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Aggiornamento sui compagni detenuti

Diffondiamo da Radiazione

anarchia2_fondo-magazinePer quanto riguarda Marco Camenisch stanno discutendo il suo ricorso sulla “non liberazione”. Per ora hanno fatto capire che è troppo presto per liberarlo( 2/3 già scontati…) e che molto probabilmente dovrà seguire un iter diverso con permessi premio ecc. Secondo Marco questo non accadrà prima di uno o due anni.

Per Gabriel Pombo da Silva la corrispondenza è molto rallentata, o addirittura qualche volta viene rispedita al mittente ma non da Alicante, dove il compagno è detenuto, ma da Madrid. Evidentemente li c’è lo smistamento delle Poste Carcerarie…

Per Elisa Di Bernardo, unica compagna della “Op. Ardire” ancora detenuta in carcere a Rebibbia, il giorno 21 marzo gli sono stati dati altri 3 mesi di censura sulla posta. Motivo sarebbe la fitta corrispondenza di Elisa con Marco Camenisch e Gabriel Pombo da Silva. Oltre alla censura sta avendo notevoli ritardi nel ricevere la posta…anche quella dei familiari(addirittura con ritardi di 1 mese). Una cosa buona sarebbe quella di fare un vero e proprio massiccio invio di lettere alla compagna in questo periodo.


Aggiornamenti su Maurizio Alfieri e lettera dal carcere di Terni

Rabbia_bigDalle ultime lettere di Maurizio apprendiamo che il DAP lo ha trasferito a Terni quale “soggetto da gestire” e che si trova da solo nella sezione di isolamento, sottoposto al regime del 14 bis. “Lotterò sempre e ovunque per i miei diritti, senza paura esenza timori a testa alta e il DAP questo non deve mai dimenticarselo. Finché non otterrò i miei diritti non farò altro che divulgare quello che succede, che mi mandino in Sicilia o in Africa non fa differenza”. “Salutatemi caramente tutti i compagni/e su internet e dite a tutti/e che anche senza caloriferi, al buio, e con le catene, la loro solidarietà scalda il mio cuore e che abbraccio tutti/e coloro che mi sono vicino, uno per uno, una per una”. Aggiunge che aspetta con impazienza il presidio (che si terrà sabato 30 marzo, in contemporanea con quelli di Tolmezzo e Saluzzo).
Maurizio è in sciopero del “passeggio” per via delle sue condizioni di salute: nonostante l’artrosi alle ginocchia, non gli permettono di fare ginnastica e il dirigente sanitario ha trasformato in “tosse” una bronchite da lui stesso diagnosticatagli qualche giorno prima. Episodi di ordinaria indifferenza carceraria. Ma a questi si aggiunge il trattamento speciale riservato a Maurizio. La posta gli viene sistematicamente fatta sparire (ora ha anche la censura). Un agente ha provato di nuovo a incastrarlo con proposte di traffici da lui fermamente respinte. Quanto al 14 bis, la motivazione è l’accusa (peraltro smontata dal tribunale del riesame) di “tentata evasione”. E infatti lo stesso regime è stato applicato (con l’aggiunta di piccole vendette quotidiane) anche a Valerio, trasferito da Tolmezzo a Piacenza.

Per scrivere a Maurizio:

MAURIZIO ALFIERI
C.C VIA DELLE CAMPORE 32
O5100 TERNI

E dal carcere dove è prigioniero diffondiamo una lettera di appello alla mobilitazione
Lettera dal carcere di Terni – Appello alla mobilitazione

