Cinque condanne per il presunto pestaggio di un detenuto all’interno del carcere di Velletri. Il Tribunale veliterno ha condannato a due anni e quattro mesi di reclusione, a fronte dei quattro anni chiesti dal pm Carlo Morra, gli agenti pontini Sergio Notarfonso, di Monte San Biagio, e Roberto Pagani, di Cisterna, difesi dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Giovambattista Maggiorelli. Continue reading
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Picchiato perché islamico la denuncia di un detenuto
Deriso, picchiato e appeso con una corda alle grate dell’infermeria del carcere di Quarto ad Asti. E’ quanto ha denunciato un detenuto italiano di origini brasiliane convertito all’Islam. Dopo la denuncia di Mohammed Carlos Gola, 28 anni, in carcere per scontare una condanna definitiva per reati violenti, sono stati rinviati a giudizio per lesioni un sovrintendente e un assistente della polizia penitenziaria. Sarebbe stata Continue reading
Massacro di Carandiru, condanna ad agenti, 624 anni
Venticinque poliziotti sono stati condannati a 624 anni di reclusione a testa per aver preso parte al massacro del carcere brasiliano di Carandiru, nel 1992, quando una rissa fra bande rivali si trasforma in una rivolta sedata con la violenza che provocò 111 morti fra i detenuti. Il gruppo di poliziotti è stato accusato della morte di 53 detenuti nell’ambito della seconda parte di un processo a San Paolo che dovraà giudicare in totale 79 agenti.L
La sentenza si riferisce ad una strage incredibile avvenuta il 2 ottobre Continue reading
Botte a detenuti nel carcere di Sollicciano: condannati tre agenti
Tre condanne e un’assoluzione. Si è chiuso così il processo a carico di quattro ‘secondini’ del carcere di Sollicciano accusati di lesioni e abuso di autorità nei confronti di alcuni detenuti. I fatti risalgono al 2005, un arco di tempo lungo quattro mesi: da settembre a dicembre.
I tre agenti di polizia penitenziaria sono stati condannati dal tribunale a pene che vanno da otto mesi a un anno e sei mesi di reclusione e al risarcimento dei danni in favore delle parti civili. Tre gli episodi contestati a vario titolo agli agenti, accusati di aver applicato “misure di rigore non Continue reading
Aldrovandi, carcere per tre dei quattro agenti condannati
GIUSTIZIA NON è STATA FATTA! ASSASSINI!
Il tribunale di sorveglianza ha accolto la richiesta del pg. Ora Paolo Forlani, Luca Pollastri e Monica Segatto passeranno i prossimi 6 mesi dietro le sbarre invece che ai servizi sociali come richiesto dai loro difensori. Per il quarto poliziotto, Enzo Pontani, sentenza prevista a fine febbraio. La madre di Aldro: “Ora la radiazione dalla polizia”
Sconteranno i sei mesi residui della condanna in carcere tre dei quattro poliziotti condannati in via definitiva per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi. Il tribunale di sorveglianza di Bologna ha accolto oggi la richiesta del procuratore generale Mirella Bambace per Paolo Forlani, Luca Pollastri e Monica Segatto che verranno raggiunti adesso dall’avviso di carcerazione. Della condanna a tre anni e mezzo per i fatti del 25 settembre 2005, grazie all’indulto, devono scontare solo sei mesi. Ma quei sei saranno sotto forma di arresto e non, come richiesto dalle difese, in affidamento ai servizi socialmente utili. Per il quarto agente, Enzo Pontani, la sentenza arriverà a fine febbraio, sempre dalTribunale di Sorveglianza, per un vizio di notifica.
Una sentenza, quella del tribunale felsineo, che segna un precedente nella giurisprudenza italiana. “Dal 1975 ad oggi non si è mai registrato un caso di arresto per un delitto colposo”, argomentava prima della diffusione della notizia l’avvocato Gabriele Bordoni, difensore di Forlani. Una decisione insomma che fa scuola ma che non chiude ancora del tutto la battaglia per ottenere giustizia portata avanti dai genitori di Federico. Che ora attendono il pronunciamento del ministero a livello disciplinare, che potrebbe portare alla sospensione o addirittura alla destituzione dei quattro agenti dal corpo di Polizia dello Stato.
E infatti questa “è la prossima tappa della nostra battaglia per aggiungere un altro tassello, quello definitivo, verso la verità e la giustizia”, conferma il padre di Federico, Lino Aldrovandi. Per lui, che da quel 25 settembre ha iniziato a contare letteralmente i giorni da quando è orfano del figlio, “quella di oggi è una notizia che non mi rende felice, come in molti mi han chiesto, ma è quantomeno un segnale verso il cielo. Federico non tornerà, ma chi lo ha ucciso pagherà quaggiù per quello che ha fatto. Davanti a me rimangono le immagini del suo corpo martoriato e delle sue urla di aiuto, quei “basta!” rimasti inascoltati”.
Per Fabio Anselmo, l’avvocato che ha seguito la vicenda fin dai suoi inizi, “oggi è stato dato un segnale di speranza anche a chi sta portando avanti identiche battaglia, come Ilaria, Lucia e Domenica (rispettivamente sorelle e figlia di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e Michele Ferrulli,vittime di casi simili a quello di Aldrovandi); una speranza che la giustizia sia uguale per tutti”.
“È la condanna massima che il tribunale di sorveglianza poteva esprimere e l’ha espressa”, spiega la madre del ragazzo ucciso, Patrizia Moretti, “Una decisione che acquista un alto valore simbolico, non tanto per il carcere in sé, ma per chi vi è condotto. Premesso che chi uccide una persona merita di entrare in una cella, questo verdetto si allinea a una condanna sociale. Spero che sia il preludio alla loro radiazione dalla polizia. Le forze dell’ordine non devono ammettere né tollerare forme di violenza verso le persone. Questa è la condizione necessaria perché quello accaduto a Federico e ad altri come lui non accada mai più”.