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Agrigento, muore un detenuto cardiopatico: protesta dei familiari per la qualità dell’assistenza sanitaria

cordatesaUn detenuto del carcere di Petrusa, ad Agrigento, è morto in seguito a una crisi cardiaca. L’uomo era cardiopatico e aveva detto ai parenti di non trarre alcun beneficio dall’assistenza sanitaria del penitenziario.

La vittima è Salvatore Cigna, 51 anni. L’uomo è morto all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, dove era stato trasferito d’urgenza dall’infermeria del carcere in seguito all’attacco di cuore.

Il primo giugno, all’ultimo colloquio con i Continue reading


Affetto da cancro e demenza, rimane in carcere il più anziano detenuto della Svizzera

tiny man 2GINEVRA – Il più anziano detenuto della Svizzera rimarrà in carcere: la camera penale dei ricorsi di Ginevra ha revocato la scarcerazione di un uomo di 89 anni condannato nel 2010 a dieci anni di reclusione per aver stuprato la figlia adottiva. Il pensionato è all’ultimo stadio di un cancro e soffre di demenza.

L’89enne è attualmente ricoverato nell’unità carceraria dell’Ospedale cantonale, “dove beneficia di ottime cure palliative”, rileva la Corte nella sua decisione. Secondo i medici, gli restano da 10 a 18 mesi da vivere. La sua legale non esclude di ricorrere al Tribunale federale dopo aver chiesto un nuovo bilancio medico.

La scarcerazione dell’anziano era Continue reading


Detenuto grave. La provocazione del suo legale :«Io in cella per lui»

images (12)«Le sue condizioni di salute sono talmente gravi, la sua sofferenza fisica e psichica talmente atroce, che propongo al giudice di incarcerare me al posto di questo mio cliente ammalato. Sì, avete capito bene: la sconto io la pena al posto suo, nella sua cella, per il tempo necessario a visitarlo, operarlo e consentirgli di riprendersi».
LA PROVOCAZIONE dell’avvocato Paolo Mele senior, da sempre attento ai problemi dei carcerati, è tale fino ad un certo punto: la gravissima forma di tumore che ha colpito un suo cliente non ha ancora smosso la pietà dei giudici del tribunale di sorveglianza. Dopo l’ultima, accorata richiesta del 6 marzo scorso, alla quale non ha avuto risposta, l’avvocato Mele ieri ne ha presentato una nuova, in cui baratta la sua libertà a favore dell’assistito. «Come uomo, come legale, come cittadino di uno Stato civile e come cristiano chiedo di dare la possibilità a quel detenuto di curarsi».
LA MALATTIA di cui soffre Carmine Multari, 48 anni, residente a Lonigo, ha subito un progressivo peggioramento. Il malato sta scontando una condanna definitiva a 2 anni e mezzo di reclusione per truffa, appropriazione indebita e ricettazione commesse in passato fra il Veneto e la Toscana. «L’ho visto lunedì pomeriggio – ha detto il legale – e la situazione è sempre ed estremamente grave». Lo sfortunato detenuto è stato infatti colpito da una seria forma di neoplasia alla lingua. Nell’ultimo mese è dimagrito di 12 chili, ed ha riferito al suo avvocato che «da una settimana non riesce a mangiare, nè a deglutire». Avverte dolori lancinanti che «si irradiano all’orecchio, alla testa e al collo». Fatica moltissimo a parlare, ed è costretto a restare con la bocca aperta in maniera innaturale. «Che la situazione sia gravissima viene confermato anche dalla documentazione sanitaria».

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