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Televisione: “Jail”, reality show che si svolgerà all’interno di un vero carcere… ma all’estero

images (16)Vip: dalla bella vita alla galera. L’idea è precedente alla condanna di Fabrizio Corona, ma certo quello sembra un esempio tra i tanti possibili per parlare di “Jail, in attesa di giudizio”, il primo reality show che si svolge all’interno di un vero carcere. L’idea è di due autori tv, Nando Moscariello e Fabrizio Ormanni che con la società “Vivi la vita” hanno realizzato una puntata pilota del format atteso al Mip-formats di Cannes ad aprile nell’ambito del mercato internazionale della tv. Venti sono i concorrenti, 10 i vip da reclutare per partecipare all’esperimento mediatico: trascorrere 60 giorni dietro le sbarre condividendo giorno e notte con altrettante persone ai margini della società. In palio 200 mila euro. Obiettivo degli ideatori è “far convivere due mondi opposti in un contesto ostile come quello del carcere. Da un lato l’universo patinato dei personaggi famosi, persone sotto la luce dei riflettori e dall’altro quello degli emarginati. Il carcere diventerà così, per tutti, un’occasione per imparare a non essere più prigionieri di se stessi”. Il programma presenterà novità nel meccanismo di gioco: non ci saranno eliminazioni e ogni settimana ci sarà un migliore e un peggiore. I concorrenti saranno osservati e spiati 24 ore su 24 da un’entità invisibile rappresentata dal Direttore. Il reality metterà i concorrenti a dura prova e darà l’opportunità di trarre insegnamenti dalla vita del carcere attraverso ruoli impartiti e attività di laboratorio assegnate. I concorrenti impareranno mestieri come il sarto e il cuoco. Anche la vittoria finale sarà caratterizzata da un meccanismo originale e significativo dal punto di vista simbolico. Il premio finale sarà assegnato non a uno, ma a due vincitori: uno tra i vip e uno tra gli emarginati. Attenzione però: il personaggio famoso potrà fare tesoro soltanto dell’esperienza vissuta e devolverà la somma vinta ad una struttura carceraria. L’emarginato invece guadagnerà, oltre ad una nuova vita, il montepremi in palio. Il format sarà mostrato ai compratori internazionali. E in Italia? “Per ora puntiamo all’estero dove i reality estremi sono una realtà televisiva consolidata, ma certo non ci precludiamo la nostra tv”, spiegano gli autori.

Fonte ANSA


Senza Sosta, in un libro la vita al carcere delle Novate

libri-carcereRicordi, nostalgie, radici – quelle spezzate, quelle cresciute intorno alle sbarre – e speranze da far vivere magari lontano da celle anguste. “Senza Sosta”, il volume presentato al Tribunale di Piacenza e curato dall’associazione Tessere Trame in collaborazione con Oltre il muro e con Asp Città di Piacenza, spinge il lettore all’interno della realtà – spesso considerata ai margini non solo della città, ma anche dei pensieri – del carcere delle Novate.

Un’iniziativa che da Barbara Garlaschelli ed Elisabetta Spaini, di Tessere Trame, è descritta così: «E’ un volume nato per testimoniare la vitalità di un mondo considerato a parte, come quello del carcere, e dal momento che la nostra associazione si occupa di letteratura, uno dei modi per meglio illustrare le attività della casa circondariale è senza dubbio quello di raccogliere pensieri e scritti dei detenuti». «Esaminati e scelti – ci tengono a sottolinearlo – in base al loro valore letterario, anteponendo la qualità letteraria alla condizione degli autori, scritti tra i quali sono state anche aggiunte frasi di grandi scrittori che hanno vissuto l’esperienza carceraria».

Dopo la presentazione di Valeria Parietti (presidente dell’associazione Oltre il muro) e di Brunello Buonocore (Asp Città di Piacenza), sono stati letti alcuni testi dei detenuti. Ricordando quello che ha detto Garlaschelli in apertura dell’incontro in merito a letteratura e detenzione, vale a dire che «nel momento in cui si scrive paradossalmente si è liberi, la letteratura è una grande forma di libertà». Ed è quello che spiega poco dopo Ugo, ex detenuto che racconta la sua storia e dice: «Rileggo oggi quello che scrissi in carcere. Fa effetto, ma quanto mi è servito». E nero su bianco lo ribadisce a suo modo T.L. nel primo dei racconti che si trovano nel libro, piccolo e prezioso: “A volte mi capita di vedere un po’ di primavera nella mia anima. Per l’estate credo ci vorrà tempo”.

Senza Sosta, supplemento del giornale del carcere “Sosta forzata” gestito da Carla Chiappini, si potrà trovare anche nella sede di Oltre il muro in via Scalabrini 21.

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