Situazione carceri: il Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria indaga…

juvenile-prisonIl DAP, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria il 10 aprile 2013 ha inviato una nota ai Provveditori Regionali, al Capo del Dipartimento, al Vice Capi del Dipartimento, al Direttore Generale dei Detenuti e del trattamento, al Direttore Generale del Personale e della formazione, al Direttore Generale del Bilancio e della contabilità, al Direttore Generale dell’Esecuzione Penale Esterna, al Direttore dell’ISSP e al Direttore dell’Ufficio per l’attività ispettiva e del controllo. La nota ha per oggetto: “Sentenze Corte Europea e dei diritti dell’Uomo (CEDU) 8 gennaio 2013, Torregiani ed altri c. Italia, e 29 gennaio 2013, Cirillo c. Italia”. Di fatto si avvia un’indagine conoscitiva sulla situazione delle carceri in Italia. E naturalmente conforta che dal ministero di Giustizia vogliano conoscere la situazione carceraria italiana. Dice infatti la circolare:

“Con riferimento alle risultanze delle sentenze citate in oggetto, relative a condanne dell’Italia in procedimenti attivati da detenuti ristretti in camere eccessivamente sovraffollate, si comunica quanto segue.

Il numero attuale dei detenuti ammonta a circa 67000 contro circa 45.000 posti regolamentari, quindi la percentuale media di sovraffollamento è pari circa al 50%.

Quindi, nelle attuali camere di pernottamento, la superficie di spazio vitale non dovrebbe scendere sotto il valore di 4/5 mq per detenuto e/o internato; dunque, se il patrimonio immobiliare fosse organicamente, correttamente e completamente gestito e utilizzato, non si potrebbe superare, in negativo, il valore limite di 3 mq di spazio vitale per detenuto, al di sotto del quale l’individuo è considerato in ristretto in condizioni di “tortura”.

Tuttavia, a causa delle note condizioni di sovraffollamento, in molti istituti tale percentuale mediamente ammonta al 100%, con punte fino al 500%, segno evidente che la distribuzione dei detenuti sul territorio nazionale non è comunque effettuata in maniera razionalmente economica rispetto alle risorse disponibili.

Inoltre, si deduce che probabilmente i dati periodicamente forniti dalle articolazioni territoriali rispetto alla capienze regolamentari si riferiscono alle capienze degli interi complessi, al lordo, quindi, delle superfici di reparti chiusi o sottoutilizzati rispetto alle loro potenzialità, e non alle sommatorie delle realtà delle singole sezioni detentive.

Tale evidenza, peraltro già da tempo nota, ha indotto questa Direzione Generale a puntare sul recupero e sulla riqualificazione delle strutture esistenti, attività che consentirebbe, mediante la progressiva riorganizzazione degli Istituti e la razionalizzazione dell’uso degli spazi disponibili, l’abbattimento del fenomeno del sovraffollamento ed il miglioramento delle condizioni di vivibilità e di lavoro nelle strutture gestite, con priorità per gli Istituti e gli ambiti territoriali più coinvolti dall’emergenza in atto.

Al riguardo, si chiede alle SS.LL. di svolgere una sistematica indagine ricognitiva presso gli Istituti Penitenziari delle circoscrizioni di competenza per verificare l’esistenza di reparti detentivi in cui siano allocati detenuti e/o internati con meno di 4 metri quadrati di superficie ciascuno nelle stanze di pernottamento.

Nei casi di accertamento di tali situazioni, le Direzioni degli Istituti dovranno puntualmente descriverle e indicare se esistano, nell’ambito dello stesso complesso demaniale, reparti inutilizzati o sottoutilizzati con spazi tali da poter ridurre o eliminare le carenze emergenti, formulando proposte operative in tal senso.

Sulla base dei dati riferiti dalle Direzioni degli Istituti, si chiede alle SS.LL. di predisporre analoghe proposte di possibili interventi di riequilibrio delle situazioni accertate in ambito regionale, in coerenza con i Progetti dei Circuiti Regionali già approvati.

Nell’evidenziare l’importanza dell’iniziativa, finalizzata alla programmazione e progettazione del riassetto complessivo del patrimonio immobiliare in uso governativo a questa Amministrazione e alla selezione degli interventi prioritari da realizzare, si resta in attesa di riscontro entro il 31 maggio 2013”.

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