Da dentro e da fuori una sola battitura, uniti contro il carcere
Sabato 14 Settembre sotto il carcere di Monza in via Sanquirico il Collettivo CordaTesa, amici e compagni solidali provenienti da altre realtà anti-carcerarie lombarde hanno organizzato e preso parte ad un presidio di protesta fuori dalle mura del carcere.
Il presidio ha avuto inizio intorno alle 10.30, normalmente orario di inizio dei volantinaggi, con il preciso intento di coinvolgere i parenti dei detenuti. Parenti che in alcuni casi si sono fermati ad ascoltare qualche intervento al microfono o anche solo a prendere un volantino, ma che sono ancora molto restii ad avvicinarsi ad un contesto di quel genere, forse perché dissuasi dalla presenza delle forze dell’ordine forse perché chiusi nella parcellizzazione della società.
Il presidio va a supportare un settembre di lotta interna ai penitenziari lanciato a livello nazionale dal “Coordinamento dei Detenuti” per protestare contro la situazione esplosiva delle carceri italiane, la quale vede un sovraffollamento intollerabile con detenuti ammassati in celle lager, in condizioni igieniche e strutturali al limite dell’indecenza, speculazioni sui prezzi della merce, trattamenti inumani, abusi di qualsiasi genere e forme di tortura legalizzata in cui versano gli internati nei regimi 41bis, 14bis e Alta Sorveglianza, che vengono quotidianamente uccisi, psicologicamente e fisicamente.
I detenuti del carcere di Monza sono riusciti a organizzarsi con mezzora piena di battitura che ha avuto luogo dalle 11.00 alle 11.30, per quanto ne sappiamo in tutte le sezioni. Da fuori si è risposto con fumogeni e una battitura, spinti dalla situazione eccezionale se rapportata alla normalità della casa circondariale monzese, che è stata diffidata delle forze dell’ordine per il rischio di sverniciare la cancellata della ditta, si è risposto continuando con maggiore verve la battitura.
Al presidio erano presenti la madre ed il fratello del ragazzo (si eviterà di citare i nomi) che l’8 Giugno è morto a 22 anni di carcere a Monza. Hanno fatto un intervento diretto agli amici ed ai concellini del ragazzo, additando lo stato come colpevole delle morti e dei soprusi del carcere e colpendo direttamente i secondini che abituati agli insulti dei compagni, attoniti hanno incassato gli insulti di una madre a cui hanno ucciso il figlio.
Ciò che si voleva fare è stato fatto, alle 14.00 il presidio è finito.
CordaTesa