Tag Archives: classico esempio di sprechi all’italiana

Carceri: in Sicilia quasi 20.000 traduzioni, costo 4,5 milioni di euro

naeve2-e1352047364308“Nel 2012 la polizia penitenziaria siciliana ha effettuato 18.230 servizi di traduzione per un totale di 45.064 detenuti tradotti per un costo complessivo che si puo’ prefigurare tra i 4 e i 4,5 milioni di euro”.

Lo scrive in una nota Gioacchino Veneziano, coordinatore regionale della Uilpa Penitenziari Sicilia, che illustra nel dettaglio l’enorme movimentazione di carcerati. “Detenuti tradotti per motivi sanitari 7.566, per permessi con scorta 4.595. Le traduzioni con autoveicoli 17.374, quelle per via aerea 606, per via mare 171, pedonali 87. I detenuti tradotti classificati comuni o a media sicurezza – prosegue Veneziano – sono stati 30.398, quelli classificati ad Alta Sicurezza 13.739, i detenuti tradotti e sottoposti al 41-bis sono stati 17, i collaboratori di giustizia o loro familiari 117, gli Continue reading


Carceri, in 10 anni spesi 5 milioni di euro per testare 14 braccialetti

810Pisa, 5 febbraio 2013 – Una spesa di 81 milioni per “testare” 14 braccialetti. E’ un classico esempio di sprechi all’italiana, quello che ricorda “Fare per Fermare il Declino” a monito di una gestione insostenibile degli apparati statali. Il caso della sperimentazione a peso d’oro – dal 2001 al 2011 sono stati introdotti solo 14 braccialetti, costati ai contribuenti 5,7 milioni l’uno – porta il movimento di Oscar Giannino a una considerazione, specie dopo l’appello dell’ex direttore del carcere di Pisa a una maggiore attenzione ai temi della detenzione e del sovraffollamento delle prigioni.

Le proposte di “Fare” al riguardo sono nel documento programmatico: “Secondo noi – spiega Carlo Raffaelli, candidato alla Camera – bisogna limitare in ogni modo la carcerazione preventiva, affinchè non sia più un’anticipazione di pena nei confronti di presunti innocenti. Ciò si ottiene riducendo al massimo il tempo dei processi, che a sua volta è frutto di una razionalizzazione del lavoro dei magistrati, da organizzare secondo criteri manageriali moderni e di produttività. La riforma della giustizia deve essere mirata ad assicurare la certezza della pena, modificando la disciplina della prescrizione e della concessione di benefici ai carcerati. Occorre modificare il sistema carcerario incentivando misure cautelari meno afflittive, incluso il braccialetto elettronico per la cui cattiva gestione dobbiamo ringraziare i governi precedenti, e percorsi di recupero sociale per soggetti non pericolosi. Infine, se nonostante ciò perdurasse un sovraffollamento carcerario, l’eventuale costruzione di nuovi penitenziari dovrebbe essere effettuata attraverso project financing, valutando l’affidamento a privati dei servizi di gestione degli istituti di pena (escludendo ovviamente i servizi di sorveglianza)”.

Fonte