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Esce di prigione dopo 23 anni, era innocente

images (13)Per David Ranta, ora 58enne, le porte del carcere di New York si erano aperte dopo l’omicidio l’8 febbraio 1990 del rabbino Chaskel Werzberger, un sopravvissuto di Auschwitz, morto dopo un’agonia di quattro giorni a seguito di un tentativo di rapina da parte di un ladro di gioielli che gli aveva sparato alla testa. Ora è libero dopo 23 anni di prigione per un crimine mai commesso.

Il caso scosse l’intera comunità ebraica di Brooklyn e le indagini furono seguite dal detective Louis Scarcella, che usando, come scrive il New York Times, procedure poco ortodosse mise le manette a Ranta, un disoccupato con problemi di droga.

L’uomo fu condannato al massimo della pena, 37 anni e mezzo, e rinchiuso in un carcere di massima sicurezza. Domani dopo oltre vent’anni, Ranta potrebbe essere un uomo libero, grazie al lavoro di un’apposita unità costituita dal procuratore distrettuale di Brooklyn, Charles Hynes, per indagare sui casi di condanne piu’ discussi.

Le nuove indagini hanno accertato che nelle procedure che hanno portato all’arresto di Ranta sono state infrante diverse regole. Scarcella aveva infatti convinto dei testimoni a dichiarare il falso su Ranta e non ha aveva tenuto traccia dei diversi interrogatori compiuti. Ora in pensione, raggiunto dal Ny Times, il detective ha detto che in vita sua non ha mai incastrato nessuno. Tuttavia nessuna prova metteva in relazione Ranta con l’omocidio.

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Badante in carcere per tre anni da innocente: nessuna certezza sul pagamento dell’indennizzo

timthumbDi Vincenza Foceri – In carcere da innocente per tre lunghi anni, dopo essere stata ritenuta l’assassina dell’anziana alla quale faceva da badante. E’ questa la triste odissea di Vasilisca Adriana Jacob, arrestata dopo la morte della signora per cui lavorava. Nel 2009 è arrivata la condanna a quattordici anni di detenzione dalla Corte d’Assise di Frosinone per il presunto omicidio dell’ottantenne ma poi la stessa donna è stata assolta con formula piena dalla Corte di Appello nel 2011. Ma intanto, sulle sue spalle, sono passati ben 970 giorni dietro le sbarre da innocente.

La donna per cui lavorava, morte nel gennaio del 2008 è deceduta per cause naturali. Lo ha provato una perizia sulla salma in una fase avanzata del processo. Ciò che questo documento medico ha dimostrato con chiarezza è chel’anziana è morta perchè il suo cuore ha smesso di battere e le cause sono da attribuire alla vecchiaia. Le fratture, riscontrate sulla defunta, invece, erano legate alla caduta conseguente al fatidico malore. Adesso il problema è il risarcimento dovuto alla donna. Non vi è certezza sul fatto che la badante possa essere ripagata di quei lunghi giorni in carcere senza colpa. Nonostante la sua vicenda sia finita anche in un’interrogazione parlamentare, presentata dalla deputata radicale Rita Bernardini, negli scorsi mesi il ministero non si è ancora espresso. L’avvocato della romena che ha subito un terribile errore giudiziario è Giacomo Tranfo che, in un articolo apparso su Il Messaggero di Roma, ha dichiarato: “A fronte di un provato errore giudiziario – ha spiegato il legale della signora Jacob – ritengo grave il tentativo del ministero dell’Economia di trovare una giustificazione per non pagare quanto dovuto alla mia assistita”.