Ieri mattina il tribunale di Firenze ha ordinato la scarcerazione della dissidente politica turca che nonostante l’asilo politico ottenuto in Svizzera era rinchiusa dal 30 aprile nel carcere di Pisa. Ora Seda è libera ma la battaglia contro l’estradizione continua.
Seda Aktepe ha varcato i cancelli del carcere Don Bosco di Pisa ieri nel tardo pomeriggio, ed è stata accolta dall’abbraccio del suo fidanzato svizzero, Robin Niederhauser. Ora Seda è in libertà, dopo aver trascorso 8 giorni in completo isolamento senza avere la possibilità di parlare con nessuno, neanche con il compagno che era con lei al momento dell’arresto, nell’ostello di Castiglioncello, lo scorso 30 aprile.
La Corte d’Appello di Firenze aveva emesso ieri mattina un’ordinanza per la scarcerazione immediata della 29enne dissidente turca Seda Aktepe,arrestata dai carabinieri in esecuzione di un mandato di cattura internazionale spiccato dalle autorità di Ankara. A renderlo noto era stato il suo difensore, l’avvocato Cecilia Vettori di Livorno, che aveva annunciato la liberazione della sua assistita nel pomeriggio di ieri.
L’ordinanza di scarcerazione è stata emessa dalla seconda sezione penale della Corte d’Appello di Firenze, che sta esaminando – la prima udienza si è tenuta lunedì scorso – l’eventuale estradizione della dissidente in Turchia, alla quale si oppongono numerose realtà territoriali, sociali e politiche cittadine e non solo.
La sezione della Corte d’Appello ha deciso la scarcerazione dopo aver ricevuto dall’Interpol la comunicazione delle autorità turche circa la revoca della misura di custodia cautelare a carico della ventinovenne, condannata per un reato politico nel suo paese e fuggita quindi in Svizzera nel 2010, paese che nel febbraio scorso le ha concesso lo status di rifugiata politica. “Per Seda Aktepe è cessato il motivo della detenzione in Italia – riferisce l’avvocato Cecilia Vettori – Inoltre, le autorità turche avrebbero optato per un differimento dell’esecuzione della pena”. Invece, “solo nei prossimi giorni – prosegue il difensore – sarà più chiaro capire se la Turchia rinuncia anche alla richiesta di estradizione dall’Italia”. L’avvocato Vettori due giorni fa, all’udienza di estradizione in Corte d’Appello, aveva presentato un’istanza di revoca dell’arresto alla Corte d’Appello e si stava preparando a formulare la richiesta di asilo politico anche in Italia.
Questa mattina a mezzogiorno le realtà territoriali e studentesche di Pisa promotrici della campagna di solidarietà con la perseguitata politica turca hanno tenuto un’assemblea alla quale hanno partecipato alcuni giornalisti, presso l’aula occupata di eXploit. Durante la quale è intervenuta anche la stessa Seda, che ha raccontato la sua storia di perseguitata politica. Scrive il collettivo Exploit in un comunicato stampa:
“Nel 2004 è stata arrestata insieme ad altre 45 persone ad Ankara mentre manifestava contro una legge che inaspriva le condizioni detentive dei prigionieri. Al processo che ne è seguito le è stato però imputato il reato di terrorismo perchè ritenuta vicina al MLKP, un’organizzazione della sinistra radicale (messa fuori legge nel 2007). Il processo, conclusosi nel 2010, ha portato alla condanna a 7 anni di reclusione. Seda aveva già scontato, in attesa del processo, 7 mesi in carcere ed in questo periodo è stata torturata e violentata. Nel 2009 è scappata in Svizzera per sfuggire alla persecuzione attuata dalle autorità turche ed ha ottenuto l’asilo politico lo scorso Febbraio. È venuta in Italia per passare le vacanze con il suo ragazzo e lo scorso 30 Aprile è stata arrestata a Castiglioncello e portata al carcere Don Bosco di Pisa. Seda ha detto di non aver subito violenze fisiche all’interno del carcere, tuttavia ha passato, preventivamente, 8 giorni in stato di isolamento totale senza la possibilità di avere contatti con l’esterno”.