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Palermo, suicidio al carcere Pagliarelli Silenzio dagli uffici: «indagini in corso»

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Il carcere ha fatto un’altra vittima. Questa volta per Natale. E’ questo il regalo che attende la famiglia dell’uomo rinchiuso al carcere Pagliarelli, che ieri (26 dicembre 2014) ha commesso il brutale gesto. Dagli uffici della casa circondariale di Palermo nessuna informazione al momento è stata fornita. «Ci sono ancora indagini in corso». Sono le uniche parole che riescono a trapelare.

Secondo le prime testimonianze raccolte, l’uomo che si è tolto la vita si chiama Massimiliano Alessandri e aveva 44 anni e 2 figli. Si sarebbe impiccato con un lenzuolo e aveva origini fiorentine. Lavorava a Palermo come giardiniere ed era un appellante dopo una condanna in primo grado di otto anni.

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Davide Delogu in sciopero della fame

cordatesaDiamo massima solidarietà e appoggio concreto a Davide,  scriviamogli, facciamoci sentire

BASTA ISOLAMENTO! BASTA CENSURA!

riceviamo e inoltriamo

Palermo -PAGIARELLI PRESONI 11/2/2014 Ciao, spero tutto bene! Come vedi unisco a questa il verbale che mi hanno notificato oggi. L’unico della giornata e nei giorni precedenti ne ho ricevuti degli altri, sempre inerenti alle cartoline dal “tenore anarco-insurrezionalista”. Si è dunque scoperto che il censore non gradisce neanche la libertà di stampare le cartoline che possano esprimere la propria creatività, utilizzando a piacimento Continue reading


Lettera di Davide Delogu dal Paglierelli di Palermo

Diffondiamo dalla Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali

cordatesaDa una lettera del 10 agosto di Davide Delogu dal carcere Pagliarelli di Palermo.

… Intanto ritorniamo alle lotte che si stavano consolidando al Buoncammino (dovrebbe esserci un resoconto su Olga), quelle di tipo individuali crescevano sempre in maniera più arrabbiata, mentre quelle collettive diventavano ogni giorno spontanee (sabotaggio temporaneo dell’impianto elettrico che incentivava ad un’assordante Continue reading


Monta la protesta al Pagliarelli I detenuti: “Amnistia e indulto”

cordatesaUna lettera scritta a mano e firmata dai detenuti del carcere Pagliarelli di Palermo. Con le firme depositate presso “l’ufficio competente della casa circondariale che provvederà su richiesta a renderle note”. Due pagine e mezzo rivolte al ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri principalmente e dopo al partito dei Radicali italiani e dal garante dei detenuti in Sicilia.

Il messaggio è chiaro e diretto: i detenuti del Pagliarelli chiedono che venga emesso il provvedimento di “amnistia e indulto” (scritto in maiuscolo nella lettera) “per porre fine ad una realtà indegna per una società civile, sviluppata, promotrice di molte campagne per la difesa dei diritti inviolabili e inalienabili dell’uomo, quale l’Italia è, ma che sull’argomento carceri e trattamento detenuti ne esce mutilata e invalida come Continue reading


Carcere – Sulle motivazioni del trasferimento di Madda ad Agrigento e sua situazione attuale

diffondiamo da informa-azione notizie sulle motivazioni del trasferimento di Madda ad Agrigento e sulla sua situazione attuale:

17443519_militanti-imparino-non-parlare-le-che-accusano-gli-anarchici-0Segue (tardivo) resoconto delle vicende relative al trasferimento di Madda dal carcere “Pagliarelli” di Palermo a quello di Agrigento, da lei comunicate ad alcuni compagni.

Il tutto ha origine il giorno 25 di gennaio. Durante le fasi finali di un colloquio con la sorella, le due si abbracciano, al che la guardia inizia a sbraitare per l’ “evidente” violazione del regolamento.

Alla prima sbirra se ne aggiungono altre due ed insieme cominciano a spintonare Madda durante il tragitto di ritorno. A “placare gli animi” interviene la coordinatrice, che riporta la compagna in cella, e di lì immediatamente in infermeria. Madda si ritrova davanti due medici e una psicologa che cercano di instaurare un “dialogo” ma vengono prontamente liquidati.

Di nuovo riportata in cella, Madda se la vede svuotare dalla poche cose presenti (era allora sottoposta a 14/bis), per poi venire edotta dell’ordine della psicologa di restare nuda (solo slip) a causa del suo stato di presunta “agitazione”.