All’attenzione di tutti/e i compagni e le compagne e a chi crede che un senso di umanità possa aver senso anche in carcere.
Le condizioni di vita del carcere di Terni (come tutti i carceri sovraffollati all’inverosimile in Italia con condizioni igieniche proibitive e dove il freddo ti graffia la pelle, e la convivenza è ridotta a un metro quadro e mezzo per ciascun detenuto…); ciò che viene descritto dalla lettera (biglietto trafugato all’esterno) rasenta la tortura.
Dal carcere di Terni viene un grido di aiuto: urla nelle orecchie di tutti noi.
I detenuti insieme con Maurizio minacciano lo sciopero della fame,come già avviene in diverse carceri italiane, ma l’inchiostro non trova spazio sui giornali per questo tipo di informazioni e di sofferenze.
Chiediamo a tutti/e voi di solidarizzare firmando questa petizione online per far pressione affinché un garante, un deputato, un eletto nel consiglio regionale faccia una visita all’interno per verificare le condizioni dei detenuti.
Il Carcere Italiano è al collasso da tutti i punti di vista, un’Amnistia e forme alternative alla detenzione potrebbero alleggerire la sofferenza che ne deriva.
Come fuori dalle galere non hanno alcuna considerazione quanti lottano per la propria vita, come gli operai del Sulcis che si chiudono dentro i pozzi per difendere il proprio lavoro, quanti si suicidano perché perdono il lavoro, così anche nelle carceri la Crisi economica sta peggiorando ancor di più la vita carceraria, così vi sono tanti suicidi in carcere per l’impossibilità di sopportare oltre, ancora): proprio appena un mese fa un detenuto del Marocco a Terni si è tolto la vita.
Costruiamo una mobilitazione e portiamo la nostra solidarietà agli ultimi della terra.
-Alla vs. Coscienza-

Ricordando la canzone del Maggio di De Andrè ……che nessuno si senta assolto, siamo tutti coinvolti…….


Repressione contro gli anarchici – Madda, Alfredo e Nicola, Anna, Sergio, Stefano e Alessandro

bandiera-nera-Per-BylundAttentato Adinolfi: restano in carcere i due anarchici insurrezionalisti

Genova. Restano in carcere Nicola Gai e Alfredo Coppito, i due anarchici insurrezionalisti accusati dell’attentato all’ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, del 7 maggio scorso a Genova.

La seconda sezione penale della Cassazione ha infatti rigettato il ricorso della difesa dei due.
Gai e Coppito sono detenuti nel carcere di Sanremo dopo l’arresto avvenuto il 14 settembre dello scorso anno.

 

Repressione – Nuovo 270 bis per Anna Beniamino

AGGIORNAMENTI SU REPRESSIONE – 7 marzo. Mi è stato notificato stamattina, da quattro ceffi di Ros e Digos di Genova, l’ avviso di garanzia per
”270 bis c.p.p. (partecipazione ad una associazione che si propone atti di violenza contro persone, quali Roberto Adinolfi ed istituzioni con finalità di terrorismo ed eversione del’ ordine democratico )” oltre all’ accusa di porto in luogo pubblico o aperto di armi da fuoco (accertato il gennaio 2013 ).
In questo nuovo procedimento siamo indagati Alfredo, Nicola ed io. Contestualmente è stato notificato il sequestro delle armi da fuoco di proprietà del padre di Nicola, regolarmente denunciate e già presenti nel corso delle scorse perquisizioni. L’acrobazia inquisitoria è la seguente: in sede di incidente probatorio su due caschi sequestrati a casa di  Nicola, è stato verificato che erano presenti tracce di polvere da sparo non compatibili con il munizionamento utilizzato nel ferimento Adinolfi, tali tracce presupporrebbero che i caschi fossero utilizzati con altre armi ovvero quelle in disponibilità del padre che verranno ora fatte oggetto di perizia. Traduzione di tutto questo: che le perizie hanno avuto esito negativo, visto che sto continuando ad aggiornare sulla situazione repressiva in corso e a solidarizzare con i compagni in carcere ad Alessandria ed altrove , visto che il procedimento x 280 cp. per Nicola ed Alfredo è in procinto di chiudersi per fine indagini, quindi  dovrebbero finalmente concedermi i colloqui con Alfredo, arriva puntuale  questa ennesima forma di pressione dalla procura genovese. Se il tentativo è quello di spezzare  la solidarietà tra noi sappiano che non ci riusciranno ,ne ora ne mai .Solidarietà ad Alfredo, Nicola   ed a tutti i compagni in carcere, in Italia e ogni dove…

Per l’ anarchia.
Anna Beniamino

per contatti: nidieunimaitres@gmail.com

 

Prigionieri – Sergio, Stefano e Alessandro trasferiti da Alessandria a Ferrara

Sergio, Stefano e Alessandro , per iniziativa della Procura di Milano (seppure la stessa non abbia ancora emesso un mandato di cattura nei confronti di quest’ultimo ),sono stati trasferiti oggi 6 marzo nel carcere di Ferrara. Sembra che il senso sia quello di evitare rapporti tra loro tre e Alfredo e Nicola, detenuti anche loro nella sezione AS2 di Alessandria.

