Carcere di Capodimonte: detenuto nordafricano tenta il suicidio con una corda rudimentale

cordatesaTentato suicidio nel primo pomeriggio di ieri alla Casa circondariale di contrada Capodimonte. Un uomo di origine nordafricana, in carcere da circa un anno per reati comuni, ha tentato di impiccarsi nella sua cella, dove era rinchiuso da solo. A darne notizia è la segreteria locale del Sinappe, il Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria.

Il fatto sarebbe accaduto subito dopo le 15 nel reparto giudiziario del penitenziario beneventano. L’uomo avrebbe costruito una corda rudimentale sottilissima, formata da elastici e pezzi di plastica, e l’avrebbe legata alle sbarre dell’inferriata prima di compiere l’insano gesto.

Da qui il tentativo, aiutato anche da uno sgabello. Tempestivo è stato però l’intervento prima di un agente della polizia penitenziaria, A.A., che ha aiutato l’uomo, già in stato di sofferenza, evitando il peggio, e poi di un altro collega arrivato in soccorso.

Secondo le prime indiscrezioni, sembrerebbe che il detenuto fosse esasperato dal fatto che aveva chiesto un colloquio con il suo legale, ma la richiesta non sarebbe stata ancora esaudita. Stesso discorso anche per un’istanza presentata con gli operatori educativi che – secondo quanto riferisce il Sinappe – non riescono a far fronte tutte le domande inoltrate a causa del sovraffollamento della casa circondariale.

Alla fine, dopo essere stato visitato dal medico di guardia, l’uomo è stato riportato in cella, che dalla giornata di ieri condividerà con un altro detenuto. Inoltre, sempre da lunedì 6 maggio, la direzione del carcere ha disposto la “grande sorveglianza”, un provvedimento attuato per le persone che mettono a rischio la loro incolumità.

Un plauso ai due agenti penitenziari è arrivato infine dalla segreteria locale del Sinappe, che “con la loro professionalità e il loro intervento tempestivo hanno evitato una spiacevole situazione”.

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