da informa-azione
Nella giornata del 24 gennaio 2013, un detenuto nel carcere di Bergamo si è tolto la vita.
Dei suoi compagni di prigionia si erano accorti che nell’aria c’era qualcosa che non andava e hanno dato subito l’allarme, ma le guardie accorse non hanno voluto aprire le sbarre immediatamente. Quando lo hanno fatto, ormai era troppo tardi. Non sappiamo ancora quale era il suo nome, sappiamo solamente che era originario della Colombia. L’informazione ci è pervenuta dalla moglie di un detenuto rinchiuso in quella sezione.
Aggiornamento
Il gesto estremo è avvenuto giovedì 24 gennaio, quando un ragazzo di 23 anni ha atteso di restare da solo in cella e si è impiccato. Il giovane era stato detenuto per aver violato gli obblighi previsti dagli arresti domiciliari. Indagato per una rapina, il magistrato aveva scelto comunque di imporrgli la misura cautelare, nonostante fosse incensurato e avesse sempre professato la propria innocenza . il giorno prima del suicidio, il detenuto aveva saputo in carcere di essere stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Era davvero necessario sottoporre agli arresti domiciliari un giovane incensurato in attesa di giudizio? Secondo i dati di Ristretti Orizzonti questo è l’ottavo suicidio che avviene nel carcere di Bergamo negli ultimi 10 anni.