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Latina, detenuta aggredisce agente e ispettrice in carcere

Ieri una detenuta appartenente alla categoria “alta sicurezza”, ha aggredito un’ispettrice e un assistente capo della polizia penitenziaria. Lo rivela il segretario generale aggiunto della Cisl Fns, Massimo Costantino: “L’assistente capo ha dovuto far ricorso al pronto soccorso dell’ospedale di Latina e i giorni di prognosi sono diversi”.

La casa circondariale, spiega Martino, oggi è in sovraffollamento: “Abbiamo 33 detenuti in più rispetto ai previsti.” Secondo il sindacato Cisl, ad oggi Continue reading


Latina, minorenne rom denuncia: “In ginocchio e pestati da polizia e residenti”

imagesC’è una denuncia pesante a Latina, presentata nei giorni scorsi da un ragazzo Rom. Un’accusa di violenze che quattro minori residenti nel campo Al Karama – nella zona di Borgo Montello – avrebbero subito nella notte tra il 24 e il 25 aprile da un gruppo di 15 persone, con la partecipazione di tre agenti della polizia di Stato, in servizio nella locale questura. Schiaffi, percosse, qualche calcio sferrato nella notte, davanti ad un bar in una via di Borgo Bainsizza. Continue reading


Detenuto si suicida nel carcere di Latina

cordatesa(AGENPARL) – Roma, 28 mag – Si è tolto la vita tagliandosi le vene con una lametta, all’interno della sua cella di Alta Sicurezza nel carcere di Latina. E’ morto così, domenica nel capoluogo pontino, il 48enne Pasqualino Pietrobono.
Lo rende noto il garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.
L’uomo – a quanto appreso dal Garante – era stato arrestato venerdì scorso nell’ambito di una operazione antidroga coordinata dal Tribunale di Napoli. Proprio per i reati cui era accusato, Pietrobono era stato messo in una cella singola nella sezione di Alta Sicurezza del carcere di Latina.
Domenica pomeriggio, intorno alle 18.00, l’uomo Continue reading


Lazio: troppo arsenico nell’acqua erogata in quattro carceri, salute a rischio per 1.600 detenuti

Gli istituti penitenziari coinvolti sono il Mammagialla di Viterbo, quello di Latina e le due strutture di Civitavecchia. Il Garante: “I reclusi sono attualmente costretti o a bere l’acqua dei rubinetti o a pagare di tasca propria bottiglie di acqua minerale”.
arsenicoArsenico nell’acqua anche nelle carceri. Lo denuncia il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni: “Quattro carceri interessate in tre diverse città, con oltre 1.600 detenuti, oltre agli agenti di polizia penitenziaria e a tutte le altre figure che vivono e lavorano in carcere, alle prese con il drammatico problema dell’acqua all’arsenico. È una vera e propria emergenza”.
Un problema irrisolto nonostante la scadenza della deroga accordata alla Regione Lazio dall’Unione Europea. Le carceri interessate dall’emergenza sono il ‘Mammagiallà di Viterbo (719 detenuti), quello di Latina (158 reclusi, fra cui 32 donne), le due strutture di Civitavecchia, il “G. Passerini” (118 detenuti) e il “Nuovo Complesso” (627 presenti, fra cui 42 donne).
“Mentre all’esterno le autorità si stanno organizzando con distributori di acqua depurata, in carcere questo ancora non avviene – ha detto il Garante – e i liberi cittadini, rispetto ai detenuti, hanno anche l’opportunità di spostarsi per prelevare acqua non contaminata. I reclusi sono attualmente costretti o a bere l’acqua dei rubinetti o a pagare, di tasca propria, bottiglie di acqua minerale per bere, cucinare e per la cura personale”.
“La salute dei cittadini è un diritto inviolabile, e la sua tutela ci impone di assumere ogni tipo di cautela – continua Marroni – un principio che vale a maggior ragione quando si parla di chi lavora nel carcere e delle persone private della libertà che spesso non possono, anche per motivazioni di carattere economico, scegliere l’alternativa più sicura”.
A Viterbo la direzione del carcere ha chiesto urgentemente l’installazione di un potabilizzatore per tutelare la salute dei detenuti e degli operatori e l’ordine e la sicurezza all’interno dei reparti detentivi. E già due anni fa il Garante fu protagonista di una polemica con il locale gestore idrico sui livello di arsenico riscontrati nell’acqua utilizzata nel carcere.
La struttura, che attualmente ospita 719 detenuti a fronte dei 444 posti disponibili, “ha un fabbisogno di almeno 400 mc di acqua al giorno – si legge nel comunicato – l’urgenza inderogabile del potabilizzatore è legata al fatto che l’invio di acqua potabile garantita dal gestore idrico, è vanificata dal fatto che il serbatoio del carcere, dove questa confluisce, è unico, e dunque l’acqua potabile si mischia con quella contaminata, vanificando la fornitura stessa”.
“Inoltre l’impianto del carcere non è frazionabile e fornisce acqua a tutte le strutture, comprese le cucine dei detenuti e quella degli agenti, il bar, le sezioni detentive per l’utilizzo diretto (bere, cottura, reidratazione e ricostituzione alimenti, uso personale, docce etc.) – prosegue la nota – a Civitavecchia, a seguito della scadenza della deroga, il sindaco Pietro Tidei, con ordinanza del 31 dicembre scorso, ha vietato l’acqua contaminata per uso potabile, per la cura dell’igiene personale e per la preparazione degli alimenti ordinando, contestualmente, al gestore idrico di garantire, fino al termine dell’emergenza, un adeguato rifornimento di acqua potabile (5/6 litri al giorno) ad ogni cittadino, compresi quelli detenuti nelle due carceri cittadine, dove ancora non è stato risolto il problema dell’installazione di potabilizzatori”.
Analoghe problematiche si riscontrano nel carcere di Latina dove, nonostante l’emergenza, i detenuti continuano ad utilizzare l’acqua che esce dai rubinetti. Al fine di sollecitare un intervento urgente nelle carceri interessate, il Garante ha inviato una lettera ai sindaci di Viterbo, Civitavecchia e Latina e ai Prefetti di Viterbo, Roma e Latina”.
“Le mie prerogative istituzionali – ha scritto Marroni – mi impongono per legge, d’intervenire di fronte a seri rischi che possono ledere i diritti dei detenuti. Uno dei più importanti è il diritto alla salute, alle cure e alla prevenzione sanitaria. Quello che sta accadendo rispetto al problema arsenico, è una lesione grave a questo diritto per tutti i cittadini liberi; a maggior ragione per i cittadini detenuti, costretti ad utilizzare solo l’acqua inquinata del carcere, non potendo approvvigionarsi altrove. Le chiedo di intervenire presso gli Enti gestori del Servizio idrico, per assicurare, con qualsiasi mezzo approvvigionamenti idrici sani al carcere. Questo, oltre che per garantire il diritto alla salute, anche per assicurare ordine e sicurezza negli istituti”.

Fonte: paesesera.it, 25 gennaio 2013