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Almeno 500 detenuti evasi e 41 morti dopo l’attacco al carcere di Abu Ghraib

cordatesaAlmeno 500 detenuti, fra cui alcuni membri di Al Qaida, sono evasi nella notte tra domenica e lunedì dal carcere iracheno di Abu Ghraib a seguito di un attacco armato degli insorti. Negli scontri che ne sono seguiti almeno 41 persone sono rimaste uccise. E in tutto il paese si riaccende la violenza settaria tra sciiti e sunniti alimentata dal conflitto nella confinante Siria. Marco Guerra: RealAudioMP3

Autobomba, kamikaze e colpi di mortaio. L’assalto al carcere Abu Ghraib è stata una vera e propria operazione di guerra condotta, secondo le prime indagini, per liberare alcuni esponenti di spicco Continue reading


Avellino: il carcere di Bellizzi Irpino… come quello iracheno di Abu Ghraib?

Nel carcere Bellizzi Irpino di Avellino ci sono dieci celle di isolamento. Dieci celle piccole, sporche, buie e rovinate, dove pare che accada di tutto. Maltrattamenti, violenze, abusi.

jailDieci piccole celle che ricordano, e non poco, ciò che accadeva nel carcere di Abu Ghraib…

“Nelle celle di isolamento del carcere di Avellino – racconta Paolo nell’ultima puntata di Radio Carcere su Radio Radicale – le persone vengono sistematicamente maltrattate. I detenuti vengono spogliati, picchiati e poi lasciati nudi su materassi bagnati, con addosso una coperta bagnata e vengono lasciati lì con la finestrella della cella spalancata. Ho passato un mese in quelle celle di isolamento e ne ho visti tanti trattati così”.

Ma perché una persona detenuta subisce questi maltrattamenti nel carcere di Avellino?

Secondo Paolo i motivi sono spesso banali. O perché si chiede pacificamente un trasferimento o perché si chiede di essere curati. “Ricordo un signore che chiedeva solo dei medicinali per essere curato – precisa Paolo – ebbene quel signore, è stato spogliato, picchiato e poi messo in una cella di isolamento con altri detenuti. Io l’ho visto quel signore con gli atri detenuti in quella cella ed è stato terribile. Erano in tre, nudi, infreddoliti e rannicchiati uno vicino all’altro sullo stesso materasso (ovviamente bagnato) sembravano tre cagnolini maltrattati. È stato agghiacciante!”.

Già agghiacciante. E non solo per il racconto di Paolo, ma soprattutto per la sistematicità, per il metodo che pare caratterizzare tali maltrattamenti.

“È vero – risponde Paolo – nelle celle di isolamento del carcere di Avellino c’è un metodo, un metodo ai maltrattamenti. Un metodo che viene attuato sistematicamente sempre dagli stessi agenti. Agenti che abbiamo ribattezzato “il clan”, proprio perché sono sempre gli stessi. Sono gli esperti delle torture che si consumano nel carcere di Avellino”.

Ora è lecito domandarsi: ma perché nessuno nel carcere di Avellino denuncia questi maltrattamenti?

Secondo Paolo, perché regna una grande omertà, e non solo tra gli agenti.

“Anche i medici – precisa Paolo – conoscono queste realtà, ma non fanno nulla per fermare le torture. Si limitano a passare davanti a quelle celle e a darci le gocce per farci dormire”.

E la direttrice del carcere?

“C’ero anche io quando la direttrice è passata davanti a quelle celle di isolamento – risponde Paolo – ha visto quei detenuti spogliati, ma nulla è stato fatto. Eppure, tempo fa un ragazzo è morto in quelle maledette celle di isolamento, o meglio, non ce l’ha fatta più e si è impiccato”.

Dunque, la prigione di Avellino come quella di Abu Ghraib?

Nell’impossibilità di verificare la veridicità del racconto di Paolo, si spera che la magistratura risponda a questa domanda.


Carcere Abu Ghraib, risarciti i detenuti torturati

Un’azienda americana responsabile delle torture nel carcere iracheno:
5 mln di dollari per 71 ex prigionieri.

bandiera-usa-bruciataUn’azienda appaltatrice, la cui filiale era stata accusata di cospirazione per le torture subite dai detenuti del carcere iracheno di Abu Ghraib, ha raggiunto un accordo pari a 5 milioni di dollari per risarcire 71 ex prigionieri.
LA SOMMA DALLA L-3 SERVICES.Secondo quanto ha riferito la Bbc online, a versare la somma è previsto sia l’americana Engility Holdings, per conto della L-3 Services.
Quest’ultima era quella che ha fornito traduttori all’esercito americano dopo la guerra in Iraq.
Nel 2006, L-3 Services aveva più di 6 mila traduttori in Iraq con un contratto di 450 milioni di dollari, come riferì all’epoca uno dei dirigenti durante una conferenza di investitori.
PRIMO STORICO RISARCIMENTO. Il pagamento della Engility ha segnato il primo tentativo riuscito da parte degli avvocati degli ex prigionieri iracheni contro appaltatori della difesa nei processi relativi alle torture subite.
Un avvocato per gli ex-detenuti, Baher Azmy, ha detto che ciascuno dei 71 iracheni ha ricevuto una parte della liquidazione per aver sofferto «vaste e feroci torture e abusi».
L’avvocato Azmy ha detto che anche se alcuni soldati hanno affrontato la corte marziale per il loro ruolo negli abusi ad Abu Ghraib, l’esercito americano non ha perseguito gli appaltatori privati.