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Cina: all’interno dello Ziyang Legal avvocati aggrediti e arrestati dalla polizia penitenziaria

cordatesaSette legali che avevano provato a visitare dei detenuti all’interno dello Ziyang Legal, la prigione nella regione del Sichuan, sono stati aggrediti ed arrestati dalla polizia penitenziaria. Le associazioni non governative denunciano l’ennesima violazione dei diritti umani all’interno del carcere. In Cina continua a tenere banco il problema spinoso dei diritti umani.
Nonostante il gigante asiatico sia probabilmente la nazione in maggiore espansione economica e sociale del pianeta, restano ancora attualissime le violazioni dei diritti fondamentali dell’uomo, e gli atteggiamenti autoritari da parte del Governo che spesso sale alla ribalta delle cronache internazionali per fatti di grave repressione.
L’ultimo episodio si è verificato proprio in questi giorni, e riguarda la visita che sette avvocati avevano provato ad effettuare presso il Ziyang Legal Education Center, ovvero la prigione, tra le più dure e temute di tutta la Cina.
Gli avvocati avevano provato ad avventurarsi all’interno Continue reading


Dopo 25 anni di carcere e torture, torna libero un attivista tibetano

cordatesaDopo 25 anni di carcere le autorità cinesi hanno rilasciato un attivista tibetano, arrestato e condannato a morte per aver preso parte alle proteste anticinesi di Lhasa del 1988. Dharamsala, sede del governo tibetano in esilio, ha diffuso la notizia della liberazione di Lobsang Tenzin in questi giorni, anche se il prigioniero politico sarebbe stato liberato alla fine del 2012 a causa delle gravi condizioni di salute, date dalle torture e dagli abusi subiti in carcere.

Penpa Tsemonling, ex compagno di cella di Tenzin, spiega aRadio Free Asia (Rfa): “Il suo rilascio è stato tenuto segreto di proposito, per evitare che le autorità cinesi lo riportassero in carcere una volta migliorate le sue condizioni”. L’uomo avrebbe finito di scontare la sua pena ad aprile scorso.

Per le torture e gli abusi subiti in questi 25 anni, Continue reading


Cina – Liu Xia: detenuta senza accuse sfoga la sua rabbia

liuDopo due anni di completo silenzio e isolamento, è stata nuovamente avvistata Liu Xia, moglie del premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo, ora detenuto in prigione per una condanna di undici anni. Liu Xia è da due anni agli arresti domiciliari nella sua casa di Pechino, senza un ordine da un giudice o condanne. È stata vista oggi mentre usciva di casa per recarsi a testimoniare in tribunale, al processo che vede incriminato per frode suo fratello, Liu Hui.

Gli attivisti che presidiavano l’abitazione della donna hanno scattato alcune foto mentre si allontanava in auto, subito pubblicate su Twitter. Grazie al social network la foto ha fatto il giro del mondo, fino ad arrivare anche alla stessa Liu, la quale ha gridato “Dite a tutti che non sono libera. Mi mancate tutti. Grazie per il vostro sostegno.” dall’auto in corsa, mentre si stava dirigendo al processo. Liu Xia è detenuta in casa sua da Continue reading


Libero dopo 17 anni un monaco che chiedeva libertà per il Tibet

aaaLhasa (AsiaNews) – In un raro gesto di disgelo, le autorità cinesi hanno liberato dopo 17 anni di carcere un monaco e attivista tibetano che si era battuto per l’indipendenza del Tibet e il ritorno del Dalai Lama, in carcere per “attività controrivoluzionarie” e “minacce allo Stato socialista”. La liberazione è confermata da diverse fonti tibetane raccolte da Radio Free Asia: Jigme Gyatso, 52 anni, è tornato nella sua casa di Sangchu (nella provincia del Gansu) dopo essere stato liberato dalla famigerata prigione di Chushul, nei pressi di Lhasa.

L’uomo era stato condannato nel 1996 a 15 anni di carcere. La sua colpa principale era quella di aver fondato l’Associazione per il movimento libero tibetano (o Gruppo per l’indipendenza tibetana e la verità), organizzazione para-legale che chiedeva autonomia culturale e religiosa per la regione.

Nel 2004, dopo 8 anni di reclusione, è stato condannato ad altri 3 anni di detenzione per aver urlato in carcere “Lunga vita al Dalai Lama”. Il rilascio di Jigme era previsto per il marzo del 2014, ma le sue condizioni di salute sono molto peggiorate e hanno imposto una scarcerazione più rapida. L’uomo, subito dopo il suo arresto, è stato picchiato duramente tanto da impedirgli ora di camminare bene ed è stato più volte ricoverato in ospedale.

Nel maggio del 1998 Jigme Gyatso ha fatto parte del gruppo di prigionieri che aveva urlato slogan per la libertà del Tibet durante la visita di una delegazione dell’Unione Europea nel carcere di Drapchi, dove era ristretto. Subito dopo la fine della visita ufficiale, gli agenti della pubblica sicurezza si sono lanciati sul gruppo per punirli: nove di loro morirono in seguito alle percosse.

Fonte


Cina: in diretta tv trasferimento al patibolo di banda narcotrafficanti

Esecuzioni-in-Cina-da-Amnesty-International_imagelarge(ASCa-AFP) – Beijing, 1 mar – La televisione di Stato cinese, la Cctv, ha trasmesso in diretta il trasferimento di quattro detenuti condannati a morte e diretti al patibolo.

I quattro sono colpevoli di aver rapito e ucciso 13 turisti cinesi sul fiume Mekong lo scorso anno.

Il narcotrafficante birmano Naw Kham – capo dell’organizzione operante in Cina, Laos, Birmania, Tailandia, Cambogia e Vietnam – e’ stato il primo ad essere inqadrato dalle telecamere alle quali ha rivolto un sorriso prima di entrare nel blindato della polizia cinese, seguito dai suoi complici, tutti accusati di omicidio volontario, traffico di droga e squestro di persona.

I media cinesi hanno precisato che la polizia inizialmente aveva programmato un attacco con i droni per uccidere Naw Kham – considerato uno dei ”signori della droga” del sud-est asiatico e soprannominato ”il padrino” – per poi cambiare idea e tentare di catturarlo vivo in Birmania.