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Pestaggio in carcere, condannati due agenti penitenziari di Cisterna e Monte San Biagio

cordatesaCinque condanne per il presunto pestaggio di un detenuto all’interno del carcere di Velletri. Il Tribunale veliterno ha condannato a due anni e quattro mesi di reclusione, a fronte dei quattro anni chiesti dal pm Carlo Morra, gli agenti pontini Sergio Notarfonso, di Monte San Biagio, e Roberto Pagani, di Cisterna, difesi dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Giovambattista Maggiorelli. Continue reading


Valdivia, Cile: protesta detenuti repressa con botte e cani!

abuso_di_potere_largeDai compagni di PublicacionRefractario si viene a sapere che i prigionieri del modulo 31,  del carcere -impresa (Concessionada) di Llancahue, il 5 gennaio scorso hanno protestato contro gli abusi nei loro confronti. I secondini e il personale anti-sommossa hanno represso la protesta assalendo con i cani e picchiando i prigionieri. I detenuti hanno contattato vari gruppi di media e praticamente hanno fatto sapere che un detenuto è sul punto di perdere un rene a causa delle percosse.

I 16 prigionieri del modulo hanno detto, inoltre, che i carcerieri hanno rotto loro gli oggetti di igiene personale di rompere la loro igiene personale e spruzzato sul loro cibo un gas-pepe, oltre alla furiosa  aggressione.

Secondo l’ospedale della prigione il detenuto ferito non aveva lesioni di ogni tipo, poi uno dei paramedici ha rivelato con una spiegazione imbarazzante che “questo era dovuto al fatto che l’uomo era nero, così non gli è stato possibile vedere le ferite “.

L’Istituto Nazionale dei Diritti Umani ha lanciato un appello contro le guardie con l’accusa di tortura, ha nominato un procuratore speciale della corte di appello (Dario Carreta), ha arrestatoo  il ministro della giustizia (Patricia Perez) ed il capo della gendarmeria(Luis Masferrer) determinando l’avvio di una indagine sui fatti accaduti.

Fonte


Sicilia: carceri, poliziotti aggrediti da detenuto a Siracusa

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Siracusa, 4 gen. – Un detenuto straniero ha aggredito violentemente diversi poliziotti in servizio nel carcere di Siracusa. I Baschi Azzurri sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari per diverse contusioni. Un’ennesima aggressione “che deve preoccupare”, dice il Sappe, secondo cui “la carenza di personale di Polizia penitenziaria e di educatori, di psicologi e di personale medico specializzato, il pesante sovraffollamento dei carceri italiani sono temi che si dibattono da tempo, senza soluzione, e sono concause di questi tragici episodi”. Spesso, come a Siracusa, “il personale di Polizia Penitenziaria e’ stato ed e’ lasciato da solo a gestire all’interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale e di tensione, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno”.

Fonte: agi.it


Perù: maxi evasione dal carcere minorile di Lima

Escaping_from_JailNella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio, 27 minori sono evasi dal Centro Juvenil de Diagnóstico y Rehabilitación di Lima.

Citato da Radio Programas del Perú (RPP), il ministro dell’Interno peruviano, Wilfredo Pedraza, ha sostenuto che il loro arresto è “questione di ore”.

Finora la polizia ha effettuato l’arresto di 8 dei 27 fuggitivi nel quartiere di San Miguel, dove si trova il carcere minorile.

Tra i fuggitivi c’è anche “Gringasho”, di 17 anni, considerato dalle autorità e dalla stampa locale uno dei sicari più pericolosi del paese. In passato era riuscito ad eludere la sorveglianza e scappare da altri centri penitenziari peruviani.

Non è ancora chiaro come i 27 – fuggiti in due gruppi di 13 e 14 persone in momenti diversi – abbiano messo in atto il loro piano. Il procuratore di Lima, Jorge Sáenz, non ha escluso il coinvolgimento di alcuni secondini del centro.


