Un detenuto del carcere di Poggioreale ha aggredito, la notte scorsa, due agenti della polizia penitenziaria. I poliziotti, ricoverati in ospedale, hanno subito un trauma cranico l’uno e la rottura del polso l’altro. L’aggressore – un ucraino segnalato come particolarmente violento – era appena stato condotto in carcere per il reato di lesioni, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale, e stava per essere immatricolato.
Dura la reazione del sindacato: “Questa aggressione ci preoccupa. I colleghi sono riusciti ad evitare più gravi conseguenze – spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) – e a loro va naturalmente tutta la nostra vicinanza e solidarietà. Ma ci domandiamo quante aggressioni ancora dovrà subire il nostro personale di polizia penitenziaria perché si decida di intervenire concretamente sulle criticità di Poggioreale, un carcere dove sono oggi presenti più di 2800 detenuti rispetto ai circa 1600 posti letto regolamentari”. Il Sappe lamenta, oltre che il sovraffolamento del penitenziario, anche le carenze di personale (200 agenti in meno rispetto all’organico previsto).
“La polizia penitenziaria – conclude Capece – è stata ed è lasciata da sola a gestire all’interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale e di tensione, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Il Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) pensa alle favole, alla vigilanza dinamica ed all’autogestione dei detenuti: ma le tensioni in carcere crescono in maniera rapida e preoccupante. Bisogna intervenire tempestivamente per garantire adeguata sicurezza agli agenti e alle strutture. E bisogna che chi aggredisce gli agenti sia punito con severità e fermezza”.