Sistemazione, pasti, personale e sicurezza. Questi e altri aspetti sono oggetto di recensione da parte degli utenti, il cui giudizio viene pubblicato su Internet. Questa volta non si sta parlando di alberghi, «bed and breakfast» o villaggi vacanze, bensì di penitenziari.
Si tratta di un’iniziativa partita dagli stesso ospiti delle prigioni americane che hanno deciso di passare in rassegna, e sotto la lente di ingrandimento, tutto ciò che riguarda la struttura in cui si trovano per scontare la propria pena. Una volta stilata, la pagella viene pubblicata su siti online come «Yelp», e chi non lo può far direttamente perché per motivi precauzionali non ha accesso alla rete, lo fa fare ai familiari ai quali consegna la propria «review» durante i colloqui.
«E’ uno strumento molto prezioso, aiuta a rendere trasparente un sistema che non lo è affatto», spiega Robert Miller, avvocato californiano che ha visitato nella sua carriera cinque penitenziari e 17 celle. E’ possibile trovare commenti di ogni genere, dalla pulizia delle celle, alla qualità del cibo, dai problemi in termini di sicurezza, a possibili maltrattamenti da parte delle guardie carcerarie. Un detenuto della prigione della contea di Arlington, in Virginia, ad esempio, ringrazia i secondini per offrirle sempre dei succhi di frutta freschi quando ha particolarmente sete. Mentre tra i reclusi del famigerato carcere di Rikers Island, quello dove è detenuto tra gli altri Bernie Madoff, qualcuno definisce la prigione «vivace», qualcun altro «orribile e depressiva», a rischio di invasione di topi e bagarozzi.
Il punto è che sono comparse anche le prime accuse pesanti sulle quali le autorità penitenziarie di alcune case circondariali hanno fatto scattare opportune e tempestive indagini. «Tutto ciò che permette di aumentare la consapevolezza pubblica sulle condizioni dei detenuti nelle prigioni statunitensi rappresenta un segnale importante», dice un attivista di American Civil Liberties Union, associazione americana per i diritti civili. Non mancano, tuttavia, le critiche da parte di chi considera non opportuno recensire su Internet strutture di una certa rilevanza per la sicurezza nazionale. A rispondere è lo stesso «Yelp», limitandosi a dire che gli utenti possono recensire qualsiasi tipo di azienda che abbia una sede, purché rispetti le regole stabilite dal sito.