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Roma: detenuto di 46 anni muore all’Ospedale “Pertini”

cordatesaGino Dolce, 46 anni, detenuto a Rebibbia Nuovo Complesso, Reparto G11, è deceduto all’ospedale “Pertini” giovedì scorso, 16 maggio 2013.
Aveva varie patologie, ha avuto una trombosi, una broncopolmonite, è stato in coma. Nel 2008 era stato ricoverato allo “Spallanzani” per 4 mesi e non si riprendeva da una meningite, aveva avuto febbre a 40 per settimane e aveva perso l’uso dell’occhio dx (2008). Lamentava che non gli dessero analgesici per il mal di testa e che le gocce da comprare con la domandina venissero autorizzate sempre tardi.  Per un incidente del 2006 gli avevano messo viti nelle ginocchia che avevano provocato una trombosi. Doveva avere anche un intervento alla colonna per separare le vertebre, per gli osteofiti sulle vertebre e un intervento per un lipoma.
Per il fegato seguiva una terapia perché Continue reading


Muore detenuto palestinese, Hamas evoca Intifada

Thousands of Palestinians attend rare Fatah rally in Hamas-run Gaza(ANSAmed) – TEL AVIV/RAMALLAH, 02 APR – Hamas evoca una “nuova Intifada” dopo la morte di Maysara Abu Hamadiya (64 anni), un palestinese condannato all’ergastolo nel 2002 per aver partecipato all’organizzazione di un attentato suicida a Gerusalemme, sventato. La notizia del decesso ha scatenato disordini nei Territori e nelle carceri israeliane.

Affetto da un tumore alla gola, Abu Hamadiya è spirato oggi in un ospedale di Beer Sheva (Neghev), dove era stato ricoverato due giorni fa per un aggravamento della sue condizioni. Immediata la condanna del presidente palestinese Abu Mazen secondo cui Israele va considerato responsabile della sua morte. La gravità della malattia di Abu Hamadiya, ha aggiunto il ministro per i detenuti Issa Karake, era nota da mesi ma è stata “trascurata”. “Israele si è macchiato di un crimine orrendo”, ha aggiunto Karake, secondo cui questa morte – la seconda in due mesi di un palestinese detenuto in Israele – deve essere oggetto di indagini internazionali.

Anche sulla affiliazione politica di Abu Hamadiya la versione israeliana differisce da quella palestinese. A Hebron (Cisgiordania) era noto come una figura di spicco di al-Fatah. Ma secondo Israele negli ultimi anni aveva stretto legami con Hamas.

E da Gaza, Hamas ha espresso cordoglio per la sua morte e ha invocato una nuova intifada nei Territori. Subito dopo la sua morte, incidenti si sono verificati in diversi penitenziari di Israele. In Cisgiordania gravi disordini sono stati segnalati a Hebron (dove dimostranti hanno lanciato bottiglie incendiarie contro soldati israeliani) e a Nablus. Domani nei Territori sarà osservata una giornata di lutto.


Pittore monzese muore a Giava dopo quattro mesi di carcere

sanita-generica-stetosMonza – E’ morto all’ospedale lunedì pomeriggio dopo quattro mesi di carcere. La vittima è un monzese e l’ospedale è nell’isola di Giava. Lui è Andrea Sorteni, artista apprezzato, 49 anni, figlio del noto avvocato Paolo. Ne dà notizia oggi il quotidiano Il Corriere della Sera.

Ex studente del liceo Zucchi a vent’anni Sorteni si trasferisce a Parigi dove frequenta l’Ecole nationale supérieure ses Beaux-Arts. Torna in Italia, abita con i genitori nel centro di Monza, in un appartamento a poca distanza dalla Villa Reale, poi nel ’97 si trasferisce a Milano, o meglio, a Brera. Andrea «Arde» Sorteni a fine del anni Novanta inizia un viaggio intorno al mondo e si stabilisce a Bali.

Nel 2002 viene coinvolto nelle indagini su un attentato di Al Queda che aveva provocato 202 morti. In quel periodo Sorteni gestisce una discoteca, arrestato per un visto scaduto dice di conoscere un uomo che nelle prime fasi dell’indagine viene ritenuto tra gli autori della strage. Il padre Paolo e il fratello Luca, ingegnere, gridano allo scandalo: «Mio figlio coinvolto con il terrorismo internazionale? E’ assurdo» dice l’avvocato. «Tutta la vicenda è solo un grande equivoco».

Trascorsa qualche settimana viene rimandato in Italia come clandestino poi torna a Bali dove con Maya, un’indonesiana bellissima, la sua futura sposa, inizia una nuova vita. Per lei apre una gelateria mentre lui continua a dipingere.

Tutto va a gonfie vele finché un episodio assurdo fa precipitare tutto: il 14 ottobre del 2012 Sorteni e la moglie, che fa la modella, si devono imbarcare su un aereo. C’è un disguido sul biglietto di Maya che non può partire. Lui si arrabbia, briga per sistemare tutto. Inutilmente. Poi, secondo la versione della polizia, Sorteni avrebbe fatto una telefonata alla compagnia aerea del volo annunciando la (falsa) presenza di una bomba sul velivolo. Trascorrono tre giorni e il monzese viene arrestato. Uscito dal carcere è ammalato e disidratato. Lunedì muore.

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