Carcere di Foggia: 3 bimbi tra detenuti e suicidi

FOGGIA – Una bimba di 10 giorni nel carcere di Foggia: che ci fa? E’ con la sua mamma detenuta nella sezione femminile della casa Circondariale foggiana, in attesa di giudizio incensurata. E se da una parte è giusto che la bimba riceva il calore materno, dall’altro una infante non può crescere in un ambiente dove il riscaldamento è acceso per una sola ora al giorno.

Il 24 dicembre scorso, mentre tutti eravamo indaffarati con gli ultimi regali e con i preparativi del cenone di Natale, i radicali dell’associazione ‘Mariateresa Di Lascia’ ispezionavano il carcere di Foggia.

Una visita ispettiva, la seconda dall’inizio dell’anno, che non ha portato a evidenti miglioramenti rispetto alla precedente, avvenuta a marzo: “stesso sovraffollamento. Capienza del carcere 450 posti, detenuti presenti 680, stessa carenza di personale: 312 agenti previsti dall’organico, 294 agenti effettivi” sottolinea  Elisabetta Tomaiuolo Segretaria dell’associazione.

“Gli agenti presenti – continua la segretaria – non sarebbero sufficienti nemmeno a gestire il numero di detenuti regolamentare di 450, figuriamoci sostenere una situazione di emergenza di questo tipo. Stessi problemi strutturali: gli impianti sovracaricati si guastano e non è possibile nemmeno fare una doccia tiepida”.

In condizioni simili, difficilmete riescono a sopravvivere gli adulti, figuriamoci come possa farlo una bambina di 10 giorni in luogo simile. Il 12 dicembre scorso, infatti Arcangelo Navarrino, 44enne originario di Fasano (Br) condannato a 20 anni di reclusione (ossia fino al 2029), per l’omicidio del 41enne Giuseppe Fragasso, si è tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo. Nella casa Circondariale di Foggia, nel corso del 2012 ci sono stati 5 episodi di ingerimento di sostanze nocive, 12 colluttazioni, 14 episodi di autolesionismo, un decesso per morte naturale e 10 tentativi di suicidio.

I detenuti hanno commesso reati per i quali scontano una pena, ma restano persone che hanno bisogno di cure e attenzioni. “Non vi è libertà ogni qual volta le leggi permettano che in alcuni eventi l’uomo cessi di essere persona e diventi cosa” scriveva Cesare Beccaria ne ‘Dei delitti e delle pene’. E nei penitenziari, dove sono le leggi?

Nelle carceri italiane ci sono 60 bambini sotto i 3 anni, ma poche sono dotate di nido. Tra queste c’è la Casa Cicondariale di Foggia: “Ma possiamo definire una stanza con una culla malconcia, priva di qualsiasi suppellettile e genere di conforto riscaldata da una stufetta, una struttura nido? Quale società civile permetterebbe ad un’innocente di 10 giorni di vivere in queste condizioni?” dice la Segretaria radicale. Insieme alla bimba di 10 giorni, ci sono altri 2 bambini.

“Per farli sentire meno abbandonati abbiamo portato loro in regalo dei giocattoli, perché in fondo è Natale anche per loro. Ma questo non è che un gesto simbolico e certo non basta a restituire loro gioia e serenità. Occorre trovare delle soluzioni alternative, per tutelare questi bambini” ha affermato Tomaiuolo.

di Doriana Davenia

Fonte: foggia.ilquotidianoitaliano.it


Bolivia, dopo le sommosse nelle carceri Evo Morales firma l’indulto

Quasi 2.000 detenuti usciranno di prigione. Il provvedimento arriva al termine di una settimana di scontri e proteste feroci nelle carceri

Nel weekend il parlamento boliviano ha dato l’ok definitivo alla legge per l’indulto. Quasi 2.000 detenuti usciranno di prigione. Il provvedimento arriva al termine di una settimana di scontri e proteste feroci nelle carceri. Evo Morales, dopo una serie di tentennamenti, si è visto pressochè “costretto” a firmare il provvedimento per sbloccare la situazione.

