E’ il Comitato formato da amici e famigliari di Davide Rosci(nella foto), “Liberiamo Davide”, a confermare che l’attivista teramano, attualmente all’isituto penitenziario di Castrogno, ha aderito allo sciopero della fame indetto da diversi detenuti in tutta Italia per protestare contro le condizioni di vita delle carceri: “L’iniziativa che vedrà 8 giorni di sciopero della fame e 12 di mobilitazioni autodeterminate – si legge in una nota -, vuole attirare l’attenzione Continue reading
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Detenuti senz’acqua da 7 giorni Protesta nel carcere di Trapani
Il carcere San Giuliano di Trapani è senz’acqua da circa una settimana e i detenuti protestano battendo le stoviglie sulle sbarre delle celle. Un grave problema, che si verifica nel periodo più caldo dell’anno, causato da un guasto alla conduttura del dissalatore di Trapani che rifornisce la città capoluogo e alcuni comuni della provincia. Potrebbero servire ancora diversi giorni, almeno cinque, per completare la riparazione del condotto idrico e ripristinare la normale Continue reading
Carcere di Sollicciano, i detenuti rifiutano i pasti
Firenze, 27 giugno 2013 – Ancora una protesta delle persone detenute nel carcere di Sollicciano, per protestare contro il sovraffollamento e le condizioni di vita carcerarie. Infatti, i detenuti del carcere fiorentino hanno proclamato lo ‘sciopero del carrello’, ovvero del vitto passato dall’amministrazione penitenziaria, come sostegno al digiuno a staffetta per la legalità nelle carceri e per superare il sovraffollamento, promosso dal garante dei detenuti del Comune di Firenze Franco Corleone.
E’ lo stesso Corleone a dare notizia di questo garante a rendere nota la protesta dei detenuti che, ricorda, hanno anche aderito alla raccolta di firme per le tre proposte di iniziativa popolare su tortura, carceri e droga. Dalla prima settimana di luglio, poi, sempre i detenuti di Sollicciano, spiega Corleone, sosterranno ‘lo sciopero del sopravvitto’, in segno di protesta ”contro i prezzi praticati sui prodotti in vendita all’interno dell’istituto, maggiorati rispetto ai prezzi praticati nei supermercati esterni”.
Fonte: La Nazione
«Nel carcere manca l’acqua calda»: sciopero della fame per 60 detenuti
AGRIGENTO. Niente acqua calda dai rubinetti: una sessantina di detenuti protestano con lo sciopero della fame. Rifiutano il cibo dell’istituto, qualcuno ha anche buttato nell’immondizia quello portato dall’esterno per dimostrare il proprio disappunto. La situazione, dopo sette giorni, dovrebbe comunque tornare alla normalità. Ieri mattina la direzione del carcere Petrusa è riuscita a reperire i fondi e far partire i lavori all’impianto idrico. La protesta dei detenuti del braccio che in gergo viene chiamato “primo destro” è iniziata l’11 marzo scorso. In questa sezione del carcere, definita di “alta sicurezza”, ci sono circa sessanta detenuti per reati di tipo associativo. Si tratta di condannati o persone detenute nella fase cautelare per associazione mafiosa, traffico di droga e altri reati particolarmente gravi. All’origine del problema c’era un guasto all’impianto di distribuzione dell’acqua all’interno del carcere. Un difetto nel sistema di smistamento che aveva isolato soltanto la sezione “alta sicurezza” del penitenziario di contrada Petrusa. Dai rubinetti usciva solo acqua gelida. Lavarsi e farsi le docce era completamente improponibile viste anche le temperature molto rigide degli ultimi giorni della stagione invernale. I detenuti, anche attraverso familiari e avvocati, hanno informato della questione i responsabili della polizia penitenziaria del carcere. Il direttore Valerio Pappalardo, ieri mattina, ha confermato che il problema è prossimo alla soluzione. «Abbiamo cercato di fare tutto in fretta – ha detto ieri mattina – ma i tempi e le procedure di una pubblica amministrazione sono sempre molto più complicati. I tecnici stanno intervenendo per risolvere il problema, lo abbiamo già comunicato ai detenuti – ha aggiunto Pappalardo – che interromperanno la protesta iniziata una settimana prima». La protesta, nel frattempo, va avanti. Cesserà solo quando i reclusi vedranno operai al lavoro e la soluzione auspicata più vicina.
Valdivia, Cile: protesta detenuti repressa con botte e cani!
Dai compagni di PublicacionRefractario si viene a sapere che i prigionieri del modulo 31, del carcere -impresa (Concessionada) di Llancahue, il 5 gennaio scorso hanno protestato contro gli abusi nei loro confronti. I secondini e il personale anti-sommossa hanno represso la protesta assalendo con i cani e picchiando i prigionieri. I detenuti hanno contattato vari gruppi di media e praticamente hanno fatto sapere che un detenuto è sul punto di perdere un rene a causa delle percosse.
I 16 prigionieri del modulo hanno detto, inoltre, che i carcerieri hanno rotto loro gli oggetti di igiene personale di rompere la loro igiene personale e spruzzato sul loro cibo un gas-pepe, oltre alla furiosa aggressione.
Secondo l’ospedale della prigione il detenuto ferito non aveva lesioni di ogni tipo, poi uno dei paramedici ha rivelato con una spiegazione imbarazzante che “questo era dovuto al fatto che l’uomo era nero, così non gli è stato possibile vedere le ferite “.
L’Istituto Nazionale dei Diritti Umani ha lanciato un appello contro le guardie con l’accusa di tortura, ha nominato un procuratore speciale della corte di appello (Dario Carreta), ha arrestatoo il ministro della giustizia (Patricia Perez) ed il capo della gendarmeria(Luis Masferrer) determinando l’avvio di una indagine sui fatti accaduti.