Un detenuto algerino, trasferito da poco nel carcere di Marassi da Sanremo, si è cucito la bocca per protesta.
L’uomo, condannato a 30 anni per omicidio, ha usato ago e filo per compiere il suo gesto di protesta.
Gli agenti di polizia penitenziaria se ne sono accorti e hanno avvisato immediatamente i sanitari.
Poco più tardi un altro detenuto ha inghiottito delle pile per evitare il trasferimento. Il detenuto, tunisino, ha inghiottito 4 pile per evitare che fosse eseguito il provvedimento di espulsione dall’Italia. L’uomo, subito soccorso dagli agenti della Polizia penitenziaria, e’ stato trasferito in ospedaleCarcere Marassi detenuto cuce bocca
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Un detenuto marocchino condannato in primo grado per omicidio e detenuto nella prima sezione della casa circondariale di Genova Marassi si è cucito la bocca con del fil di ferro.
SI tratta del terzo caso del genere in poche settimane. Lo ha reso noto Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe.
«L’ultimo evento critico in ordine di tempo all’interno di un carcere è accaduto giovedì mattina – scrive Martinelli in una nota -, dove un detenuto nordafricano, un marocchino detenuto per il reato di omicidio ristretto nella I Sezione del carcere di Marassi, ha prima dichiarato lo sciopero della fame e poi si è completamente cucito la bocca con del fil di ferro. E’ il terzo caso accaduto in pochi giorni nel carcere di Genova».
«Oggi in Liguria ci sono piu’ detenuti che nel dicembre 2010 – scrive ancora Martinelli -: il 31 dicembre 2010 erano 1.675 e lo scorso 31 dicembre 2013, nonostante tre leggi cosiddette ‘svuota-carceri’ dal 2010 a oggi, i detenuti erano 1.703».