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Grande mobilitazione a Reggio Emilia per la campagna “Una firma non ci ferma”

Oltre le firme ci mettiamo la faccia!
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La città degna risponde ai provvedimenti cautelari adottati a seguito del 25 Aprile scendendo in centinaia in piazza

Più di 400 persone hanno sfilato per le vie della città rimarcando il loro antirazzismo ed antifascismo ed in risposta alle misure cautelari adottate a 15 compagni a seguito della mobilitazione del 25 aprile contro la presenza della Lega Nord e del suo segretario nazionale Matteo Salvini.
“Il 28 Novembre il Tribunale del riesame di Bologna rivedrà i provvedimenti, su richiesta del pubblico ministero, adottati dal GIP, potendo accogliere l’istanza peggiorativa del p.m che al principio prevedeva gli arresti domiciliari per 5 dei 15 sotto firma, oppure adottare un altro corso. Un secondo appuntamento sul tema della giustizia e della libertà di movimento, già positivamente anticipato da questa giornata di mobilitazione.” [LEGGI TUTTO]#unafirmanonciferma: 28 novembre giornata di mobilitazione!
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TRA PARMA E BOLOGNA, SALVINI RESPINTO OVUNQUE…MA ARRIVA LA REPRESSIONE!

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Morte e carcere

di Ilaria Cucchi

Finisce l’anno con Pannella che digiuna fin quasi a morire. E con l’affermazione dei periti nominati dalla corte: Stefano Cucchi sarebbe morto di fame dopo l’arresto il 15 ottobre 2009. Morte e carcere: parole ormai sempre più pensate, dette e scritte insieme. A indignarsi è solo chi non ha a che fare con la giustizia. Dentro le aule dei tribunali lo si dà per scontato che nei confronti di coloro che sono nelle mani dello Stato possano essere compiuti atti di violenza psicologica e fisica. Terribile.

Quando ci si rivolge direttamente ai giudici tutti i segni, imbarazzanti e agghiaccianti. Di tali violenze diventano equivoci, dubbi, quando addirittura non scompaiono. I consulenti diventano incerti, possibilisti, balbettanti. Salvo poi recuperare sicurezza e determinazione quando devono escludere, negare, difendere. Da tre anni giro per i tribunali di tutta Italia e le scene si ripetono uguali. Un esempio piccolo: Yaya Samura, teste fondamentale per l’accusa, ha riferito in aula del pestaggio subito da mio fratello.

Ha parlato dei calci, del tonfo del trascinamento del suo corpo a terra, del suo successivo colloquio con lui, dove Stefano si lamentava di essere stato picchiato mostrandogli le ferite e il sangue che ne usciva. Quel sangue è stato ritrovato su quei pantaloni sequestrati dal PM. Il consulente nominato dalla procura ha scritto che è sangue fresco e di mio fratello. E’ la prova che non si è procurato quelle lesioni in una caduta accidentale, ma per un pestaggio. Questo però non esiste per i periti che non ne fanno cenno.

Perché? Perché semplicemente quelle ferite come quelle sulle mani e sul corpo risalgono prima del suo arresto. Certo. Ma per tutto questo è realmente accaduto. Perché è “normale”. Tutto normale. Per la nostra Costituzione non lo è. Ma è vecchia e inadeguata ai tempi, come afferma qualcuno. Forse ha ragione.