Al suo ovvio rifiuto segue la solita prassi: dopo aver indossato i guanti, in tre le saltano addosso e partono una scarica di calci e pugni alla testa e alla schiena, oltre a varie tirate di capelli. Dopo poco al pestaggio si aggiunge pure uno sbirro del maschile, che precede l’arrivo di un’intera squadretta. I secondini decidono per l’intervento del medico che dovrebbe somministrare una puntura sedativa a Madda. Scongiurata in qualche modo questa “soluzione, i secondini optano per il riordino della cella e per le manette, con la quale Madda viene caricata sul blindato, destinazione Agrigento.

Le notizie che ci giungono da Agrigento sono queste: a Madda vengono ancora sottoposti alcuni cicli di isolamenti della durata di 10 giorni, le è ancora applicata la censura con conseguente trattenimento di parte della corrispondenza (e dei libri) e non le vengono fatti passare i francobolli.

Per scrivere a Madda:

Maddalena Calore
C. C. “Petrusa”
P.zza P. di Lorenzo 4
92100 Agrigento


Palermo, agente penitenziario riceve pacco bomba

Bomba-Food-280x280Sembrava la solita agenda-regalo, ma si trattava di un ordigno esplosivo. Paura al carcere di Pagliarelli di Palermo dove un pacco bomba è stato consegnato a un sovrintendente di polizia penitenziaria in servizio. Pensando, dal mittente, che si trattasse di un’agenda spedita da un sindacato di polizia, l’ha portato a casa, dove l’ha aperto, rendendosi conto poi dell’ordigno, che fortunatamente non è esploso: le batterie si sarebbero scaricate per via del tempo troppo lungo trascorso tra la spedizione e la sua apertura.

Il fatto, che risale al 22 gennaio scorso, è stato reso noto dal vice segretario generale dell’Osapp, sindacato degli agenti di custodia, Mimmo Nicotra. «Il sovrintendente al quale era destinato – ha detto Nicotra – stava trascorrendo un periodo di ferie. Quando è tornato in servizio, pensando che il sindacato, al quale peraltro non è iscritto, gli avesse spedito un’agenda, l’ha portato a casa. Quando si è accorto dell’ordigno ha chiamato gli artificieri». «Fortunatamente – ha aggiunto Nicotra – il lasso di tempo tra la spedizione dell’ordigno e la sua apertura è stato abbastanza lungo da favorire l’azzeramento delle batterie che presumibilmente avrebbero dovuto garantire prima l’innesco e poi l’esplosione del pacco bomba».

«Questo episodio è molto grave – chiosa Nicotra – e prima che in Sicilia si torni indietro di decenni lo Stato deve porre in essere immediati correttivi al sistema penitenziario prevedendo da subito l’incremento di personale di polizia penitenziaria ed un progressivo sfollamento delle strutture penitenziarie. Questa volta si può parlare fortunatamente di un pacco bomba inesploso, ma fino a quando si potrà contare solo sulla buona sorte?».

Fonte


Prigionieri – Resoconto del presidio anticarcerario per Madda al Paglierelli

occhiGiorno 14 dicembre ci siamo ritrovati sotto il carcere Pagliarelli di Palermo per esprimere la nostra solidarietà e infondere coraggio alla compagna detenuta Madda e a tutti i prigionieri, urlando il disprezzo contro ogni tipo di gabbia e contro tutti gli aguzzini.
Dopo mezz’ora di cori e botti in una stradina adiacente al complesso carcerario, un nutrito gruppo di polizia penitenziaria ha fatto la sua comparsa, pistola alla mano, per tentare di spegnere quella scintilla di solidarietà verso gli oppressi e di rabbia contro gli oppressori.
L’arroganza che accomuna tutte le guardie non ci ha scoraggiato, anzi abbiamo continuato ad intonare cori per chi, a pochi metri di distanza, ci ascoltava da dietro le odiate sbarre

Con l’atteggiamento intimidatorio che li contraddistingue , i servi in divisa hanno proceduto ad identificazioni e perquisizioni, alle quali è seguito un trasporto coatto all’interno del carcere di tutti noi partecipanti al presidio, venendo poi rilasciati dopo appena un paio d’ore.

Se i cani da guardia dello Stato credono di aver messo a tacere le nostre voci, di aver sopito i nostri spiriti in rivolta, di aver spento almeno per un po’ quella luce che anima i nostri cuori e mai ci abbandona, si sbagliano: la loro volontà di reprimere ci ha soltanto resi più determinati nel voler abbattere ogni prigione, sempre in lotta contro l’esistente che le produce.

MADDA LIBERA! TUTTI LIBERI!

FUORI TUTTI DALLE GALERE! DENTRO NESSUNO SOLO MACERIE!

Individualità contro il carcere