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Testimonianza dal carcere di Monza

scrittura_ferri_mestiere-filteredSono convivente di un detenuto del carcere di Monza, vorrei raccontarvi la sua per fortuna breve
esperienza.

Si tratta di uno straniero extracomunitario senza permesso di soggiorno, particolare che probabilmente
porta a ricevere un trattamento peggiore rispetto ad un italiano o ad uno straniero in regola con i
documenti.

A causa del sovraffollamento non ha visto una cella regolamentare per le prime 5 settimane:

3 settimane è stato in una cella di transito, non riscaldata (in pieno inverno), minuscola, senza
tavolo per mangiare e con l’intero spazio del pavimento occupato da 2 materassi per gli ultimi
arrivati.(4 persone in una cella da 2). Il freddo a gennaio era tale che la sera non riuscivano ad
addormentarsi. La ‘salvezza’per loro è stata l’arrivo in cella di un ragazzo grande e grosso che
con il suo corpo e il suo fiato alzava la temperatura notturna della cella appena si addormentava!
Ovviamente la mancanza di riscaldamento non era compensata da un maggior numero di coperte,
e loro dormivano con gli asciugamani sopra la coperta!

Le ultime 2 settimane, sempre per mancanza di spazio, lui e un altro clandestino sono stati
spostati IN CELLA DI ISOLAMENTO: poco riscaldata, senza possibilità di cucinare nemmeno il tè,
ovviamente estremamente penosa essendo ‘il carcere dentro il carcere’. Inizialmente gli parlarono
di “situazione momentanea, solo 3 o 4 giorni, un’emergenza”, ma si protrasse per ben 2 settimane!

L’aspetto più incredibile e grottesco è stato che, pur essendo in isolamento non per punizione
ma per mancanza di spazio, non gli sono state fatte concessioni rispetto al regolamento (tranne
la possibilità di fare il colloquio): quindi non ha più potuto -ad esempio- avere giornali o riviste e
ha dovuto restituire il libro preso alla biblioteca, perché il regolamento dice che in isolamento è
vietato avere libri o riviste!

Dopo alcuni giorni in isolamento, le sue condizioni di salute sono molto peggiorate: ha avuto una
forte crisi emorroidaria e problemi ai denti, ma nessuna richiesta di visita medica è stata ascoltata.

E’ riuscito a farsi finalmente spostare in una cella regolamentare solo dopo aver minacciato di
compiere atti di autolesionismo. Guarito ‘in proprio’ dalle emorroidi, ha però perso 2 denti.

Ho dovuto provvedere io all’acquisto di una coperta, perché quelle in dotazione sono molto molto
sporche e piene di polvere.

La figura dell’educatore, fondamentale in carcere, è una figura fantasma a Monza: mai visto uno
all’orizzonte. Probabilmente è inesistente anche il medico, o comunque poco presente.

Nonostante il regolamento preveda la possibilità di ricevere una piccola radiolina per posta,a lui e
agli altri stranieri non vengono consegnate.

Il cibo è veramente veramente scadente.

Pare che i detenuti vengano picchiati con regolarità, anche se a lui non ho notizia che sia successo.

Sulle finestre, forse non tutte, ma su quelle di un intero blocco, sono state posizionate, davanti alle
grate, delle ulteriori reti metalliche di colore bianco, con il risultato di mandare bagliori accecanti
all’interno delle celle quando c’è il sole! (ma chi li pensa questi colpi di genio?).

Probabilmente a causa di tutti i malfunzionamenti, il personale è sempre di pessimo umore,
sgarbato e aggressivo.

Nonostante la situazione di palese violazione della costituzione italiana e europea e
delle convenzioni internazionali sui diritti umani dovuta principalmente -ma non solo- al
sovraffollamento, le richieste di domiciliari vengono rigettate molto spesso senza motivazioni
fondate, come ho potuto sperimentare di persona nel nostro caso specifico e come ho potuto
osservare nel tempo parlando con i familiari di altri detenuti.

Vorrei che qualche giudice si facesse ogni tanto – anche una sola volta- un giro nella sala d’attesa
dei colloqui, a osservare la sofferenza dei bambini, spesso con una madre sola nervosa e stanca –
sfinita- . Io dico che la mancanza di sostegno e protezione di queste famiglie con bambini piccoli è
esso stesso un reato attribuibile a noi tutti – lo Stato Italiano.