Il vicepresidente della Bolivia e presidente del parlamento, Álvaro García Linera ha dichiarato che si tratta di una decisione “umanitaria” di Evo Morales per “favorire i detenuti che non sono accusati di reati gravi come omicidio, stupro, terrorismo o separatismo”. Il ministero dell’Interno spiega che l’indulto è destinato ai detenuti che  hanno commesso reati minori, che hanno scontato i due quinti della pena, che hanno tra i 16 e i 25 anni e, soprattutto, le donne in gravidanza”, come anche le persone condannate dalle legislazione antidroga, “ma con pene minori ai dieci anni di carcere”, ade sempio coloro che hanno commesso questo tipo di reato per la prima volta o hanno trasportato quantità minime di droga.

Inoltre potranno beneficiare dell’indulto i detenuti condannati per il primo delitto che rientrino tra gli uomini con più di 58 anni, le donne con più di 55 anni, i giovani fino a 25, i disabili gravi che abbiano scontato un terzo della pena e i malati terminali. Vi potranno accedere anche i genitori con figli a carico sotto i 12 anni che vivono in carcere e abbiano scontato un quinto della loro pena, oltre ai prigionieri per reati minori con sanzioni fino a 8 anni che abbiano già trascorso un terzo del tempo previsto in cella.

La misura era stata richiesta con urgenza dalla Direzione del regime penitenziario proprio per “motivi umanitari”: l’organismo ha sottolineato l’urgenza di decongestionare le carceri boliviane, che ora come ora ospitano 13.840 reclusi, 3.000 in più del 2011. Le proteste organizzate nelle carceri negli ultimi giorni puntavano ad ottenere l’indulto ma anche il versamento alle autorità penitenziarie di arretrati per il mantenimento dei carcerati.

La situazione sanitaria nelle carceri della Bolivia è pessima. La fatiscenza delle strutture e l’eccessivo affollamento portano al diffondersi di malattie che in Europa sono ormai sconosciute come la tubercolosi. L’assistenza sanitaria è assente e quel poco che c’è si deve alle organizzazioni di volontariato e alle chiese locali. Rompersi una gamba in carcere può significare rimanere storpi per sempre. Ma il dato più incredibile è che le carceri in Bolivia sono piene di donne e bambini. Infatti se la famiglia del detenuto non ha mezzi di sostentamento, tutti seguono in prigione l’uomo. A Palmasola dei circa 5.000 abitanti del carcere solo 3.000 sono detenuti. Gli altri sono familiari al seguito.

Fonte: Today.it


Tentativo d’evasione con corda sventato nel carcere di Busto Arsizio

Purtroppo,

Sventata evasione dal carcere di Busto Arsizio: la Polizia Penitenziaria ha fermato un sudamericano che aveva già progettato la fuga come nel più classico dei film polizieschi. Durante i controlli notturni le guardie si sono accorte che il detenuto non prendeva mai sonno. Da qui i primi sospetti: la Polizia Penitenziaria ha così deciso di trasferire di cella l’uomo, in modo da perquisire quella dove alloggiava con un altro carcerato. In effetti, i sospetti erano fondati: una volta entrati nella stanza i poliziotti hanno trovato tutto quello che cercavano.

Lo straniero aveva nascosto sotto il letto a castello una lunga e solida corda rudimentale realizzata con ritagli di lenzuola e coperte, una corda molto resistente. La componente di metallo posta al lato del letto come protezione si prestava inoltre ad essere utilizzata come gancio per tenere ben salda la corda alla finestra del bagno, già divelta: con un seghetto l’uomo aveva realizzato anche due piccole fessure in una delle sbarre protettive di ferro. Per non farsi scoprire aveva inoltre riempito le fessure con del sapone. Anche la battitura sulle sbarre eseguita dai poliziotti non consentiva di avvertire l’anomalia.

La finestra è affacciata su un piccolo cortile non molto distante dal muro esterno dell’istituto penitenziario. Per il carcerato sarebbe stato quindi facile, una volta calatosi dalla finestra, scalare la cinta e fuggire dalla casa circondariale. L’uomo è ora tenuto in stretta sorveglianza: sarà trasferito in un altro istituto.

Fonte:  poliziapenitenziaria.it