E’ allarme malattie infettive tra i detenuti nelle carceri italiane, ad essere colpiti sono circa due persone su tre. Un dato frutto della somma delle percentuali di alcune patologie infettive di cui sono vittime i detenuti: la positivita’ al test dell’epatite Ce’, infatti, del 28%, per l’epatite B del 7%, ed il 3,5% per l’Hiv. Inoltre il 20% ha una tubercolosi latente, ed il 4% ha presentato risultati positivi per la sifilide.
A stabilirlo e’ uno studio, realizzato su 20 istituti di pena, dedicato alle malattie infettive nei penitenziari promosso dalla Societa’ Italiana Malattie Infettive e Tropicali (Simit) e da Nps, presentata a Torino al V Congresso nazionale Icar(Italian Conference on Aids and retrovirus).
La conferenza che ha riunito 600 gli specialisti provenienti da tutta Italia. “La ricerca ha analizzato – spiega Evangelista Sagnelli, ordinario di malattie infettive Seconda Universita’ di Napoli – un campione pari al 60% dei detenuti, circa 2.700 unita’. Il dato piu’ preoccupante e’ che una persona su tre non e’ a conoscenza del suo stato di salute in relazione a queste infezioni – precisa – occorre quindi essere molto cauti per evitarne un’ulteriore diffusione”.
Si e’ invece ridotta la percentuale di nuovi casi di infezione di Hiv legato alla tossicodipendenza in relazione agli altri fattori di rischio. Ma aumentano invece i casi per diffusione sessuale, ad oggi la causa principale dei nuovi contagi.