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“Battitura” e proteste al Bassone per il taglio delle telefonate a casa

maniGiorni agitati nella struttura già turbata dai recenti suicidi
(m.pv.) Non sono giorni tranquilli per il carcere del Bassone. Dopo la notizia dei due morti suicidi nelle ultime settimane, ieri i detenuti hanno iniziato anche una classica forma di protesta, quella della “battitura” delle sbarre fatta con le gavette. Premessa d’obbligo, i due fatti drammatici di cui abbiamo parlato in apertura non sarebbero al centro del contendere, ma sarebbero stati solo la miccia – preannunciata da un incendio di coperte dello scorso fine settimana – per rivendicazioni sopite

da tempo.
Al centro della protesta ci sarebbero le telefonate a casa dei detenuti e la possibilità – in caso di bisogno – di mettersi in contatto con gli avvocati. Con l’arrivo della nuova direzione della struttura, stando alle rimostranze, su questi permessi ci sarebbe stato un giro di vite.
Giusto per fare un esempio, ad ogni detenuto sono concesse quattro telefonate al mese. In caso di padri con figli sotto i 10 anni, le maglie erano un po’ più larghe, previo parere favorevole della direzione.
Ultimamente tuttavia questi via libera sarebbero stati ridotti, o quantomeno rallentati, così come le possibilità di chiamare gli avvocati. Da qui le proteste, che hanno trovato terreno fertile nei malumori per i due recenti suicidi. Una delegazione di detenuti ha chiesto un incontro con la direttrice e nel frattempo è iniziata – da ieri mattina – la “battitura” che si ripete due volte al giorno. Continue reading


Amnistia, protesta nel carcere di Pontedecimo

carcere sovraffollamento 0109Genova – Protestano i detenuti di Pontedecimo. Da alcuni giorni e per alcuni momenti della giornata hanno dato e danno vita alla rumorosa battitura delle suppellettili alle inferriate delle celle e al rifiuto del vitto dell’Amministrazione. Manifestazione che, iniziata congiuntamente nella sezione detentiva maschile ed in quella femminile, vede ora coinvolti solamente i detenuti.
“Si tratta di una manifestazione in linea con quelle in atto in altre città d’Italia, peraltro sollecitate dai Radicali e da Marco Pannella, rumorosa ma pacifica – sottolinea Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe – Va detto che noi poliziotti non crediamo che l’amnistia, da sola, possa essere il provvedimento in grado di porre soluzione alle criticità del settore. Quel che serve sono vere riforme strutturali sull’esecuzione della pena: riforme che non vennero fatte con l’indulto del 2006, che si Continue reading


Tentativo d’evasione con corda sventato nel carcere di Busto Arsizio

Purtroppo,

Sventata evasione dal carcere di Busto Arsizio: la Polizia Penitenziaria ha fermato un sudamericano che aveva già progettato la fuga come nel più classico dei film polizieschi. Durante i controlli notturni le guardie si sono accorte che il detenuto non prendeva mai sonno. Da qui i primi sospetti: la Polizia Penitenziaria ha così deciso di trasferire di cella l’uomo, in modo da perquisire quella dove alloggiava con un altro carcerato. In effetti, i sospetti erano fondati: una volta entrati nella stanza i poliziotti hanno trovato tutto quello che cercavano.

Lo straniero aveva nascosto sotto il letto a castello una lunga e solida corda rudimentale realizzata con ritagli di lenzuola e coperte, una corda molto resistente. La componente di metallo posta al lato del letto come protezione si prestava inoltre ad essere utilizzata come gancio per tenere ben salda la corda alla finestra del bagno, già divelta: con un seghetto l’uomo aveva realizzato anche due piccole fessure in una delle sbarre protettive di ferro. Per non farsi scoprire aveva inoltre riempito le fessure con del sapone. Anche la battitura sulle sbarre eseguita dai poliziotti non consentiva di avvertire l’anomalia.

La finestra è affacciata su un piccolo cortile non molto distante dal muro esterno dell’istituto penitenziario. Per il carcerato sarebbe stato quindi facile, una volta calatosi dalla finestra, scalare la cinta e fuggire dalla casa circondariale. L’uomo è ora tenuto in stretta sorveglianza: sarà trasferito in un altro istituto.

Fonte:  poliziapenitenziaria.it