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Appello per una mobilitazione internazionale [23-30 Agosto 2014]

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23-30 Agosto 2014 – Settimana dedicata ai prigionieri anarchici – Appello per una mobilitazione internazionale

Nell’estate del 2013 diversi gruppi della Croce Nera Anarchica hanno discusso sulla necessità di organizzare una Giornata Internazionale per i prigionieri anarchici. Dato che già esistono giornate dedicate ai diritti Continue reading


11 Giugno: Giornata internazionale di solidarietà con Eric McDavid, Marie Mason e i/le prigionierx anarchicx di lunga data

diffondiamo da contrainfo

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Lo stato ci ha rubato Eric McDavid e Marie Mason rispettivamente nel 2006 e nel 2008. Negli anni trascorsi dai loro arresti, la repressione è arrivata a sembrare meno un evento specifico, e più come un incubo continuo, da cui non si può fuggire. Condannati a, rispettivamente, 22 anni e 20 anni, Marie e Continue reading


Solidarietà con Mario Silva, compagno anarcovegan prigioniero in Messico

Saluti a tuttx.

Probabilmente la maggioranza di voi avrà già sentito parlare della situazione in cui si trova Mario Augusto Silva Sosa, meglio conosciuto da tutti come “Mayin”.

VeganarchismRicordiamo la sua partecipazione in diverse lotte, in passato fu parte integrante del collettivo anarcovegan nella città del Messico, da allora ha intrapreso la scelta di una dieta vegana che continua da più di 10 anni, anche in questi ultimi mesi in cui si trova in carcere, nonostante le difficoltà che questo implica.

È anche partecipe del progetto di occupazione di Casa Naranja, appoggiandola nelle sue diverse attività.

Mario si trova prigioniero dal 18 novembre 2012 a causa di una denuncia di rapina, in un caso pieno di irregolarità, arbitrarietà da parte dell’apparato giudiziale e del corpo di polizia.

Il 25 gennaio c’è stata l’ultima udienza, tra il 10 e il 15 febbraio dovrebbero esserci le conclusioni e una settimana dopo ci sarà la sentenza. Il pronostico più positivo riguardo al risultato finale sarebbe la possibilità che Mayin esca libero su cauzione, tuttavia per il modo in cui si sta sviluppando il caso questa possibilità ci risulta onestamente difficile. Nel peggior caso Mayin potrebbe ricevere una sentenza fino a 8 anni.

Qui in Casa Naranja si è cercato di seguire da vicino lo sviluppo del suo caso e cercato di fornirgli settimanalmente alimenti vegani, appoggiandolo per quanto possibile in questo aspetto.

Durante il processo e la sua permanenza in prigione c’è stato bisogno di trovare il denaro necessario per pagare le pratiche, l’alimentazione e la corruzione interna nel carcere, in cui ha subito estorsioni fino alla rapina. La somma necessaria per appoggiarlo ha raggiunto la quantità approssimativa di 4.000 pesos al mese, questo carico è risultato eccessivo, per cui noi e Mayin facciamo una chiamata di fraternità a tuttx gli/le amicx, partecipi della sua vita e a chiunque desideri solidarizzare con il compagno in questa difficile situazione della sua vita.

Centro Sociale Occupato Casa Naranja

fonte


Marco Camenisch in sciopero della fame, di nuovo! LIBERO SUBITO!

riceviamo e diffondiamo

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl compagno anarchico Marco Camenisch è stato incarcerato per poco più di 21 anni consecutivi, quindi si qualifica per il rilascio condizionale dal momento che ha già scontato i 2/3 della sua condanna. Per questo motivo, dei prigionieri solidali in Italia hanno anche agitato per azioni contro obiettivi-strutture di interessi svizzeri.

