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Sardegna: negli appalti per le nuove carceri gli stessi nomi del G8 fallito alla Maddalena

anticarc_ACAssegnati in piena emergenza, i lavori per la realizzazione delle strutture finiscono alle società poi impegnate nei lavori del mancato vertice. La loro gestione in mano dell’allora presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, Angelo Balducci, oggi sotto processo a Perugia.
Appalti assegnati in piena emergenza, con inviti ad aziende “di fiducia” e sotto lo scudo del segreto di Stato: nessuno che vada a sbirciare in cantiere e progetti top secret. È il 2003 quando un decreto dei ministri della Giustizia Castelli e delle Infrastrutture Lunardi, stabilisce la costruzione di quattro carceri in Sardegna, oltre a Rieti, Marsala, Savona, Rovigo, Forlì, alcune delle quali mai realizzate per mancanza di fondi o revisione dei requisiti. Per l’isola, invece, Roma affida i lavori in gran fretta. La torta è gustosa, in ballo ci sono Continue reading


Bari, Nuovo carcere “I fondi non ci sono più”

anticarc_ACSecondo il Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, il finanziamento di circa 45 milioni di euro per costruire un nuovo carcere a Bari “non esiste più”, così come risulta da “informazioni raccolte” dal segretario nazionale del sindacato Federico Pilagatti “anche presso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”. Per questo Pilagatti chiede al sindaco di Bari, Michele Emiliano, che ieri al termine del vertice con il ministro Alfano ha annunciato che sono disponibili 40 milioni per realizzare il nuovo carcere, quale sia l’origine di questi fondi che – secondo il Sappe – sono stati destinati a Pordenone. “Il Sappe – spiega il segretario Pilagatti – in questi anni si è molto speso per la costruzione di un nuovo penitenziario, poiché la situazione del carcere non è più sostenibile sia per i detenuti che per gli operatori penitenziari, per cui saremmo molto felici che si trovino dei soldi, anche se vorremmo sapere da dove escono considerato che i fondi previsti dal piano carceri non ci sono più”.

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Carcere di Uta, salta l’accordo: cantiere lumaca, operai in agitazione

fotoCostruzioniBig1É saltato l’accordo tra l’impresa Opere pubbliche che sta realizzando il nuovo istituto penitenziario di Uta e il Commissario straordinario con delega al carcere, il prefetto Angelo Sinesio. Non è stata pagata la mensilità di febbraio e la Cassa edile arretrata. “Non sono stati rispettati gli impegni firmati a Roma – lamenta il segretario regionale della Fillea Cgl,  Chicco Cordeddu – lunedì mattina scriveremo al prefetto di Roma perché si sostituisca all’impresa. Almeno in questo modo gli impegni saranno onorati. Gli operai attendono il saldo delle retribuzioni  di febbraio e la Cassa edile. Non si può andare avanti con questo continuo tira e molla. Non accetteremo ulteriori ritardi”.
Nel cantiere di Macchiareddu, da tempo, purtroppo, a mesi alterni sventolano le bandiere dei sindacati che proclamano lo sciopero. Fuori a protestare i lavoratori. La precarietà e l’incertezza della busta paga che forse non arriverà strema i quaranta operai. Sono disperati.  Se  poi l’azienda non versa le rate alla Cassa edile, non spetta loro neppure il premio di anzianità di aprile. In parecchi hanno paura perché le rate da pagare non  concedono slittamenti.
Intanto, ieri gli operai hanno pulito per bene il reparto dove si terranno i colloqui con i detenuti e l’ala della parte maschile. Con la nave proveniente da Civitavecchia arriveranno gli articolati pieni di mobili. Arredamenti per le zone  già ultimate. Il mese scorso erano arrivati i letti e li hanno  scaricati e sistemati gli operai. Domani no, restano a casa. I lavoratori hanno chiesto al geometra chi domani avrebbe scaricato la mobilia. Non è arrivata risposta. Allora le voci hanno iniziato a circolare. La struttura carceraria è costruita per conto del Ministero delle Infrastrutture mentre l’arredamento riguarda il Ministero di Grazia e Giustizia. Per questo probabilmente, se ne occuperà la struttura penitenziaria. Ecco allora che le voci corrono veloci: chi scaricherà i camion e sistemerà gli arredi  nella sala colloqui e nelle celle maschili?

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GR: Governo, nuovo carcere da 150 posti a Realta

Un nuovo penitenziario da 150 posti a regime chiuso dovrebbe sorgere a Realta, nel comune di Cazis (GR). Il Governo grigionese ha commissionato all’Ufficio edile cantonale un concorso per la realizzazione della struttura, che costerebbe circa 107 milioni di franchi, 33 dei quali coperti dalla Confederazione. Una decisione definitiva da parte del Gran Consiglio è attesa entro il 2014.

Demolizione_di_un_edificioIl Governo cantonale si è mosso in questo senso dopo aver preso atto dei risultati di un rapporto strategico pubblicato recentemente, dal quale emerge che nelle carceri della Svizzera orientale mancano circa 140 posti.

In una nota odierna, l’esecutivo sottolinea che i contribuiti alle spese di vitto e alloggio per i detenuti dei cantoni della Svizzera orientale aderenti al Concordato sull’esecuzione delle pene finanzierebbero l’esercizio e permetterebbero il finanziamento degli investimenti edilizi effettuati. Inoltre, continua, a Realta sono attesi almeno 80 nuovi posti di lavoro.

Secondo il Governo, l’ubicazione risulta estremamente vantaggiosa per via del legame con la clinica psichiatrica Beverin, nonché con l’esistente penitenziario in regime aperto Realta. Grazie alla nuova costruzione il penitenziario Sennhof di Coira – inadeguato e lacunoso dal punto di vista della sicurezza – potrà essere abbandonato e l’edificio utilizzato in altro modo.

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BASTA LAGER! NON COSTRUIRE MA DISTRUGGERE!