Lo stato di Santa Catarina, nel sud del Brasile, è diventato teatro di attentati contro autobus e commissariati della polizia organizzati da detenuti del gruppo Primeiro Grupo Catarinense (Pgc), che rivendicano maggiori diritti nelle carceri. Lo stato ha registrato 54 attacchi dal 30 febbraio, e il governatore Raimundo Colombo ha chiesto l’appoggio del governo federale per far fronte alla crisi.
L’ondata di violenza, nella quale sono stati dati alle fiamme veicoli, autobus e basi di polizia in 18 città dello stato, ha finora lasciato un morto, un ferito e 24 arresti. Si tratta della seconda serie di attentati in Santa Catarina da novembre, quando il Pgc aveva realizzato i suoi primi attacchi, almeno 68.
Colombo, riunitosi questa settimana con il ministro della Giustizia José Eduardo Cardozo, ha proposto il trasferimento dei detenuti Pgc in carceri federali di massima sicurezza.
Secondo la stampa locale, la mole di attentati è aumentata dopo che il quotidiano A Noticia, di Joinville (la maggiore città dello stato), diffondesse un video girato il 18 gennaio che mostra alcuni agenti penitenziari che maltrattano dei prigionieri, nudi e accovacciati, con bombe lacrimogene, spray al peperoncino e proiettili di gomma. Tutti gli agenti sono stati licenziati e sono sotto processo per abusi.
Il segretario della Sicurezza Pubblica dello stato, Cesar Grubba, ha ammesso che gli attacchi sono diretti dalle carceri.
Il Pgc segue il modello di attacchi ideato da Primeiro Comando da Capital (Pcc), la maggiore organizzazione criminale brasiliana nata nel 1993 da narcotrafficanti attualmente detenuti nel carcere di Taubaté, a 141 chilometri da San Paolo. Nel 2008 Pcc ha paralizzato la più grande città brasiliana con una serie di attentati. Entrambe i gruppi entrano in azione, coordinando attacchi contro le città, quando si verificano abusi delle autorità nei centri penitenziari.
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