Ecco un richiamo mondiale per giorni di azioni decentrate per il 5-6 Febbraio 2013:

“Il prigioniero anarchico Marco Camenisch è stato confinato nelle carceri italiane e svizzere per due decenni. Negli anni ’70 e ’80, ha preso parte alle lotte militanti del movimento anti-nucleare. La prima volta che è stato incarcerato era nel 1981. Dopo essere fuggito dal inferno Regensdorf (vicino a Zurigo), è stato rinchiuso di nuovo in Italia nel 1991. Nel 2002 Marco è stato consegnato alle autorità svizzere dagli infami statalisti italiani. Entro il 2012 aveva scontato due terzi della sua pena detentiva. La pratica abituale in Svizzera è che i prigionieri che hanno esposto una cosiddetti buona condotta vengono rilasciati dal carcere in libertà vigilata dopo aver scontato due terzi della pena. Dal momento che Marco non ha mai cessato di lottare anche in prigione, ed ha fermamente espresso il suo odio nei confronti del sistema dominante così come le sue prospettive anarchiche-ambientali, la sua liberazione dal carcere è stata ripetutamente negata.

Marco è solo uno tra i tanti. Ci sono persone in tutto il mondo in carcere che non sono stati soppressi da queste relazioni di sfruttamento e di dominazione, e continuano a lottare per le proprie idee. E i detenuti sono solo una piccola parte. Ovunque le persone stanno lottando contro l’oppressione delle autorità e delle istituzioni al di fuori delle mura. Insieme con le nostre lotte quotidiane, è sempre importante non dimenticare i nostri compagni che sono dietro le mura e non lasciarli marcire in prigione.

Le prigioni sono l’espressione di una società basata sulla repressione e lo sfruttamento. Sempre più persone che si sono opposti all’ordine costituito sono stati rinchiusi o etichettati come malati mentali. La custodia è lo strumento idoneo nelle mani del potere che dà agli dominatori l’opportunità di sbarazzarsi dalle persone resistenti e mantenere ancora la sua costituzionalità ipocrita.

Non lasciamoci intimidire dalle loro minacce e dagli apparati della repressione!

È chiaro per noi, la libertà deve essere combattuta!
Non può essere richiesta dallo Stato!

Non c’è bisogno di aspettare fino ad allora. Il Febbraio può essere solo il picco delle azioni. C’è una campagna di solidarietà in corso, che ha avuto inizio ilDicembre del 2012 con lo sciopero della fame degli anarchici Gabriel Pombo Da Silva ed Elisa Di Bernardo nelle carceri tedesche e italiane, rispettivamente, così come un’azione di solidarietà in tribunale dal prigioniero anarchico Theofilos Mavropoulos e dei membri dell’O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco in Grecia.

Armatevi ora… fino a quando Marco non sia libero!