Sergio Maria Stefani,
Stefano Gabriele Fosco,
Alessandro Settepani

C.C. Via Arginone, 327
44122 Ferrara

La competenza per il processo è passata per Stefano, Elisa, Sergio e Giuseppe alla Procura di Milano. Per i primi tre c’è già stato il riesame (per Giuseppe ci sarà a fine mese) che ha dato esito negativo per la loro scarcerazione.
Per Sergio al Tribunale della Libertà di Milano è caduto il punto B dell’ordinanza di custodia cautelare (attentati alla Bocconi e al direttore del Cie di Gradisca) ed è stato introdotto il reato di istigazione a delinquere adducendo come prova gli scritti, i comunicati, le lettere diffuse dal compagno durante la precedente carcerazione per l’operazione Shadow. Ieri c’è stata anche l’udienza per decidere se potrà avere finalmente i colloqui con Katia, cosa per cui è ancora in sciopero della fame.
Per Stefano ed Elisa in sede di riesame è caduto il 280 mentre sono rimasti il 270 e l’istigazione a delinquere. Le motivazioni addotte in sede di riesame per tenerli in carcere riguardano principalmente l’attività del blog Culmine, attraverso il quale gli inquirenti sostengono di aver riscontrato il “contributo ideologico” alla presunta associazione sovversiva, il “superamento dei limiti di comunicazione e conoscenza” oltre a mettere sotto accusa la solidarietà e il supporto ai prigionieri.
Per Paola, Giulia, e Alessandro è arrivata la notifica di chiusura delle indagini per quanto riguarda il 270 avente base in Perugia.
La Cassazione per Alessandro ha stabilito che per entrambe le associazioni la competenza territoriale è della procura di Perugia.
In attesa di ulteriori aggiornamenti.

Cassa di solidarietà Aracnide

 

anarchia3Lettera e aggiornamenti da Madda

Petrusa,19/02/13

Ciao Compà,
scusate il ritardo nel confermarvi l’arrivo del materiale richiesto, è perchè ho finito le buste e solo oggi mi sono arrivate! Beddi, vedete che qui mi stan facendo troppo incazzare. Di ciò che vi avevo richiesto, han lasciato entrare solamente il codice, il mio scritto impaginato e alcuni fogli di giornale, mentre il resto è fermo in direzione, in attesa di una decisione.  Stessa cosa vale per l’opuscolo di OLGA.
A causa del procedimento aperto dal carcere palermitano  (per ciò che è accaduto negli ultimi mesi), ci sono indagini in corso, e ho capito che con questo pretesto han bloccato tutto. Come se bloccare dei libri potesse essere“utile alle indagini”, o “prevenire reati” o garantire la “sicurezza interna”! Ora, io ho fatto richiesta di parlare con chi me li ha bloccati (il direttore) e vediamo… Se a giorni non si presenta mi muoverò in altri modi… Con calma utilizzo le loro fottute formalità (che tanto  so già che mai portano a qualcosa) solo perchè così non possono dire che non ci ho provato… Anche perché in nessun altro carcere mi han mai trattenuto libri (neanche sotto le varie censure) […]
Comunque, oltre a tutto questo, ancora sto in isolamento… Mi han dato altri dieci giorni dopo i quindici accollatami appena finito il 14 bis, per una zuffa con le guardie a Palermo (che ha portato a questo trasferimento. Pensare che avevo sperato che cambiando aria avrei preso un attimo di respiro, e invece…)… Inutile pensare a queste cose in certi luoghi! Qua non la vedo tanto differente da Palermo… Già se inizia così! Ma…
Comunque, il giorno 25 febbraio ho udienza a Trapani e chiederò i domiciliari in Sardegna. Quindi aspetto a vedere che deciderà ‘sto giudice!  […] Ora mi pare di essere nuovamente al 14 bis, non avendo, oltre al fornellino, nemmeno la tv, che per un incidente è da sistemare ( e mi vogliono pure far pagare il danno!). […]
Qua la struttura è piccola, poche detenute (le ho viste solidali però!) il freddo costante come in ogni carcere e il trattamento riservatomi è il medesimo da AS2, con le solite dinamiche interne di minaccia di rapporto. Me ne hanno accollato uno per una stronzata che se ve la racconto non si sa se ridere o piangere!  […]
Ah, in questo carcere non fanno entrare i bolli per corrispondenza, così se volete rigirare questo fatto oltre alla situazione esposta sopra mi fareste un piacere. […]
Chiudo con una forte stretta sempre colma d’odio per chi reprime
e d’amore per la completa Libertà
Madda

