbe impiccato con un lenzuolo e aveva origini fiorentine. Lavorava a Palermo come giardiniere ed era un appellante dopo una condanna in primo grado di otto anni.
Evade strappandosi il bracciale elettronico: la Polizia lo cattura a Palermo
Dopo una serie di condanne, molte delle quali scontate in carcere, la Polizia lo aveva nuovamente arrestato lo scorso febbraio a seguito dell’ennesimo episodio criminale del quale l’uomo, un pregiudicato palermitano di 49 anni, si era reso protagonista.
Entrato in possesso di compromettenti video e scatti fotografici della vita privata di un imprenditore fiorentino, portate via alla vittima durante un furto nel suo appartamento, il malvivente aveva ricattato il malcapitato tentando di estorcergli denaro. Continue reading
Monta la protesta al Pagliarelli I detenuti: “Amnistia e indulto”
Una lettera scritta a mano e firmata dai detenuti del carcere Pagliarelli di Palermo. Con le firme depositate presso “l’ufficio competente della casa circondariale che provvederà su richiesta a renderle note”. Due pagine e mezzo rivolte al ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri principalmente e dopo al partito dei Radicali italiani e dal garante dei detenuti in Sicilia.
Il messaggio è chiaro e diretto: i detenuti del Pagliarelli chiedono che venga emesso il provvedimento di “amnistia e indulto” (scritto in maiuscolo nella lettera) “per porre fine ad una realtà indegna per una società civile, sviluppata, promotrice di molte campagne per la difesa dei diritti inviolabili e inalienabili dell’uomo, quale l’Italia è, ma che sull’argomento carceri e trattamento detenuti ne esce mutilata e invalida come Continue reading
Trattamenti inumani e degradanti… e il tribunale di Palermo non risponde
Pubblico un messaggio ricevuto da Grazia Manfredi, ieri sera: “On. Bernardini, le invio tre foto scattate da me dove lei stessa può vedere in che stato è mio padre dopo sette mesi di arresti ospedalieri. Non mi risulta che mio padre abbia come pena “condannato a morte”. Ma questi giudici come fanno a dormire la notte.”
Il regime del 41-bis è stato sospeso sei mesi fa. Ora Gaetano Fidanzati può essere visitato solo dalla moglie e dalle due figlie. La moglie lo assiste giorno e notte perché non è in grado di mangiare e bere da solo. Da ciò che afferma la figlia, il Magistrato di sorveglianza vorrebbe mandarlo a casa, ma il tribunale di Palermo, dopo una perizia effettuata il 14 febbraio, non ha ancora deciso.
Ho già presentato un’interrogazione a risposta scritta il 9 novembre 2011 poi trasformata in risposta in Commissione l’11 luglio 2012 nel tentativo di avere risposta da parte del Governo. La risposta non è mai arrivata, anche se come riferito dalla figlia, 6 mesi fa a Gaetano Fidanzati è stato revocato il 41-bis.
Cosa aspetta il Tribunale di Palermo a dare una risposta, positiva o negativa che sia? Assumersi responsabilità non rientra fra i suoi compiti istituzionali?
Ucciardone, il carcere «perde pezzi»: crolla lettera dalla scritta all’ingresso
Una grossa (A) in ghisa è caduta in strada. Vigili a lavoro per verificare che non ci siano altri rischi
PALERMO – È caduta in strada una delle lettere della scritta che campeggia all’ingresso del carcere Ucciardone di Palermo. I vigili del fuoco sono intervenuti per mettere in sicurezza l’insegna.
Sono in corso verifiche per controllare che le altre lettere della scritta non siano state danneggiate dalle abbondanti piogge delle ultime settimane. Ad allertare i pompieri gli agenti di polizia penitenziaria.
Palermo, agente penitenziario riceve pacco bomba
Sembrava la solita agenda-regalo, ma si trattava di un ordigno esplosivo. Paura al carcere di Pagliarelli di Palermo dove un pacco bomba è stato consegnato a un sovrintendente di polizia penitenziaria in servizio. Pensando, dal mittente, che si trattasse di un’agenda spedita da un sindacato di polizia, l’ha portato a casa, dove l’ha aperto, rendendosi conto poi dell’ordigno, che fortunatamente non è esploso: le batterie si sarebbero scaricate per via del tempo troppo lungo trascorso tra la spedizione e la sua apertura.
Il fatto, che risale al 22 gennaio scorso, è stato reso noto dal vice segretario generale dell’Osapp, sindacato degli agenti di custodia, Mimmo Nicotra. «Il sovrintendente al quale era destinato – ha detto Nicotra – stava trascorrendo un periodo di ferie. Quando è tornato in servizio, pensando che il sindacato, al quale peraltro non è iscritto, gli avesse spedito un’agenda, l’ha portato a casa. Quando si è accorto dell’ordigno ha chiamato gli artificieri». «Fortunatamente – ha aggiunto Nicotra – il lasso di tempo tra la spedizione dell’ordigno e la sua apertura è stato abbastanza lungo da favorire l’azzeramento delle batterie che presumibilmente avrebbero dovuto garantire prima l’innesco e poi l’esplosione del pacco bomba».
«Questo episodio è molto grave – chiosa Nicotra – e prima che in Sicilia si torni indietro di decenni lo Stato deve porre in essere immediati correttivi al sistema penitenziario prevedendo da subito l’incremento di personale di polizia penitenziaria ed un progressivo sfollamento delle strutture penitenziarie. Questa volta si può parlare fortunatamente di un pacco bomba inesploso, ma fino a quando si potrà contare solo sulla buona sorte?».
Prigionieri – Resoconto del presidio anticarcerario per Madda al Paglierelli
Giorno 14 dicembre ci siamo ritrovati sotto il carcere Pagliarelli di Palermo per esprimere la nostra solidarietà e infondere coraggio alla compagna detenuta Madda e a tutti i prigionieri, urlando il disprezzo contro ogni tipo di gabbia e contro tutti gli aguzzini.
Dopo mezz’ora di cori e botti in una stradina adiacente al complesso carcerario, un nutrito gruppo di polizia penitenziaria ha fatto la sua comparsa, pistola alla mano, per tentare di spegnere quella scintilla di solidarietà verso gli oppressi e di rabbia contro gli oppressori.
L’arroganza che accomuna tutte le guardie non ci ha scoraggiato, anzi abbiamo continuato ad intonare cori per chi, a pochi metri di distanza, ci ascoltava da dietro le odiate sbarre
Con l’atteggiamento intimidatorio che li contraddistingue , i servi in divisa hanno proceduto ad identificazioni e perquisizioni, alle quali è seguito un trasporto coatto all’interno del carcere di tutti noi partecipanti al presidio, venendo poi rilasciati dopo appena un paio d’ore.
Se i cani da guardia dello Stato credono di aver messo a tacere le nostre voci, di aver sopito i nostri spiriti in rivolta, di aver spento almeno per un po’ quella luce che anima i nostri cuori e mai ci abbandona, si sbagliano: la loro volontà di reprimere ci ha soltanto resi più determinati nel voler abbattere ogni prigione, sempre in lotta contro l’esistente che le produce.
MADDA LIBERA! TUTTI LIBERI!
FUORI TUTTI DALLE GALERE! DENTRO NESSUNO SOLO MACERIE!
Individualità contro il carcere