Chiudono gli ospedali giudiziari: nuove celle a misura degli ospiti “problematici”. A Marassi saranno pronte a giugno. Alla Spezia un penitenziario ad hoc
Dalle finestre si fatica a guardare fuori, perché le grate, per scongiurare gesti autolesionisti, hanno maglie strettissime. Ci sono telecamere a infrarossi sopra i cinque letti e in bagno, “così il controllo dalla cabina di regia è 24 ore su 24”, spiegano. Sono le due celle di ultima generazione del carcere di Marassi, che, annuncia il direttore Salvatore Mazzeo, “apriranno a giugno e ospiteranno i detenuti con problemi psichiatrici, per i 30 giorni di osservazione psichiatrica”.
Il periodo, cioè, “che serve a valutare se la persona è ancora compatibile con la detenzione, e può rimanere in carcere, oppure no”, aggiunge Gianfranco Nuvoli, direttore Salute Mentale Valbisagno: una fase che prima avveniva direttamente negli Ospedali psichiatrici giudiziari – che ospitano appunto gli autori di reato con problemi psichiatrici, ma sono in via di dismissione – e ora avverrà in carcere.
A sommarsi alle difficoltà del grande istituto penitenziario, prima tra tutte il sovraffollamento (la Liguria si è appena confermata seconda regione con le carceri più affollate dopo la Lombardia), c’è quindi per Marassi una nuova sfida. Che riguarda il mondo dei “folli-rei”, e ha radici lontane: quelle della denuncia, da parte della Commissione parlamentare di Ignazio Marino nel 2011, dell’inumanità degli O. p. g.; e quelle di una legge del 2012 che ne ha fissato la chiusura, a marzo 2013 poi prorogata a fine anno, e finanziato le regioni perché attivino strutture sostitutive, dove l’esigenza curativa prevalga su quella di sicurezza.
Protagonisti della rivoluzione, dunque, sono le carceri, che devono gestire le osservazioni psichiatriche, ma soprattutto le regioni, chiamate a prendersi cura dei propri internati. Ed eccoci ad oggi: a Marassi si predispongono le due celle nel nuovo reparto di Osservazione psichiatrica, all’interno del Centro clinico dell’istituto, il sesto d’Italia. Dal canto suo, la Regione, incassati 3 milioni e 800 mila euro per il 2012 e quasi 2 per il 2013, inizia ad accogliere i folli-rei liguri. Sono 50 in tutto – su una popolazione nazionale di 1100 – dai pluriomicidi ad autori di reati meno gravi.
“Inseriamo nelle comunità terapeutiche le persone a bassa pericolosità – spiega Sergio Schiaffino, responsabile Salute Mentale e Dipendenze della Regione Liguria – E per gli altri costruiremo una struttura nel territorio della Asl 5”. Dunque in provincia di Spezia: ma il luogo preciso è ancora top secret. “Non sarà un nuovo O. p. g., ma una struttura da 25 posti riabilitativa, anche se chiusa. Dobbiamo ancora capire come saremo sostenuti dalle forze dell’ordine per il controllo”. Tornano dunque echi della riforma Basaglia, con la sfida di superare gli O. p. g. senza riaprire i manicomi. La Liguria sarà pronta?