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BG – Kelvin ucciso dallo Stato – Presidio sotto il carcere
Kelvin, 23 anni, detenuto, ucciso dallo Stato
Era la mattina del 24 gennaio 2013. Era un ragazzo come noi, uno dei tanti che vengono “pescati nel mucchio” e rinchiusi dietro le sbarre per dei reati che il Sistema stesso ci impone di compiere per sopravvivere. Una delle tante vittime che questo Stato si porta appresso. Pochi giorni prima, aveva saputo di essere stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, nonostante fosse incensurato. I suoi compagni di prigionia hanno dato subito l’allarme, ma le guardie accorse non hanno voluto aprire le sbarre immediatamente, come quasi sempre accade. Quando lo hanno fatto, ormai era troppo tardi.
Gridiamo vendetta, bastardi assassini, di un altro ragazzo ci avete privato!
OGNI MORTE IN CARCERE È UN OMICIDIO VOLUTO DAL SISTEMA!
Nel carcere di Bergamo questo è l’ottavo suicidio che si conta in dieci anni. Il sesto nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno in corso. Nel 2012 i morti per carcere (suicidi e morti mai accertate/mai volute accertare, morti per malattie, ecc.) sono stati in totale 154.
Il suicidio è l’atto estremo di ribellione di un essere umano costretto a vivere segregato, è un atto di dignità che non può passare ignorato e restare impunito. Le Istituzioni responsabili e la stampa asservita, per loro convenienza, fanno ogni volta di tutto per nascondere il fatto e le sue vere ragioni.
Di carcere si muore, o immediatamente o a poco a poco, in maniera costante. L’annientamento fisico e psicologico inflitto è brutale. Si va dall’insostenibile sovraffollamento delle celle alla scarsa qualità del cibo somministrato; dall’enorme difficoltà di usare la corrispondenza come mezzo di contatto con l’esterno alla negazione del diritto a ricevere cure mediche specifiche appropriate (a Bergamo un detenuto nel 2011 per questo motivo è morto). D’altro canto è prassi la criminale somministrazione di psicofarmaci e sedativi d’ogni genere, con lo scopo, unico e rimarcato, di annientare la resistenza della persona che combatte contro l’oblio, per renderla innocua, vulnerabile e sottomessa all’ordine carcerario, proprio come vorrebbero vederci sottomessi noi tutti. Nel 2009, sempre nel carcere di via Gleno, un ragazzo è morto di overdose di NOZINAN 100, un potentissimo neurolettico la cui somministrazione deve essere parsimoniosa e controllata medicalmente.
Chi pensa e promuove campagne elettorali promettendo un improbabile indulto o un’improponibile amnistia non fa altro che prendersi gioco dei detenuti stessi, con l’intento di ridicolizzare, sminuire e isolare le fondamentali lotte rivendicative che nascono da dentro. La riduzione dell’elevato numero dei detenuti può dipendere solamente dall’abrogazione delle leggi repressive di cui lo Stato si fa forte. La distruzione del carcere, nodo cardanico di questo Sistema autoritario chiamato capitalismo, democrazia, società del benessere, e la distruzione dello Stato stesso, necessario passo da compiere per una società libera e giusta, si potrà compiere solo ed esclusivamente attraverso la presa di coscienza e l’autorganizzazione di tutti gli sfruttati, siano essi rinchiusi tra le sbarre, alienati nei posti di lavoro, schiacciati nelle piazze.
Scendi in strada ed aggregati a noi, ricordando Kelvin, per dire che
NESSUNA MORTE PASSA SOTTO SILENZIO!
SABATO 16 FEBBRAIO DALLE ORE 11.00 VIA GLENO
PRESIDIO CONTRO IL CARCERE
promuovono: Gruppo Antiautoritario Contro Carcere e Repressione e Compagn* solidali
Bergamo – Il carcere miete l’ennesima vittima (aggiornato)
da informa-azione
Nella giornata del 24 gennaio 2013, un detenuto nel carcere di Bergamo si è tolto la vita.
