Riviste anche le condanne. Il ‘Comitato 23 ottobre’: «La sentenza fa giustizia anche per l’assurdo giuridico di un’associazione con due persone»
Dell’iniziale castello accusatorio in virtù del quale nell’ottobre del 2007 cinque ragazzi spoletini vennero arrestati non è rimasto quasi nulla. Dopo che la Corte d’Assise di Terni aveva già fatto cadere l’accusa di associazione terroristica per due dei quattro imputati, adesso la Corte d’Assise d’Appello di Perugia l’ha fatta decadere per tutti. E ha anche rivisto le condanne riducendole.
Le condanne In particolare, Michele Fabiani, condannato in primo grado a tre anni e otto mesi, è stato ora condannato a due anni e tre mesi, mentre è stato assolto Andrea Di Nucci, condannato a due anni e sei mesi in primo grado. Confermata la pena di dodici mesi per Dario Polinori e ridotta di un mese, quindi undici, quella di Damiano Corrias.
Le accuse A Fabiani e Di Nucci veniva contestata la spedizione di una lettera di minacce, contenente due proiettili ,arrivata all’ex presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti. Agli altri invece a vario titolo, venivano contestati anche alcuni danneggiamenti in alcuni cantieri. A tutti veniva contestato l’articolo 270 bis, ovvero, i ragazzi erano accusati di aver costituito un’associazione terroristica di matrice anarco insurrezionalista la cui sigla sarebbe stata Coop – Fai (Contro ogni ordine politico-Federazione anarchica informale). Accusa caduta in parte in primo grado e in parte in appello. I quattro ragazzi si sono sempre detti innocenti.
Rilettura radicale L’avvocato Francesco Falcinelli, che difende Polinori, ha parlato di «radicale rilettura della vicenda» da parte della Corte d’Assise d’Appello presieduta dal giudice Massei, che era stata chiamata ad esprimersi su un ricorso presentato dalle difese dei quattro ragazzi che hanno sempre professato la loro innocenza.
La nota del comitato spoletino E a poche ore dalla lettura della sentenza di secondo grado è arrivata una nota del ‘Comitato 23 ottobre’ che si era costituito all’indomani dell’arresto dei ragazzi spoletini. «La sentenza d’appello del processo Brushwood – recita – , ha cancellato il teorema terrorista proposto dal capo dei Ros il Generale Ganzer ( condannato a 14 anni per spaccio internazionale di stupefacenti) e utilizzato dalla ex Presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti (inquisita nell’ambito della Sanitopoli umbra e per i lavori dell’Alta Velocità a Firenze) per presentarsi come vittima di un complotto mai esistito».
L’associazione caduta per tutti «Il piccolo esercito terra-aria piombato su Spoleto il 23 ottobre 2008 è stato giustificato da chi ha organizzato l’operazione come necessario a prendere 5 pericolosi terroristi internazionali. La realtà è che vennero a prendere nella nostra città cinque ragazzi per cui bastava suonare il campanello di casa e chiedere che si presentassero in caserma. Ma questo non era utile né a Ganzer, né alla Lorenzetti. L’operazione mediatica messa in piedi, con la notizia sparata su tutti i Tg nazionali, subito condannata dall’intera città di Spoleto, compreso il Consiglio Comunale che ne bollò all’unanimità la natura propagandistica che nulla aveva a che fare con la realtà dei 5 ventenni, era invece quello che serviva già allora a Ganzer e Lorenzetti. La sentenza di oggi fa giustizia anche dell’assurdo giuridico di una associazione terrorista a 2 con cui in primo grado venne comminato il reato associativo su richiesta del pm Comodi, a Michele e Andrea, trasformando un’amicizia, in un qualcosa che non esiste in nessuna legge e in nessuna sentenza giuridica in Italia».
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