electricity-pylonqui di seguito la lettera/comunicato di Marco

Amiche ed amici, compas, dal 18 al 25/1/2013 riprendo l’iniziativa, sempre debole ma pur iniziativa, di uno sciopero della fame per interrompere ancora i lunghi silenzi imposti dalla repressione e dall’inazione, per alzare ancora una voce, una voce debole ma almeno voce, di solidarietà, d’apprezzamento e partecipazione alle iniziative di chi continua ad agire e costruire solidarietà e lotta attiva, di chi continua ad osare e ad accrescere continuità fuori e dentro le galere .
Questo è un caloroso e commosso abbraccio fraterno alla compagna Elisa, nel carcere italiano, ed al compagnoGabriel, nel carcere tedesco, per la parte specifica in mia solidarietà della loro iniziativa dello sciopero della fame a staffetta nell’ultimo mese di Dicembre 2012, e di partecipazione incondizionata allo spessore generale della stessa iniziativa mandando anche io, insieme a loro, come dicono questa sorella e compagna e questo fratello e compagno, la mia complice solidarietà a tutti/e i/le degni/e prigionieri/e in lotta sparsi per il mondo . . . e parte enorme anche di questa mia iniziativa sono i saluti ed abbracci alle sorelle ed ai fratelli colpiti dalla repressione, “fuggitive/i” e dell’azione diretta in ogni parte del mondo, dall’Italia e Grecia al Sudamerica, dalla Russia ed Indonesia agli USA. . .
È un caloroso e commosso abbraccio a chi in Svizzera, in Belgio e dappertutto, come il SRI e molti altri gruppi specifici e misti ed individui rivoluzionari, all’insegna della solidarietà contro la repressione oltre le tendenze continuano ed aumentano in questo periodo gli sforzi per la mia liberazione e per la liberazione di tutte le compagne prigioniere ed i compagni prigionieri del mondo, anzitutto quelli e quelle di lunghissima durata, colpite/i dall’infinita ed impotente – impotente contro la nostra salda solidarietà e resistenza rivoluzionaria – sete di vendetta degli Stati-Capitale come contro il compagno Ibrahim Abdallah in Francia, Mumia Abu Jamal e le/gli tante/i altre/i negli USA, i compas del “caso security” in Argentina, insieme alla schiera di tutte/i le/gli altre/i. . . ! Ed è, una volta ancora, solidarietà e partecipazione alle iniziative e profondo segno d’ira contro l’annuale incontro di gennaio del WEF a Davos, contro quest’incontro della più squisita tra la feccia terrorista del mondo. Contro quest’incontro tra ricchi e potenti assassini e sfruttatori del mondo insieme alle legioni dei loro lacché, sbirri, politici, “esperti” (scienziati) e giullari (della “cultura”, dei media . . .) che, come feccia suole fare, sempre nuotano in superficie della brodaglia avvelenata, nauseabonda e resa sempre più mortale da loro stesse/i solo per affermare ed aumentare il privilegio delle loro ricchezze e del loro potere sul mondo .
Quest’anno riscoprono l’acqua calda di un’ lnterazione dei “Global Risks 2013” e di un’urgenza d’azione contro una costellazione con conseguenze potenzialmente gravi. . . dei più grossi fattori di rischio . . ., cioè il divario tra i redditi e gli forti squilibri nei bilanci degli Stati insieme alle (secondarie . . .) conseguenze del cambiamento climatico. Temono il “rischio” pandemie causate dalle resistenze agli antibiotici, il “rischio” dell’aumento delle malattie croniche – anche queste “minacce” antieconomiche di genuina produzione della loro stessa economia industriale stragista ed ecocida . “Rischi” per che cosa? Naturalmente per la crescita economica globale! Allora quali le priorità assolute? La tenuta nazionale contro i rischi globali affinché i sistemi d’importanza vitale (naturalmente per la crescita economica globale!) rimangano in funzione anche nel caso di und disturbo massiccio e, d’altronde, un’urgente collaborazione internazionale ed innovazione accresciuta. Da non sottovalutare sarebbe, poi, il “rischio” dell’accesso sempre più massiccio all’informazione su Internet per i suoi effetti (democraticamente . . .)destabilizzanti (sic!) .
Questi assassini globali e totalitari per i quali è imprescindibile il divario tra i redditi e gli forti squilibri nei bilanci degli Stati da loro depredati, per i quali – ed il loro sistema – è imprescindibile la catastrofe umana ed ambientale d’enormi sofferenze, stragi, annientamenti planetari che sminuiscono come “rischi”, di nuovo ci presentano come “soluzione” ancora più divari, squilibri, catastrofe ed annientamento, per cui ancora più totalitarismo (nazionale, globale, innovante) – vale a dire controllo, dell’incontrollabile – per mantenere in funzione, costi quel che costi, i sistemi di questo loro sistema che è la causa e radice stessa di questi e degli altri 50 “rischi” che citano e degli innumerevoli che non citano, poiché “cavoli loro, di quelli in Basso, che nutriamo di guerra, di manganello, di carcere e di
miseria, per il nostro profitto”. Nulla di nuovo dunque, dimostrano con sfrontata ed imbecille chiarezza, una volta ancora, che sono loro
ed il loro sistema il problema sempre più urgentemente da rimuovere, radicalmente e totalmente.
Via il WEF, via lo Stato-Kapitale!
Libere/i tutte/i!

marco, lager Lenzburg, Gennaio 2013