Da una successiva lettera, datata il 4 marzo, apprendiamo che si trova attualmente in sciopero della fame. Dopo essere stata trasferita dal Pagliarelli di Palermo al carcere di Petrusa, sta scontando ancora un ciclo di 8 giorni di isolamento, dopo averne già fatti prima 15 e poi in 10 (in tutto ormai un mese!). Due settimane fa ha chiesto di parlare con il direttore, al fine di ricevere chiarimenti circa questo prolungarsi della misura punitiva: vuole accertarsi di non essere ancora in isolamento per fatti già scontati, visto che i procedimenti sono tutti partiti da Palermo. Non avendo ancora ottenuto la possibilità di parlare con il direttore, è entrata in sciopero della fame dal giorno 28 febbraio.

Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali

 


Bologna – Aggiornamenti dal CIE

diffondiamo

cie-300x299Dai contatti degli ultimi mesi con alcune persone rinchiuse nel CIE di Bologna (via Mattei) emerge una situazione insopportabile.
Il CIE di Bologna, come quello di Modena, è passato tra agosto ed ottobre dalla gestione della cooperativa ‘La Misericordia’ (Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia) di Daniele Giovanardi (famiglia onorevole e intenzione di guadagnare soldi sulla pelle dei rinchiusi mascherata da misericordiosa vocazione cristiana) all’’Oasi’ (zoppicante cooperativa siciliana, che dalla gestione del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Cassibile chiuso dopo diverse interrogazioni parlamentari, oggi gestisce 3 CIE, quelli di Bologna, di Modena e di Trapani – loc. Milo). Come si è aggiudicata il bando l’Oasi, che da mesi non riesce a pagare gli stipendi a chi lavora per lei nei CIE di Trapani e di Modena? Con un bando al ribasso. Dai 70euro a rinchiuso dati alla Misericordia, si è passati a 28euro con l’Oasi.
Oggi sembra che i CIE non funzionino più: da fonte di guadagno questi lager sono diventati un peso economico difficilmente gestibile. Questo potrebbe spiegare perché, dopo anni che esistono e rinchiudono e torturano persone – colpevoli di non avere le carte che permettano loro di passare o vivere entro determinati confini statali – in un complice silenzio, oggi vengono additati da istituzioni e visitati da associazioni; dopo anni di silenzio menefreghista o di tiepido dispiacere, improvvisamente si riscopre che un CIE è un lager e ci si indigna, ci si commuove, si proclama la necessità di chiuderli.
Il CIE di Bologna è stato visitato nelle ultime settimane da Desi Bruno (garante dei diritti dei detenuti dell’Emilia Romagna), Virginio Merola (sindaco di Bologna), dall’associazione Medici per i Diritti Umani (che ha pubblicato delle foto dell’interno del CIE: http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/02/28/news/qui_peggio_che_stare_in_galera_cos_si_vive_all_interno_del_cie-30612725/ ).
Da dentro ci raccontano che da quest’autunno le condizioni sono peggiorate, anche prima dell’avvento dell’Oasi nella gestione. Il cibo è diventato ancora più scarso e immangiabile, le lenzuola e i vestiti non si riescono a far lavare per settimane, avere delle sigarette è un’impresa. Uno dei rinchiusi raccontava di una malattia alla pelle che lo tormentava, e che preoccupava molto il suo compagno di cella che temeva di essere infettato, ma non veniva mandato in ospedale né visitato seriamente; pochi giorni dopo, in seguito alla visita di Desi Bruno, sui giornali usciva la notizia di 4 casi di scabbia.
Abbiamo notizia di almeno un colloquio con gli avvocati saltato a causa della “mancanza di personale”, secondo quanto detto loro dal personale interno. Un prigioniero raccontava che il suo avvocato d’ufficio si era fatto rivedere solo due giorni prima della scadenza per presentare il ricorso contro il decreto di espulsione dall’italia.

Un paio di settimane fa uno dei rinchiusi si è cucito le labbra. Per tre giorni è rimasto così. Il quarto giorno è stata mandata a parlargli una psicologa mandata da Desi Bruno, che lo ha fatto uscire dal CIE: aveva sette giorni di tempo per rimanere in Italia, prima di essere di nuovo “irregolare”.

Da questo sabato altre due persone si sono cucite le labbra: un uomo e una donna. Hanno tentato di mandarci le foto, ma non ci sono riusciti. Uno di loro ha la febbre alta.