Dei suoi compagni di prigionia si erano accorti che nell’aria c’era qualcosa che non andava e hanno dato subito l’allarme, ma le guardie accorse non hanno voluto aprire le sbarre immediatamente. Quando lo hanno fatto, ormai era troppo tardi. Non sappiamo ancora quale era il suo nome, sappiamo solamente che era originario della Colombia. L’informazione ci è pervenuta dalla moglie di un detenuto rinchiuso in quella sezione.
Aggiornamento
Il gesto estremo è avvenuto giovedì 24 gennaio, quando un ragazzo di 23 anni ha atteso di restare da solo in cella e si è impiccato. Il giovane era stato detenuto per aver violato gli obblighi previsti dagli arresti domiciliari. Indagato per una rapina, il magistrato aveva scelto comunque di imporrgli la misura cautelare, nonostante fosse incensurato e avesse sempre professato la propria innocenza . il giorno prima del suicidio, il detenuto aveva saputo in carcere di essere stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Era davvero necessario sottoporre agli arresti domiciliari un giovane incensurato in attesa di giudizio? Secondo i dati di Ristretti Orizzonti questo è l’ottavo suicidio che avviene nel carcere di Bergamo negli ultimi 10 anni.
CALENDARIO 2013 BENEFIT PRIGIONIER* (Lab. Anarchico LA*ZONA)
CALENDARIO 2013 BENEFIT PRIGIONIER*
Questo progetto nasce come un benefit per i/le compagn* colpiti dalla
repressione e rinchiusi nei lager di stato.
PER RICEVERNE DELLE COPIE, PER PRENOTAZIONI O INFO scrivere a:
la.zona@canaglie.org
la.zona@live.it
LABORATORIO ANARCHICO LA*ZONA
via bonomelli, 9 BG (bergamo)
X più immagini neroveleno
Tutti i presidi contro il carcere di capodanno
BERGAMO
TOLMEZZO
COMO
ROMA
Ogni giorno, 250 persone vengono rinchiuse in carcere.
90mila ogni anno.
Nelle carceri italiane sono stipate quasi 70.000 persone in STRUTTURE che
ne potrebbero contenere 40mila.
E’ il sovraffollamento, che moltiplica le sofferenza di chi viene
rinchiuso dalla repressione dello stato. Ma è l’esistenza stessa del
carcere il problema: affollato o meno che sia.
Oggi più che mai, il carcere tende a essere la naturale prosecuzione delle condizioni di esclusione sociale e di poverta’ in cui molte e molti si vengono a trovare, per questo il carcere è sempre più uno strumento in mano alla classe dominante, utile a controllare e reprimere la massa di sfruttate e sfruttati.Pensiamo all’inasprimento delle leggi contro l’uso delle droghe, alle
leggi contro l’immigrazione, alle norme che irregimentano la vita nelle citta’. sta diventando sempre piu’ facile cadere nelle maglie della giustizia prima e del carcere, poi.
L’esistenza del carcere decreta, in modo terroristico, il risultato della guerra tra vincenti e perdenti, rinchiudendo questi ultimi.
Per farla finita con la legge della giungla, con l’arroganza dei potenti, con la disuguaglianza, attiviamoci per abolire il carcere.
Per una società senza galere e senza sfruttamento.
Svuotiamo le carceri: libere tutte liberi tutti
COSENZA
CONTRO IL CARCERE, GIORNO DOPO GIORNO!
il 31 dicembre, come ogni anno, invitiamo tutte e tutti a partecipare al presidio di solidarietà davanti la casa circondariale di via popilia a Cosenza per far sentire la nostra vicinanza a chi è privato della libertà e ribadire la nostra totale avversione contro il sistema carcerario e repressivo.
APPUNTAMENTO IL 31 DICEMBRE ALLE ORE 18
Cosenza Contro il Carcere!